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LA PEDAGOGIA DELL’INCLUSIONE E I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

LA PEDAGOGIA DELL’INCLUSIONE E I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI. LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE. L’attuale società si pone come SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA , caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità RISCHI vs OPPORTUNITA’. LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE.

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LA PEDAGOGIA DELL’INCLUSIONE E I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

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Presentation Transcript


  1. LA PEDAGOGIA DELL’INCLUSIONE E I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

  2. LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE • L’attuale società si pone come SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA, caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità RISCHI vs OPPORTUNITA’

  3. LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE “Le classi scolastiche sono caratterizzate da molteplici diversità, legate alle differenze nei modi di apprendere, ai livelli di apprendimento raggiunti, alle specifiche inclinazioni….., ma anche a condizioni particolari che possono essere causa di difficoltà nell’apprendimento, oppure a particolari stati emotivi e affettivi” (Indicazioni per il Curricolo – 2007)

  4. LA SFIDA DELL’ISTRUZIONE DI FRONTE ALLA DIVERSITA’ CENTRALITA’ DELLA PERSONA-STUDENTE Non è pensabile una scuola costruita su un modello unico di studente astratto (Indicazioni per il Curricolo – 2007)

  5. LA SFIDA DELL’ISTRUZIONE DI FRONTE ALLA DIVERSITA’ Occorre tenere conto della singolarità di ogni persona, del suo contesto di vita, della sua crescita originale. Ciascuno è portatore di bisogni specifici che lo connotano e ne fanno una persona unica e irripetibile

  6. UN FALSO DILEMMA VALORIZZARE ACCENTUARE LE DIFFERENZE L’UGUAGLIANZA Risposte Risposte Differenziate comuni ETICHETTARE/DIVIDERE NON DARE CIO’ CHE E’ NECESSARIO PER CIASCUNO

  7. LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE SI TRATTA DI “Attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità, per fare in modo che non diventino disuguaglianze” (Indicazioni per il Curricolo – 2007)

  8. LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE Occorre garantire la libertà e l’uguaglianza nel rispetto delle differenze di tutti e dell’identità di ciascuno. Ciò è un bisogno ineludibile per una CITTADINANZA ATTIVA

  9. LA PROSPETTIVA INCLUSIVA • La scuola realizza appieno la propria funzione impegnandosi per il successo scolastico di tutti gli studenti, riconoscendo di ciascuno i limiti e le risorse di cui dispone

  10. LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA’ FORMATIVE VALORIZZAZIONE QUALITA’ DIFFERENZE DELL’ISTRUZIONE INDIVIDUALI

  11. LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE QUALITA’ DELL’ISTRUZIONE Essere una scuola della società della conoscenza, che garantisca l’alfabetizzazione culturale (sia primaria che di secondo livello) (Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente – 2000)

  12. LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE UGUAGLIANZA OPPORTUNITA’ FORMATIVE Garantire a tutti i soggetti una sostanziale parità di occasione di sviluppo delle competenze fondamentali ed irrinunciabili per una cittadinanza attiva (Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente – 2000)

  13. LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE VALORIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE PERSONALI Scoprire e promuovere gli specifici talenti di ognuno

  14. INDIVIDUALIZZAZIONE vs PERSONALIZZAZIONE? • L’individualizzazione si riferisce all’attivazione delle procedure didattiche finalizzate ad assicurare a tutti gli studenti le competenze comuni di base, anche attraverso una diversificazione dei percorsi di apprendimento

  15. INDIVIDUALIZZAZIONE vs PERSONALIZZAZIONE? • La personalizzazione indica le procedure didattiche che hanno lo scopo di permettere ad ogni studente di sviluppare le proprie peculiari potenzialità intellettive, differenti per ognuno, sempre attraverso forme di differenziazione degli itinerari d’apprendimento.

  16. INDIVIDUALIZZAZIONE vs PERSONALIZZAZIONE? Individualizzazione • DIVERSIFICAZIONE DEI TEMPI DI APPRENDIMENTO • DIVERSIFICAZIONE DEI CONTENUTI • RECUPERI / POTENZIAMENTI • MASTERY LEARNING (Apprendimento per padronanza – Bloom)

  17. INDIVIDUALIZZAZIONE vs PERSONALIZZAZIONE? Personalizzazione • ATTIVITA’ LABORATORIALI • REALIZZAZIONE DI PROGETTI • CREDITI FORMATIVI

  18. INDIVIDUALIZZAZIONE vs PERSONALIZZAZIONE? • Mentre nell’individualizzazione i traguardi sono uguali per tutti, nella personalizzazione i traguardi sono differenti per ognuno.

  19. DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO • Qualsiasi difficoltà riscontrata dallo studente durante la sua carriera scolastica. • Le difficoltà di apprendimento sono di tanti tipi diversi e spesso non sono conseguenza di una causa specifica, ma sono dovute al concorso di molti fattori che riguardano sia lo studente sia i contesti in cui viene a trovarsi. (Cornoldi C. 1999 Le difficoltà di apprendimento a scuola, Bologna, Il Mulino)

  20. DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO • Tra le difficoltà di apprendimento possiamo includere: • disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia) • disturbo da deficit attentivo con o senza iperattività • disturbi nella comprensione del testo • difficoltà motorie, disprassia • alunni disabili • alunni con svantaggio socio – famigliare • alunni stranieri

  21. I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI • Questi alunni con difficoltà di apprendimento, accanto ai bisogni educativi normali (sviluppo delle competenze, di appartenenza sociale, di identità autonoma, di valorizzazione, di autostima, di accettazione…..) hanno anche BISOGNI SPECIALI (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

  22. I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI • Il concetto di bisogno educativo speciale si estende al di là di quelli che sono inclusi nelle categorie di disabilità, per coprire quegli alunni che vanno male a scuola per una varietà di altre ragioni che sono note nel loro impedire un progresso ottimale (Unesco, 1997)

  23. I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI • Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e apprenditivo, espressa in un funzionamento….problematico anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata (Ianes D. 2005 Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

  24. I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI • E’ una difficoltà che si deve manifestare in età evolutiva e cioè entro i primi 18 anni di vita del soggetto. • Si manifesta negli ambiti di vita dell’educazione e dell’apprendimento. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

  25. I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI • Coinvolge le relazioni educative, formali e/o informali, lo sviluppo di competenze e di comportamenti adattivi, gli apprendimenti scolastici e di vita quotidiana, lo sviluppo di attività personali e di partecipazione ai vari ruoli sociali. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

  26. FUNZIONAMENTO EDUCATIVO-APPRENDITIVO e BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI • Il funzionamento di una persona va letto e compreso in modo globale, sistemico e complesso, in modo interconnesso. • Il funzionamento educativo è un funzionamento intrecciato tra biologia, fattori di contesto, relazioni sociali ed attività ed iniziative del soggetto. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

  27. FUNZIONAMENTO EDUCATIVO-APPRENDITIVO e BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI • Quando i vari fattori interagiscono in modo positivo, il bambino crescerà sano e funzionerà bene dal punto di vista educativo-apprenditivo, altrimenti il suo funzionamento sarà difficoltoso, ostacolato, disabilitato, con BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

  28. L’INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI - Una scuola veramente inclusiva, che sa cogliere le nuove sfide poste dal contesto attuale, è una scuola in grado di leggere i bisogni educativi speciali e su questa base organizzare risposte adeguate.

  29. COME INDIVIDUARE I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI? • L’INSEGNANTE O IL GENITORE COLGONO ATTRAVERSO IL LORO DISAGIO UNA PROBLEMATICITA’ DI APPRENDIMENTO O DI SVILUPPO NEL BAMBINO. QUESTO DISAGIO NON E’ SUFFICIENTE PER GIUDICARE PROBLEMATICO IL FUNZIONAMENTO EDUCATIVO-APPRENDITIVO DEL BAMBINO. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

  30. COME INDIVIDUARE I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI? - CRITERIO DEL DANNO: una situazione di funzionamento è realmente problematica per un bambino se lo danneggia direttamente o danneggia altri (disturbi del comportamento gravi, autolesionismo, disturbi emozionali). (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

  31. COME INDIVIDUARE I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI? • CRITERIO DELL’OSTACOLO: un funzionamento problematico per quel bambino se lo ostacola nel suo sviluppo futuro, se cioè lo condizionerà nei futuri apprendimenti cognitivi, sociali, relazionali ed emotivi. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

  32. COME INDIVIDUARE I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI? - CRITERIO DELLO STIGMA SOCIALE: ci si deve chiedere se il bambino, attraverso il suo scarso funzionamento educativo-apprenditivo stia peggiorando la sua immagine sociale, soprattutto se appartiene a qualche categoria socialmente debole. (Ianes D. (2005) Bisogni Educativi Speciali e inclusione, Trento, Erickson)

  33. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO RIFERIMENTI NORMATIVI • LEGGE n.170 dell’8 ottobre 2010 • DECRETO n. 5669 del 12 luglio 2011 • LINEE GUIDA MIUR del 12 luglio 2011

  34. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO DISLESSIA Minore correttezza e rapidità nella lettura a voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta

  35. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO DISGRAFIA / DISORTOGRAFIA Minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura / minore correttezza ortografica del testo scritto.

  36. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO DISCALCULIA Compromissione dell’abilità di calcolo, sia nella componente dell’organizzazione della cognizione numerica (quantificazione, seriazione, composizione e scomposizione di quantità) sia nelle procedure esecutive di calcolo (lettura e scrittura dei numeri, incolonnamento,..)

  37. CHI FA CHE COSALinee Guida DSA – Luglio 2011 SCUOLA FAMIGLIASERVIZI Identificazione precoce casi sospetti Attività di recupero didattico mirato Persistenti difficoltà Richiesta di valutazione Iter diagnostico Comunicazione alla Famiglia Diagnosi Comunicazione della famiglia Provvedimenti dispensativi alla scuola e compensativi

  38. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - LE BUONE PRASSI I docenti del team prendono visione della certificazione e attivano i percorsi di didattica individualizzata e personalizzata, ricorrendo a strumenti compensativi e misure dispensative.

  39. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - LE BUONE PRASSI STRUMENTI COMPENSATIVI Strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria: • Sintesi vocale • Registratore • Programmi di video scrittura • Calcolatrice • Tabelle, formulari, mappe

  40. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - LE BUONE PRASSI MISURE DISPENSATIVE Interventi che consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni: • Non leggere ad alta voce • Esonero dalla prestazione scritta nella lingua straniera

  41. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - LE BUONE PRASSI I docenti del team elaborano il Piano Didattico Personalizzato: • deve essere steso collegialmente da tutti i docenti • deve essere condiviso con la famiglia dell’alunno • deve essere messo in pratica realmente, eventualmente anche modificandolo dove necessario

  42. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - LE BUONE PRASSI La normativa in materia dispone che le scuole garantiscano DIDATTICA DIDATTICA FLESSIBILITA’ INDIVIDUALIZZATA PERSONALIZZATA METODOLOGIE DIDATTICHE

  43. LA DISABILITA’Breve excursus storico-normativo PRIMA DEGLI ANNI ’70 - La Riforma Gentile del 1923, riordinando il sistema scolastico italiano, prevedeva al suo interno la formazione di classi differenziali, nelle quali venivano accolti alunni svantaggiati.

  44. LA DISABILITA’Breve excursus storico-normativo • Dal 1970 in poi si afferma per i disabili il diritto primario all’educazione • Si ricordi la Legge 118/71, finalizzata all’assistenza e all’inserimento scolastico degli invalidi civili, che supera il modello dello scuole speciali, senza abolirle, prescrivendo l’inserimento degli alunni con disabilità, comunque su iniziativa della famiglia, nelle classi comuni.

  45. LA DISABILITA’Breve excursus storico-normativo LEGGE 517 del 4 agosto 1977 • Abolizione delle classi differenziali • Gli studenti disabili vengono inseriti nelle classi comuni • Si crea la figura del docente di sostegno; si tratta di un docente qualificato da specifica formazione

  46. LA DISABILITA’Breve excursus storico-normativo LEGGE 517 del 4 agosto 1977 • Al docente di sostegno si affianca l’assistente educatore • Si prevede la riduzione a 20 del numero massimo degli alunni per classe

  47. LA DISABILITA’Breve excursus storico-normativo • La Corte costituzionale pronuncia il 3 giugno 1987 la sentenza n. 215 con la quale dichiara illegittimo il 3° comma dell'art. 28 della Legge 118/71nella parte in cui "in riferimento ai soggetti portatori di handicap prevede che "sarà facilitata" anziché disporre che "è assicurata" la frequenza delle scuole medie superiori.

  48. LA DISABILITA’Breve excursus storico-normativo • La C.M. 262 del 22 settembre 1988 apre le porte delle scuole superiori a tutti i soggetti disabili, indipendentemente dal tipo e dalla gravità del deficit

  49. LA DISABILITA’Breve excursus storico-normativo LEGGE QUADRO 104/1992 • Viene ridefinito il concetto di disabilità, basato su un nuovo concetto di apprendimento – visto come possibilità di sviluppo delle capacità di base di ogni individuo in ragione delle opportunità educative e formative che gli sono concesse sul piano scolastico, lavorativo e sociale.

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