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Cristiano Perugini 075 585 5285 perugini@unipg.it

MICROECONOMIA. Teoria del Consumo. Cristiano Perugini 075 585 5285 perugini@unipg.it. Ricevimento Durante il corso: lunedì e martedì dalle 14,00 alle 15,30 Successivamente: da concordare. Informazioni generali sul Corso di Microeconomia. 1) Il corso è articolato in 2 moduli:

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Presentation Transcript


  1. MICROECONOMIA Teoria del Consumo Cristiano Perugini 075 585 5285 perugini@unipg.it Ricevimento Durante il corso: lunedì e martedìdalle 14,00 alle 15,30 Successivamente:da concordare

  2. Informazioni generali sul Corso di Microeconomia 1) Il corso è articolato in 2 moduli: - ECONOMIA DEL CONSUMO (21ore) (C. Perugini) - ECONOMIA DELLA PRODUZIONE E FORME DI MERCATO (35 ore) (G. Calzoni) 2) Alle ore di lezione si aggiungono le ESERCITAZIONI (orari comunicati, di volta in volta, dai docenti) 3) L’esame finale è unico (cioè comprende entrambi i moduli) e non è divisibile www.ec.unipg.it/DEFS/ 4) L’esame si compone di: - UNA PROVA SCRITTA (test di 10 domande a risposta multipla) che consente l’accesso all’orale - UNA PROVA ORALE 5) Nel caso di superamento della prova scritta e non superamento della prova orale all’appello successivo si deve sostenere di nuovo lo scritto 6) In una stessa sessione si può partecipare a diversi appelli, anche consecutivi 7) Il testo di riferimento è: G.CALZONI “Lineamenti di Microeconomia”, Giappichelli, 2005 8) Alla fine di ogni settimana, le slides usate a lezione saranno disponibili in internet, nella pagina del Prof. Calzoni, al sito

  3. ALCUNE QUESTIONI PRELIMARI: • La scienza economica: • - è una scienza umana, la cui funzione è contribuire al progresso materiale e spirituale dell’uomo e della sua società • - ha una funzione sia positiva che normativa • - si compone di una serie di strumenti ed approcci tra loro complementari e non alternativi (macro / micro; statico / dinamico; parziale / generale) • - è una scienza in forte interrelazione con altre scienze

  4. Rapporti dell’economia con le altre scienze • L’economia è in diretto rapporto: • di subordinazione rispetto alla politica e alla morale; • di connessione con la psicologia, le scienze biologiche, la matematica; • di sopraordinazione rispetto alle tecnologie.

  5. SCUOLE DI PENSIERO E TEORIA ECONOMICA (cenni) Pre-smithiani (teorici dell’economia civile, fisiocratici, mercantilisti) Scuola Classica (Smith, Ricardo, Marx) (1776-1870) Approccio sostanzialmente macro e dinamico Interesse per le condizioni che determinano (o frenano) lo sviluppo economico Teorie del valore-lavoro Scarsa formalizzazione matematica Scuola neo-classica (Menger, Jevons, Walras, Pareto, Marshall) (1870-1930) Approccio sostanzialmente micro (comportamento degli individui) e statico Interesse per le forze e le condizioni che conducono all’equilibrio (parziale e generale) Teorie del valore-utilità Elevata formalizzazione matematica (in particolare calcolo differenziale) Scuola Keynesiana (post-1930) Approccio macro allo studio di come il sistema economico fallisce nell’allocazione delle risorse e di come si può riuscire a riportarcelo Evoluzioni contemporanee (neokeynesiani, monetaristi, NMC, teorie del ciclo economico reale) Non vi sono Scuole di pensiero in economia, ovvero, ciò che è l’istesso, non ve ne sono che due: la scuola di coloro che sanno l’economia e la scuola di coloro che non la sanno (Maffeo Pantaleoni, 1897)

  6. Adam Smith DEFINZIONE DELLA SCIENZA ECONOMICA IN UNA PROSPETTIVA STORICA (I) l'economia politica è la scienza che studia le leggi che governano la natura e le cause della ricchezza delle Nazioni, costituita dall'insieme di beni e di servizi a disposizione di una collettività in un certo periodo di tempo David Ricardo l'economia politica è la scienza che studia le leggi che regolano la distribuzione del reddito tra le classi che compongono la società Karl Marx l'economia politica è lo studio dei rapporti sociali di produzione,cioè dei legami variabili nel tempo che si instaurano fra le classi sociali, specialmente in riferimento al processo produttivo

  7. DEFINZIONE DELLA SCIENZA ECONOMICA IN UNA PROSPETTIVA STORICA (II) Definizione neoclassica di economia l’economia politica diventa la scienza che studia i processi di formazione dei prezzi, le modalità attraverso cui si verifica l’equilibrio economico e le sue caratteristiche L. Robbins l’economia è lo studio dell'agire umano che affronta i problemi della scelta intesa come relazione tra fini desiderabili e mezzi scarsi che possono essere impiegati per raggiungerli Definizione di economia come scienza umana l’economia è la scienza che studia le trasformazioni e gli adattamenti dell'ambiente che l'uomo compie per la soddisfazione dei propri bisogni

  8. La scienza economica studia la realtà e ne fornisce interpretazioni servendosi di “modelli economici” (cioè di rappresentazioni semplificate e che catturano alcuni aspetti della realtà, cercando di isolare le relazioni più significative) Metodi dell’indagine economica “Dove mi trovo”, chiese un passante smarritosi ad un distinto signore. “A mezzo metro da me”, fu la risposta. “Deve essere un economista”, pensò tra sé il passante, “infatti la risposta è giusta, ma non mi serve a niente!” L’economia, come scienza, si serve dei principi e dei metodi dell’approccio scientifico generale Principi della logica formale: 1. principio di causaA causaB effetto Linguaggio matematico A variabile indipendenteB funzione 2. principio di non contraddizione A non può essere e non essere nello stesso tempo e sotto lo stesso aspetto Metodo della logica formale: Premessa maggiore (nota), Premessa minore (nota) Conclusione (ignota)

  9. Principi e metodi dell’indagine scientifica Metodo induttivo Analisi dei fenomeni particolari Scoperta di leggi generali Metodo deduttivo Ipotesi di leggi generali Conferma dai fenomeni particolari Rispetto alle scienze fisiche ha possibilità ridotta di testare i propri modelli/ipotesi in laboratorio (experimental economics) Metodo statico Le grandezze sono considerate in un orizzonte senza tempo Metodo dinamico Le grandezze sono considerate facendo riferimento a tempi precisi per lo più non simultanei e si studia come il fenomeno di interesse evolve nel tempo Approccio di equilibrio parziale descrive un singolo aspetto del sistema economico, astraendo da tutto il resto (metodo del coeteris paribus) Approccio di equilibrio generale descrive il funzionamento dell’intero sistema economico (le sue parti e le loro interazioni)

  10. Esempio di modello microeconomico, parziale, statico, che conduce ad un equilibrio P O Q Modello semplice di domanda, offerta ed equilibrio di mercato QD = 7 - PQO = - 1 + P Linea di domanda Linea di offerta 4 3

  11. RAPPRESENTAZIONE SEMPLIFICATA DI UN SISTEMA ECONOMICO AGENTI E LORO INTERAZIONI Definizioni: BENI ECONOMICI: merci e servizi che sono utili (ossia sono capaci di soddisfare un bisogno) e scarse (cioè sono disponibili in quantità limitate rispetto ai possibili impieghi). Sono “finali” se soddisfano direttamente un bisogno del consumatore; sono “input” o “intermedi” se servono a produrre merci che soddisfano un bisogno del consumatore finale (in questo caso sono beni e servizi produttivi) SCAMBIO: meccanismo che consente la circolazione dei beni e servizi. Lo scambio è l'incrocio dell'atto mediante cui una persona dà o fa una cosa ad un'altra persona, con l'atto mediante il quale quest'ultima dà o fa una cosa alla prima persona, intendendo che per ciascuno dei due contraenti il dare è un mezzo al fine di ricevere. Il presupposto dello scambio è il vantaggio che reciprocamente gli scambisti ne traggono. TEOREMA FONDAMENTALE DELLO SCAMBIO Se uno scambio è volontario, il verificarsi di uno scambio è condizione necessaria e sufficiente perché nessuna delle due parti ci perda, anche se una può guadagnare più dell’altra MERCATO: il mercato è un ordine stabilito (un insieme di regole, un’istituzione) che definisce il modo, il luogo ed eventualmente il tempo delle operazioni di scambio di un dato bene o servizio MONETA: oggetto (mezzo) di scambio generalmente accettato dagli operatori economici per la regolazione delle transazioni PREZZO: il prezzo, inteso di solito come prezzo in moneta, è il numero di unità di moneta che debbono essere date in cambio per ottenere un’unità di merce

  12. GLI OPERATORI E LE LORO (semplificate) STRATEGIE CONSUMATORI: il consumatore è un agente economico che provvede al soddisfacimento dei suoi bisogni mediante l’acquisto di beni e servizi dal mercato cedendo una data quantità di moneta di cui dispone. Questa può derivare dalla vendita di servizi produttivi (lavoro), da redditi da beni capitali, da indebitamento. La strategia del consumatore è, in generale, la massimizzazione dell’UTILITA’ attraverso l’insieme dei consumi, tenendo conto del reddito disponibile e dei prezzi dei beni IMPRENDITORI: l’imprenditore è un agente economico che provvede, combinando in maniera efficiente i beni e i servizi produttivi (input) acquisiti sui relativi mercati, alla produzione e alla vendita dei beni (output) sui relativi mercati La strategia del l’imprenditore è, in generale, la massimizzazione del profitto tenendo conto delle risorse (e quindi dei prezzi degli input) ,della tecnologia di cui dispone e dei mercati in cui vende l’output In entrambi i casi la strategia è orientata alla risoluzione di un problema di massimizzazione (Utilità/Profitto) vincolata (reddito e prezzi/risorse, tecnologia, prezzi) PROBLEMA DUALE

  13. Consumatore e mercati C = consumatore MF MP = mercato dei prodotti MSP = mercato servizi produttivi MF = mercato finanziario MP MSP C Flusso di moneta - reddito Flusso di moneta - spese per merci Flusso di servizi Flusso di merci risparmio risparmio+interessi indebitamento+interessi indebitamento

  14. Impresa e mercati MF I MSP MP acquisto di fattori produttivi costi di produzione vendita di prodotti ricavi dalle vendite risparmio d’impresa risparmio + interessi finanziamento finanziamento + interessi

  15. RAPPRESENTAZIONE SINTETICA DEL SISTEMA ECONOMICO = flussi di moneta = flussi di merci = flussi di servizi produttivi MSP = mercato dei servizi produttivi MP = mercato dei prodotti MF = mercato finanziario I = imprese C = consumatori

  16. L’APPROCCIO MARGINALISTA Si basa sullo studio dell’andamento delle variabili economiche analizzando gli incrementi infinitesimi al margine ECONOMIA DEL CONSUMO Si basa cioè sull’idea che gli individui ragionano “al margine”, cioè confrontando costi e benefici di unità aggiuntive di beni Assume come riferimento l’HOMO OECONOMICUS, cioè un individuo che opera sulla base dell’interesse individuale (per lui sono rilevanti i costi ed i benefici che lo toccano direttamente) Quindi è in grado di spiegare una parte (per quanto rilevante) del comportamento umano, ma non la totalità dei comportamenti umani E’ un approccio valido sia nella teoria del consumo che nella teoria della produzione

  17. L’approccio marginalista consente di esprimere il comportamento strategico del consumatore (massimizzare l’utilità date le risorse disponibili) attraverso una funzione di utilità, che assume la generica forma: UA = f (QA) e che ci consente di determinare l’incremento di utilità derivante dall’incremento infinitesimo del consumo del bene. Se definiamo cioè come d(QA) l'incremento marginale infinitesimo (o differenziale) della quantità consumata di A, la funzione ci dice di quanto varia l’Utilità del consumatore d(UA). Funzione di utilità (I) Il rapporto d(UA) / d(QA) rappresenta quindi l'utilità marginale del bene A. L’approccio marginalista postula la validità del principio dell’utilità marginale decrescente Questo significa che: l’utilità totale è funzione crescente del consumo di un bene (cresce al crescere del consumo del bene) l’utilità marginale decresce al crescente del consumo di un bene d(UA)/ d (QA) > 0 d (U A)II/( d (QA)) II < 0

  18. UNA FUNZIONE DI UTILITA’ CON QUESTE CARATTERISTICHE ASSUME TIPICAMENTE LA FORMA Funzione di utilità (II) U t Utilità totale QA U m Utilità marginale QA

  19. LA RAPPRESENTAZIONE DELLE PREFERENZE DEL CONSUMATORE Luogo geometrico dei punti che rappresentano combinazioni dei beni A e B che danno al consumatore la medesima utilità Una combinazione di beni è definita “paniere” (X, Y, Z, ….) LE CURVE DI INDIFFERENZA • Ipotesi (sulle preferenze) che stanno alla base della costruzione e della forma della curva di indifferenza: • Riflessività • se X = Y allora U(X)=U(Y) • Completezza • l’individuo è sempre in grado di ordinare tutti i panieri • Transitività • Se X p Y e Y p Z , allora X p Z • Non sazietà • Se in due panieri delle stesse merci (X e Y), X contiene una quantità maggiore di una merce allora X p Y • Convessità • Dati due panieri X e Y il paniere Z, combinazione lineare di X e Y è preferito ad entrambi QB O QA Curva di indifferenza

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