1 / 39

Titolo

Le streghe della Val Marcia Scuola elementare di Rango classe terza a.s. 2001/02. Titolo.

bill
Download Presentation

Titolo

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Le streghe della Val Marcia Scuola elementare di Rango classe terza a.s. 2001/02 Titolo

  2. Gli alunni della classe terza hanno svolto questa ricerca per conoscere e far conoscere a tutti voi i “misteri” celati dietro la leggenda della Val Marcia interpretandola ed esprimendo i loro pensieri e giudizi a riguardo.

  3. Sommario • Le streghe dispettose • Le streghe buone • Le streghe cattive • La ricerca di nonno Battista • Le streghe secondo noi… • I murales di Balbido • Come arrivare in Val Marcia

  4. Le streghe erano persone qualsiasi, solo donne, che vivevano nelle grotte. Erano sporche e la gente aveva paura perché erano brutte. Ora non ci sono più perché sono morte. (Monica) Monica

  5. Jacopo Le streghe erano donne senza marito perché erano brutte, vecchie, con la pelle bruciata e facevano pozioni magiche con i veleni per fare esperimenti. Vivevano in case nel bosco o sulle cime dei monti dove nessuno poteva arrivare. Costruivano trappole per catturare uomini e cavalli, quindi li uccidevano e li cucinavano. Alle donne non facevano niente a meno che non le schernissero. Alcune erano buone. (Jacopo)

  6. Le streghe erano donne senza marito, vivevano in grotte sulla cima dei monti. Di giorno scendevano nei paesi per fare dispetti. Mandavano i temporali a Santa Giustina e le persone hanno deciso di rincorrerle con le forche per poi bruciarle in Val Marcia. Adesso non ci sono più perché sono state tutte eliminate. (Fabio) Fabio

  7. Le streghe erano donne vecchie e sporche che facevano dispetti; vivevano nelle grotte e sono sparite perché gli uomini hanno messo le croci. (Chiara) Chiara

  8. Debora Le streghe erano donne sporche che facevano pozioni magiche per avvelenare la gente. Vivevano in grotte ed erano dotate di poteri magici. (Debora)

  9. Stefania Le streghe erano donne brutte, sporche di fango, vivevano in una grotta tutte insieme, non erano cattive ma spaventavano le persone. Ora non ci sono più. (Stefania)

  10. Le streghe erano donne senza marito perché erano brutte, vecchie, con la pelle bruciata e facevano pozioni magiche con i veleni per fare esperimenti. Vivevano in case nel bosco o sulle cime dei monti dove nessuno poteva arrivare. Costruivano trappole per catturare uomini e cavalli, quindi li uccidevano e li cucinavano. Alle donne non facevano niente a meno che non le schernissero. Alcune erano buone. (Damiano) Damiano

  11. Alice Le streghe erano donne dotate di poteri, cioè potevano trasformare le persone in rospi. Mangiavano vermi, lucertole e topi. Erano cattive perché da giovani tutti le prendevano in giro così da vecchie si vendicavano. Con le erbe raccolte facevano pozioni strane, si travestivano da persone comuni e le facevano bere alle persone. Sono scomparse perché sono state bruciate dalle persone che si sono vendicate dei dispetti ricevuti. Hanno messo le croci dopo averle uccise perché non girassero nella valle i loro spiriti. (Alice)

  12. Le streghe erano donne qualsiasi, divorziate dal marito e senza genitori. Facevano brutti scherzi ai mariti per vendicarsi di quando erano sposate. Erano diventate vecchie, con la pelle raggrinzita e se la strofinavano con le foglie (per non farsi riconoscere dai mariti) fino a quando diventava verde. Vivevano in montagna, nascoste dove non c’erano sentieri e mangiavano i frutti del bosco. Sono scomparse perché sono morte. Tutti pensano che le streghe siano esistite ma che ora non esistano più perché non hanno lasciato figli in quanto senza mariti non potevano averne. (Samuel) Samuel

  13. Yuri Le streghe erano donne qualsiasi che facevano pozioni e profumi che in quei tempi non si usavano tanto e le persone pensavano fossero malefici. Le streghe vivevano in un villaggio sperduto nei boschi e sono morte perché le hanno bruciate. (Yuri)

  14. Le streghe erano persone qualsiasi che avevano vestiti sporchi e bucati perché li trovavano per terra e li recuperavano in giro da chi li perdeva. Facevano pozioni. La gente aveva paura di loro perché si era accorta che le streghe spaventavano i cavalli e le persone. (Melissa) Melissa

  15. Luca Le streghe erano donne brutte, vecchie, divorziate dal marito e vivevano nelle grotte, lontane dalla gente. Facevano dei profumi con le erbe per attirare i cavalli nelle grotte e poi ucciderli. I cavalli davano fastidio alle streghe perché sporcavano i sentieri. Le streghe mangiavano quello che trovavano, anche l’erba e i frutti di bosco, perciò erano sfortunate. Avevano la pelle rugosa e screpolata. (Luca)

  16. Le streghe erano donne normalissime, sulla trentina, vivevano sugli alberi e facevano scherzi alle persone che andavano a raccogliere legna. Facevano gli scherzi perché non avevano più i mariti. Non ci sono più perché le hanno bruciate. (Carlo) Carlo

  17. Francesco Le streghe erano donne che preparavano pozioni magiche da gettare contro le persone e gli animali che passavano lungo il sentiero della Val Marcia. Gli uomini hanno messo le croci per vendicarsi, per questo le streghe sono andate via. (Francesco)

  18. Il nonno di Francesco racconta… Dalle informazioni che ho potuto raccogliere circa 65 anni fa da qualche contadino qui del paese che aveva a quell’epoca oltrepassato gli ottant’anni, ho saputo che tanti anni addietro i contadini che andavano dentro la valle a raccogliere il fieno e la legna, di quando in quando incontravano queste streghe che erano abbastanza docili. I passanti però avevano sempre tanta paura.

  19. Una volta successe che un contadino del paese, mentre andava dentro in valle col carro trainato da due buoi a prendere della legna, quando giunse all’inizio del sentiero che conduce nella valle, i buoi si fermarono e non vollero più andare avanti. Dopo tante insistenze, quel povero contadino era disperato. Ad un tratto vide una strega avvicinarsi ai buoi e fargli una carezza.In quell’istante i buoi partirono beati e tranquilli.

  20. Al suo ritorno quel contadino raccontò il fatto avvenuto, allora la gente del paese, informato anche il prete, decise di collocare una grande croce formata da cinque croci nel luogo dove accadde la vicenda dei buoi. Ora quel posto si chiama località Croci. Le croci, a quei tempi, furono costruite in legno ma poi a lungo andare si sono guastate così, alla fine della prima guerra mondiale , le hanno rifatte in ferro e collocate sempre nel medesimo posto. Da quando sono state collocate le croci le streghe non si sono più viste.

  21. Nonno Alessio

  22. Le streghe cattive Un tempo gli abitanti di Balbido credevano che l’intera Val Marcia fosse abitata da streghe cattive, che si divertivano a far scoppiare tremende grandinate su quella parte di Giudicarie, rovinando i raccolti nei campi! Per difendersi da quella presenza ingombrante e pericolosa, pensarono bene di erigere, proprio sopra il paese, cinque croci in ferro, in modo che formassero, tutte insieme, una grande croce sul terreno. Non solo: nei casi in cui la potenza del male si dimostrava ancor più potente di quei simboli di fede, erano le campane della chiesa di Santa Giustina, allora, a suonare a distesa e a opporsi alla violenza della grandine e degli uragani. (Da: Mille leggende del Trentino, Mauro Neri, Ed. Panorama, TN, 1997)

  23. Le cros: Come? Quando? Perché? “Dent a le Cros”, diciamo per indicare l’inizio della Val Marcia, dove la campagna cede il passo al bosco. Ma da quando si chiama con tale toponimo detta località? Chi dice secoli, chi dice meno … finora non sono emersi dati sicuri.Si possono solo azzardare delle ipotesi. Probabilmente esisteva prima un’unica croce in legno, sul masso dell’attuale croce di testa delle cinque croci esistenti. Si vede infatti un foro, adiacente a quello che porta l’attuale croce, per me precedente e, date le caratteristiche, scavato per portare una croce di legno di dimensioni piuttosto ridotte. Purtroppo non si vedono date scolpite. Ma nel Bleggio si trovano altri due zoccoli di pietra con incavo per croce di legno: 1.Dos de Benc(sopra il Rocol di Bivedo) 2.Campian(sopra Vergonzo), ambedue datati 1836. Mi azzardo perciò a supporre che una prima croce in legno sia stata inserita nel foro accennato in questo periodo.

  24. E le cinque croci? Ci fu nella seconda metà del secolo scorso un risveglio, o meglio, un forte incremento di devozione alla “Santa Cros” e lo tocchiamo con mano nei monumenti rimasti. 1863 grande monumento sullo “Spiaz dela Pief” 1864 bellissima croce in granito “via ala Cros” in quel di Cavrasto 18(83) ? croce all’entrata di Sesto 1905  monumento al “Sas de Santa Cros”. Io suppongo che le nostre cinque croci siano state innalzate in questo periodo: cinque croci al posto dell’unica preesistente e più alte di essa! Lo “spizoclin” dovendo sprofondare il foro di sostegno della croce preesistente, ha ritenuto più sbrigativo rifare il foro sul bordo del masso, usando la stessa tecnica riscontrata negli altri quattro piedistalli tecnica inequivocabilmente adatta a croci di legno.

  25. E le croci di ferro? E’ ovvio supporre una motivazione pratica, abbinata al pur sempre a vivo spirito di devozione: le croci di legno dovevano essere sostituite frequentemente per deterioramento; Le croci in ferro erano più stabili e …… poi una novità (“blegiada”!!!). Di esse abbiamo documenti. “Il 15 agosto si inaugurarono con gran festa le nuove cinque croci in ferro. I capovilla dei tre paesi Balbido, Rango e Cavrasto (Farina Giuseppe, ………… , Brochetti Silvio) ne approvarono la spesa: Ferro (fornito da Bleggi Basilio) Lire 23 Lavoro (eseguito dal fabbro Liberio Brochetti) Lire 160 Colore Lire 13,30 Cemento (kg 25) Lire 15 Trasporto (eseguito da Furlini Santo) Lire 10 Lavoro di posa in opera eseguito da: Giuseppe Farina 1 giornata Lire 5 Giovanni Farina 1\2 giornata Lire 5 Spuntino offerto alle autorità religiose (e civili?) intervenute Lire 12 Totale spesa sostenuta Lire 248,30 Nota bene : 1 quintale cemento Lire 60 1 giornata lavorativa Lire 10.

  26. E la storia dele “strie”? L’epoca più “dura” per le strghe è stata anche nel Trentino negli anni 1600—1700. Se fosse vera la leggenda delle streghe della Val Marcia, bisognerebbe riportare la posa delle cinque croci in quegli anni. La mia ipotesi, come sopra accennato, è ben diversa: più probabile nella seconda metà del 1800, meno probabile intorno all’anno 1836. In questo periodo nessuno credeva alle streghe, ma invece era diffusissima la devozione alla Croce che ci teneva lontano dalle “disgrazie” abbastanza frequenti nei boschi e sulle “coste” della val Marcia, e la “tompesta” che da questa valle abbastanza frequentemente si spingeva fino alle coltivazioni dei tre paesi: Balbido, Rango e Cavrasto. E’ mia convinzione che nella memoria collettiva sia più duraturo il ricordo di spiritose beffe di paese che quello di fatti reali. Supponiamo allora che qualche spirito arguto abbia diffuso nell’osteria la battuta : “I ha piantà le cros perché i ga pora dele strie!!!”. Quando un padre passava di li’, dopo l’immancabile segno di croce, ricordava spesso ai figlioletti la famosa battuta e … si’ e no che riferiva ai piccoli la storia della posa in opera delle croci. E noi, dopo tre o quattro generazioni,abbiamo perduto la storia e ci tramandiamo la leggenda!!! (Ricerca effettuata da nonno Battista negli anni ottanta)

  27. Bacheca in legno dove è possibile leggere il documento scritto da nonno Battista

  28. Nonno Battista

  29. “I dis che sti ani, ai carboneri e a quei che i tornava ’n ‘dre da Val Marcia coi cari cargadi, gio’ ’n font a la discesa ghe salteva fora le rode dei cari e ghe se rebalteva la carga.

  30. La legenda la vol che ‘l sia sta le strie e alora è sta piantà zinch cros per farle scampar. Difat le cros le ghè amò (dent a le Cros). E le strie no le gh’è pù ”. (Da racconti di nonni e genitori.Il testo è stato copiato da una pergamena dipinta sul murales di una casa di Balbido)

  31. La Val Marcia Situata nelle Prealpi trentine, o Alpi di Ledro, è un alto solco vallivo inciso dal torrente Duina nel suo primo tratto di percorrenza, prima dello sbocco a valle; costituisce uno degli angoli ancora selvaggi e pressoché incontaminati delle Giudicarie Esteriori. Essa si apre con direzione SSW-NNE tra il Dos de la Torta - M.Cogorna ad est e il Monte Gavardina - C.Sera ad ovest. Giunti all’abitato di Balbido, (Bleggio Superiore), famoso per i numerosi murales che rallegrano gli angoli caratteristici della frazione e per alcuni esempi di architettura tipica, (vi consigliamo, per quest’ultimo aspetto, anche una visita al vicino paese di Rango da cui pure parte un comodo sentiero che conduce in Val Marcia), si lascia l’automobile e si indossano gli scarponi, quindi si prosegue a piedi.

  32. Ci si avvia verso la parte alta del paese, in località Castel e si prosegue per l’agevole strada sterrata che si inoltra in mezzo ai prati, verso l’imbocco della valle. In poco tempo, mezz’oretta circa, si arriva all’inizio del bosco, in località “Le Cros”, dove cinque antiche croci, di cui una è ben visibile appena a valle della strada, secondo antiche tradizioni stanno a guardia di “strie” e tempeste, tenendole confinate nell’antica valle. La strada continua in leggera salita attraverso bei boschi di pino silvestre fino alla cappella di Santa Trinità, adiacente ad un piccolo riparo, utile riparo se colti sul luogo dai violenti ed improvvisi temporali estivi. Di qui si può godere di una buona panoramica sul selvaggio versante meridionale della valle.

  33. Si prosegue per la strada principale che inizia a scendere, fino ad arrivare in Livèz (m. 900). Una breve deviazione (cento metri circa), ci permette qui di toccare il greto del torrente Duina. Qui potrete apprezzare e constatare facilmente di persona la differenza tra il tratto di torrente “domato” dall’opera dell’uomo e quello in cui vive ancora la sua “anima”, che vi consigliamo di fermarvi a scoprire e ad ascoltare. E di qui in poi lestradesi dividono e sono veramente infinite. Se volete proseguire e provare emozioni uniche, davvero uniche, non fatelo da soli ma chiedete informazioni a chi è autorizzato e competente nel fornirvele: sezione locale della SAT, WWF, APT, ecc !!!).

  34. Una piccola preghiera a chi entra in questa aspra valle: fatelo “in punta di piedi”, senza schiamazzi e non lasciate traccia del vostro passaggio! Solo così potrà entrare in voi la sottilissima magia della nostra Val Marcia.

  35. Val Marcia

More Related