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S. GIULIANO 13 OTTOBRE 2012

S. GIULIANO 13 OTTOBRE 2012. LA SCUOLA INCLUSIVA: PER IMPARARE A FARE, IMPARARE A VIVERE,IMPARARE A CONVIVERE. Maria Grazia Carnazzola. «sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo guardare le cose sempre da angolazioni diverse»

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S. GIULIANO 13 OTTOBRE 2012

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  1. S. GIULIANO 13 OTTOBRE 2012 LA SCUOLA INCLUSIVA: PER IMPARARE A FARE, IMPARARE A VIVERE,IMPARARE A CONVIVERE Maria Grazia Carnazzola Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  2. «sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo guardare le cose sempre da angolazioni diverse» Robin Williams in «L’attimo fuggente» di Peter Weir Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  3. DISABILITA’ BES INTEGRAZIONE INCLUSIONE 517/77 (non più solo inserimento) Termine utilizzato nel contesto internazionale Austria e Germania Significato negativo Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  4. L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riconducibile alla disabilità AREA DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI • Disabilità • D.S.A. • D.C.A. • Svantaggio socio-economico, linguistico, • culturale…… • Tutte le diversità Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  5. LE PAROLE: MANEGGIARE CON CURA • Handicappato • Disabile • Diversamente Abile • Con disabilità Far coincidere la persona con la disabilità ne riduce l’identità a mancanza e disfunzioni, importanti e condizionanti, ma non risolutive di identità personali più ricche e complesse. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  6. ACCOGLIENZA DELLE DISABILITA’ Presuppone la capacità di ripensare la didattica e l’organizzazione, ristrutturando profondamente l’ambiente di apprendimento. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  7. L’accoglienza non riguarda ciò che un insegnante specializzato può fare per un alunno con disabilità, è una funzione di tutta la scuola, la responsabilità dell’intera comunità professionale. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  8. DIVERSITA’ (definizione 1): Contrasto parziale o totale tra i caratteri distinti di due cose o persone DIVERSITA’ (definizione 2): Condizione di chi è considerato, o considera sé stesso, estraneo rispetto a una presunta normalità di razza, propensioni sessuali, comportamenti sociali, scelte di vita…… DIFFERENZA: Qualità o condizione per cui una o più cose o persone si trovano in rapporto di totale o parziale diversità, dal latino “differre”, essere diverso. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  9. DIVERSITA’ • Abituarsi alla diversità dei normali è più difficile che abituarsi alla diversità dei diversi (Giuseppe Pontiggia). • Alla salute morale e intellettiva di un uomo contribuisce in grande misura stabilire rapporti di collaborazione con diversi individui diversi da lui, che non tengono nel minimo conto le sue mete ideali e hanno capacità e interessi incomprensibili per lui se non riesce a uscire da sé stesso. (NathanielHawthorne). • Riconoscere la diversità non è razzismo. E’ un dovere che abbiamo tutti. Il razzismo però deduce dalla diversità degli altri uomini la diversità dei diritti. Noi invece pensiamo che i diritti siano gli stessi per tutti gli uomini. (Giuseppe Pontiggia). • Tutta la storia della vita sulla Terra ci insegna che la “diversità” è un valore fondamentale. La ricchezza della vita, infatti, è dovuta alla sua diversità: diversità di enzimi, di cellule, di piante, di organismi, di animali. Anche per la storia delle idee è stato così. La diversità delle culture, delle filosofie, delle strategie e delle invenzioni ha permesso la nascita e lo sviluppo delle varie civiltà. (Piero Angela). Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  10. Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati Bertold Brecht Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  11. L’ICF (International ClassificationofFunctioning, DisabilityandHealth, Organizzazione Mondiale della Sanità, 2002) • Descrive le varie dimensioni, in modo globale e interconnesso • Non descrive disabilità o patologie • Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la situazione di salute e di funzionamento di una persona vanno lette in modo globale, da diverse prospettive, in modo interconnesso e reciprocamente causale. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  12. CONDIZIONI FISICHE (disturbo o malattia) Funzioni corporee attività partecipazione Strutture corporee Fattori di contesto Fattori ambientali Fattori personali Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  13. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI = situazioni varie, di diverse origini, anche transitorie. Ognuno di questi soggetti ha diritto ad una “NORMALITÀ PIÙ SPECIALE” : più sensibile, più attenta e metodologicamente più ricca. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  14. UN ALUNNO CON “BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI” : • Un alunno con: • Apprendimento • Sviluppo rallentato e/o problematico • Comportamento • Questa problematicità è riconosciuta per i danni che causa al soggetto stesso, non soltanto tramite il confronto con la normalità. • Questi rallentamenti o problematicità possono essere • globali e pervasivi (es. Autismo), • specifici (es. Dislessia), settoriali (es. Disturbi da deficit attentivi con iperattività) più o meno gravi, permanenti o transitori. • i fattori causali possono essere a livello organico, psicologico, familiare, sociale, culturale, ecc. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  15. SFONDO INTEGRATORE Gestione integrata dei servizi alla persona. Protagonismo della persona con la propria famiglia. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  16. PER RISULTATI APPREZZABILI Evitare/ridurre il rischio di patologie relazionali Ridurre la sottoutilizzazione sociale Aumentare la consapevolezza Aiutare ad utilizzare al meglio le proprie competenze Essere di supporto al "progetto di vita" Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  17. CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO lavoro fondato su aspettative realistiche lavoro integrato lavoro pianificato/programmato lavoro centrato sulla globalità del soggetto Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  18. UNA METODOLOGIA “SCIENTIFICA” PER UN INTERVENTO EFFICACE Valutare Formulare degli obiettivi in termini di risultati attesi Costruire un percorso per raggiungerli Verificare il lavoro svolto Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  19. CAPACITA’: abilità di eseguire un compito o un’azione senza l’influsso, positivo o negativo, di fattori contestuali ambientali e/o personali. PERFORMANCE: abilità di eseguire un compito o un’azione con l’influsso, positivo o negativo, di fattori contestuali ambientali e/o personali. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  20. NON MONADI MA RETI FAMIGLIA FAMIGLIA COMUNE ALUNNO PERSONA FAMIGLIA SCUOLA SCUOLA SANITA’ SANITA’ TERRITORIO SANITA’ COMUNE TERRITORIO ALUNNO COMUNE Maria Grazia Carnazzola

  21. LE PAROLE CHIAVE SEMPLIFICAZIONE COLLEGIALITA’ INTERPROFESSIONALITA’ INTERISTITUZIONALITA’ PROGETTO VITA Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  22. COME PUO’ INTERVENIRE LA SCUOLA? • 1. Organizzazione scolastica generale: • tempo scuola, orari degli alunni, orari degli • insegnanti, dei collaboratori (compresenze, • contemporaneità, straordinari, supporti); • formazione delle classi; • continuità; • collaboratori scolastici; • servizi e altre attività offerte dalla scuola • (mensa, doposcuola, gruppo sportivo, • sportelli, biblioteca, ecc.) Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  23. 2. Spazi e architettura: accessibilità sia interna che esterna, grandezza aule, articolazione degli spazi, attrezzatura degli spazi, ecc. 3. Sensibilizzazione generale: promozione di una cultura dell’integrazione e inclusione scolastica e di “Progetto di vita” Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  24. 4. Alleanze extrascolastiche: famiglia e altre risorse dalla comunità (gruppi giovanili, associazioni, parrocchie, oratori.) 5. Formazione e aggiornamento: supervisione tecnica anche da parte di esperti, possibilità di consultare materiali bibliografici e informatici, software, banche dati anche in Internet 6. Centri speciali CST, CTRH, NTD Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  25. 7. Documentazione: scambio di informazioni e esperienze, possibilità di confronto con altre realtà scolastiche, documentazione delle Buone prassi di integrazione 8. Didattica comune: scelte metodologiche maggiormente inclusive (gruppi cooperativi, tutoring, didattiche plurali sugli stili di apprendimento, didattica per problemi reali, per mappe concettuali, ecc.); vari tipi di adattamento (riduzione, semplificazione, arricchimento, tempi di apprendimento, ecc.) Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  26. 9. Percorsi educativi e relazionali Comuni: • laboratori creativi; • espressivi, di educazione socioaffettiva; • alle life skills; • autonomie; vari tipi di adattamento a seconda delle singole e peculiari esigenze •  10. Didattica individuale:attività in rapporto 1:1 (strategie, materiali, ecc.) nell’ottica della personalizzazione dell’offerta didattica Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  27. 11. Percorsi educativi e relazionali individuali: attività in rapporto 1:1 training di autonomia, interventi psicoeducativi sui comportamenti problema. 12. Ausili, tecnologie e materiali speciali:uso di materiali e ausili, anche tecnologici, volti a facilitare le possibilità di autonomia e apprendimento dell’alunno, migliorando la sua vita quotidiana Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  28. 13. Interventi di assistenza e aiuto personale: aiuti di carattere assistenziale e di sostegno per permettere all’alunno una personale e attiva partecipazione alla vita e alle attività quotidiane 14. Interventi riabilitativi: come ad esempio logopedia, terapia occupazionale, fisioterapia, psicomotricità, ecc. 15. Interventi sanitari o terapeutici: interventi di carattere medico/sanitario, cure e terapie specifiche, interventi riabilitativi, ecc. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  29. Riconoscendo l’importanza dell’accessibilità alle strutture fisiche, sociali, economiche e culturali, alla salute, all’istruzione, all’informazione e alla comunicazione, per consentire alle persone con disabilità di godere pienamente di tutti i diritti umani fondamentali …… (Preambolo Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità – 2007) “Abbiamo diritto a ricevere rispetto e a non subire discriminazioni. Non vogliamo simpatia; vogliamo essere rispettati come futuri adulti che andranno a vivere e a lavorare in un ambiente normale”. (Dichiarazione di Lisbona) Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  30. LA NORMATIVA • 1948 Costituzione: art. 3 e art. 34 • ART. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. • È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. • ART. 34 La scuola è aperta a tutti. • L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. • I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. • La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. • ART. 38 • Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L'assistenza privata è libera. Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  31. 1968 • 1977 La legge 517 • 1987 La Sentenza 215 Corte Costituzionale • 1992 La legge quadro 104 • 1997 L’Autonomia scolastica • 2001 C. M. 3390 – Assistenza educativa e assistenza materiale • 2006 D.P.C.M. 185/2006 – Segnalazione e certificazione alunni con disabilità • 2006 Linee guida integrazione stranieri • 2006 Integrazione etnie Rom e Sinti • 2008 Atti Conferenza Unificata Stato/Regioni • 2009 Linee guida MIUR per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità • 2010 Legge 170 del 08/8/2010 sulla D.S.A. • I DOCUMENTI INTERNAZIONALI PIÙ RECENTI • CONVENZIONE O.N.U. 2000 • MODELLO ICF dell’OMS 2002 • MODELLO SUL RITARDO MENTALE (AAMR,2005) Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  32. IN SINTESI • Il P.E.I. deve essere “a misura” del soggetto; • Tendere al “massimo” delle possibilità individuali e al “minimo” socialmente accettabile sulla base delle funzionalità per il soggetto; • Porre obiettivi realistici e verificabili; • Confidare nella “modificabilità cognitiva”; • Puntare sulla “continuità educativa”; • Valutare costi e benefici dei diversi interventi • Per questo c’è bisogno dell’aiuto di tutti Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  33. NON È CAPACE DI …..(incapacità) QUESTO LO SA FARE (valorizzazione abilità) Iniziando dalle abilità relazionali/sociali su cui si fonda la comunicazione e quindi il linguaggio DA A Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  34. COME SI ATTUA L’INCLUSIONE: CHI FA COSA Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

  35. PER CONCLUDERE… La scuola non deve mai dimenticare di avere a che fare con individui ancora immaturi, ai quali non è lecito negare il diritto di indugiare in determinate fasi, seppur sgradevoli, dello sviluppo. Essa non si deve assumere la prerogativa dell’inesorabilità, che è propria della vita. Sigmund Freud Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

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