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Dr. Umberto Colangelo U.O . Complessa di Neurologia Ospedale Civile di Lanciano

Dr. Umberto Colangelo U.O . Complessa di Neurologia Ospedale Civile di Lanciano. Recupero sociale dell’invalido Lanciano, 10 Dicembre 2011. DEMENZA

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Presentation Transcript


  1. Dr. Umberto ColangeloU.O. Complessa di NeurologiaOspedale Civile di Lanciano Recupero sociale dell’invalido Lanciano, 10 Dicembre 2011

  2. DEMENZA “La demenza è caratterizzata dalla presenza di un deficit della memoria, che si associa a disturbi di altre aree cognitive e causa una significativa riduzione delle capacità della vita quotidiana del paziente”

  3. INVECCHIAMENTO NORMALE E PATOLOGICO. QUALE E’ IL CONFINE?

  4. MILD COGNITIVE IMPAIRMENT • Presenza di disturbi soggettivi di memoria • Almeno un punteggio su 3 patologico nelle prove di memoria episodica • Non interferenza del disturbo sulle attività della vita del paziente • Normalità delle altre funzioni cognitive • Assenza di demenza • Assenza di altre patologie che possono spiegare il disturbo di memoria • (Es. depressione, malattie endocrine ecc.) • (Petersen, 1996)

  5. Sospetto di demenza La persona può mostrare una difficoltà progressiva a svolgere una o più delle seguenti attività: • Eseguire compiti complessi: ha difficoltà a elaborare una serie complessa di pensieri o ad eseguire compiti che richiedono numerose azioni. • Ragionare: è incapace di rispondere con una ragionevole strategia a problemi insorti a casa o nel lavoro; si mostra stranamente poco riguardoso delle regole sociali di comportamento.

  6. Sospetto di demenza La persona può mostrare una difficoltà progressiva a svolgere una o più delle seguenti attività: • Orientarsi: ha difficoltà di orientamento durante la guida dell’automobile e tende a perdersi anche in luoghi che sono familiari. Può manifestare difficoltà a ricordare il giorno della settimana e la data corrente. • Parlare: ha difficoltà sempre maggiori a trovare parole che esprimano ciò che vuole comunicare e a seguire le conversazioni.

  7. Sospetto di demenza La persona può mostrare una difficoltà progressiva a svolgere una o più delle seguenti attività: • Tenere un comportamento adeguato: è passivo e non reagisce adeguatamente alle situazioni, è più irritabile e sospettoso del solito, interpreta in modo sbagliato stimoli uditivi e visivi. • A volte manifesta afasia, prosopoagnosia, o altri disturbiisolati come una difficoltà nell’organizzare il movimento.

  8. Sospetto di demenza La persona può mostrare una difficoltà progressiva a svolgere una o più delle seguenti attività: • Impararee ricordare nuove informazioni. • Ricordare recenti conversazioni, eventi e appuntamenti. • Posizionare gli oggetti in maniera corretta.

  9. Tassi annuali di incidenza della demenza per classi di età Francia GB, Morgan USA, Bachman GB, Boothby GB, Paykel USA, Aronson

  10. Frequenza delle cause di demenza ricavata da 32 diversi studi Frequenza (%) 57,0 15,0 13,0 4,2 1,6 1,5 1,5 1,5 1,2 12 Causa Malattia di Alzheimer Demenza a corpi di Lewy Demenza vascolare Abuso di alcol Idrocefalo normoteso Cause metaboliche Demenza da farmaci Neoplasie Malattia di Parkinson Altre cause

  11. RM ENCEFALO IN PAZIENTE AFETTO DA DEGENERAZIONE FRONTO-TEMPORALE

  12. LA STORIA NATURALE DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER Fasi cliniche della malattia Morte Inizio dei sintomi cognitivi e comportamentali Compromissione sociale e funzionale Progressione dei sintomi cognitivi e comportamentali e dei deficit funzionali Istituzionalizzazione Fase preclinica Fase prodromica Diagnosi Anni ? ? 1-2 0 5-6 8-12

  13. SEQUENZA DI COMPARSA ED INTENSITA’ DEI SINTOMI NELLA AD

  14. DECORSO CLINICO della AD (rosso), della VaD (verde) e della LBD (blu)

  15. Principali aspetti del trattamento del paziente demente (I) 1) Fornire un adeguato livello di cure specifiche - trattamento farmacologico specifico del disturbo cognitivo - terapie non farmacologiche - trattamento delle patologie concorrenti - prevenzione delle complicanze e riabilitazione neuropsicologica e neuromotoria 2) Ottimizzare lo stato funzionale - trattare le patologie sottostanti (per es. ipertensione arteriosa, morbo di Parkinson) - evitare farmaci con effetti potenzialmente dannosi sul SNC, se non strettamente necessario - valutare l’ambiente e suggerire modifiche, quando necessarie - stimolare l’attività fisica e mentale - evitare situazioni che affaticano le funzioni intellettuali, utilizzare supporti mnesici quando possibile - stimolare un’adeguata nutrizione

  16. Principali aspetti del trattamento del paziente demente (II) 3) Identificare e trattare i sintomi negativi 4) Identificare e trattare le complicanze - rischi di caduta e di smarrimento - incontinenza - malnutrizione 5) Fornire informazioni al paziente e alla famiglia - natura della malattia - evoluzione e prognosi - possibilità di prevenzione e trattamento 6) Fornire supporti socio-assistenziali e consulenze al paziente e alla famiglia - servizi territoriali e residenziali sociali e assistenziali, temporanei o definitivi - supporto economico - consulenza legale - supporto psicologico per il superamento dei conflitti - consulenza etica

  17. Definizione di ICTUS “insorgenza improvvisa di deficit neurologici focali o diffusi di sicura origine vascolare” condizione che pone il soggetto nella necessità di un approccio clinico-terapeutico urgente!

  18. I numeri dell’ictus - epidemiologia L’ictus occupa il terzo posto in Italia per mortalità, dopo le malattie cardiovascolari e il cancro. Nel 2004 lo studio Ilsa (Italian longitudinal study on aging) segnala circa 140 mila nuovi casi di ictus, di cui 40 mila ricadute. Benché la mortalità da ictus sia calata circa del 18,5% dal 1993 (grazie anche alla istituzione delle Stroke Unit e alla terapia trombolitica), l’incidenza annuale è restata quasi immutata. Il 75% degli ictus colpisce gli ultra 65enni. L’incidenza aumenta progressivamente con l’età e varia a seconda delle regioni: dall’1,79 per mille a Vibo Valentia al 2,92 per mille l’anno all’Aquila.

  19. I numeri dell’ictus: prevalenza per classi di età

  20. I numeri dell’ictus: i costi Il costo medio dell’assistenza in Italia per i primi tre mesi dopo l’ictus è di circa 6.000 euro per ogni caso – come rilevato dallo studio europeo EC/Stroke Project 2 – e arriva a circa 10.000 euro per caso per i primi sei mesi, secondo i dati recentemente comunicati dallo studio Eclipse. La patologia incide sulla spesa annuale sanitaria per circa7 miliardi di euro: il 10% per le cure nella fase acuta e il 90% per assistenza e ricoveri successivi.

  21. Dati epidemiologici • Incidenza ictus ischemico in Italia: • - circa 140.000 nuovi casi per anno • Pazienti che giungono entro le 3 ore: • - circa 30% del totale = 40.000 per anno • Pazienti trattabili con trombolisi • - circa 25% di coloro che arrivano entro 3 ore = 10.000 per anno

  22. Regioni “in ritardo” per l’organizzazione delle stroke unit • Stroke unit inadeguate per bacino di utenza • Stroke unit inadeguate per distribuzione territoriale e caratteristiche orografiche • Stroke unit presenti ma con inadeguato numero di pazienti trattati • Diversa efficienza delle stroke unit sul territorio

  23. Numero di stroke unit in rapporto alla regione Numero di stroke unit

  24. Stroke unit in rapporto alla popolazione residente Numero di stroke unit per 300.000 abitanti

  25. Stroke unit in rapporto all’estensione del territorio Numero di stroke unit per 1.500 km2

  26. Abruzzo Abitanti: circa 1,3 milioni Densità di popolazione: 124 abit/km2 Incidenza ictus: circa 3.000 nuovi ictus/anno Pazienti trattabili: circa 225/anno StrokeUnit attivate 4

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