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Partecipare alla vita della scuola: quali vie e quali modalità

Partecipare alla vita della scuola: quali vie e quali modalità. Di Stefano Quaglia Venezia-Mestre, 16 aprile 2007. Fare Anima nella scuola. “Consider the world a vale of soul making, then you will know the use of the world” John Keats

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Partecipare alla vita della scuola: quali vie e quali modalità

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Presentation Transcript


  1. Partecipare alla vita della scuola: quali vie e quali modalità Di Stefano Quaglia Venezia-Mestre, 16 aprile 2007

  2. Fare Anima nella scuola • “Consider the world a vale of soul making, then you will know the use of the world” John Keats • “Chiamate, vi prego, il mondo ‘la valle del fare anima’. Allora scoprirete a che cosa serve il mondo” Trad. It. Silvia Ronchey

  3. Fare Anima nella scuola Chiamate, vi prego, la scuola ‘la valle del fare anima’. Allora scoprirete a che cosa serve la scuola”

  4. Fare Anima nella scuola Il coinvolgimento alla base dell’idea di Keats: “… sollecita il coinvolgimento anziché il distacco o la serenità o la libertà trascendente. È molto psicologico il Daimon. Perciò, tutto questo caos in cui ci troviamo immersi con nostra moglie e la nostra famiglia e nostro marito e i nostri figli e le nostre finanze, ebbene, è il luogo in cui si fa l’anima. Qui non nella trascendenza.” JAMES HILLMAN L’anima del mondo (1999) (p. 19 sg.)

  5. Fare Anima nella scuola Compagni Genitori Studente Dirigente Scolastico Docenti

  6. Fare Anima nella scuola • Negli Stati Uniti, in una classe, diciamo una classe di studenti quindicenni, non troviamo un solo referente comune a tutti i ragazzi presenti nell’aula, eccetto, forse, Topolino.

  7. Fare Anima nella scuola • “Non conoscono Adamo ed Eva, non conoscono Romeo e Giulietta, non conoscono Napoleone, non conoscono Nerone, non conoscono Cesare, né la nostra grande Guerra Civile americana ignorano anche i dieci Comandamenti. • Intendo dire che nessuno dei ragazzi presenti in aula ha un punto di riferimento comune. Nemmeno le storie della Bibbia: perdute. Nemmeno Gesù Cristo, che pure è la figura divina più familiare alle diverse culture. Le sue parole, le sue parabole, la sua vita: sconosciute. La Madonna? Forse.” JAMES HILLMAN L’anima del mondo (1999) (p. 23)

  8. Fare Anima nella scuola Spazio delle Educazioni Spazio dei Saperi Spazio della Persona

  9. Fare Anima nella scuola Il sapere come base comune dell’esperienza interiore Scuola di Curricolo spazio tecnico Docenti-Dirigente Scolastico Scuola di Progetto spazio partecipativo Docenti Studenti - Genitori Dirigente Scolastico

  10. Fare Anima nella scuola La scuola come spazio di una relazione adulta • Cura • Attenzione all’altro • Rispetto: limite e consapevolezza di sé • Intersezione di ruoli • Insieme di esperienze

  11. Fare Anima nella scuola Il luogo dove il sapere diviene parte integrante, costitutiva del proprio modo di essere, al punto che le “sensibilità automatiche” reattive alle sollecitazioni dell’ambiente sono da questo “fare anima” generate e configurate.

  12. Fare Anima nella scuola Incontrarsi nella scuola non (solo) • per affermare se stessi • per conquistare strumenti cognitivi • per superare le proprie frustrazioni MA • per creare condivisione d’esperienze • per rigenerare il tessuto sociale • per rinnovare l’immaginario collettivo

  13. Fare Anima nella scuola • Entrare nei processi comunicativi degli studenti • Pensare in termini di soggettività collettiva anche da parte dei fruitori del servizio • Sentire l’istituzione come patrimonio comune non come alterità burocratica • Pensare alla dimensione “tecnica” dei docenti come una garanzia di imparzialità

  14. Fare Anima nella scuolaHomo Reciprocus “Il paradigma del dono presuppone dunque una figura di individuo altra, che non coincide con alcuno dei modelli consolidati dalla parabola della modernità: - né con l’individuo egoista e acquisitivo, che strumentalizza l’altro alfine di soddisfare i propri interessi, - né con l’individuo indifferente e narcisista che vede l’altro come pura proiezione fantasmatica di sé; - ma neppure con l’altruista, inteso come clolui che antepone l’altro a sé stesso , in una logica puramente oblativa o addirittura sacrificale.”

  15. Fare Anima nella scuolaHomo Reciprocus Colui che dona assume l’Altro secondo una radicale ristrutturazione del suo valore: “L’altro non è • né il nemico con cui confliggere e competere per raggiungere e i propri scopi, • né il simile riassorbibile nella propria orbita identitaria, • né colui che esige dal soggetto un oblio di sé;”

  16. Fare Anima nella scuolaHomo Reciprocus “ma è, nella sua inappropriabile differenza, dimensione costitutiva dell’io, parte mancante che l’io investe nel proprio desiderio per ristabilire un legame, pena la perdita del senso stesso dell’esistenza. Nel dono, l’altro è il simbolo dell’insufficienza dell’Io, è memoria vivente e concreta della sua incompiutezza, è la realtà ineludibile che rompe ogni illusione di autarchico isolamento.” ELENA PULCINI L’individuo senza passioni, Torino, 2001 p. 212

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