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Triozzi Agnese libertà (1)

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Triozzi Agnese libertà (1)

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Presentation Transcript


  1. LICEO SCIENTIFICO C.D'ASCANIO LA LIBERTÀ BECCARIA, MACHIAVELLI, VERRI Triozzi Agnese, 4^C a.s.2019/2020

  2. CESARE BECCARIA Nasce a Milano nel 1738 da una nobile famiglia, dopo diversi studi a Parma e a Pavia, si laurea in legge, Tronca quasi fin da subito i rapporti con la famiglia, perché insofferente dei modi della classe sociale a cui apparteneva. Fonda, insieme ai fratelli Verri, il periodico "il Caffè", sul quale pubblica ben 5 articoli, e sempre grazie alla collaborazione con i Verri, nel 1764 pubblica il suo capolavoro, "Dei delitti e delle Pene", scritto che proponeva una fondamentale riforma dei processi criminali, condannando la pratica ormai troppo abituale della tortura e  pena di morte. LA LI BERTÀ- BECCARI A, MACHI AVELLI , VERRI

  3. "dei delitti e delle pene" In questo scritto Cesare Beccaria prende posizione contro la pratica della tortura e della pena di morte. Lo scrittore si ritrova ad essere in disaccordo con la società contemporanea principalmente per tre motivi; «Primo, perché non è giusta, non essendo necessaria; secondo, perché meno efficace della pena perpetua corredata da una sufficiente e ripetuta pubblicità; terzo perché è irreparabile». Fondamentalmente lo scrittore afferma che è più efficace l'estensione della pena che "l'intensione" e che la pena di morte non è che una violazione del diritto inalienabile alla vita ( e come afferma anche il filosofo inglese Locke, non può essere ceduto a nessuno, nemmeno allo stato).

  4. PIETRO VERRI Economista e letterato milanese, nel XVIII secolo diventa rappresentate della lotta per lo sviluppo delle forze produttive e sostenitore del riformismo settecentesco. E'noto anche per aver fondato, inseme ai fratelli e allo stesso Cesare Beccaria, il periodico milanese "il caffè". L'interesse preminente per i problemi economici portò alla pubblicazione della sua opera più importante le meditazioni sulla economia politica(1771), nella quale propone come sistema ideale di governo l'assolutismo illuminato. Tra le altre sue opere più importanti ritroviamo Osservazioni sulla tortura (1777), la storia di Milano (1783-99) e Riflessioni sulle leggi vincolanti(1769). LA LI BERTÀ- BECCARI A, MACHI AVELLI , VERRI

  5. "Osservazioni sulla tortura" Quest'opera, a differenza delle precedenti e quindi anche di quella di Beccaria, abbandona ogni struttura teorica, accusando questa modalità di non esser riuscita a convincere a pieno i governanti e l'opinione pubblica. Per questo Verri, come farà anche Manzoni anni dopo, opta per un romanzo storico, nel quale sono dei personaggi a raccontare le proprie ingiustizie e "l'impossibilità del delitto".utilizzando questo artificio letterario, Verri spera che il messaggio ottenga così un immediatezza ed evidenza che prima non possedeva. 

  6. Il "Caffè" come luogo di scambi culturali  Nel XVIII secolo si diffondo per tutta europa le cosidette "coffee house" luoghi di ritrovo per intellettuali. A differenza delle tradizionali accademie che richiedevano il rispetto di determinate convenzioni, i caffè sono spazi aperti alla libera partecipazione, dove è possibile uno scambio di idee, di pensieri, opinioni, notizie, giornali provenienti da tutto il mondo ecc... Ed è proprio da questo luogo che Verri trae spunto per la scelta del nome della rivista; proprio come in quei luoghi, egli ricerca la stessa libertà di espressione, senza restrizioni o obblighi tradizionali.

  7. NICCOLÒ MACHIAVELLI Scrittore politico e prosatore fiorentino del XV secolo, è il primo a considerare la politica come scienza e a attuare una netta divisione tra questa e la religione e la morale. Negli anni scrive diversi trattati, sempre incentrati sull'esperienza politica che vive nel corso della sua vita, specialmente a Firenze a fianco della famiglia dei Medici. Il Principe, il suo capolavoro, è forse uno degli scritti più importante del cinquecento e di tutta la letteratura italiana. Altre sue opere di rilievo sono la commedia Mandragola(1524) e i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio(1531) LA LI BERTÀ- BECCARI A, MACHI AVELLI , VERRI

  8. Il "principe" Per lo scrittore la libertà deve essere garantita dallo stato, in particolare da quella figura che è il “Principe”; egli deve, per mezzo delle leggi, garantire la sicurezza dei cittadini e il corretto funzionamento delle istituzioni. Uno stato che non è in grado di sopperire a questi bisogni è uno stato corrotto. Nonostante ciò, Machiavelli elabora una modalità con la quale un uomo estremamente buono ma allo stesso tempo cattivo possa ristabilire l’equilibrio precedentemente interrotto. Quest’uomo non è che il Principe, che oltre alla saggezza e altre numerose virtù, per riportare la libertà nello stato deve, nell’eventualità, essere scorretto e macchiarsi di azioni immorali.

  9. “NONVIÈLIBERTÀOGNI QUALVOLTA LE LEGGIPERMETTONOCHE, IN ALCUNIEVENTI, L'UOMOCESSIDIESSERE PERSONA EDIVENTI COSA.” “NONÈCOSA CHECONSUMI SÉSTESSA QUANTOLA LIBERALITÀ; LA QUALE MENTRECHETUUSI, PERDI LA FACOLTÀDIUSARLA; E DIVENTIOPOVEROO SPREGEVOLE, O, PERFUGGIRE LA POVERTÀ, RAPACEET ODIOSO.” “MIPAREIMPOSSIBILE, CHEL'USANZA DI TORMENTARE PRIVATAMENTENEL CARCEREPER AVERELA VERITÀPOSSA REGGERE PERLUNGOTEMPO ANCORA.” Cesare Beccaria, da Dei delitti e delle pene, XX Niccolò Machiavelli, da il Principe, XVI Pietro Verri, da Osservazioni sulla tortura, XVI

  10. SITOGRAFIA -treccani .it -online.scuola.zanichelli.it -letteritaliana.weebly.com -libro di letteratura italiana in dotazione -dispense online su "formazione d'Ascanio" LA LI BERTÀ- BECCARI A, MACHI AVELLI , VERRI

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