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Prevenire e curare le crisi nel percorso adottivo: la voce di Piacenza

Prevenire e curare le crisi nel percorso adottivo: la voce di Piacenza. Elisabetta Molinari psicologa e.molinari@ausl.pc.it Lucia Signaroldi assistente sociale l.signaroldi@ausl.pc.it AUSL di Piacenza. NEL TERRITORIO. assenza di f allimenti adottivi

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Prevenire e curare le crisi nel percorso adottivo: la voce di Piacenza

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Presentation Transcript


  1. Prevenire e curare le crisi nel percorso adottivo: la voce di Piacenza Elisabetta Molinari psicologa e.molinari@ausl.pc.it Lucia Signaroldi assistente sociale l.signaroldi@ausl.pc.it AUSL di Piacenza

  2. NEL TERRITORIO • assenza di fallimenti adottivi • presenza disituazioni critiche che hanno richiesto l’intervento intensivo da parte dei servizi (équipe psicosociali, servizi educativi, scuola) • 60 adozioni in 5 anni: 5 casi critici • metodo utilizzato per l’analisi del contesto adottivo - fattori di rischio ricorrenti nelle adozioni critiche - fattori di rischioe di protezione nelle fasi del percorso

  3. FATTORI DI RISCHIO NELLE SITUAZIONI CRITICHE servizi - abbinamenti “orientati” non corrispondenti alle aspettative dei genitori - omessa/parziale trasmissione delle condizioni sanitarie e dei traumi subiti dal bambino - difficoltà relazionali con la coppia (evitamento/accuse reciproche) - valutazione superficiale delle vulnerabilità della famiglia

  4. FATTORI DI RISCHIO NELLE SITUAZIONI CRITICHE genitori • carenza di supporti esterni (reti familiari o amicali) in situazioni problematiche • negazione della specificità dell’adozione non accettazione del legame biologico tra b/no e genitori naturali • fragile condivisione nella coppia genitoriale nella scelta del percorso adottivo • difficoltàad abbandonare l’immagine del bambino “ideale” • richiesta di “risarcimento”

  5. FATTORI DI RISCHIO NELLE SITUAZIONI CRITICHE genitori • rigidità dell’assetto relazionale della coppia • riattivazione dei vissuti traumatici pregressi • difficoltà a comunicare con il b/no dell’adozione • difficoltà nel mantenere l’investimento affettivo sull’adottato, se nasce il figlio biologico

  6. FATTORI DI RISCHIO NELLE SITUAZIONI CRITICHE figli vissuti traumatici manifestazioni verso i genitori caratterizzate da aggressività, sfiducia o attaccamento indifferenziato, comportamenti sessualizzati l’età elevata del bambino • caratteristiche di personalità già strutturate • collocazioni plurime presso famiglie • esposizione prolungata ai maltrattamenti • nostalgia del contesto di origine

  7. OPERATIVITA’ DEI SERVIZI A LIVELLO TERRITORIALE Obiettivo:garantire un’organizzazione delle competenze sociali e sanitarie con interventi stabili ed omogenei Individuazione di nuclei operativi dedicati (Ass.Soc e Psic.) con formazione adeguata per garantire specializzazione e continuità professionale.

  8. ORGANIZZAZIONE livello territoriale • prima informazione • istruttorie • accompagnamento e vigilanza post-adozione livello provinciale • corsi di informazione-formazione • corsi di accompagnamento post-adozione

  9. FASI DEL PERCORSO: PROTEZIONE E RISCHIO PRIMA INFORMAZIONEcolloquio in cui l’A.S. fornisce alla coppia informazioni sui requisiti di legge per accedere all’adozione e una descrizione del percorso adotti fattori protettivi • informazioni corrette sul percorso con possibilità di non accedere alle fasi successive fattori di rischio • livello non omogeneo delle prestazioni per turn-over frequente, scarsa specializzazione del personale • estrema vulnerabilità degli operatori di fronte al forte bisogno della coppia di diventare genitori

  10. CORSI DI FORMAZIONE-INFORMAZIONE Obiettivi: avvicinamento alle tematiche adottive,socializzazione e condivisione di saperi,dubbi,ansie,sofferenze ed aspettative fattori protettivi • approccio alla dimensione sociale dell’adozione • maggioreconsapevolezza caratteristiche psicologiche e bisogni del bambino,condivisione dei vissuti rispetto al bambino ideale e alla mancata genitorialità biologica • valutazione dell’impatto dei comportamenti post-traumatici dei bambini e della capacità/disponibilità necessarie per accoglierli come figli • perfezionamento della scelta di adottare fattori di rischio • autoprotezione della coppia attraverso accuse agli operatori di “catastrofismo” o atteggiamento scaramantico • fatica degli operatori nell’individuare strumenti per presentare in modo obiettivo e coinvolgente la complessità delle tipologie dei bambini adottabili

  11. ISTRUTTORIA/STUDIO DELLA COPPIA Obiettivi: • valutazioni con criteri omogenei e standardizzati • equipe(Ass.Soc e Psic.) stabiliper garantire continuità professionale ed essere un riferimento nelle varie fasi del percorso • strumenti professionali aggiornati per rappresentazione di criteri predittivi di una buona genitorialità adottiva Metodologia • colloqui (6/7 e visita dom.) con approccio di co-costruzione con la coppia,percorso di consapevolezza di risorse e limiti della disponibilità • restituzione alla coppia attraverso lettura relazione inviata al TM

  12. ISTRUTTORIA fattori protettivi • individuazione dei funzionamenti individuali e relazionali di coppia • possibilità di procrastinare il percorso in caso di dinamiche conflittuali, differenze incolmabili nella scelta adottiva, lutti non elaborati • approfondimento per adoz.inter. tematiche relative all’etnia,età,fratrie,esiti post-traumatici fattori di rischio • difficoltà ad individuare fragilità sia a livello individuale che di coppia • chiusura della coppia nel timore di non essere considerata idonea • “uso strumentale”dei servizi con mancata relazione di fiducia

  13. TEMPO DELL’ATTESA Tempo di transizione che può portare verso una trasformazione interna,verso un nuovo senso di sé e dell’altro; fase di forte criticità per la coppia fattori protettivi disponibilità degli operatori a rilasciare atti amministrativi o ad accogliere la coppia su richiesta fattori di rischio mancanza di progetti destinati a garantire una continuità di dialogo tra la coppia,il servizio e gli altri protagonisti

  14. SOSTEGNO E VIGILANZA POST-ADOZIONE TERRITORIALE • osservazione dello sviluppo del b/no • osservazione della qualità delle sue relazioni • sostegno e accompagnamento della coppia • osservazione dell’inserimento scolastico • progetto di tutela e integrazione del bambino

  15. SOSTEGNO E VIGILANZA POST-ADOZIONE TERRITORIALE fattore protettivo • approfondimenti sanitari necessari e supporti specifici • sostegno per modalità di gestione dei comportamenti problematici • ridimensionamento aspettative • considerazione della storia adottiva • individuazione dei segnali di vulnerabilità e delle risorse fattore critico • rapporto di diffidenza verso i servizi • idea del controllo • timore degli operatori di interferire nelle dinamiche familiari • tempi ridotti del percorso

  16. SOSTEGNO E VIGILANZA POST-ADOZIONE GRUPPALE temi peculiari adozione fattore protettivo • condivisione difficoltà e rispecchiamento • allenamento ad affrontare temi difficili • stimolo alla creatività comportamenti adeguati • supporto alla comunicazione fattore di rischio • le famiglie problematiche tendono ad evitare il contesto gruppale e a rimanere in situazioni di isolamento • risorse limitate

  17. RISORSE E VULNERABILITA’ RISORSE • continuità presa in carico • sostegno post-adozione gruppale VULNERABILITA’ • tempistica del percorso di sostegno post-adottivoperiodo di vigilanza maggiormente flessibile • raccordo tra i servizi per favorire continuità agli interventi

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