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Presentation Transcript


  1. STUDIO DI FUNZIONE

  2. STUDIO QUALITATIVO DI FUNZIONE Reperire un certo numero di informazioni per descrivere a livello qualitativo l’andamento del grafico di una funzione f 1. campo di esistenza e verificare che dom ( f )   CE 2. simmetrie o periodicità 3. segno: per quali x   D f(x) > 0 4. intersezioni con gli assi: (0, f(0)) e (xo, 0 ) 5. continuità 6. comportamento agli estremi del dominio e nei punti singolari 7. monotonia 8. massimi e minimi 9. concavità/convessità e flessi   grafico qualitativo

  3. MASSIMO E MINIMO RELATIVO x0∈ ∈ dom(f )  è punto di MASSIMO RELATIVO per f  è MINIMO RELATIVO per f se   I (x0) : ∀ ∀ x ∈ ∈ I (x0) ∩ dom(f )   f (x0) ≥ f (x) se   I (x0) : ∀ ∀x ∈ ∈ I (x0) ∩ dom(f )   f (x0) ≤ f (x)       Se f : [a, b]   R è continua, il T di Weierstrass ne assicura l’esistenza

  4. MASSIMO E MINIMO ASSOLUTO x0∈ ∈ dom(f ) x0 è punto di MAX ASSOLUTO per f se f (x0) = M ≥ f (x) ∀ ∀ x ∈ ∈dom(f) x0 è punto di MIN ASSOLUTO per f se f (x0) = m ≤ f (x) ∀ ∀ x ∈ ∈dom(f) M m M e m assoluti se esistono sono unici Se f : [a, b]   R è continua, il T di Weierstrass ne assicura l’esistenza PUNTI DI ESTREMO

  5. MASSIMO E MINIMO ASSOLUTO   D   ] , [ 3     f(x) x 1 3    f(x) x 1 Se f : [a, b]   R è continua, il T di Weierstrass ne assicura l’esistenza In ] .  [ il teorema non vale: condizione necessaria ma non sufficiente

  6. PUNTI DI ESTREMO OSSERVAZIONI E NOMENCLATURA 1. i punti di massimo e minimo relativo sono detti punti di ESTREMO RELATIVO 2. i punti di massimo e minimo assoluto sono detti punti di ESTREMO ASSOLUTO 3. un punto di estremo assoluto è anche punto di estremo relativo il viceversa non è sempre vero 4. in un punto di massimo o minimo relativo la funzione può non essere derivabile es.: punti angolosi e punti di cuspide sono sempre punti di massimo o di minimo relativo in cui la f non è derivabile

  7. PUNTO STAZIONARIO x0∈ ∈ dom(f )   x0 è un punto stazionario o critico per f se   f è derivabile in x0   f ′(x0) = 0 la tangente ad f in x0 è una retta orizzontale

  8. TEOREMA DEI PUNTI STAZIONARI DI FERMAT f: D   R   R   x0  D (punto interno)   f è continua e derivabile in x0   x0 è un punto di massimo o minimo relativo per f f′(x0) = 0 ovvero x0 è un punto stazionario per f  Osserviamo che il Teorema di Fermat sussiste anche per funzioni definite in insiemi D pi`u generali degli intervalli chiusi; l’unica condizione cui debbono soddisfare `e che se contengono il punto xo contengano tutto un intervallo centrato in xo; questa condizione si esprime dicendo che xo `e interno a D. 

  9. TEOREMA DEI PUNTI STAZIONARI DI FERMAT L’annullamento della derivata prima di una funzione in xo  dom ff  (xo)=0 NON è una CONDIZIONE né NECCESSARIA né SUFFICIENTE per l’esistenza di un estremo relativo in un punto xo del dominio f(x) = x3  f (x) = 3x2  f (0) = 0 ma f +(0) > 0 e anche f -(0)>0  in x=0 non c’è né minimo né massimo f   (xo)=0 ESEMPIO MAX min f (xo)=0 NON BASTA! NON è una CONDIZIONE SUFFICIENTE

  10. TEOREMA DEI PUNTI STAZIONARI DI FERMAT Anche quando viene a mancare l’ipotesi della derivabilità, la condizione può non essere necessaria: in c   [a, b] si ha f +(c)   f -(c)  non   f (c)  tuttavia in x=c la funzione ha min Il T parla di punti interni al dom(f): per un estremo la condizione del teorema può non essere necessaria: un estremo del dominio può essere m o M in cui la tangente non è parallela all’asse x f (xo)=0 NON è una CONDIZIONE NECESSARIA

  11. RICERCA DEI PUNTI DI ESTREMO I punti di estremo di una funzione vanno ricercati tra i punti x ∈ ∈ dom(f ) tali che sono:   punti stazionari: f ′(x0) = 0 (Teorema di Fermat)   punti di non derivabilità (punti angolosi e cuspidi)   estremi finiti (in R) del dominio (punti non interni al dominio) x0 = punto stazionario x0 = punto di non derivabilità x0 = estremo al finito del dominio

  12. TEOREMA DI ROLLE   f funzione continua sull’intervallo chiuso e limitato [a, b]   f derivabile su (a, b)   se f (a) = f (b)   allora   c ∈ ∈ (a, b) : f ′(c) = 0 m=f ’(c )=0 Se una delle ipotesi non valesse   la funzione non avrebbe punti stazionari:     o f non è derivabile   x (a, b) f (a)   f(b) f non è continua in [a, b]

  13. TEOREMA DI ROLLE Nulla vieta che vi possano essere più punti in cui la tangente è orizzontale, anche infiniti es.:  2    ( x ) 1 - 2 x -1     f ( x ) 0 2 - 1 x 0    x 0 x 1

  14. TEOREMA DI ROLLE Nulla vieta che i punti siano più d’uno Nessuna delle ipotesi del teorema di Rolle è verificata:   f NON funzione continua in [a, b]   f NON derivabile su (a, b)   se f (a)   f (b) tuttavia esistono c1 e c2∈ ∈(a, b) : f ′(c1) = f ′(c2) = 0   le condizioni per la validità del Teorema di Rolle sono SUFFICIENTI ma NON NECESSARIE anche se mancano, la tesi può essere ugualmente vera

  15. TEOREMA DEL VALOR MEDIO O DI LAGRANGE   f funzione continua sull’intervallo chiuso e limitato [a, b]   f derivabile su (a, b)  allora   c ∈ ∈ (a, b) : NB - è la pendenza della secante al grafico di f per i punti del grafico relativi ad a e b - è il ‘valor medio’ della pendenza del grafico di f tra a e b   f (b )  f ( b ) f ( a )   f ( c )    b a  f ( b ) f ( a ) f (a )  b a IL TEOREMA DI LAGRANGE PUÒ ESSERE CONSIDERATO SIGNIFICATO GEOMETRICO: Esiste un punto c per cui la tangente ad f in c è parallela alla secante passante per i punti A = (a, f (a)) e B = (b, f (b)) UNA GENERALIZZAZIONE DEL TEOREMA DI ROLLE

  16. TEOREMA DEL VALOR MEDIO O DI LAGRANGE Negando una delle ipotesi del teorema: Nulla vieta che vi siano più punti (anche infiniti) in cui la tangente è parallela alla retta per AB In c la funzione non è derivabile Il grafico di questa funzione non ha punti in cui la tangente è parallela alla retta per AB

  17. COROLLARIO DEL TEOREMA DI LAGRANGE 1   f è una funzione definita e continua in un intervallo [a, b]   f  (x) > 0 in (a, b)   f è crescente in [a, b] (se f (x) < 0   f è decrescente) DIM.: se prendo due punti x1 e x2, con x1 < x2, si ha  ( ) ( ) f x f x      2 x 1 ( ) ( ) ( ) f c f x f x 0 1 2  x 2 1

  18. COROLLARIO DEL TEOREMA DI LAGRANGE 2 se f e g sono due funzioni definite e continue in un intervallo [a, b] e con la stessa derivata in (a, b)   la funzione « f  g » è costante in [a, b] DIM.: basta osservare che «f  g» ha derivata nulla in (a, b)

  19. COROLLARIO DEL TEOREMA DI LAGRANGE TEOREMA DELLA DERIVATA NULLA 3 f funzione continua e derivabile su un intervallo I f ′(x) = 0 ∀ ∀ x ∈ ∈ I  f (x) = costante ∀ ∀x ∈ ∈ I f(x)=k DIM.: ∀ ∀ x ∈ ∈ I cioè f(x) si trova sempre alla stessa quota di f(a)  ( ) x ( ) f x f a      ( ) ( ) ( ) f c 0 f x f a  a f (x)=0

  20. FUNZIONE CRESCENTE DEFINIZIONE Sia I il dominio di una funzione f reale a valori reali, oppure un intervallo contenuto nel dominio di f f si dice monotona crescente su I se ∀ ∀ x1, x2∈ ∈ I , x1 < x2⇒ ⇒ f (x1) ≤ f (x2)  f si dice monotona strettamente crescente su I se ∀ ∀ x1, x2∈ ∈ I , x1 < x2⇒ ⇒ f (x1) < f (x2)

  21. TEOREMA DEL TEST DI MONOTONIA CONDIZIONE SUFFICIENTE f definita su I⊆ ⊆ dom(f ) ( I limitato o illimitato ) f derivabile su I f′(x)   0 ∀ ∀x ∈ ∈ I ⇔ ⇔f è CRESCENTE su I f′(x)   0 ∀ ∀x ∈ ∈ I ⇔ ⇔f è DECRESCENTE su I f (x) f (x) f ′(x) > 0 f ′(x) < 0

  22. TEOREMA DEL TEST DI MONOTONIA COROLLARIO f è derivabile sull’intervallo I x0  I   x0 è punto stazionario : f ′(x0) = 0 se f ′(x) ≥ 0 ∀ ∀ x < x0  f ′(x) ≤ 0 ∀ ∀x > x0   x0 è punto di massimo relativo per f se f ′(x) ≤ 0 ∀ ∀ x < x0  f ′(x) ≥ 0 ∀ ∀x > x0   x0 è punto di minimo relativo per f x0 è un punto di minimo relativo x0 è un punto di massimo relativo

  23. TEOREMA DEL TEST DI MONOTONIA CONCLUSIONI Ammesso che x0 sia punto stazionario per f   se f ′(x) < 0 ∀ ∀ x < x0  f ′(x) > 0 ∀ ∀ x > x0 f è decrescente prima di x0 f è crescente dopo x0   x0 è punto di MINIMO relativo f′(x0) = 0  se f ′(x) > 0 ∀ ∀ x < x0  f ′(x) < 0 ∀ ∀ x > x0 f è crescente prima di x0 f è decrescente dopo x0   x0 è punto di MASSIMO relativo  se f ′(x) > 0 ∀ ∀ x \ x0    f ′(x) < 0 ∀ ∀ x \ x0   f   non cambia di segno in I prima e dopo x0   x0 è punto di FLESSO

  24. RICERCA DI MASSIMI E MINIMI PROCEDURA f: [a, b]    si calcolano f(a) e f(b)   si ricava f ′(x) e si risolve l’equazione f′(x) = 0 così da individuare eventuali punti stazionari x0  se x0 è punto stazionario  MASSIMO MINIMO FLESSO ORIZZONTALE ASCENDENTE DISCENDENTE   se non ci sono punti stazionari   f(a) e f(b) sono punti di estremo assoluto   altrimenti il valore di f in x0 va confrontato con f(a) e f(b)  R e derivabile [a, b]   R*  si studia il segno di f   in un I(x0) f     x0 f    f     x0 f    f     x0 f    f     x0 f        x0 è punto di:

  25. RICERCA DI MASSIMI E MINIMI ESEMPIO f(x) = ??−?? con x   [0, 2]    f(0) = 0 e f(2)= ?/??   f ′(x) = ?−?2 + ?(−2?)?−?2 = (1-2x2) ?−?2 f ′(x) = 0  (1-2x2) =0 zeri:  R zeri: x1,2= 1/2 solo + 1/2 [0,2] f     x0 f       f ′(x)   0 per (1-2x2) 0   1/  f( 1/2)=  1/ 2? > f(0)=0 f( 1/2)=  1/ 2? > f(2)= 2/?4  f f ( 1/2) è massimo assoluto f(0) è minimo assoluto 1/ 2 2   x x    1/ 1/ 2 2 x0 è punto di MASSIMO relativo

  26. DERIVATA SECONDA DEFINIZIONE Se f′ è derivabile in x0 e si pone f′′(x0) è detta derivata seconda di f in x0 La funzione che associa ad x il valore f′′(x) è detta funzione derivata seconda Esempio f (x) = x3− 6x2− 1 f ′(x) = 3x2− 12x f ′′(x) = 6x − 12  si dice che f è derivabile due volte in x0    f    f ( x ) ( x ) 0

  27. CONVESSITÀ DEFINIZIONE Una funzione f si dice convessa in un intervallo I se presi comunque due punti x1 e x2 di I considerato il segmento di estremi P1 = (x1, f(x1)) e P2 = (x2, f(x2)), la parte del grafico di f corrispondente all’intervallo [x1, x2] sta tutta al di sotto di questo segmento concava convessa

  28. CONVESSITÀ TEOREMA: CONDIZIONE DEL 1° ORDINE Una funzione derivabile e continua in un intervallo è convessa (concava) se e solo se la sua funzione derivata prima è crescente (decrescente) nell’intervallo f (x) = x2  m1=f (x1)<0 m3=f (x3)>0 f (x) =  x2  m2=f (x2)=0 f ′(x) = 2x concava convessa f ′(x) =  2x CONDIZIONE NECESSARIA E SUFFICIENTE

  29. CONVESSITÀ: CONDIZIONE DEL 1° ORDINE  Se una funzione è convessa in (a, b)  tangente alla funzione aumenta all’aumentare di x in (a, b)   se e solo se la funzione derivata prima f  è decrescente  Se una funzione è concava in (a, b)  tangente alla funzione diminuisce all’aumentare di x   se e solo se la funzione derivata prima f  è decrescente  il coefficiente angolare della retta  il coefficiente angolare della retta convessa concava f (xo)  f (x1) f (xo)  f (x1) xo x1 xo x1 CONDIZIONE NECESSARIA E SUFFICIENTE

  30. CONVESSITÀ Dato una funzione derivabile in un intervallo è in esso crescente se e solo se la sua derivata prima è non negativa, segue TEOREMA: CONDIZIONE DEL 2° ORDINE Se una funzione è due volte derivabile in un intervallo, essa è convessa (concava) se e solo se la sua funzione derivata seconda è positiva (negativa) nell’intervallo ' '     f x f convessa in I ( ) x I 0 ' '     f x f concava in I ( ) x I 0

  31. f(x)=(sin2(x))^2+cos(x) f(x)=sin2(x) + cos(x) se f(x) è convessa CRITERIO DI CONVESSITÀ f (x)=(-1+2*cos(x))* sin(x) f (x)=[-1+2cos(x)]   sin(x)   f (x ) è crescente f (x)=-cos(x)+2 cos(2 x) f (x)= - cos(x) + 2cos(2x) e f (x) è positiva

  32. PUNTO DI FLESSO DEFINIZIONE Un punto del grafico di una funzione derivabile che congiunge due sue parti, l’una concava e l’altra convessa o viceversa, si dice punto di flesso DEFINIZIONE Se in un punto di flesso esiste la retta tangente, il flesso viene detto: • ORIZZONTALE  la tangente nel punto di flesso è parallela all’asse x • OBLIQUO   la tangente non è parallela a uno degli assi • VERTICALE  la tangente è parallela all’asse y f ′(xo) = 0 f ′(xo) non   FLESSO ORIZZONTALE FLESSO OBLIQUO FLESSO VERTICALE

  33. PUNTO DI FLESSO: CLASSIFICAZIONE

  34. PUNTO DI FLESSO TEOREMA (condizione necessaria) Una funzione derivabile due volte in un intervallo ha un punto di flesso in un punto xo interno a tale intervallo se ' '  f ( x ) 0 o

  35. f ( x )   x5+x4-3x3 dove f (x)=0 f ' (x ) f(x) ha FLESSI ' '    f ( x )

  36. PUNTO DI FLESSO OSSERVAZIONE f(x) = x6 ha come derivate: f (x) = 6x5 f (x) = 30x4 in x = 0 f (0) = 0 Segno della derivata prima: 6x5 > 0 per x > 0   quadro dei segni La derivata seconda è nulla in xo=0 ma nel punto c’è un minimo relativo e non un flesso il teorema fornisce una CONDIZIONE NECESSARIA ma NON SUFFICIENTE

  37. f ( x ) f(x) = x6 f ' (x ) in x=0 f (0) = 0 ma f (x)>0 sia per x<0 sia per x>0 ' ' f ( x )

  38. PUNTO DI FLESSO TEOREMA (condizione sufficiente) Una funzione continua in un punto xo derivabile due volte in un intorno di xo con x xo se  f (x) 0 per x  xo e f (x)   0 per x xo ha un punto di flesso DISCENDENTE in xo  f (x) 0 per x  xo e f (x)   0 per x xo ha un punto di flesso ASCENDENTE in xo

  39. f ( x ) se f (xo)=0 e il segno di f (xo) cambia f ' (x ) prima e dopo xo   f(x) ha FLESSI     ' ' f ( x )

  40. DERIVATA DI ORDINE SUPERIORE DEFINIZIONE In maniera analoga a quanto fatto per la derivata seconda, si definisce la derivata terza di f in x0, se esiste, come la derivata prima in x0 della derivata seconda di f : f ′′′(x0) = (f ′′)′(x0) In generale, per k ≥ 1, la derivata di ordine k di f in x0 è f (k)(x0) := (f (k−1))′(x0) Per definizione si pone f (0)(x0) = f (x0), ovvero la derivata di ordine zero di una funzione è la funzione stessa Esempio        ' 2 3 3 3 x 1 1 1               f(x) f x x       ( ) 2 2x 2 ( 3 2 2 2 2 x         ' ' f 3 ' ' ' f 4 3           x x x x ( ) 2 ( ) ) 3 2

  41. DERIVATE DI ORDINE SUPERIORE DEFINIZIONE Una funzione f si dice di classe Ck(con k ≥ 0) su un intervallo I se essa è derivabile k volte in I e se la funzione derivata k-esima di f, (f (k)(x)), è un funzione continua su I L’insieme delle funzioni di classe Cksu I è denotato con Ck (I ) C∞(I ) è l’insieme delle funzioni che sono derivabili un numero arbitrario (∞) di volte su I Esempio 1. f (x) = ex f (k)(x) = ex , k = 1, 2, ..... Qualunque sia k, la derivata f (k)(x) coincide con f che è una funzione continua su R, quindi f ∈ ∈C∞(R) 2. f (x) = √x I = [0,+∞): f ∈ ∈ C0(I ) in x = 0 f è definita, continua, ma non derivabile.

  42. DERIVATE DI ORDINE SUPERIORE TEOREMA (condizione sufficiente) f sia definita e continua in un intervallo [a, b] e di classe Cn sullo stesso x0  (a, b) e tale che: f (x0) = f (x0) = f   (x0) =… = f(n-1) (x0) = 0 f(n) (x0)   0   in x0 si ha se la derivata n-sima è di ordine un se f (x0) < 0 un se f (x0) > 0   in x0 si ha se la derivata n-sima è di ordine un che è flesso orizzontale discendente se f(n) (x0) < 0 flesso orizzontale ascendente se f(n) (x0) > 0

  43. STUDIO COMPLETO DI FUNZIONE OBIETTIVO Disegnare il grafico di una funzione y = f (x). PASSI DA SEGUIRE 1. Determinare il dom(f): x R per i quali si può costruire f(x) 2. Determinare eventuali simmetrie e periodicità 3. Punti di discontinuità   asintoti verticali 4. Punti di frontiera del dominio  5. Calcolare la derivata prima e determinare il suo dominio, individuando e classificando eventuali punti di non derivabilità 6. Studiare il segno della derivata prima per individuare gli intervalli di monotonia (dove la funzione è crescente/decrescente) determinare i punti stazionari f (xo)=0 7. Calcolare la derivata seconda di f 8. Studiare il segno della derivata seconda per individuare dove la funzione è convessa/concava. Determinare, se esistono, i punti di flesso della funzione 9. DISEGNARE IL GRAFICO DI y = f (x)  asintoti orizzontali o obliqui

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