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Elementi di Geriatria

Elementi di Geriatria. Dott. ssa Maria Riello.

Gabriel
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Elementi di Geriatria

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Presentation Transcript


  1. Elementi di Geriatria Dott. ssa Maria Riello

  2. Marjory Warren, chirurgo del Middlesex Hospital, può ritenersi l’iniziatore della Geriatria: evidenziò che gli anziani in ospedale ricevevano insufficiente trattamento, diagnosi sommarie, e necessitavano di interventi riabilitativi e multidisciplinari. La Geriatria studia le malattie che si verificano nell’anziano (Si definisce "anziano" il soggetto di età superiore ai 65 anni) e le loro conseguenze disabilitanti, con l'obiettivo fondamentale di ritardare il declino funzionale e mentale, mantenendo al contempo l'autosufficienza e la miglior qualità di vita possibile.

  3. La Gerontologia è la branca che cerca di identificare i meccanismi biologici dell’invecchiamento e della senescenza, compresi gli aspetti sociali e psicologici che si verificano nella terza età, e che sono in grado di influenzare direttamente lo stato di salute e l’insorgenza delle malattie tipiche della persona anziana. Il Geriatra è quel medico che opera avendo ben presenti le nozioni fornite dalla gerontologia; non è rara la denominazione di Medico gerontologo.

  4. L’anziano Si può parlare di stadio dello sviluppo ma non si può parlare di stadi nel modo di invecchiare. Ogni anziano è differente dall’altro ed ogni anziano ha un modo di invecchiare, è un individuo unico e irripetibile.

  5. età di mezzo o presenile45-65 anni : gli eventi biologici caratteristici sono la menopausa per la donna e l'andropausa per l'uomo, importanti per le modificazioni bio-umorali (aumento dei grassi nel sangue, della glicemia, predisposizione all'ipertensione arteriosa). • senescenza graduale, 65-75 anni : comunemente si indica l'età corrispondente all'inizio della vecchiaia a 65 anni. • senescenza conclamata, 75-90 anni : in passato individui di età superiore ai 65 anni mostravano riduzione dell' efficienza psicofisica, ai giorni nostri si assiste alla comparsa di ultrasessantacinquenni efficienti, e si può ridefinire anziano l'ultrasettantacinquenne.In questo periodo le malattie che insorgono tendono a cronicizzarsi ed a determinare interventi assistenziali sociali e riabilitativi.

  6. Oggi c’è stato un innalzamento della popolazione anziana e un abbassamento dell’indice di natività. Sicuramente ciò che ha più inciso è il benessere (sviluppo della società) e i progressi della medicina.

  7. Diverse variabili influenzano il modo di invecchiare: Fattori biologici: Geneticamente si può essere predisposti alla longevità, inoltre l’incorrere in una malattia cronica o non, può incidere sull’invecchiamento dell’individuo. Anziano non significa malato; anche se l’essere anziani comporta un rallentamento di alcune funzioni o percezioni (vista, udito, memoria)

  8. Fattori ambientali: Una buona qualità di vita incide moltissimo sull’anziano. Economia, vita sociale, cura adeguata, alimentazione corretta. Ma anche l’abitazione, gli spazi, la vicinanza di negozi e di vari servizi possono essere inclusi in questo gruppo. Fattori cognitivi: Meno soggetta all’invecchiamento. Buona attività mentale determina un buon mantenimento psichico e previene il disagio derivante dal pensionamento. Effettivamente ci sono dei decadimenti, se non incorrono malattie degenerative sono minimi, ma l’allenamento mentale permette di mantenere e migliorare le abilità cognitive.

  9. Fattori psicologici: Crisi d’identità che richiede una ridefinizione del sé. Cambiamenti estetici, pensionamento, nuovi ruoli a cui l’anziano si deve adattare. Fattori importanti sono acquisire nuovi ruoli, mantenere e coltivare relazioni affettive per alleviare il pensiero della morte. Fattori sociali: Importante è mantenere uno stile di vita adeguato non rinchiudendosi in sé stessi, ma coltivando l’aspetto sociale.

  10. L’invecchiamento è una fase involutiva ma no significa che l’invecchiamento sia legato ad una decadenza assoluta e inevitabile. Questo era un vecchio stereotipo. L’anziano oggi cerca di mantenersi in forma, psichica e fisica, continua a coltivare relazioni, raggiunge un buon livello di adattamento e qualità di vita e non abbandona l’aspetto sessuale.

  11. Due modi di vivere l’anzianità: Teoria del disimpegno: rinuncia spontanea verso la vita, si assiste ad un disimpegno morale, il Soggetto si ripiega su se stesso. Teoria dell’attività o dell’impegno: anziano vive con soddisfazione, è impegnato socialmente, si gode il riposo dopo una vita lavorativa, si occupa anche di attività di volontariato.

  12. Il processo curativo assistenziale della persona anziana si basa sulla valutazione multidimensionale geriatrica (VMD), che valuta i diversi componenti che concorrono allo stato di salute e di benessere dell’anziano, e cioè i versanti biologico, psicologico e sociale. Lo strumento più qualificato per questo scopo è InterRai; la sua utilizzazione prevede la collaborazione interdisciplinare (in particolare di infermiere, assistente sociale, riabilitatore, oltre al geriatra ed al medico di famiglia) nella promozione degli interventi, anche preventivi oltre che curativi, per assicurare la migliore cura-assistenza all’anziano, e tenendo sempre presente l’obiettivo primario rappresentato dalla conservazione della autosufficienza e di una buona qualità di vita. Il Medico geriatra dovrebbe fornire in modo chiaro un piano di azione da verificare con continuità nel tempo, con l’aiuto di un team qualificato. I maggiori problemi attuali rimangono i tempi di attesa, non compatibili con l’efficienza delle continuità delle cure, e la problematica per cui i LEA - Livelli Essenziali di Assistenza per la persona anziana non sono quelli validi per le persone adulte.

  13. L 'ADI dipenda strettamente da una precisa individuazione di condizioni patologiche e di caratteristiche di disabilità, che possono trarre vantaggio concreto dal servizio. La mancata individuazione di criteri e standard specifici per l'ADI comporta il rischio di un semplice allargamento dell'offerta, senza una contemporanea contrazione di domanda su altri punti della rete dei Servizi. In una situazione di limitate risorse, quale quella che sta attraversando il nostro SSN, ciò potrebbe determinare il mancato decollo dell'ADI. chiara distinzione fra Assistenza Domiciliare Sanitaria (ADS) (accessi programmati del MMG ed assistenza infermieristica) o sociale (aiuto domestico) e l'ADI, destinata a problemi complessi contemporaneamente sociali e sanitari, a cui si accede attraverso il filtro dell'UVG. Comunque, anche per ottenere l'Assistenza infermieristica o quella sociale, costituirà un elemento decisivo per la efficienza gestionale la possibilità da parte del "cliente" o dei suoi familiari, di rivolgersi ad un ente erogatore unico, all'Ufficio distrettuale per l'Assistenza Continuativa che provvede a disporre il servizio.

  14. In ogni singolo caso di ADI dovrà essere presa in considerazione la composizione del nucleo familiare, la sua disponibilità e l'eventuale presenza continuativa presso il domicilio dell'anziano. Se la presenza di un supporto "informale" è indispensabile per una corretta Assistenza Domiciliare, in alcuni casi il Volontariato, oltre ad integrare l'impegno del nucleo familiare, può sostituirsi a questo. Il Volontariato dovrà essere coinvolto, in modo programmato, in una serie di iniziative che vanno dall'aiuto nell'assunzione di cibo, all'uscita di casa per compiti elementari fino ad un aiuto per far riprendere all'anziano il suo ruolo nella Comunità. L'ADI deve necessariamente prevedere una durata limitata nel tempo, variabilmente adeguata alla tipologia del singolo paziente, e comunque deve prevedere una rivalutazione. L'ADI, così come tutte le prestazioni fornite dal SSN, deve essere sottoposta a "Verifica-Revisione-Qualità" (VRQ), nell'ottica della ottimizzazione delle risorse. Uno studio di VRQ applicato all'ADI dovrebbe tener conto sia delle risorse impiegate che dei risultati ottenuti, in termini di riduzione di mortalità, dei ricoveri ospedalieri ed in RSA e di miglioramento della capacità funzionali e quindi della Qualita della Vita.

  15. La comunicazione , e quindi le relazioni interpersonali che permettono una vita sociale, dipendono dalla possibilità di percezione. E' noto che l'anziano mantiene integra la memoria • Altro elemento fondamentale è la motivazione . La motivazione, in tutte le età, è la spinta propulsiva fondamentale del comportamento, insostituibile strumento di apprendimento. Persino l'utilizzo del computer, strumento estraneo alla cultura dell'anziano, può essere appreso qualora l'anziano sia motivato a farlo. • Pensiero e il linguaggio possono essere conservati, ma per mantenere l'interazione con l'ambiente esterno, l'anziano deve essere in grado di comunicare. Perché ciò avvenga non si può prescindere dall'importanza dell'affettività , del riconoscimento del suo valore all'interno del nucleo sociale in cui vive. Gli affetti giocano un ruolo essenziale nell'agire quotidiano, nell'essere al mondo.

  16. La depressione , espressione di profondo disagio, sofferenza psicologica più frequente nell'età senile, comporta la rinuncia alla vita: l'aspettativa di vita è statisticamente limitata, la società invia messaggi di inutilità, si comprende come la volontà di vita dell'anziano per essere mantenuta necessita dell'affetto dei propri cari che affermano l'importanza della sua esistenza. La sessualità dal punto di vista psicologico si può conservare fino ad età avanzata, ma questo è vero anche dal punto di vista fisiologico. Ebbene, l'esercizio sessuale è fondamentale, come l'esercizio di qualsiasi altra funzione organica ; tuttavia appare ancora diffuso il pregiudizio culturale che considera la sessualità in età senile come indecorosa, come se l'anziano non potesse sentire e vivere le proprie emozioni.

  17. Creativita' Per invecchiare senza sviluppare demenza è necessario che l'anziano mantenga attive le funzioni cerebrali. Per creatività si intende l'espressione di sé stesso, le cui modalità di esecuzione sono vastissime. la creatività diminuisce sempre di più in un società ratiomorfa, come la nostra, che privilegia la forma, il pensare secondo una logica comune, non il differenziarsi. Nell'età senile la funzione della creatività si può manifestare nelle piccole azioni quotidiane , come ad esempio nella creazione di pietanze originali. Questo può valere in diverse condizioni di aggregazione: all'interno della coppia, del gruppo, ma anche individuale. Al riguardo molto interessanti sono le iniziative culturali della università della terza età. Lo specialista psicologo può rappresentare un valido aiuto per l'anziano nel riconoscere e svelare le potenzialità creative. Qualora vengano evidenziate le capacità creative, la qualità della vita migliorerà radicamente.

  18. stimolante è il rapporto nonno-nipote . Esiste spesso la difficoltà di esprimersi dei bambini con i propri genitori impegnati a lavorare; la relazione fra nonno e nipote faciliterà la possibilità di espressione di entrambi: il nonno è un interlocutore che interagisce raccontando eventi del passato modificati per facilitarne la comprensione, rendendoli più piacevoli con un pizzico di invenzione. Il racconto di eventi passati diventa strumento per stimolare la funzione creativa. L'interazione nonno-nipote diventa un elemento utile ad entrambi. Relegare gli anziano non rappresenta una soluzione utile. Le soluzioni per il futuro degli anziani dovrebbero essere concordate e scelte in chiave positiva, evidenziando cioè le qualità residue utili al fine di esprimere se stessi. L'anziano dovrebbe essere sempre posto nelle condizioni di sviluppare la creatività, tramite fatti-azioni concreti.

  19. Il timore più grande per l'anziano non è la morte, che magari rifiuta inconsapevolmente, piuttosto la malattia, l'abbandono, il disprezzo delle persone con cui ha sempre vissuto, il rifiuto da parte del suo nucleo familiare. Le soluzioni di ieri non sono più attuali, le scoperte scientifiche allungano sempre più la durata della vita. Nei paesi industrializzati la popolazione anziana rappresenta sempre più una percentuale importante: è indispensabile che la longevità sia caratterizzata da anni di salute e non di malattia, invalidità e indipendenza.Bisogna considerare tre aspetti, intimamente collegati fra di loro: • Preventivo: una buona prevenzione ha il compito di proteggere e mantenere le risorse psicofisiche, quindi di ridurre le necessità di trattamento (prevenzione medica) e di riabilitazione. E' necessario stimolare i rapporti con l'esterno , insegnare la geragogia, inserire nel mondo del lavoro la possibilità di avere l'età di pensionamento flessibile , stimolare il volontariato, non solo verso coetanei della terza età, ma anche utilizzando l'esperienza dell'anziano utili per l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro (esperienza già svolta con successo da 5 anni ad Ivrea). Si potrà allora affermare che invecchiare è un crescere ancora, un recuperare la propria espressione.

  20. Terapeutico : l'anziano presenta spesso la compromissione di più organi, la cui terapia consiste nella somministrazione di più farmaci. Diversi studi hanno evidenziato un abuso farmacologico, in particolare di psicofarmaci: analogamente ai bambini irrequieti, agli anziani depressi vengono somministrati sostanze farmacologiche. Attualmente si è mostrata efficace associare (o sostituire, quando possibile alla terapia con psicofarmaci) la psicoterapia sistemica , che aiuta a creare forme di strategie comportamentali più adatte ai bisogni individuali: la depressione è la reazione ad una situazione che appare senza via di uscita, ed esistono tecniche che vengono proposte per riportare l'anziano ad una realtà che può ancora arricchire.

  21. Riabilitativo : le strutture di riabilitazione svolgono un ruolo importante nel ridurre i tempi di degenza nei reparti ospedaliero con sollievo per il paziente anziano e contenimento dei costi per la sanità. Ogni volta che un anziano si ammala e viene ricoverato si mette a dura prova il suo fragile equilibrio . L'allontanamento dalle mura domestiche gli fa perdere il senso e i confini della realtà, il ricovero appare come un evento drammatico che può comportare la morte.Gli anziani che necessitano di un intervento riabilitativo dopo la fase acuta di una malattia possono venire seguiti a livello extraospedaliero mediante il servizio dell'Assistenza Domiciliare Integrata ; nel caso di grave compromissione psicofisica negli istituti di lungodegenza riabilitativa e nelle residenze sanitarie assistenziali.

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