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LA DONNA

EDUCAZIONE CIVICA:LA DONNA

Flavia12
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LA DONNA

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Presentation Transcript


  1. PERCORSO MULTIDISCIPLINARE DI EDUCAZIONE CIVICA “NOI CITTADINI RESPONSABILI E CONSAPEVOLI” Starinieri Flavia 5E LA DONNA

  2. “LA COSTITUZIONE” ARTICOLO 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. ARTICOLO 37: La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione. LEGGE 119 DEL 2013

  3. Di cosa si tratta? 119/2013: Conosciuta come “Legge sul femminicidio”, questa legge ha istituito il reato di omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela o convivenza con la vittima di sesso femminile. Ha inoltre introdotto pene più severe per i reati di maltrattamenti in famiglia, stalking e violenza sessuale. La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato; IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. Promulga la seguente legge: Art. 1 1. Il decreto-legge 14 agosto 2013, n.93, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge. 2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. IL RUOLO DELLE DONNE NELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE

  4. Il 1° febbraio 1945, a guerra ancora in corso, viene adottata la prima norma che estende il diritto di voto alle donne: si tratta di un primo passo che riconosce alle italiane il “diritto di eleggere”. Al conseguimento di questo storico risultato concorre la coralità dell’impegno delle donne italiane nelle città occupate e devastate dalla guerra, nei campi di prigionia e negli insediamenti produttivi ed il ruolo da loro svolto nella Resistenza. L’ulteriore passo verso la conquista del “diritto ad essere elette” verrà riconosciuto dal decreto del gennaio del 1946 in vista delle elezioni amministrative che si tengono nella primavera e poi nell’autunno dello stesso anno. Per quanto riguarda invece le elezioni per l'Assemblea costituente, un decreto del marzo 1946 completa e integra la normativa precedente riconoscendo l’elettorato passivo a 25 anni. È un primo segnale importante, ma ciononostante, i partiti nell’imminente consultazione elettorale politica per la Costituente presentano ancora un numero abbastanza limitato di candidature femminili. Il 2 giugno 1946 gli italiani sono chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica e a eleggere i loro rappresentanti all’Assemblea costituente. Le candidature femminili complessive sono 226: 68 nelle liste del Partito Comunista; 29 in quelle della Democrazia Cristiana; 16 in quelle del Partito Socialista; 14 in quelle del Partito d’Azione; 8 in quelle dell’Unione Democratica Nazionale; 7 in quelle del Fronte per l’Uomo Qualunque e 84 in altre liste. FILM DI PAOLA CORTELLESI: C’E’ ANCORA DOMANI A conquistare i milioni di spettatori che sono andati a vederlo al cinema è una storia - girata in bianco e nero - ambientata nell'Italia del secondo dopoguerra

  5. ma che parla all'Italia di oggi, sottolineando l'importanza di tutte quelle battaglie che le donne hanno combattuto per non essere solo Mogli, solo Madri. Qual è il messaggio del film c'è ancora domani? La pellicola porta a riflettere, con grande arguzia, su temi quali la violenza, l'autodeterminazione femminile e la libertà. Era la sua prima prova come regista e Paola Cortellesi non ha deluso. TRAMA Delia (Paola Cortellesi) è la moglie di Ivano, la madre di tre figli. Moglie, madre. Questi sono i ruoli che la definiscono e questo le basta. O meglio, deve bastarle. Siamo nella seconda metà degli anni 40 e questa famiglia qualunque vive in una Roma divisa tra la spinta positiva della liberazione e le miserie della guerra da poco alle spalle. Ivano (Valerio Mastandrea) è capo supremo e padrone della famiglia, lavora duro per portare i pochi soldi a casa e non perde occasione di sottolinearlo, a volte con toni sprezzanti, altre, direttamente con la cinghia. Ha rispetto solo per quella canaglia di suo padre, il Sor Ottorino (Giorgio Colangeli), un vecchio livoroso e dispotico di cui Delia è a tutti gli effetti la badante. L’unico sollievo di Delia è l’amica Marisa (Emanuela Fanelli), con cui condivide momenti di leggerezza e qualche intima confidenza. È primavera e tutta la famiglia è in fermento per l’imminente fidanzamento dell’amata primogenita Marcella (Romana Maggiora Vergano), che, dal canto suo, spera solo di sposarsi in fretta con un bravo ragazzo di ceto borghese, Giulio (Francesco Centorame), e liberarsi finalmente di quella famiglia imbarazzante. Anche Delia non chiede altro, accetta la vita che le è toccata e un buon matrimonio per la figlia è tutto ciò a cui aspiri. L’arrivo di una lettera misteriosa però, le accenderà il coraggio per rovesciare i piani prestabiliti e immaginare un futuro migliore, non solo per lei.

  6. IL CODICE ROSSO La legge 19 luglio 2019, n. 69 (nota come "Codice Rosso") è una legge della Repubblica Italiana che rafforza la tutela di tutti coloro che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti.

  7. GAZZETTA UFFICIALE DELLA LEGGE N.69 DEL 19 LUGLIO 2019(“CODICE ROSSO”) DISUGUAGLIANZE DI GENERE DELLA DONNA Le disuguaglianze di genere nei confronti delle donne sono state presenti per gran parte della storia umana. In molte

  8. società antiche e tradizionali, le donne venivano considerate inferiori agli uomini e sottoposte a varie forme di discriminazione e oppressione. In molte culture antiche, le donne erano considerate di proprietà degli uomini e dovevano obbedire al loro padrone maschile in modo assoluto. Le donne avevano pochi diritti legali e molte restrizioni sociali imposte su di loro. Nel corso della storia, le donne sono state escluse dalla partecipazione politica, dall'istruzione e dal lavoro retribuito. Molte donne dovevano limitarsi a ruoli domestici e alle cure familiari, senza la possibilità di sviluppare le proprie potenzialità o di avere indipendenza economica. Anche oggi, molte donne continuano ad affrontare disuguaglianze di genere in vari aspetti della vita, come la disparità salariale, la violenza domestica, la discriminazione sul luogo di lavoro e la sottorappresentazione politica. Le disuguaglianze di genere sono un problema grave che richiede un impegno costante per promuovere l'uguaglianza tra uomini e donne e garantire i diritti e le opportunità per entrambi i sessi. AGENDA 2030 OBIETTIVO 5: PARITA’ DI GENERE OBIETTIVO 5: PARITA’ DI GENERE

  9. L'obiettivo 5 mira a ottenere la parità di opportunità tra donne e uomini nello sviluppo economico, l'eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti di donne e ragazze (compresa l'abolizione dei matrimoni forzati e precoci) e l'uguaglianza di diritti a tutti i livelli di partecipazione. Questo obiettivo si propone di raggiungere la piena parità di genere entro il 2030, promuovendo un mondo più equo e inclusivo per tutti. Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze 5.1: Porre fine, ovunque, a ogni forma di discriminazione nei confronti di donne e ragazze. 5.2: Eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che in quella pubblica, compreso il traffico di donne e lo sfruttamento sessuale e di ogni altro tipo. 5.3: Eliminare ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato, il fenomeno delle spose bambine e le mutilazioni genitali femminili. 5.4: Riconoscere e valorizzare la cura e il lavoro domestico non retribuito, fornendo un servizio pubblico, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione di responsabilità condivise all'interno delle famiglie, conformemente agli standard nazionali.

  10. 5.5: Garantire piena ed effettiva partecipazione femminile e pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica. 5.6: Garantire accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti in ambito riproduttivo, come concordato nel Programma d'Azione della Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo e dalla Piattaforma d'Azione di Pechino e dai documenti prodotti nelle successive conferenze. 5.a: Avviare riforme per dare alle donne uguali diritti di accesso alle risorse economiche così come alla titolarità e al controllo della terra e altre forme di proprietà, ai servizi finanziari, eredità e risorse naturali, in conformità con le leggi nazionali. 5.b: Rafforzare l'utilizzo di tecnologie abilitanti, in particolare le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, per promuovere l'emancipazione della donna. 5.c: Adottare e intensificare una politica sana ed una legislazione applicabile per la promozione della parità di genere e l'emancipazione di tutte le donne e bambine, a tutti i livelli. GIOVANNI VERGA: NEDDA

  11. Nedda è una ragazza senza padre, raccoglitrice di olive che cura la madre ammalata e vive di umiliazione e rassegnazione. LA NOVELLA, NEDDA Verga mette in evidenza la bellezza naturale di Nedda, offuscata dalle difficoltà della vita e dal lavoro incessante. La descrizione evidenzia anche la sua forza e resilienza, nonostante la durezza della sua esistenza. "Nedda era una povera raccattapaglia, robusta e sana, ma avvizzita prematuramente dalle fatiche e dal sole ardente. Era vestita di una gonna di tela grossolana, rattoppata qua e là, e di una camicia di lino che mostrava il collo e le braccia abbronzate e robuste. Il suo viso, abbronzato come quello di un contadino, era incorniciato da una massa di capelli neri e lucidi, raccolti in una treccia. Aveva diciott'anni e ne dimostrava trenta, tanto la miseria e il lavoro avevano scavato quel volto bruno e pallido. I suoi occhi grandi e neri, che a volte sembravano ridere, erano ombreggiati da ciglia lunghe e folte, ma avevano uno sguardo triste e malinconico. La bocca, piccola e rossa, si apriva raramente al sorriso, ma quando ciò accadeva, illuminava tutto il viso e lo rendeva quasi bello." LA LIBERTA’ CHE GUIDA IL POPOLO

  12. La libertà che guida il popolo" è un dipinto realizzato da Eugène Delacroix nel 1830 e conservato al Museo del Louvre a Parigi. Quest’opera celebra il popolo francese in rivolta guidato dalla giovane Marianne simbolo della rivoluzione. Una gran folla di rivoltosi avanza guidata da una giovane donna che sventola il tricolore francese. A terra giacciono molti cadaveri dei rivoluzionari e sul fondo si alzano i fumi dagli edifici di Parigi. Il dipinto si riferisce infatti all’episodio chiamato “Le tre gloriose giornate” del 1830, quando i parigini insorsero contro il re Carlo X. Marianne rappresenta la Francia vittoriosa. Le figure che si schierano a fianco della libertà appartengono a tutte le fasce sociali, il borghese, a sinistra, un giovane del popolo, a destra, corpi senza vita di operai e soldati. La donna simboleggia la libertà e l'uguaglianza, mentre il popolo alle sue spalle rappresenta una varietà di persone di diversi ceti sociali e etnie che si uniscono nella lotta per la libertà e l'indipendenza. Il dipinto è uno dei capolavori del Romanticismo e si distingue per la sua composizione dinamica e drammatica, i colori intensi e contrastanti e la forte carica emotiva che trasmette. "La libertà che guida il popolo" è diventato un simbolo universale di libertà e giustizia, ed è considerato uno dei dipinti più iconici della storia dell'arte. DIRITTO ALLA SPORT DELLE DONNE

  13. Ognuno ha il diritto di praticare sport in ambienti sani che garantiscano la dignità umana. Donne e uomini di età differenti e diverse provenienze sociali e culturali devono avere le stesse opportunità di praticare sport. Le organizzazioni sportive e le istituzioni devono essere responsabili per l'implementazione di politiche di parità di genere e devono trovare strumenti utili alla promozione della partecipazione delle donne nello sport, a tutti i livelli. Quando le donne hanno iniziato a partecipare agli sport? Nel 1928, alle Olimpiadi di Amsterdam, le donne furono ammesse alle gare di atletica. Nel 1936, a Berlino, si istituirono competizioni femminili negli ambiti principali. Incredibilmente, solo le Olimpiadi di Londra del 2012 hanno visto la partecipazione delle atlete in tutte le discipline, anche nel pugilato femminile. LA COSTITUZIONE: ARTICOLO 32 «La Repubblica riconosce e favorisce il diritto allo svolgimento dell'attività sportiva e ricreativa. La legge assicura la realizzazione degli strumenti idonei a garantire l'esercizio libero e gratuito dell'attività di cui al terzo comma». PARITA’ DI GENERE, SPORT E DISCRIMINAZIONE: IL” TEST DELLA FEMMINILITA’” CHE VIOLA I DIRITTI UMANI E UMILIA LE ATLETE THE VICTORIAN AGE

  14. The Victorian Age is a period in British history that lasted from 1837 to 1901, during the reign of Queen Victoria. It was a time of major social, political, and economic change in Britain, marked by rapid industrialization and urbanization, as well as significant advancements in science, technology, and culture. The Victorian Age is often characterized by its strict social norms and moral values, as well as a strong emphasis on duty, hard work, and respectability. The period saw the rise of the middle class, as well as the expansion of the British Empire to its height of global dominance. Literature, art, and architecture flourished during the Victorian Age, with prominent figures such as Charles Dickens, the Bronte sisters, and Alfred Lord Tennyson making significant contributions to the cultural landscape. The period also saw advancements in medicine, education, and social reform, with movements such as the abolition of slavery and the promotion of women's rights gaining momentum. Overall, the Victorian Age was a time of great innovation and progress, but also one of social inequality, class tensions, and moral dilemmas. It laid the foundation for many of the modern institutions and values that continue to shape British society to this day. SCHOPENHAUER

  15. L'arte di trattare le donne o Discorso sulle donne è un saggio del 1851 scritto dal filosofo tedesco Arthur Schopenhauer. Apparso per la prima volta nell'opera in due volumi Parega e paralipomena, si articola in diciassette capitoli. La natura della donna Il filosofo afferma che la bellezza della donna agli occhi degli uomini risiede nell'istinto sessuale. Afferma inoltre che la donna appartiene al “secondo sesso” che da ogni punto di vista è inferiore all'uomo e quindi quest'ultimo deve essere comprensivo nei suoi confronti; aggiunge, poi, che l'uomo è diretto in tutto a differenza della donna che è completamente l'inverso. Secondo capitolo Dopo essersi cimentato sulla natura della donna, Schopenhauer inizia a trattare la differenza tra i due sessi: L'uomo e la donna. Afferma che la natura quando ha diviso i due sessi non l'ha tagliati proprio nel mezzo, donando così al primo sesso, quello maschile, forza e bellezza e al secondo, quello femminile, bellezza frivola e poco duratura. Aggiunge poi un discorso d'orgoglio sessuale, anch'esso diviso in due fazioni, quello maschile e quello femminile. Il primo tratta del perdono di un possibile adulterio della sposa, mentre il secondo tratta invece della concessione sessuale solo ad un singolo uomo. Accanto all'onore vi è l'amore per i figli, qui il filosofo afferma che l'uomo è assai più affettuoso verso i figli rispetto alla donna; perché l'amore della donna è puramente fisico e istintivo, mentre quello dell'uomo è più solido perché ha origine dalla metafisica, cioè, dal riconoscimento del figlio. La parte che più interessa è la funzione della donna secondo Schopenhauer.

  16. MARIE CURIE,” LA MADRE DELLA FISICA MODERNA” Maria Salomea Sklodowska (1867-1934), nata a Varsavia, è stata la prima donna a ricevere un premio Nobel e la prima persona a vincerne due. Laureata in fisica e matematica alla Sorbona, dedicò la sua tesi di dottorato allo studio dell'irraggiamento spontaneo dell'uranio sulla base del precedente lavoro svolto dallo scienziato Henri Becquerel. Insieme al marito Pierre Curie iniziò le ricerche sulla radioattività che li portarono alla scoperta del polonio e del radio. Nel 1911 ricevette il premio Nobel per la fisica, condiviso con il marito e Becquerel. Nel 1906 ottenne una cattedra alla Sorbona, diventando la prima donna in Francia a ricoprire tale incarico. Nel 1911 vinse il premio Nobel per la chimica per i suoi progressi nello studio della natura e dei composti del radio.

  17. Marie Curie dedicò la sua vita alla scienza e le sue ricerche le valsero due Premi Nobel. Vinse il primo, in Fisica, nel 1903 insieme a suo marito Pierre e a Henri Becquerel, diventando la prima donna della storia ad avere ottenuto questo riconoscimento; il secondo arrivò nel 1911, questa volta in chimica. MEDICINA DI GENERE In medicina, nella sperimentazione farmacologica e nella ricerca scientifica, il tema delle differenze di genere è storia recentissima. Infatti, la medicina, fin dalle sue origini, ha avuto un’impostazione androcentrica relegando gli interessi per la salute femminile ai soli aspetti specifici correlati alla riproduzione. La medicina di genere (MdG) o, meglio, la medicina genere-specifica è definita dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socioeconomiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. Una crescente mole di dati epidemiologici, clinici e sperimentali indica l’esistenza di differenze rilevanti nell’insorgenza, nella progressione e nelle manifestazioni cliniche delle malattie comuni a uomini e donne, nella risposta e negli eventi avversi associati ai trattamenti terapeutici, nonché negli

  18. stili di vita e nella risposta ai nutrienti. Anche l’accesso alle cure presenta rilevanti diseguaglianze legate al genere. ALCUNE DIFFERENZE È noto che le donne si ammalano di più, consumano più farmaci e sono più soggette a reazioni avverse, oltre che essere socialmente “svantaggiate” rispetto agli uomini. Inoltre, nei Paesi occidentali, nonostante le donne vivano più a lungo degli uomini, l’aspettativa di “vita sana” è equivalente tra i due sessi. È stato anche ampiamente dimostrato che a livello cellulare numerosi determinanti (genetici, epigenetici, ormonali e ambientali) sono alla base delle differenze tra cellule maschili e femminili e di conseguenza, a livello mondiale, sono state date indicazioni per affrontare in modo corretto tutte le fasi dalla ricerca sperimentale. Infatti, per molto tempo negli studi clinici i soggetti arruolati sono stati prevalentemente di sesso maschile, negli studi preclinici in vitro (su linee cellulari o cellule isolate) non è stato riportato il sesso di origine dell’organismo da cui derivano le cellule e per quelli in vivo (su animali da esperimento) sono stati usati animali di sesso maschile. GIULIA CECCHETTIN L'omicidio di Giulia Cecchettin è un caso di cronaca nera avvenuto in Italia l'11 novembre 2023. L'uccisione della studentessa di 22 anni da parte del suo ex fidanzato Filippo Turetta ha suscitato notevole indignazione, ha generato manifestazioni pubbliche e stimolato un vasto dibattito sul tema del femminicidio.

  19. Ha seguito di questo omicidio è stata approvata la legge 24 novembre 2023 n.168. La legge 24 novembre 2023, n.168, recante “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica” è stata pubblicata nella G.U. Serie Generale n. 275 del 24 novembre 2023, entrando in vigore il 09 dicembre 2023. Alla luce dell’aumento esponenziale degli omicidi di genere nel nostro Paese, l’obiettivo è quello di rendere, da una parte, più efficace la protezione preventiva, rafforzando le misure contro la reiterazione dei reati a danno delle donne e inasprendo le pene nei confronti dei recidivi; dall’altra, di ampliare la tutela, in generale, delle vittime di violenza.Riveste, infatti, particolare importanza l’attenzione mostrata dal Governo verso la prevenzione della violenza sulle donne, soprattutto rispetto alla commissione dei delitti prodromici alla violenza di genere, per evitare che possano degenerare in comportamenti più gravi.

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