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Percorsi formativi per l’autoimpreditorialità giovanile

Percorsi formativi per l’autoimpreditorialità giovanile. “Dall’idea all’impresa: generalità dell’impresa”. Prof. Romano. Caos – Potenza 21 Dicembre 2010, 11 Gennaio, 22 Febbraio 2011. L’AZIENDA. bisogno bene economico attività economica definizione di azienda. I bisogni e i Beni.

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Percorsi formativi per l’autoimpreditorialità giovanile

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Presentation Transcript


  1. Percorsi formativi per l’autoimpreditorialità giovanile

  2. “Dall’idea all’impresa: generalità dell’impresa” Prof. Romano Caos – Potenza 21 Dicembre 2010, 11 Gennaio, 22 Febbraio 2011

  3. L’AZIENDA bisogno bene economico attività economica definizione di azienda

  4. I bisogni e i Beni L’uomo, nel corso della vita, avverte molteplici bisogni di vario genere. Per soddisfare i propri bisogni l’uomo deve procacciarsi dei mezzi necessari per soddisfarli. I mezzi, materiali o immateriali, atti a soddisfare i bisogni sono detti BENI

  5. I bisogni e i Beni quando i beni si presentano in condizioni di scarsità sono detti BENI ECONOMICI (per l’ottenimento dei quali si devono sopportare degli oneri)

  6. I bisogni e i beni L’attività di produzione e l’attività di consumo di beni economici è detta Attività economica

  7. L’azienda: a cosa serve L’azienda è lo strumento di cui l’uomo si serve per soddisfare i propri bisogni. Come? Attraverso l’attività economica, cioè l’attività di produzione e l’attività di consumo di beni economici

  8. L’attività economica I bisogni sono innumerevoli mentre le risorse necessarie per soddisfarli sono, nella gran parte dei casi, limitate Le attività di produzione e consumo devono essere svolte in modoeconomico.

  9. Il concetto di Economicità Economico fa riferimento all’ottimizzazione delle risorse, alla riduzione degli sprechi mantenendo, ovviamente, la capacità di soddisfare i bisogni.

  10. L’Azienda E’ lo strumento di cui l’uomo si serve per svolgere, in modo “economico”, attività di produzione e consumo di beni atti a soddisfare i suoi bisogni.

  11. LE CLASSIFICAZIONI DI AZIENDE • secondo il fine perseguito • secondo la natura dei soggetti promotori

  12. Le Aziende: classificazioni Le aziende si classificano secondo il fine: • Aziende di erogazione(o di consumo) • Aziende di produzione( o imprese)

  13. Le aziende di erogazione I beni e i servizi prodotti non sono destinati allo scambio di mercato, ma al soddisfacimento diretto dei bisogni delle persone che hanno dato vita all’azienda.

  14. Le aziende di produzione I beni o servizi sonoda destinare allo scambio sul mercato, cioè ad essere venduti dietro il ricevimento di un corrispettivo.

  15. Aziende di produzione: Classificazione • Imprese di produzione diretta; • Imprese di produzione indiretta; • Imprese di servizi.

  16. Secondo la natura del soggetto promotore: • Aziende pubbliche: mirano a soddisfare i bisogni pubblici legati alla collettività. • Aziende private

  17. Secondo la natura del soggetto promotore: Incrociando la classificazione delle aziende di erogazione e di produzione (imprese) con quelle pubbliche e private otteniamo le seguenti tipologie: • Aziende di erogazione pubbliche • Aziende di erogazione private • Imprese pubbliche • Imprese private

  18. Aziende di erogazione pubbliche • Le Aziende degli enti territoriali(Stato, Regioni, Province, Comuni, Città Metropolitane) • Le Aziende degli enti istituzionali(INPS, INAIL, Camera di Commercio, ecc…)

  19. Aziende di erogazione private Tra leaziende di erogazione privatetrovano piena collocazione le famiglie orientate a produrre per il proprio nucleo di persone, le fondazioni e le corporazioni private.

  20. Imprese pubbliche private Le imprese pubblichesono aziende di produzione per il mercato, il cui soggetto economico è di natura pubblica pur rivestendo una forma giuridica di società commerciale Le imprese privatesono quelle in cui sia il soggetto giuridico sia il soggetto economico hanno natura e scopi privatistici.

  21. IL PROFILO SOGGETTIVO DELL’AZIENDA • soggetto giuridico • soggetto economico • aziende individuali • aziende collettive (società)

  22. Il Soggetto Giuridico E’ il soggetto a cui fanno capo gli effetti giuridici conseguenti allo svolgimento dell’attività aziendale.

  23. Il Soggetto Economico E’ il soggetto che detiene il controllo dell’impresa, ossia colui che determina le scelte di fondo dell’azienda.

  24. Aziende individuali Soggetto giuridico = Soggetto economico = TITOLARE dell’azienda

  25. Aziende collettive • SOCIETÀ DI PERSONE • (S.s., S.n.c., S.a.s.) • Caratteristiche: • Priva di autonomia giuridica • Responsabilità illimitata e solidale dei soci • SOCIETÀ DI CAPITALI • (S.p.a., S.r.l., S.a.p.a.) • Caratteristiche: • Personalità giuridica • Responsabilità dei soci limitata al capitale sottoscritto

  26. Società di Persone Soggetto giuridico = Soggetto economico = TUTTi i Soci

  27. Società di capitali Soggetto giuridico = SOCIETA’ Soggetto economico: • Tutti i soci • Solo i soci di Maggioranza, se il capitale è suddiviso fra molti azionisti, ognuno dei quali possiede un numero di azioni insufficiente per incidere nelle assemblee. • I Manager, se il capitale è frazionato tra un grandissimo numero di soci ognuno dei quali possiede una quota irrilevante.

  28. Le organizzazioni non profit Sono organizzazioni privatesenza scopo di lucroche perseguono finalità di tipo collettivo o il benessere dei propri membri.

  29. Evoluzione del settore non profit La presenza delle aziende non profit si spiega alla luce dell’evoluzione della forma di Stato definita “welfare state” o Stato sociale”

  30. Il Terzo Settore Può essere visto come soluzione parziale alla Riforma dello Stato Sociale, il quale versa in una situazione di crisi e dove, il problema più urgente riguarda la qualità della risposta ai nuovi bisogni sociali emergenti.

  31. Fattori di sviluppo: • Macro-economici legati alla crisi del Welfare state, cioè dello Stato come soggetto capace di assicurare una rete di protezione minima a tutti i cittadini, soprattutto a quelli in stato dio bisogno, in ambiti come l’istruzione, la sanità, etc… • Economici-sociali connessa ai fattori quali l’incremento della ricchezza e del tempo libero che spingono molti individui a partecipare ad attività sportive, ricreative, culturali svolte in forma associata. • Legislativi legati al fatto che l’evoluzione normativa ha agevolato l’operato delle istituzioni non lucrative favorendo la nascita di nuove organizzazioni e lo sviluppo di quelle esistenti.

  32. La persona come centro d’azione economico e sociale L’importanza di cui gode il terzo settore, rispetto ad altri enti, risiede nella possibilità che gli operatori del non profit siano i garanti dei consumatori. Questi ultimi esprimono una crescente richiesta di qualità e di fiducia da parte di chi eroga i servizi, soprattutto se si tratta di servizi alla persona, la quale è al centro del sistema, nella sua individualità e nelle sue forma di aggregazione.

  33. In tale nuovo assetto Lo Stato non è più né vertice né centro dell’organizzazione della vita sociale; Lo diviene la persona, intesa come individuo che si pone in relazione con altri soggetti, per il tramite dell’ambito associativo.

  34. Le organizzazioni non profit : caratteristiche L’attività di produzione svolta dalle organizzazioni non profit è destinata: • all’autoconsumo(aziende autoproduttrici); • almercato • all’erogazione dibeni di utilità pubblica.

  35. Differenza fra imprese profit e imprese non profit L’impresaè orientata al profitto, cerca di max il risultato economico e in sede di negoziazione tenta di ricavare il massimo prezzo dalla controparte L’impresa non profit non ha come scopo principale il profitto

  36. Le organizzazioni non profit : caratteristiche … ne segue che essendo diverso il finalismo rispetto alle aziende di produzione, l’operare delle organizzazioni non profit non va valutato tanto in relazione alla loro capacità di produrre ricchezza economica, quanto in relazione: • alla quantità e qualità dei bisogni sociali soddisfatti • all’utilità sociale da esse prodotta.

  37. Le organizzazioni non profit : caratteristiche • La natura privata dell’impresa, nonostante la rilevanza sociale dell’attività svolta • Il vincolo di non distribuire gli eventuali utili conseguiti • L’autogoverno, sono imprese che non devono essere controllate né da imprese pubbliche né da imprese che perseguono il profitto.

  38. Member service (o mutual benefit): Perseguono uno scopo non lucrativo a vantaggio dei propri soci o membri. Public service: Si prefiggono di avvantaggiare, con la loro attività, i terzi perseguendo scopi sociali. Tipologie di aziende non profit

  39. Esempi di organizzazioni non profit • Circoli sportivi e ricreativi • Cliniche ed ospedali • Organizzazioni che si occupano di tossicodipendenti o portatori di handicap • Fondazioni che gestiscono musei • Associazioni ambientalistiche

  40. Il C.C riconosce diverse tipologie di organizzazioni non profit • Associazioni riconosciute e non riconosciute • Fondazioni • Comitati • Cooperative sociali • Organizzazioni non governative

  41. Le associazioni riconosciute: caratteristiche • Lo scopo dell’associazione è quello di soddisfare i bisogni di natura ideale, non economica, dei propri membri • Ha una struttura a “porta aperta”, nuove parti possono intervenire nell’associazione gia costituita senza cambiamento dell’atto costitutivo • È caratterizzata da una propria struttura organizzativa che si compone di due organi,l’assemblea e gli amministratori

  42. Le associazioni riconosciute: caratteristiche … sono quelle che hanno chiesto ed ottenuto il riconoscimento dello Stato. Allo Stato spetta di emettere un provvedimento che concede specifiche prerogative alle associazioni che lo hanno chiesto e che si trovano in determinate condizioni.

  43. Le associazioni riconosciute: caratteristiche Le prerogative che l’associazione acquista sono: • Autonomia patrimoniale perfetta nei confronti dei soci • Limitazione di responsabilità, degli amministratori, perle obbligazioni assunte

  44. Le associazioni non riconosciute: caratteristiche • Autonomia patrimoniale imperfetta • Il presidente risponde in nome e per conto dell’associazione con il proprio patrimonio degli obblighi sociali assunti

  45. Gli elementi che devono essere, necessariamente, presenti nell’atto costitutivo e nello statuto sono: • La denominazione dell’ente; • Lo scopo; • Il patrimonio; • La sede; • L’assemblea; • L’organo amministrativo; • Diritti e obblighi degli associati; • Condizioni per l’ammissione degli associati.

  46. Le fondazioni La fondazione è un’organizzazione collettiva formata dagli amministratori, istituita da un fondatore che ha devoluto dei beni e li ha vincolati al perseguimento di uno scopo di natura morale e non economico.

  47. Le fondazioni Nelle fondazioni, a differenza delle associazioni, l’elemento costitutivo non è formato dalle persone ma dal patrimonio inteso come complesso di beni atto a conseguire, mediante un oculata amministrazione, il fine assegnato dal fondatore.

  48. Vari tipi di fondazioni • Le fondazioni scolastiche o universitarie • Le fondazioni di culto • Le fondazioni bancarie • Le fondazioni culturali • Le fondazioni assistenziali

  49. Tra le prime dieci fondazioni europee per patrimonio tre sono italiane: La Compagnia di San Paolo Fondazione Cariplo Fondazione Monte dei Paschi di Siena Secondo il report pubblicato recentemente da “Philantropy in Europe”:

  50. Tali enti lavorano su temi specifici: Allargamento europeo alle minoranze Programmi di cooperazione internazionale Network e azioni di lobby (statuto e aspetti fiscali) Collaborazione con l’ONU Secondo il report pubblicato recentemente da “Philantropy in Europe”:

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