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Linguistica : studio scientifico del linguaggio UMANO e delle lingue

Linguistica : studio scientifico del linguaggio UMANO e delle lingue - linguaggio come facoltà umana, specie-specifica - lingue storico-naturali (loro evolversi, loro funzionamento, loro articolazione interna, ecc.). Linguaggi = sistemi di comunicazione. I P O

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Linguistica : studio scientifico del linguaggio UMANO e delle lingue

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Presentation Transcript


  1. Linguistica : studioscientifico del linguaggio UMANO e delle lingue - linguaggio come facoltà umana, specie-specifica - lingue storico-naturali (loro evolversi, loro funzionamento, loro articolazione interna, ecc.) Linguaggi = sistemi di comunicazione I P O T E S I generali esplicative della MO L TEPLICITA’ dei dati Linguaggio: uno dei principali prodotti della mente umana (cfr. Chomsky) EMITTENTE+ RICEVENTE Dunque: luce sul funzionamento della mente ( branca della psicologia?) Tuttavia: lingue = sistemi complessi legati alle potenzialità della mente umana, ma continuamente riorganizzati e ristrutturati dal CASO (o, se si preferisce, dalla storia) Interazione tra NATURA e STORIA/CULTURA Infatti, sottostanti all’immensa varietà delle lingue, sono individuabili dei meccanismi ricorrenti, delle invarianti che, nel loro complesso gioco, organizzano l’intero organismo delle lingue. Pertanto: la linguistica ha una sua autonomia (rispetto alla Psicologia) in quanto persegue la ricerca del rapporto tra natura e storia, nel quale la varietà dei fenomeni si lascia organizzare da una ristretta serie di invarianti

  2. Fine CONOSCITIVO LINGUISTICA Cioè: - spiegare in base a leggi il più possibile generali ciò che effettivamente si dice - indagare i meccanismi alla base del comportamento linguistico Non: Fine PRATICO Cosa dire, quando dire, come dire

  3. OBIETTIVI DELLA LINGUISTICA Identificare le regole che un parlante-ascoltatore deve saper applicare Specificare la natura del linguaggio UMANO* Descrivere e spiegare i cambiamenti *(linguaggi = funzione comunicativa - intenzionalità) INDICI :naturalmente motivati/non intenzionali SEGNALI: motivati naturalmente/intenzionali ICONE: motivati analogicamente/intenzionali SIMBOLI: motivati culturalmente/intenzionali SEGNI: non motivati/intenzionali - I NTENZIONALE + + MOTIVATO - Nuvole scure Canti di uccelli Fotografie, mappe, onomatopee Rosso del semaforo Messaggi linguistici, alcuni segnali stradali La motivazione (che lega il qualcosa al qualcos’altro comunicato) diventa sempre più convenzionale/immotivato Aumenta quindi anche la specificità culturale dei segni: gli indici (in quanto fatti di natura) sono per definizione di valore universale, uguali per tutte le culture I simboli e i segni sono dipendenti da ogni singola tradizione culturale

  4. PROPRIETA’ FONDAMENTALI DEL LINGUAGGIO CONGENITO Relativamente IMMUTABILE UNIVERSALE INAPPRENDIBILE e INCANCELLABILE INDIFFERENTE alle SINGOLE ESPRESSIONI LIMITATO Il linguaggio impone dei limiti alle possibilità umane di associare espressione e contenuto: la Forma della grammatica delle lingue è imposta dalla natura del linguaggio

  5. CARATTERISTICHE DEL LINGUAGGIO UMANO Specifico della specie Proprietà specifiche* • (- BIPLANARITA’) • (- ARBITRARIETA’) • ONNIPOTENZA SEMANTICA, PLURIFUNZIONALISMO, RIFLESSIVITA’ • DISTANZIAMENTO E LIBERTA’ DA STIMOLI • TRASMISSIBILITA’ CULTURALE • EQUIVOCITA’ • DISCRETEZZA (vs. CONTINUITA’)* • DOPPIA ARTICOLAZIONE • RICORSIVITA’* • *DIPENDENZA DALLA STRUTTURA Il libro che è sul tavolo è nuovo Il libro di Chomsky sulle strutture sintattiche Is the man who is tall John?/*Is the man who tall is John?

  6. Arbitrarietà -convenzione Le parole delle diverse lingue dovrebbero essere tutte molto simili (le cose dovrebbero chiamarsi allo stesso modo) Parole simili nelle diverse lingue dovrebbero designare cose o concetti simili Gatto Mace (albanese) Kedi (turco) Paka (swahili) Gatto Gato (spagnolo) arbitrarietà orizzontale delle lingue: cioè, non c’è ragione naturale per cui si debba distinguere (o non distinguere) tra due o più significati: italiano: foglio – foglia spagn.: hoja italiano: bosco –legno – legname italiano: dita inglese: fingers – toes inglese: wood francese: bois  tedesco: wald- Holz Bello Bell(inglese) Bellum (latino) Belli (turco)

  7. questi esempi richiedono la necessità di approfondire un aspetto che è di cruciale interesse per la linguistica e che fa riflettere sul fatto che il significato di una parola non è semplicemente un rapporto tra linguaggio e realtà, ma è qc di più complesso e indiretto: Un primo problema è dato dalla mancanza di corrispondenza globale tra i “significati” nelle varie lingue: nei casi sopra citati, l’italiano talora sembra “più preciso”, in altri casi meno preciso. In verità, non esistono lingue “più precise” di altre, ma ogni lingua si riferisce alla realtà in un modo diverso. Questo forse implica che un parlante inglese non riconoscerebbe la differenza tra un pezzo di legno e un boschetto e un italiano tra le dita dei piedi e quelle delle mani? Per quanto alcune teorie del passato (800 e prima metà del 900) potrebbero spingersi a dare una risposta affermativa a questa domanda, questa sembra abbastanza implausibile: la realtà è sempre identica sia che essa sia descritta tramite l’inglese sia tramite l’italiano. Piuttosto, questi pochi esempi ci suggeriscono che il rapporto tra linguaggio e realtà non è semplice come sembra a prima vista: le espressioni linguistiche non si limitano, cioè, a “denominare” la realtà (e, dunque, imparare una lingua non significa attaccare etichette nuove).

  8. Popolo degli inuit (lingua inuktitut): dozzina di parole per descrivere la neve: diceria usata come prova dell’idea che colgano delle differenze nei tipi di neve che vanno al di là della comprensione delle persone il cui lessico non possiede parole equivalenti. Se ce n’è necessità, siamo in grado di specificare neve granulosa, neve farinosa, neve dura come il ghiaccio, una spolverata di neve, cioè possiamo sfruttare le varie possibilità che ci offre la sintassi per descrivere concetti non espressi da singole parole. Cfr. Benveniste: tutte le lingue possono esprimere tutto; (le lingue si differenziano non per cosa possono esprimere, ma per come esprimono). vedi il “possesso”: alcune lingue lo esprimono per mezzo dei un verbo che può essere reso con il nostro AVERE ; altre lingue, invece definiscono il possesso in un modo differente, per esempio esprimendo la sua esistenza rispetto a qualcos’altro, come nel caso del russo in cui il corrispondente di “ho una sorella” è “con me sorella”, oppure in greco, latino, sanscrito si esprime con il corrispondente del nostro ESSERE: ho una sorella è propriamente “A me è una sorella”. Ciò non significa davvero che i russi pensano in modo differente a ciò che vuol dire avere una sorella. Ma anche a livello morfologico: ci sono lingue (già l’inglese, a noi così vicino) che non distinguono il genere grammaticale: non significa che gli inglesi non hanno il concetto di genere. Ancora: in tedesco abbiamo una parola (composta): Schadenfreude (shaden “sfortuna” + Freude “gioia”) che indica il piacere che si prova per la sfortuna degli altri. Possiamo capire il concetto (ammesso che non abbiamo mai sperimentato questo piacere) a prescindere dal fatto che il lessico italiano non possieda un termine per esso. Popolo degli inuit (lingua inuktitut): dozzina di parole per descrivere la neve: diceria usata come prova dell’idea che colgano delle differenze nei tipi di neve che vanno al di là della comprensione delle persone il cui lessico non possiede parole equivalenti. Se ce n’è necessità, siamo in grado di specificare neve granulosa, neve farinosa, neve dura come il ghiaccio, una spolverata di neve, cioè possiamo sfruttare le varie possibilità che ci offre la sintassi per descrivere concetti non espressi da singole parole. Cfr. Benveniste: tutte le lingue possono esprimere tutto; (le lingue si differenziano non per cosa possono esprimere, ma per come esprimono). Vedi il “possesso”: alcune lingue lo esprimono per mezzo di un verbo che può essere reso con il nostro AVERE ; altre lingue, invece definiscono il possesso esprimendo la sua esistenza rispetto a qualcos’altro, come il russo in cui il corrispondente di “ho una sorella” è “con me sorella”. In greco, latino, sanscrito si esprime con il corrispondente del nostro ESSERE: ho una sorella è propriamente “A me è una sorella”. Ciò non significa che i russi pensano in modo differente a ciò che vuol dire avere una sorella. Ma anche a livello morfologico: ci sono lingue (già l’inglese, a noi così vicino) che non distinguono il genere grammaticale: non significa che gli inglesi non hanno il concetto di genere. tedesco : Schadenfreude (shaden “sfortuna” + Freude “gioia”) indica il piacere che si prova per la sfortuna degli altri. Capiamo il concetto (ammesso che non abbiamo mai sperimentato questo piacere) a prescindere dal fatto che il lessico italiano non possieda un termine per esprimerlo. am eating/ I eat vs Mangio

  9. Del resto, anche all’interno di una stessa lingua, possiamo citare diversi esempi che mostrano come la relazione tra espressioni linguistiche e realtà sia molto più mediata di quanto si possa credere. La città indicata dal nome Roma è la stessa (almeno per il momento) di quella indicata dal sintagma “la capitale d’Italia”. Quindi, il rapporto con la realtà è lo stesso, ma siamo tutti d’accordo che dire Roma è Roma e dire Roma è la capitale d’Italia non è proprio la stessa cosa. Occorre cioè tenere distinti la realtà indicata dal linguaggio e il modo in cui tale realtà è presentata. Basti pensare all’uso non letterale di “stesse” espressioni: “Vuole uscire?” “Sa che ore sono?” fenomeno pragmatico “Svendita bambini”

  10. quattro livelli di arbitrarietà: • Il rapporto tra il segno nel suo complesso e il referente (designatum): non c’è alcun legame naturale e c • concreto, di derivazione dell’uno dall’altro, fra un elemento della realtà esterna e il segno cui questo è • eventualmente associato (sedia – “sedia”) • È arbitrario il rapporto tra significante e significato: il significante sedia, come sequenza di lettere o suoni, non ha in sé , al di fuori della convenzione, nulla a che vedere con il significato “oggetto che serve per sedersi” • 3. (livello più profondo): è arbitrario il rapporto tra FORMA (struttura, organizzazione interna) e SOSTANZA (materia, insieme di fatti concettualizzabili, significabili) del significato: ogni lingua ritaglia in un modo che le è proprio (e spesso diverso da quello delle altre lingue)un certo spazio di significato, distinguendo e rendendo pertinenti una o più entità italiano: bosco –legno – legname inglese: wood francese: bois  tedesco: wald- Holz Italiano: Andare Tedesco: Gehen - Fahren 4. E’ arbitrario il rapporto tra forma e sostanza del significante: ogni lingua organizza secondo criteri propri l a scelta dei suoni pertinenti, distinguendo in una maniera in una maniera eventualmente diversa da altre lingue, le entità rilevanti della materia fonica (es: quantità delle vocali: Ted. Stadt “città” vs. Staat “stato” Lat. anus “vecchia vs anus “anello”

  11. Chicchiricchì Cocoricò Cock-a-doodle-doo Kikeriki kukeluku Tintinnio Sussurrare Rimbombare Din don dan IDEOFONIZac Zig zag Gluglu bum Principio di iconismo: plurale

  12. CARATTERISTICHE DEL LINGUAGGIO UMANO Specifico della specie Proprietà specifiche* • (- BIPLANARITA’) • (- ARBITRARIETA’) • ONNIPOTENZA SEMANTICA, PLURIFUNZIONALISMO, RIFLESSIVITA (Jakobson)’ • DISTANZIAMENTO E LIBERTA’ DA STIMOLI • TRASMISSIBILITA’ CULTURALE • EQUIVOCITA’ (assenza di corrispondenze biunivoche: “carica”, ecc./ Faccia-volto-viso) > flessibilità • DISCRETEZZA (vs. CONTINUITA’)* (il significato non varia in proporzione al variare del significante) • DOPPIA ARTICOLAZIONE • RICORSIVITA’* • *DIPENDENZA DALLA STRUTTURA Il libro che è sul tavolo è nuovo Il libro di Chomsky sulle strutture sintattiche Is the man who is tall John?/*Is the man who tall is John?

  13. UN MODELLO DELL’ATTO COMUNICATIVO F. FATICA Canale (o contatto) F. CONATIVA ricevente F. EMOTIVA, o ESPRESSIVA Emittente F. POETICA Messaggio F.REFERENZIALE, o DENOTATIVA Contesto (o referenza) F. METALINGUISTICA Codice In un messaggio linguistico è attiva una polifunzionalità sconosciuta ai simboli non linguistici. Un MESSAGGIO, prodotto da un MITTENTE e diretto a un DESTINATARIO attraverso il contatto stabilito da un canale di TRASMISSIONE, è riferito a un CONTESTO ed è formulato per mezzo delle unità di un CODICE condiviso. Il messaggio è legato a tutti e sei i fattori dell’atto comunicativo: rapporti chiamati FUNZIONI

  14. Qualsiasi messaggio si costituisce nel rapporto con i sei fattori ed è fatto per avere le sei funzioni. A seconda del tipo di messaggio prevale una funzione sulle altre. Prevalente funzione referenziale (o denotativa) :“il treno per Milano è in partenza dal binario 2” Funzione metalinguistica: “ho detto pollo, non bollo” Funzione emotiva (o espressiva): “che bello!” Funzione conativa: volto a far agire il destinatario : “Chiudi la porta” Funzione fatica: verifica e sottolinea il canale di comunicazione (“ pronto! Mi senti?”) Funzione poetica: mette in rilievo e sfrutta le potenzialità insite nel messaggio • - BIPLANARITA’ • - ARBITRARIETA • ONNIPOTENZA SEMANTICA, • DISTANZIAMENTO E LIBERTA’ DA STIMOLI • TRASMISSIBILITA’ CULTURALE • EQUIVOCITA • DISCRETEZZA (vs. CONTINUITA) • DOPPIA ARTICOLAZIONE • RICORSIVITA’* • *DIPENDENZA DALLA STRUTTURA

  15. (corollario dell’onnipotenza semantica) DISTANZIAMENTO E LIBERTA’ DA STIMOLI Possibilità di formulare messaggi relativi a cose lontane, distanti nel tempo e nello spazio: Il gatto può comunicare che ha fame, ma non può comunicare che “ieri” aveva fame Il latrato del macaco è la reazione ‘istintiva’ , alla presenza di un predatore: in maniera deterministica Possibilità di parlare di un’esperienza in assenza di tale esperienza o dello stimolo che ha provocato tale esperienza Connesso con LIBERTA’ DA STIMOLI: i segni linguistici rimandano a una elaborazione concettuale della realtà esterna: La specie-specificità della facoltà del linguaggio è questa capacità ‘simbolica’, non tanto o non solo da intendersi quale associazione tra significante e significato o associazione tra segno e referente, ma quale relazione tra simboli che si svolge tutta nella mente dell’uomo, che si incorpora fisicamente nel cervello e che nel cervello è fisicamente recuperata per essere usata e per agire fuori della propria mente nella mente dell’altro, distanziata e libera da stimoli.

  16. TRASMISSIBILITA’ CULTURALE Antropologicamente: la lingua è trasmessa per tradizione all’interno di una società e non attraverso informazioni genetiche: Però: NON E’ UN FATTO PURAMENTE CULTURALE: - Componente culturale-ambientale (che specifica QUALE lingua impariamo) + - Componente innata (che fornisce la ‘facoltà del linguaggio’) La predisposizione a comunicare mediante una lingua crea le caselle il cui riempimento avviene con i materiali dell’ambiente culturale che ci circonda, i quali specificano come le proprietà universali innate sono realizzate nella lingua che impariamo Periodo critico

  17. Non uno svantaggio (chiave logico-formale) Ma un PREGIO: connessa alla onnipotenza semantica e alla produttività: contribuisce alla flessibilità e alla adattabilità a contenuti e esperienze nuove EQUIVOCITA’ È un codice che non pone corrispondenze biunivoche, bensì plurivoche tra significanti e significati A un significante possono corrispondere più significati: <carica> 1. mansione, ufficio, funzione 2. quantitativo di energia 3. assalto 4. piena (aggettivo) 5. (egli) carica A un significato possono corrispondere più significanti: “cogliere con la mente” 1. comprendere 2. capire “parte anteriore della testa” 1. faccia 2. viso 3. volto

  18. DISCRETEZZA e LINEARITA’ Proprietà del segno linguistico: (digitale, non analogico Linearità: si realizza e si sviluppa in successione Discretezza: la differenza tra gli elementi è assoluta, non quantitativa o relativa: c’è cioè un confine preciso tra un elemento e un altro, tra loro distinti e separabili. In particolare: le classi di suoni sono ben separabili tra loro: pollo vs bollo Pertanto: non possiamo intensificare il significante per intensificare il significato in modo corrispondente: diversamente da quanto facciamo per esempio con grida o interiezioni: ahi! AHI! AHI! [GAATTOO] Nella lingua: il significato non varia in proporzione al variare del significante

  19. DOPPIA ARTICOLAZIONE (del segno linguistico) SEGNO: entità costituita da un’espressione e da un contenuto Espressione contenuto indici Cielo grigio temporale in arrivo Mercurio che sale nel termometro temperatura alta Fumo nell’aria fuoco Impronte di gatto su parabrezza un gatto è salito sulla macchina icone (imitazione di alcune caratteristiche del contenuto) Cartelli dei servizi pubblici *Cartelli stradali (es. lavori in corso; vicinanza scuole) Onomatopee simboli (rapporto convenzionale e arbitrario) *Cartelli stradali (forma, colore) Concetti di base del SEGNOLINGUISTICO - Non solo due piani (espressione e contenuto), ma anche, all’interno di ciascun piano, due STRATI diversi: ESPRESSIONE CONTENUTO Forma significanti significati, fonemi accezioni Sostanza suoni sensi in un determinato con foni prodotti e percepiti Fonemi: entità astratte, non suoni concreti Sostanza del contenuto: ciò che in una data situazione comunicativa il parlante intende dire e l’ascoltatore capisce (il senso di una determinata espressione nel contesto particolare in cui è usata) Forma del contenuto: il significato astratto (“cane”: significa tutti i cani dicibili e il contenuto ad esso associato è il significato del segno)

  20. Problema della variabilità del legame tra i segnali acustici e le unità linguistiche. Visione tradizionale del parlato = una stringa lineare di simboli discreti Non si concilia con la natura continua dell’onda acustica prodotta da un parlante. In modo significativo, le conseguenze acustiche della coarticolazione , come pure di altre fonti di variabilità contestualmente condizionata, non si conciliano con le due supposte condizioni della linearità e dell’invarianza dell’input acustico.

  21. la scala soggettiva lungo la quale si distribuiscono le sensazioni uditive non riflette perfettamente la scala oggettiva: ad es. -2 suoni di uguale frequenza (400 Hz) e di diversa intensità (30 e 40 dB)> sono percepiti come decisamente diversi per il volume -2 suoni con la stessa frequenza (400 Hz) ,ma di intensità di 70 e 80 dB, sono distinti dall’ascoltatore, ma la psicoacustica ha dimostrato che la differenza tra i primi due suoni è percepita come maggiore rispetto alla differenza tra gli altri due suoni,nonostante le distanze tra loro siano oggettivamente uguali.

  22. [t+i] vs [t+u] La /t/ è condizionata dal suono che segue, perché i movimenti da eseguire per concludere la stessa configurazione sono diversi in funzione della posizione che gli organi assumono nel fono successivo (anche visivamente: arrotondamento delle labbra è spalmato sull’intera sillaba) La percezione della nasalità della /n/ è in gran parte affidata alle vocali adiacenti che, a causa della coarticolazione, si nasalizzano: es. vini vidi La distinzione tra /n/ e /d/ non è affidata solo alle caratteristiche delle consonanti in sé, ma anche e soprattutto, a quelle delle vocali adiacenti. Se una consonante nasale come, ad es. /n/ viene fatta seguire artificialmente da una vocale non nasalizzata, il risultato percettivo prevalente è /d/ Voice Onset Time (VOT) La distinzione tra consonanti sorde e sonore non è intrinseca al singolo segmento. E’ dovuta al cosiddetto VOT, più lungo nelle sorde che nelle sonore (entro 25ms); in più, il suo valore oggettivo varia, sia pure all’interno di determinati limiti, nelle diverse lingue [pampino]

  23. Caso molto semplice dell’italiano (nella forma fonica, NON grafica!): tonto tonfo mando manco monto monco monto monco alga alto Russo: lot “scandaglio” lot “ghiaccio” Hindi: dal “ramo” dal “lenticchia”

  24. Variabilità (socio)linguistica. Si parla di italiano standard, ma, in senso stretto, praticamente non esiste. Qualunque sia la nostra biografia linguistica, ci si accorge che alcuni aspetti descritti come di italiano standard concidono con il nostro italiano, altri no (solo poche categorie professionali, forse)! La situazione linguistica e sociolinguistica dell’italiano è tale che praticamente nessun parlante adotta esattamente il modello standard, ricorrendo piuttosto ad un’ampia gamma di varietà regionali di italiano, dotate ciascuna di caratteristiche specifiche. reggione regione rejone viɛni vieni vɛdo, vedo amiho storia Oltre, chiaramente, alle variabilità idiosincratiche riconducibili a proprietà fisiche del parlante o a stati psicofisici momentanei (ebbrezza, stanchezza, ecc.)

  25. sano santo mancia fango anfora con me con Gneo chilo capo cubo tonto tonfo monto monco patto batto matto patto tatto patto ratto Hindi: dal “lenticchia” dal “ramo” Russo: lot “scandaglio” lot “ghiaccio” kane, khane, hane

  26. L’una L’ago L’abilità Guardandolo Nessun’altra ARAMOMENTUMALIS, Odifreddi, Penna, pennello, bacchetta: le tre invidie del matematico Aram omen tum alis (un segno per gli altri è la tomba) Ara momentum alis (la tomba è un memento per gli altri Ara omen tu malis (tu desideri un segno come tomba) • [non mi trovi] • Se-mi-cerchi • [rossi stavano sul davanzale] • Zucchero: “Spirito diVino” • Non penso affatto che siano inversi • Non penso affatto che siano in versi

  27. Johnisrunningquickly

  28. Ancora sull’arbitrarietà (F. de Saussure; E. Benveniste) 1. Arbitrarietà (assoluta): assenza di ragioni naturali, logiche, psicologiche che facciano sì che un dato segno sia così com’è l’esistenza di tante e diverse lingue è la dimostrazione migliore : se i segni non fossero arbitrari, ma fossero strutturati secondo un legame di necessità tra espressione e contenuto, 1. le parole delle diverse lingue sarebbero tutte uguali. Quindi: -Ci sarebbe una sola lingua - Sarebbe immutabile nel tempo (muterebbe solo in quanto muta la realtà) 2. Le parole con stesso suono in lingue diverse designerebbero cose o concetti simili: ma : ing. Loop rumeno lup rumeno boia “paprica” it. Boia rumeno mici “piccoli”, it. “ gatti 2. Arbitrarietà formale: 1. stesso apparato articolatorio e stesso apparato acustico: suoni diversi usati dalle diverse lingue 2. diversa pertinentizzazione delle proprietà dei suoni Spagnolo: a e i o u Italiano : a è è i ò ó u

  29. 3. Arbitrarietà semantica: del rapporto tra la forma e la sostanza del contenuto Ogni lingua ritaglia la materia del contenuto formandola in maniera propria ITALIANO gamba piede braccio mano INGLESE leg foot arm hand RUMENO picior brat mână Russo nogá ruká anisomorfismo L’arbitrarietà consiste nell’accoppiare significati diversi ai medesimi concetti, come se preesistessero alle diverse lingue: le lingue si differenziano tra loro, nel tempo e nello spazio, anche perché la sostanza del contenuto si organizza in modo arbitrario in significati. TUTTAVIA: il principio di arbitrarietà ha dei contrappesi. Infatti, le parole presentano dei collegamenti tra loro: mangio mangiavo benzina benzinaio cirdabile Segni MOTIVATI 1. trasparenza 2. diagrammaticità

  30. Segni MOTIVATI 1. trasparenza 2. diagrammaticità • Criteri obiettivi: • Un segno è tanto più trasparente • 1. quanto più facile è riconoscere e segmentare i suoi componenti • sul piano dell’espressione (tr. Morfotattica) • creazione > creare • leale > lealtà • mangiare > mangiabile • 2. Quanto più facile è assegnare un significato sul piano del contenuto (tr. Morfosemantica) • accendisigari > accendere • gattino > gatto • Un segno è tanto più diagrammatico • quanto più è facile mettere in relazione i componenti dell’espressione coi rispettiv i • componenti del contenuto: • gatti > città • (in gatti si può individuare quale parte del significante veicola il significato di ‘plurale’)

  31. Ancora limiti all’arbitrarietà Ideofoni Onomatopee Raddoppiamento Iconicità sintattica : veni vidi vici • ( BIPLANARITA’ • - ARBITRARIETA) • ONNIPOTENZA SEMANTICA, PLURIFUNZIONALISMO, RIFLESSIVITA • DISTANZIAMENTO E LIBERTA’ DA STIMOLI • TRASMISSIBILITA’ CULTURALE • EQUIVOCITA • DISCRETEZZA (vs. CONTINUITA) • DOPPIA ARTICOLAZIONE • RICORSIVITA’* • *DIPENDENZA DALLA STRUTTURA

  32. Doppia articolazione Articolazione = segmentazione del dato linguistico in unità minori Doppia articolazione: il significante di un segno l inguistico è articolato a due livelli diversi: 1° livello: il significante è organizzato e scomponibile in unità che sono ancora portatrici di significato e che sono riutilizzate (con lo stesso significato) per formare altri segni = PRIMA ARTICOLAZIONE. Non sono ulteriormente scomponibili in parti più piccole dotate di significato 2° livello: le unità minime di prima articolazione (MORFEMI) sono tuttavia scomponibili in ulteriori elementi ma privi di significato e, dunque, non più definibili segni = SECONDA ARTICOLAZIONE (FONEMI) Consente alla lingua grande ECONOMICITA’ (COMBINATORIETA’)

  33. Complessità sintattica: ricorsività e dipendenza dalla struttura Ricorsività: creazione continua di frasi sempre nuove inserendo in una data frase un’altra frase, e poi un’altra ecc.. : Cesare mi ha colpito > I ragazzi dicono che Cesare mi ha colpito > I colleghi credono che i ragazzi dicano che Cesare mi ha colpito……… [i ragazzi del quartiere > i ragazzi del quartiere vicino a casa mia>…] [i colleghi d’ufficio > i colleghi d’ufficio di mio padre> che lavorano con lui da anni >……] Cesare corre > Cesare corre e grida > Cesare corre e grida e suda > Cesare corre e grida e suda e inciampa….. BRANDUARDI: “…e venne il macellaio che uccise il toro che bevve l’acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò”.

  34. Un libro di poesie di Luigi SN SN Det N Sprep SN Prep SN SN N SPrep Det SPrep SN Prep N N SPrep un libro di poesie di Luigi un libro di poesie di Luigi

  35. Le ragazze e le signore con il cappellino SN SN CONG SN SN SPrep Le ragazze e le signore col cappellino

  36. DIPENDENZA DALLA STRUTTURA: operazioni sulle frasi richiedono la conoscenza di una relazione strutturale tra le parole invece che della sequenza lineare Concetto di struttura sintagmatica “il bambino tirava un elefante” The man who is tall is John La formazione di una frase interrogativa in inglese implica il movimento dell’ausiliare della frase principale alla posizione iniziale. Ciò spiega perché (2) è grammaticale mentre (1) non è grammaticale. 1. *Is the man who tall is John? 2. Is the man who is tall John? The man who is here is tall 2. *Is the man who here is tall? 1. Is the man who here is tall? Il movimento consiste nel muovere l’elemento giusto nel sintagma giusto: dipende cioè dalla struttura della frase Principio di dipendenza dalla struttura: nessuna regola sintattica può riferirsi al numero delle parole di una frase o alla posizione di una parola in una sequenza di parole Frase negativa: “la negazione sempre al quarto posto di una sequenza affermativa” <Paolo mangia la pera> <Paolo mangia la no pera> <un amico di paolo mangia la pera> < Un amico di no Paolo mangia la pera> Frase interrogativa: “si forma invertendo l’ordine delle parole della affermativa” <Paolo mangia la pera> <Pera la mangia Paolo> Articolo indeterminativo: “si accorda sempre con l’ultimo nome” “Una bambino mangia una pera” Maria ha parlato ad un amico di Gianni Il capo del governo insulta i dimostranti senza pudore

  37. Definizione di ‘LINGUA’ e princìpi di analisi LINGUAGGIO: capacità propria di tutti gli esseri umani di sviluppare un sistema di comunicazione (con determinate proprietà) Quale il rapporto? LINGUA/E: forma/e specifica/he che questo sistema di comunicazione assume nelle varie comunità Elementi comuni a tutte le lingue: Universali linguistici (es. ricorsività, dipendenza dalla struttura, ecc.) PRINCIPI e PARAMETRI Ordine delle parole • GRAMMATICA UNIVERSALE • (dotazione innata): possiede • princìpi generali (validi per tutte le lingue) • parametri che definiscono, limitandole, • le possibilità di variazione tra una lingua e • l’altra

  38. Weinreich: Una lingua è un dialetto con un esercito e una marina Chomsky: Dietro ad una lingua c’è sempre una bandiera LINGUA Proposta di definizione: “un codice che organizza un sistema di segni dal significante primariamente fonico-acustico, fondamentalmente arbitrario ad ogni loro livello e doppiamente articolati, capaci di esprimere ogni esperienza esprimibile, posseduti come conoscenza interiorizzata che permette di produrre infinite frasi a partire da un numero finito di elementi” Principi generali/dicotomie per l’analisi Sintagmatico-paradigmatico sincronia-diacronia Astratto-concreto (langue-parole) (competenza-esecuzione) cirto/cvardo budinaio-pennamente lo credo di parlare carino-grazioso/alto-basso fonologica morfologica sintattica semantica …??….

  39. Lingua e parola - Competenza e esecuzione Lingua è il sistema linguistico astratto che permette ai singoli atti linguistici (parole) di funzionare Parole: significa il ‘parlare’ sia come azione sia come prodotto di quell’azione. Sono complementari: senza la lingua non esisterebbe la parole e senza la parole non esisterebbe la lingua Competenza: conoscenza delle regole della lingua da parte di ogni parlante in quanto parlante nativo. Appartiene all’individuo, non alla società (lingua), in quanto nessun individuo possiede né usa l’intero sistema linguistico. Ad essa si affianca l’esecuzione, che può essere definita come l’effettiva produzione di enunciati concreti che possono allontanarsi anche in maniera sensibile dal modello della competenza grammaticale Il concetto di competenza si articola su vari livelli (fonologica, morfologica, lessicale, sintattica). A questa si affianca la competenza pragmatica (o comunicativa) che consiste nella conoscenza delle regole che permettono di adeguare gli enunciati ai vari contesti d’uso,

  40. COMPETENZA PRAGMATICA ovvero: “del significato invisibile” SEMANTICA: studio del significato e del riferimento delle espressioni linguistiche PRAGMATICA: studio del modo in cui l’uso del linguaggio influisce sul significato La finestra! Sa che ore sono? Vuole uscire? Sei davvero un amico! Puoi passarmi il sale? Qui dentro fa freddo! PROVERBI Significato letterale/Significato figurato

  41. Vuoi un caffè? • Il caffè mi tiene sveglia • Come è andata? • Tutti fuori SVENDITA BAMBINI E ADOLESCENTI ATTI LINGUISTICI intenzione • - Formazione di una • frase • Intenzione • Effetto/risultato Locutivo Illocutivo Perlocutivo

  42. Una lingua come luogo di omogeneità? VARIABILITA’ e CONTINUUM Una Lingua non è lo Sfero di Parmenide: una, omogenea, immutabile Varietà diamesica Parlato e scritto città/campagna centro/periferia Regioni, ecc. Varietà diatopica Differenze demografiche (età, sesso, classe sociale, livello di istruzione, ecc.) Varietà diastratica Differenze di registro (formale/informale) Varietà diafasica “stili funzionali”

  43. - Minima possibilità pianificazione - Impossibilità di cancellazione - Non permanenza - Incidenza tratti prosodici e mezzi paralinguistici Linearità Immediatezza Mezzo fonico-acustico Tratti caratteristici del parlato Ricorso a mezzi non linguistici Uso di DEITTICI Contesto estralinguistico ? ? Importanza funzione FATICA Possibilità di feed-back Possibilità di riferimento alle (spesso presunte) conoscenze condivise (ENCICLOPEDIA) Compresenza parlanti

  44. - Frammentarietà • Stile nominale • Dislocazioni e topicalizzazioni • Ellissi e brachilogie • Prevalenza di paratassi e di coordinazione • Anacoluti • Esitazioni, pause • CHE polivalente • Lessico generico • Ripetizioni • Segnali discorsivi o demarcativi CORRISPETTIVI LINGUISTICI Diversa struttura sintattica e testuale • Autocorrezioni • Parafrasi • Particelle modali • Tendenza alla ridondanza • Particolare rapporto dell’intonazione con la • sintassi • - Forte deitticità Strategie di autoriparazione implicite ed esplicite

  45. Fonetico e fonologico Morfologico Sintattico Semantico Livelli d’analisi (cioè, esame degli elementi che compongono l’effettiva organizzazionedellinguaggio) • Fonetica e Fonologia (2° articolazione) • Morfologia • (1° articolazione) • 3) Sintassi SIGNIFICANTE SEGNO SIGNIFICATO 4) Semantica

  46. I SUONI DELLE LINGUE FONETICA e FONOLOGIA Foni, Fonemi, Allofoni Apparato fonatorio Tratti distintivi Classi e classificazione dei suoni Suoni e grafia Processi fonologici e tipi di regole DISLESSIA

  47. Cielo, cieco, igiene, ecc. “PRONUNCIA” Alcune grammatiche tradizionali giustificano le convenzioni ortografiche con delle aberrazioni fonetiche e fonologiche: unica giustificazione LA STORIA Cfr. anche “terminologia impressinistica” sc, sci q, c, ch giro bachi quadro g, gh gl sc, sch ghiro baci e s c, ci gn foglio glicine o z g, gi

  48. Toscano Zio azione forza calza danza Zero azzurro verza Bolzano sbronza RAZZA RAZZA Toscano Chiese “luoghi di culto” Chiese “domandò” Fuso “part. pass.” Fuso “arnese per filare” Botte Colto Volto Porci o/ho Accetta Affetto Venti e/è Cero/c’ero Affittasi risurrezione

  49. Anticipatoria scarpa, svelto/ irresistibile, collegare Perseverativa cats, dogs Bidirezionale casa, fuso, asta ASSIMILAZIONE e DISSIMILAZIONE Ci si pettina CANCELLAZIONE e INSERZIONE Tavolino Un arbusto Son tornati, andar via (troncamento) Cittadino amalfitano Colgo-cogli Scelgo-scegli COALESCENZA Scelgo–sceglievo Colgo-coglievo Disegna anitre RIDUZIONE e RAFFORZAMENTO Ironia-ironico Angelo -angelico Perché(p)parti?

  50. FENOMENI SOPRASEGMENTALI, Come posso fare da solo? / Come? Posso fare da solo? Capito / Capìto / Capitò Sei riuscita a vederla / Sei riuscita a vederla? La vecchia( …)legge(….) la regola La MAMMA lavora La mamma LAVORA Funzione pragmatica. FOCUS PARALINGUISTICI, BRAAAAAAAAAAVO! e EXTRALINGUISTICI

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