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CORSO DI SOCIOLOGIA URBANA a.a. 2008-2009

CORSO DI SOCIOLOGIA URBANA a.a. 2008-2009. Docente: Maurizio Ambrosini Testo di riferimento: A.Mela, Sociologia delle città (nuova edizione), Ed. Carocci, Roma 2006 Per i non frequentanti si aggiunge: M.Ambrosini, Scelte solidali, ed. Il Mulino, 2005. La sociologia urbana e la città (cap.1).

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CORSO DI SOCIOLOGIA URBANA a.a. 2008-2009

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  1. CORSO DI SOCIOLOGIA URBANAa.a. 2008-2009 • Docente: Maurizio Ambrosini • Testo di riferimento: • A.Mela, Sociologia delle città (nuova edizione), • Ed. Carocci, Roma 2006 • Per i non frequentanti si aggiunge: • M.Ambrosini, Scelte solidali, ed. Il Mulino, 2005

  2. La sociologia urbana e la città (cap.1) • Prima definizione generale: una linea di ricerca, nel quadro delle discipline sociologiche, che si interessa della città nei suoi aspetti sociali • La città: un insediamento di popolazione che vive e agisce in un ambiente costruito • La città è un sistema tutto intero: un sistema sociale globale (non un sottosistema, o un campo di attività sociale)

  3. La specificità della sociologia urbana • Tratto caratteristico della sociologia urbana è la concentrazione dell’attenzione sulla dimensione spazio-temporale • Parla di fenomeni che hanno luogo in precisi punti dello spazio e del tempo, sono condizionati da risorse e vincoli ambientali, e contribuiscono a trasformarli • È una disciplina con confini sfumati, contigua con parecchie altre (geografia, antropologia culturale, ecc.)

  4. Due tradizioni • Tradizione americana. Scuola di Chicago: applicazione allo studio della città di concetti e principi desunti dall’ecologia animale e vegetale. • Tradizione europea-continentale. Risale al dibattito su società tradizionale/ moderna, comunità/ società. Identifica la città come luogo della modernità. Mantiene contatti più stretti con la riflessione filosofica • In particolare, in ambito francofono si consolida (aa. 60-70) un filone critico di derivazione marxista

  5. Comunità/società • Comunità: designa uno stato dei raggruppamenti sociali in cui predominano rapporti diretti e informali, fondati su una determinante affettiva, in cui l’integrazione fra gli individui viene facilitata da un senso di solidarietà e appartenenza (rif. a Tönnies). • Società: ne è l’antitesi (“entità artificiale e meccanica”), ed è conseguenza della modernizzazione • Rovesciamento della coppia status/ contratto (Maine) • Diversità rispetto a solidarietà meccanica/ organica (Durkheim) • Opposizione campagna/ città e suo superamento (“rural-urban continuum) (M e R)

  6. Due campi di discussione 1) Transizione dal moderno al post-moderno e ruolo del fenomeno urbano 2) Importanza persistente di fenomeni tipici della cultura comunitaria (per es. fiducia, rapporti di reciprocità, mutuo aiuto, ecc.)

  7. La città nei classici della sociologia • In Weber la città è uno stabile insediamento di mercato, caratterizzato quindi dallo scambio economico. Si diffondono le azioni razionali rispetto allo scopo, che prevalgono su forme di agire tradizionale o affettivo • In Simmel la metropoli moderna è dominata dall’economia monetaria, con effetti spersonalizzanti (“filosofia del denaro”) • Ritmi di vita intensi, nevrotici, soggetti a continui stimoli • Contatti sociali numerosi ma superficiali

  8. Campi di ricerca della sociologia urbana • 1) dimensione economica della città • 2) dimensione politica e struttura sociale della città (luogo di organizzazione degli interessi collettivi) • 3) dimensione culturale della vita urbana • 4) dimensione ecologica della città (distribuzione di gruppi e attività nei diversi spazi urbani)

  9. Termini e concetti (M. e R.) • Inurbamento: migrazione dalle campagne alle città • Urbanizzazione: conseguenza strutturale dell’inurbamento: aumento della quota di popolazione che vive in città. Si distingue: • U. primaria: quella che deriva dallo sviluppo economico delle città • U. secondaria: avviene di riflesso, senza un corrispondente sviluppo economico • Urbanesimo: si riferisce agli atteggiamenti e stili di vita, e si collega alla modernizzazione • De-urbanizzazione (o contro-urbanizzazione): movimento di abbandono delle città

  10. Diffusione urbana • Suburbanizzazione: aree rurali si trasformano in residenziali, diventano sobborghi o periferie • Conurbazione: espansione di una città preminente, che assorbe i centri minori • Rurbanizzazione: nuovi stili di vita, che mescolano città e campagna • Agglomerazione urbana: qualunque insieme denso e continuo di insediamenti con i tratti culturali dell’urbanesimo • Area ( o regione) metropolitana: relazione tra espansione e struttura gerarchica del sistema urbano (M e R)

  11. Evoluzione ed attualità del fenomeno urbano (cap.2) • Due grandi momenti “rivoluzionari” nella storia dello sviluppo delle società umane • Il primo: la rivoluzione neolitica e lo sviluppo dell’agricoltura (8-7.000 a.C.). Si pongono le basi per la nascita delle prime città. Tre fattori: aumento della produzione alimentare, disponibilità di surplus, sedentarizzazione della popolazione • Fattori politici e culturali: formazione dei primi grandi imperi, invenzione della scrittura • Nel mondo antico e medioevale, fino alla rivoluzione industriale, il mondo urbano resta minoritario (10-12% della popolazione): un’eccezione, seppure importante

  12. L’urbanesimo nel mondo moderno • Secondo momento di trasformazione: la rivoluzione industriale (dal se. XVIII) • Crescita della popolazione, della produttività del lavoro, della popolazione non agricola • La rivoluzione industriale pone le basi per la concentrazione della popolazione nelle città • Nel corso dell’800, insediamenti industriali e grandi opere civili (ferrovie) trasformano la forma fisica delle città • Nuovi rapporti città-campagna: i confini si sfumano, i modi di vita delle città influenzano l’ambiente extraurbano • Nel ‘900, accelerazione dell’urbanesimo a livello planetario (l’eccezione diventa l’ambiente rurale) • Oggi, nei paesi più sviluppati, due terzi circa della popolazione vive in città ( e la metà di questi in agglomerati con +500.000 ab.)

  13. Città come sistemi sociali • Le città sono sistemi sociali definiti su base territoriale. • Caratteri: a) inerzia territoriale (capacità di sopravvivere modificandosi); si spiega come risposta al bisogno antropologico di identificare elementi significanti nel territorio. Insediamenti urbani come tentativi di messa in ordine dell’universo: mantengono il loro significato simbolico b) struttura di centralità: concatenazione ordinata di manufatti e paesaggi significanti, su cui si fondano i processi di identificazione dei contesti e di costruzione delle appartenenze. Significato dei “centri storici” come insiemi densi di manufatti con alti significati culturali. Città “naturale” europea, contrapposta alla “città politica” delle colonie americane (M e R)

  14. La città europea (VH) • Distinta morfologia: forma compatta e densamente costruita attorno a un’area centrale, di rilevante significato simbolico • Longevità e continuità temporale(30% romane, 30% altomedioevali) • Appartenenza a un sistema urbano molto denso • Grande incidenza di città di piccole e medie dimensioni • Ondate di urbanizzazione: a) età antica e romana; b) età medioevale; c) età moderna (dal ‘500) • Sistemi urbani monocefali e policefali (VH)

  15. L’urbanesimo planetario • Nel XX secolo, l’urbanesimo diventa planetario, e non sempre si collega con lo sviluppo economico • Rallentamento della crescita urbana nei paesi sviluppati, contro la forte crescita delle metropoli asiatiche e africane • Nelle previsioni al 2030, tra le dieci maggiori città ne resteranno solo due di paesi sviluppati (Tokyo e New York)

  16. Perdita di rilevanza della dimensione urbana? • Le metropoli come epicentri della globalizzazione • Le città evolvono in forme diverse dal passato: dalla forma compatta all’urbanizzazione diffusa • Deconcentrazione demografica dei nuclei centrali (in molti casi) • Riduzione dello spazio rurale (e agricolo): ciò che sta fuori dai centri urbani è un altro modo di essere città o di soddisfare esigenze urbane (commercio, loisir) • Il modello dell’insediamento urbano tende a generalizzarsi. Paradosso: perdita di evidenza della città, che non ha più confini certi • Città come cosmopoli (città-mondo): il mondo sviluppato si urbanizza; la città riflette il mondo • Fine della significatività della città? Spostamento dallo spazio dei luoghi a quello dei flussi (Castells)? Azione “sradicata” dai contesti; mobilità dei capitali e delle imprese

  17. Le ragioni della città • Le città continuano ad essere protagoniste, e lo sono sempre più. Concentrano potere economico, acquistano autonomia politica, sono nodi del sistema informativo e culturale, hanno un ruolo crescente nell’immaginario collettivo, dove simbolizzano realtà e desideri • Tre orientamenti: • 1) radicamento spaziale delle attività socio-culturali (musei, università, ecc.): nella città si sedimentano fenomeni sociali di lungo periodo • 2) le città come nodi significativi di una rete globale, in cui si combinano vari tipi di risorse • 3) le città come ambienti artificiali (=costruiti) di elevata complessità, come prodotto di un complesso adattamento

  18. Economia e società urbana (cap.3).L’urbanesimo nel mondo • La natura dell’urbanesimo e i trend che lo riguardano assumono caratteri molto diversi nel Nord e nel Sud del mondo • Lo stesso termine città non ha un significato univoco: nasconde una varietà di situazioni • Due ordini di fattori spiegano le diversità: 1) il rapporto dell’urbanesimo con la storia; 2) la divisione internazionale del lavoro

  19. Divisione internazionale del lavoro e fenomeni urbani • Aree forti del centro dell’economia internazionale • Aree deboli del centro • Nuove aree industriali (per es., Estremo Oriente) • Aree dell’Europa Orientale • Aree semiperiferiche del Sud • Aree periferiche del Sud (per es., Africa)

  20. L’urbanesimo nel Sud del mondo: le teorie • Due tradizioni teoriche: a) teoria della modernizzazione: visione liberale dello sviluppo, città come luogo della modernità; b) teoria dello sviluppo ineguale e dialettica centro-periferia • Un’altra concezione: critica dell’idea convenzionale di sviluppo, proposta di uno sviluppo endogeno ed ecocompatibile, ricerca di nuovi indicatori (sviluppo umano) (approccio normativo allo sviluppo)

  21. Cause della crescita urbana nei paesi del Sud • Due tipi di cause: a) destrutturazione delle aree rurali (fattori espulsivi): crescita demografica, modernizzazione agricola ; b) attrattività dei centri urbani (fattori di richiamo): attività economiche, servizi sanitari ed educativi, stili di vita (diminuzione del controllo sociale) • Va tenuto presente anche il ruolo delle reti sociali, a partire dalla parentela, che aiutano a insediarsi (come per le migrazioni internazionali) • Meccanismo della lotteria • Carattere frammentario delle attività economiche delle città del Sud del mondo • Doppio circuito urbano: attività moderne e collegate ai paesi del Nord e attività informali a carattere locale • Comparti dell’economia informale: a) attività fuori mercato, mutuo aiuto (economia morale); b) produzione di beni e servizi non codificati • Altra cosa sono le attività illegali

  22. Cicli economici e innovazione tecnologica • Andamento ciclico dello sviluppo: “onde lunghe” (circa 50 anni) • Ogni onda lunga si disaggrega in quattro fasi: 1) fase innovativa; 2) fase espansiva; 3) fase della maturità; 4) fase della stagnazione • Innovazioni di prodotto e di processo • Forte correlazione tra crescita industriale e crescita delle città • Cicli dello sviluppo: 1) ciclo della prima meccanizzazione (1770-1840); 2) ciclo basato sul vapore e sulle ferrovie (1840-90); 3) ciclo basato sull’energia elettrica e l’industria pesante (1890-1940); 4) ciclo basato sulla produzione di massa “fordista” (1940-1990) (Freeman)

  23. Cicli economici e sviluppo urbano • Ogni ciclo economico di lungo periodo riplasma il volto della città e ne trasforma i connotati sociali • Occorre però che i nuovi stimoli siano metabolizzati dal sistema urbano e integrati con i caratteri sedimentati della città • Valore relativo di etichette come “città fordista” • Altre categorie: a) città amministrative; b) città con specializzazioni permanenti; c) capitali regionali marginali

  24. Modello produttivo “fordista” e ruolo della città • La grande città è il fuoco principale di irradiazione del modello fordista (grandi fabbriche con produzione di massa) • L’esigenza di concentrazione delle attività produttive porta ad appoggiarsi a grandi città (“economie di urbanizzazione”): bacini di manodopera, mercati di sbocco, centri di fornitura di vari servizi (tra cui la formazione), sedi di imprese complementari • Lo sviluppo industriale fordista ha un carattere polarizzato: imprese egemoni e imprese satelliti, poli di sviluppo in continua crescita demografica • Gravi costi sociali: immigrazione massiccia, inurbamento, pendolarismo, espansione urbana, costruzione frettolosa di nuovi quartieri di bassa qualità

  25. L’economia della città contemporanea • Definizioni “per differenza”: postfordista, postindustriale, postmoderna…. 1. Centralità delle tecnologie microelettroniche e della comunicazione a distanza 2. Enfasi in positivo sulla “società dell’informazione”: l’elemento decisivo è immateriale 3. Superamento delle rigidità del modello fordista, ricerca di flessibilità organizzativa 4. Superate (parzialmente) le strategie basate sulle economie di scala e di localizzazione, enfasi sulle economie di scopo (o di diversificazione) 5. Compresenza di spinte centrifughe e centripete 6. Crescita delle relazioni tra i luoghi: dagli spazi ai flussi

  26. Le implicazioni spaziali • Imprese ancora maggiori da un punto di vista finanziario, ma decentrate e frammentate dal p.d.v. produttivo • Compresenza di spinte centripete (per i servizi qualificati) e centrifughe (per le attività industriali) • Spazio come insieme di flussi, anziché di luoghi (M.Castells) • Globalizzazione e strutturazione a rete dell’economia su scala internazionale: vincoli di complementarità su scala mondiale, anziché urbana

  27. Città globale (S.Sassen) • È la città egemonica del nuovo ordine mondiale: 1) luogo di potere economico; 2) localizzazione chiave delle imprese di servizio e delle attività finanziarie; 3) luoghi della produzione nei settori di punta; 4) mercati per i prodotti e le innovazioni • Concentrazione di fasce professionali qualificate e ad alto reddito (singoli e famiglie a doppia carriera) • Ma il lavoro ricco ha anche bisogno di lavoro povero: per la manutenzione delle infrastrutture e per la fornitura dei servizi personalizzati richiesti dalle fasce privilegiate (gastronomie, lavanderie, taxi, colf, baby-sitter, ecc.) • Tendenziale polarizzazione della struttura di classe (forma a clessidra) • Sviluppo di un settore manifatturiero degradato (sweatshop nelle metropoli americane; segnali analoghi in ambito europeo)

  28. La città mediterranea • Contrasto con il ritratto della città globale • Precoce sviluppo urbano incide tuttora • Relativa indipendenza della città dall’industria • Vita all’esterno della casa (e in tuguri) • Spontaneismo dello sviluppo urbano: sovraurbanizzazione, speculazione • Movimenti popolari e fenomeni di squatting • Distribuzione simile alla città preindustriale concentrica: residenze borghesi al centro • Predominanza di strutture edilizie verticali • Maggiore promiscuità tra attività e gruppi sociali (patchwork spaziale di attività e schema di differenziazione verticale) (Me R)

  29. Trasformazioni delle metropoli • Tesi dell’americanizzazione delle città europee • Per contro: improprio parlare di “ghetti”; persistenza dei ceti medi; minor crescita del proletariato dei servizi • Differenza tra metropoli europee e americane: concentrazione delle classi abbienti in centro; minore polarizzazione e segregazione sociale; maggiore impegno pubblico contro la segregazione (VH)

  30. Quanto conta ancora la prossimità? • Diminuisce l’importanza della prossimità spaziale con altre attività urbane? (dipende) • Distinzione tra attività di base (beni e servizi per un mercato ampio) e attività di servizio (essenzialmente per il mercato locale) • Nel primo caso, reticolarizzazione dell’economia internazionale; nel secondo il locale è vincolante • Per alcuni, la città contemporanea non è più un sistema economico integrato (caso della finanza) • Per altri, il carattere sistemico non è venuto meno, ma si è modificata la natura delle relazioni che lo determinano • Duplice natura della città: compresenza di nodi di reti globali e di un sistema economico locale • Caso dei servizi alle persone (e alle infrastrutture…)

  31. Reti telematiche e interazione diretta • Attenuazione dei vincoli spaziali per alcuni tipi di attività e sviluppo di reti globali: oltre alla finanza, caso della comunicazione e dei mass media • Compressione spazio-temporale • Sviluppo delle interconnessioni telematiche a livello mondiale; ma solitamente i contatti telematici si aggiungono a quelli interpersonali • Caso del telelavoro: più che lavoro a distanza, integrazione tra diversi modi di lavorare, che favorisce mobilità, flessibilità, integrazione in rete • Lo spazio reticolare non è neppure privo di gerarchie o di squilibri

  32. Fattori di concentrazione urbana delle attività economiche • Sono di due tipi: interazioni dirette e dotazioni infrastrutturali • 1) importanza delle relazioni personali e del contatto con il singolo esperto o professionista, specie nelle attività innovative. I grandi professionisti hanno sede nelle grandi città. Attività innovative e ristretti gruppi interagenti di soggetti creativi • 2) presenza nelle città di infrastrutture, istituzioni, servizi: possibilità di interagire con centri di ricerca, laboratori, università. Attrattività ricreativa e culturale • “Regioni-C” (Anderson): conoscenza, creatività, opportunità culturali, comunicazione • Concetti di milieu innovateur e polo tecnologico

  33. Economia e strutture comunitarie • Implicazioni tra economia di mercato e strutture comunitarie (economia domestica, sommersa, solidaristica, ecc.) • Caso dei distretti industriali (“industrializzazione senza fratture”, “mercato comunitario”) • La “Terza Italia” (o NEC) • Caso dei quartieri e delle economie “etniche” (M e R) • Concetto di embeddedness (incorporazione, radicamento…) dell’attività economica in contesti sociali

  34. Commercio e città • Città come sede di servizi di varia natura • Commercio come elemento specifico della vita urbana nella storia e fattore di trasformazione culturale • Andamento a U dell’importanza delle attività commerciali nell’economia urbana: offuscato dal fordismo, riemerge con la sua crisi (riutilizzo di spazi industriali vuoti)

  35. Lo spazio del mercato • Mercato come elemento strategico per la fondazione della città moderna. • Importanza dello spazio del mercato per il progetto di città. Dall’esterno all’interno delle mura. Dalla separatezza all’integrazione. • Nuove forme di mercato: i centri commerciali e la proposta dell’acquisto come “esperienza”. Imitazione dei sistemi urbani e rovesciamento del rapporto tra città e mercato

  36. Tendenze del commercio • Modernizzazione del commercio, con l’articolazione di punti vendita di vari formati • Tendenza localizzativa verso le aree esterne alle città (specie per i formati maggiori) • Rischio di impoverimento del tessuto commerciale delle aree urbane • Costituzione di centri commerciali naturali • Specializzazione dell’attività commerciale di particolari zone della città: formazione di distretti commerciali (il “quadrilatero della moda” a Milano)

  37. Il turismo urbano e il city marketing • Tentativo di valorizzazione turistica anche di città specializzate in passato in altri settori • Ricorso a grandi architetti, lancio di nuovi beni culturali, valorizzazione di tradizioni enogastronomiche • L’organizzazione di grandi eventi come strategia promozionale • Il city marketing: insieme di iniziative volte a promuovere l’immagine di una città

  38. Il locale come livello strategico: Marketing urbano e territoriale • MKT urbano e territoriale: insieme di azioni orientate a promuovere l’immagine di un territorio allo scopo di attrarre risorse di vario tipo • Tende a compensare la riduzione di flussi finanziari dal centro (livello statuale) e a riflettere l’accresciuta interdipendenza fra attori e territori • Tendenze alla elasticizzazione dei confini: spostamento delle strategie e coalizioni oltre i confini nazionali (M e R)

  39. Città come attori competitivi • Città come attori competitivi: i sistemi urbani tendono a diventare soggetti di mercato orientati alla massimizzazione di risorse e opportunità in situazione di concorrenza (M e R) • Condizioni per la capacità attrattiva di un territorio (dalle istituzioni educative alla qualità dell’ambiente locale) • Effetti di degerarchizzazione (tra regioni e Stati) e ri-gerarchizzazione (nei rapporti tra locale e globale) • Nuove reti sistemiche e nuove formule gerarchiche per la costruzione di coalizioni vincenti

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