1 / 44

“LA SAPIENZA” Università di Roma Com. Paritetico sul Fenomeno Mobbing

“LA SAPIENZA” Università di Roma Com. Paritetico sul Fenomeno Mobbing. “Mobbing” Due giornate di studio 9-10 novembre 2010 “Il disagio psicologico lavorativo: prevenzione e trattamento” Dr. Francesco Chicco. Azienda USL Roma C Dipartimento di Prevenzione. Serv. Prevenzione

Download Presentation

“LA SAPIENZA” Università di Roma Com. Paritetico sul Fenomeno Mobbing

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. “LA SAPIENZA” Università di RomaCom. Paritetico sul Fenomeno Mobbing “Mobbing” Due giornate di studio 9-10 novembre 2010 “Il disagio psicologico lavorativo: prevenzione e trattamento” Dr. Francesco Chicco

  2. Azienda USL Roma CDipartimento di Prevenzione Serv. Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro CENTRO DI PREVENZIONE E TRATTAMENTO DEL DISAGIO PSICOLOGICO NEI LUOGHI DI LAVORO Responsabile: dott. Francesco Chicco

  3. I mutamenti avvenuti nel mondo del lavoro negli ultimi decenni hanno fatto emergere i cosiddetti "rischi psicosociali": lo stress, il mobbing, la violenza, la depressione, il suicidio. OSSERVATORIO EUROPEOSUI RISCHI (2007)

  4. LO STRESS ALLA BASE DEL DISAGIO LAVORATIVO “Lo stress legato alla attività lavorativa si manifesta quando le richieste dell’ambiente di lavoro superano le capacità del lavoratore di affrontarle e controllarle” (definizione della Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro)

  5. DISAGIO PSICOLOGICO LAVORATIVO Si intende quella condizione psicologica disadattiva e di sofferenza, in cui si trova un lavoratore, a causa di ostacoli esterni (legati al contesto e/o al contenuto del lavoro), che gli impediscono di realizzare i suoi compiti a pieno e con soddisfazione.

  6. VISIONE GLOBALE • Il disagio psicologico dei lavoratori è da noi considerato in una visione globale, che tiene strettamente legati i due termini della relazione: da una parte la persona con il suo disagio e la sua sofferenza, dall’altra l’ambiente di lavoro con le sue disfunzioni, le sue contraddizioni organizzative e il suo potenziale patogeno.

  7. SERVIZIO PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO (S.Pre.S.A.L.) È all'interno del Dipartimento di Prevenzione di ciascuna ASL E' un organo di vigilanza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

  8. IL CENTRO ALL’INTERNO DELLO SPRESAL • Lo S.Pre.S.A.L. è il luogo in cui vanno ricondotti i problemi legati ai rischi lavorativi. • Lo S.Pre.S.A.L. ha la prerogativa istituzionale di accedere ai luoghi di lavoro con funzioni di vigilanza.

  9. COMPOSIZIONE DEL CENTRO 1 Psicologo clinico e del lavoro (Resp.) - Collaboratori interni allo S.pre.s.a.l. 2 Medici del lavoro (Resp. delle due U.O.) - Collaboratore esterno allo S.pre.s.a.l. 1 Psicologa clinica e psicoterapeuta (1g/s)

  10. MISSION DEL CENTRODuplice obiettivo • Offrire ascolto e sostegno ai lavoratori in difficoltà • Individuare e rimuovere, all’interno dei luoghi di lavoro, i fattori di rischio o le criticità

  11. PROCEDURE DEL CENTRO • Attività ambulatoriale • Studio di soluzioni • Interventi in azienda (S.Pre.S.A.L.)

  12. PRIMO COLLOQUIO • Anamnesi lavorativa con particolare riferimento alla vicenda “causa” del disagio • Valutazione delle condizioni psicologiche • Sintesi delle criticità • Ricerca di una possibile soluzione

  13. COLLOQUI PSICOTERAPICI DI SOSTEGNO Finalizzati a: • Far acquisire consapevolezza di sé in relazione alla vicenda lavorativa • Favorire una adeguata gestione emotiva • Ripristinare una condizione di autostima • Evitare dinamiche disfunzionali • Individuare eventuali necessità terapeutiche

  14. INTERVENTI IN AZIENDA • Tale operatività è riservata ai lavoratori di aziende appartenenti al territorio della ASL Roma C. • Il territorio comprende quattro Municipi, in zone centrali e periferiche, con una popolazione residente di circa 600.000 abitanti

  15. A) FATTORI DI RISCHIO DA STRESS IN AZIENDA INTERVENTO DIRETTO DEL SERVIZIO

  16. B) CRITICITA’ IN AZIENDA SEGNALAZIONE AL MEDICO COMPETENTE CONVOCAZIONE DEI SOGGETTI AZIENDALI

  17. PER LAVORATORI DI AZIENDE FUORI TERRITORIO SI INDIRIZZA LA PERSONA • al Medico comp. aziendale • allo S.PRE.S.A.L. comp. per territorio

  18. SVILUPPO ATTIVITA’ CENTRO STRESS LAVORO - CORRELATO • Contribuire, nell’attività di vigilanza dello S.pre.s.a.l. e in base a parametri di riferimento, all'esame delle valutazioni del rischio stress lavoro-correlato e delle misure correttive adottate dalle aziende.

  19. ALCUNE CONSIDERAZIONI • Il Centro per la sua mission si rivolge a un particolare target di utenti • L’utenza è molto variegata • Assenti i lavoratori atipici (precari) • Disagio in aziende o istit. “insospettabili” • Emarginazione dei talenti

  20. Ipotesi sull'origine del disagio (dalla osservazione dei casi trattati) • un lungo periodo di adattamento e benessere, interrotto da un disagio originatosi negli ultimi due- tre anni, a seguito di variazioni nel contesto lavorativo, orientaper un disagio prodotto dal luogo di lavoro; • un disadattamento insorto quasi subito dopo l’assunzione al lavoro e protrattosi nel tempo e in diversi contesti propende per una problematica personale “agìta” nelle relazioni lavorative.

  21. Alcune tipologie Disagio da conflittualità Disagio e burnout Disagio da stress organizzativo Disagio da mobbing Disagio di fine carriera I suicidi sul lavoro

  22. DISAGIO DA CONFLITTUALITA’ Alla base di ogni conflittualità c’è un gioco di potere: - Il gioco di chi definisce la relazione, affermando il suo potere.

  23. DISAGIO DA CONFLITTUALITA’ Varie reazioni al conflitto: • Lo si evita, facendo finta di niente • Si lascia correre e la si dà vinta • Si cerca un compromesso • Si ingaggia una lotta furibonda E’ motivo di grande sofferenza

  24. DISAGIO DA CONFLITTUALITA’ Fenomeno in aumento: • Comportamenti aziendali con scarsa coerenza e trasparenza • Difficoltà delle persone a lavorare insieme • Incapacità di gestione del conflitto, da parte dei capi di 1° e 2° livello • Spesso problemi personali fanno da innesco Dai conflitti al mobbing il passo è breve

  25. DISAGIO DA CONFLITTUALITA’ • Molti lavoratori vivono l’azienda “come se” fosse UNA GRANDE FAMIGLIA • Delusioni dietro l’angolo • Da queste osservazioni nasce il progetto di informare la nuova generazione dei lavoratori (“apprendisti”) sui rischi da stress lavorativo

  26. DISAGIO E BURNOUT Varie definizioni (convergenti): • Reazione emotiva di esaurimento in seguito a carichi e ritmi eccessivi di lavoro • Perdita di interesse per le persone con cui si lavora a seguito di stress lavorativo (Maslach) • Ritiro psicologico dal lavoro, per stress eccessivo, con demotivazione, distacco e cinismo (Cherniss)

  27. DISAGIO E BURNOUT Illustrazione di un caso (call center): • dalla segnalazione • all’intervento sul luogo di lavoro. Conclusione positiva

  28. DISAGIO E MOBBING • Il mobbing è una forma di molestia o violenza psicologica • Viene esercitata quasi sempre con finalità lesive • Viene ripetuta nel tempo e con varie modalità • Si manifesta con azioni persecutorie contro la persona, la sua funzione, il ruolo

  29. DISAGIO E MOBBING • Conseguenza di queste azioni è l’emarginazione o l’estromissione dal lavoro • Tale violenza può essere esercitata da chiunque contro chiunque • Reale rischio lavorativo in qualunque contesto lavorativo • Due tipi di mobbing: strategico e relazionale • Effetti dannosi che può provocare: disturbo dell’adattamento e disturbo p/t da stress

  30. DISAGIO E MOBBING • Illustrazione di due casi: - uno riguardante il mobbing strategico (con aspetti relazionali) - l’altro riguardante esclusivamente il mobbing relazionale • Ambedue hanno richiesto l’intervento in azienda, con risultati.

  31. DISAGIO E MOBBING Alcuni casi di emarginazione verso donne neo spose o neo mamme (in ambito lavorativo privato)

  32. DISAGIO DI “FINE CARRIERA” • Lasciare il lavoro a fine carriera per molti è un “trauma” • Spesso si associa a stili aziendali poco rispettosi • Alcune persone vivono il pensionamento come “salto nel buio” • Vissuti depressivi e crisi di identità

  33. DISAGIO E SUICIDI SUL LAVORO Un tabù moderno: i suicidi sul lavoro I suicidi sul lavoro: il caso “Francia” All’origine di alcuni suicidi, un forte stress per sovraccarico lavorativo

  34. A PROPOSITO DI UN CERTO MANAGEMENT • Alcune considerazioni, per capire come sia possibile che il disagio psicologico lavorativo, caratterizzato in questo caso da forte depressione, possa portare il lavoratore a reazioni estreme fino al suicidio

  35. A PROPOSITO DI UN CERTO MANAGEMENT Contributo di C. Dejours Condizioni degradate nei luoghi di lavoro: - Tessuto sociale lacerato da un management aggressivo - Solitudine in cui si trovano i lavoratori • Serie di fattori avversativi - Competizione fra i lavoratori (antitesi della solidarietà)

  36. A PROPOSITO DI UN CERTO MANAGEMENT • Contributo di M. Marzano: nelle grandi aziende un certo tipo di management sta utilizzando una strategia di pensiero manipolativa, che travalica il recinto aziendale, per invadere la sfera privata e personale dei lavoratori

  37. A PROPOSITO DI UN CERTO MANAGEMENT Le aziende ora si propongono come istituzioni capaci di - trasmettere valori - rappresentare punti di riferimento - favorire la realizzazione personale degli individui Un meccanismo perverso: “solo attraverso il lavoro ci si realizza nella vita”

  38. A PROPOSITO DI CERTO MANAGEMENT “Umanesimo di facciata” Ai manager interessa sfruttare la voglia di “senso” e di benessere dei lavoratori per realizzare gli obiettivi aziendali

  39. A PROPOSITO DI CERTO MANAGEMENT Qual è il rischio? • Può succedere che alcuni lavoratori, indottrinati da tale ideologia, sviluppino una forma di dipendenza dall’azienda, dedicandole più tempo e più energie. • Con il tempo non ci si accorge più dell’azione manipolatrice cui si è stati sottoposti (assuefazione)

  40. A PROPOSITO DI CERTO MANAGEMENT Quale è il pericolo? Se tutto ciò si verifica e funziona bene, in caso di errori, ritardi, rischi mal gestiti, il lavoratore cadrà in uno stato di sconforto e di angoscia: - sentirà di aver fallito - sentirà di aver tradito la fiducia - sentirà di non essere all’altezza - e in qualche caso deciderà di farla finita

  41. UN CASO SPECIALE Una favola sul mobbing: “I tre garofani”, racconto spagnolo tratto da un'opera di M.L. von Franz

  42. CONCLUSIONI La valutazione del rischio stress lavoro correlato può portare a una flessione dei casi di disagio psicologico sul lavoro • nell’immediato • a medio e lungo termine

  43. CONCLUSIONI “Poiché i monaci buddisti sostengono che tutte le cose sono impermanenti e quindi transitorie, i medici dovrebbero studiare il modo per estirpare le malattie prima ancora che insorgano. Dedicarsi alle pratiche salutiste quando si è già ammalati, è una azione tardiva, ardua e vana”. Y. Tsunetomo “Il codice dei samurai” (1716)

  44. Grazie della attenzione. Azienda USL Roma C Servizio Pre.S.A.L. CENTRO DI PREVENZIONE E TRATTAMENTO DEL DISAGIO PSICOLOGICO NEI LUOGHI DI LAVORO Via del Casale de Merode, 8 - 00147 Roma tel. 0651003784 e-mail: chicco.francesco@aslrmc.it

More Related