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L’osservazione di sé

L’osservazione di sé. Autostima, autoefficacia e comportamenti prosociali /aggressivi. Come cambia, nel crescere, la percezione che un bambino ha di se’ ?. Autoconsapevolezza.

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L’osservazione di sé

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Presentation Transcript


  1. L’osservazione di sé Autostima, autoefficacia e comportamenti prosociali/aggressivi

  2. Come cambia, nel crescere, la percezione che un bambino ha di se’?

  3. Autoconsapevolezza • Ho 3 anni e vivo in una grande casa… Ho gli occhi azzurri e un gattino rosso… Voglio tanto bene al mio cane Skipper… Non ho paura. Non ho mai paura! Sono sempre felice. Ho i capelli neri… Sono molto forte. • Quest’anno faccio la quarta e sono molto popolare fra i miei compagni… È perché sono gentile con le persone e so tenere i segreti, anche se, a volte, quando sono di cattivo umore, dico cose che possono essere un po’ cattive. A scuola mi sento brava in certe materie come Inglese, Educazione Artistica, Storia e Geografia… E invece faccio fatica in Matematica e Scienze… Anche se in queste materie non vado bene, come persone mi piaccio. Adattato da Harper, 1999, p.37, 48

  4. Quali differenze nelle due rappresentazioni? • Tratti esteriori vs. interiori • Uso di termini totalizzanti vs. relativi • Isolamento vs. confronto

  5. Autostima • Piaget: stadio delle operazioni concrete  sperimentarsi nello stabilire graduatorie, fare confronti, anche su bravura e popolarità • Valutazione delle proprie capacità, giudizi sulla propria persona: sviluppo dell’autostima valutarsi positivamente o negativamente nel confronto con gli altri • Erickson: crisi della media fanciullezza dominata dalla polarità industriosità/senso di inferiorità: da qs. Ultimo nasce il desiderio di lavorare per migliorarsi • Nella crescita impariamo a legare l’autostima a più abilità diverse

  6. Autostima e valori • “Sono bravo” “Non sono bravo”: che valore ha per me? • Il giudizio negativo mina l’autostima se è relativo ad un aspetto considerato veramente importante • Sottovalutazione o sopravvalutazione  quando l’autostima è distorta

  7. Le due forme di distorsione dell’autostima • Problemi esternalizzanti: autostima esageratamente alta, scarsa regolazione emotiva, aggressività, impermeabilità a feedback realistici • Problemi internalizzanti: autostima scarsa, inibizione delle emozioni, timidezza, autocritica troppo severa, senso di impotenza appresa • Per entrambe le situazioni c’è un grave rischio di fallimento (anche se per motivi differenti): in entrambi i casi è preclusa la possibilità di lavorare per migliorarsi!

  8. Tratto da Belsky, 2009

  9. Favorire un’autostima realistica • Accrescere il senso di autoefficacia: “Posso conquistare questa competenza!” lavorare nella ZSP: procedere gradualmente e rinforzare i miglioramenti; migliorare l’adeguamento tra persona e ambiente • Favorire un’accurata percezione di sé: dare feedback accurati e realistici; sicurezza del legame di attaccamento; modificabilità cognitiva, valore dell’impegno

  10. Il sé in relazione con l’altro: comportamenti prosociali • Comportamenti prosociali: azioni in cui si porta aiuto e sostegno alle altre persone; nascono in età prescolare e si sviluppano diventando sempre più adeguati ai bisogni dell’altro (ToM). • Eisenberg: studi longitudinali provano la stabilità nel tempo di differenze individuali negli atteggiamenti prosociali • Differenze culturali: culture individualiste vs. collettiviste

  11. Perché compiere il bene? • Essere lodati • Evitare una punizione • Dimostrare il proprio potere/successo • Altruismo Saarni ed Eisenberg: per compiere atti altruistici bisogna trasformare i sentimenti empatici in risposte meno intense dettate da simpatia. Altrettanto importante la fiducia in sé stessi  attaccamento EMPATIA SIMPATIA

  12. Il sé in relazione con l’altro: comportamenti aggressivi • Comportamenti aggressivi: atto teso a fare del male all’altro; picco aggressività aperta intorno ai 2-3 anni, poi maggior comprensione delle regole  le motivazioni cambiano: età prescolare focus sugli oggetti; età scolare focus sulla persona • Studi longitudinali individuano 2 tappe per lo sviluppo di problemi di aggressività: • Temperamento troppo esuberante intorno ai 2 anni  disciplina molto rigida  frustrazione • A scuola il bambino viene rifiutato da insegnante e pari  minor possibilità di interagire e migliorare le proprie abilità sociali  mondo ostile!

  13. I diversi tipi di aggressione • In base al motivo: • Strumentale  “Adesso do un pugno a Marco così gli porto via il giocattolo!” • Reattiva  “ Paolo mi ha rubato il giocattolo, ora gli do un pugno!” • In base alla forma: • Diretta  picchiare o urlare a qualcuno, fare i capricci • Relazionale  il bersaglio è l’autostima dell’altro

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