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LA STOMIA

LA STOMIA. TOMASI SARA. STOMIA. viene dal greco “stoma” e significa bocca o apertura. connessione di un viscere cavo dell’apparato digerente (colostomia, ileostomia) o dell’apparato urinario (urostomia) con la superficie cutanea. nel mondo ci sono piu di un milione di persone stomizzate.

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LA STOMIA

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Presentation Transcript


  1. LA STOMIA TOMASI SARA

  2. STOMIA • viene dal greco “stoma” e significa bocca o apertura. • connessione di un viscere cavo dell’apparato digerente (colostomia, ileostomia) o dell’apparato urinario (urostomia) con la superficie cutanea. • nel mondo ci sono piu di un milione di persone stomizzate

  3. IN BASE ALLA LOCALIZZAZIONE SI DISTINGUONO TRE TIPI DI STOMIA: • la Colostomia (collegamento del colon nella parete addominale) • l’Ileostomia (collegamento dell’ileo nella parete addominale) • l’Urostomia (collegamento dell’uretere alla cute o tramite un’ansa ileale interposta) UCS o UICS

  4. CONOSCERE LA STOMIA • La stomia si presenta all'apparenza simile alla mucosa della bocca: lucida, umida e di colore rosso. Tuttavia, non tutti gli stomi sono uguali. Possono variare per forma (rotonda, ovale, irregolare) o dimensione ed ancora essere sporgenti o piatti rispetto al piano cutaneo. • La scelta del dispositivo di raccolta più adatto dipende dal tipo di effluenti stomali (urine o feci) e dalla forma ed altre caratteristiche anatomiche dello stoma. • La stomia non ha terminazioni nervose pertanto non provoca dolore o altre sensazioni ma non può essere controllato volontariamente. Tuttavia, è una zona molto vascolarizzata e può sanguinare in modo lieve se irritata o sfregata.

  5. DISEGNO PREOPERATORIO • Per ridurre l’incidenza delle complicanze e favorire una perfetta adesione dei presidi stomali è importante identificare la sede ideale dello stoma tramite il disegno preoperatorio che viene eseguito dallo stomaterapista valutando insieme al paziente l’addome • La corretta posizione sarà lontana da: • 1. Margine costale • 2. Ombelico • 3. Cicatrici pregresse • 4. Pieghe adipose • 5. Linea della vita • 6. Incisione principale • 7. Cresta iliaca • 8. Alterazioni cutanee

  6. Le ragioni più comuni che portano al confezionamento di una stomia sono diverse e comprendono: • tumore al colon, alla vescica o al retto • patologie infiammatorie intestinali quali la malattia di Crohn o la rettocolite ulcerosa • patologie ereditarie come la poliposi adenomatosa familiare • anomalie alla nascita • ferite da armi da taglio e da fuoco • spina bifida o altre condizioni congenite • ostruzione dell'uretere

  7. Le stomie permanenti (a seguito di interventi che prevedono l’exeresi totale del retto) o definitive sono indicate per: • Tumori colon, retto e vescica • Morbo di Crohn; • Carcinosi diffusa; • Stenosi post attiniche non resecabili. Le stomie temporanee (a scopo protettivo su interventi di resezione in attesa di condizioni migliori per poter eseguire l’anastomosi definitiva) sono indicate per: • Malattia diverticolare complicata • Lesioni, infiammazioni intestinali • Malformazioni nei neonati e nei bambini piccoli • Incontinenza anale • Morbo di Crohn o rettocolite ulcerosa • Occlusioni intestinali allo scopo di decomprimere l’intestino • Per consolidare l’anastomosi a valle appena eseguita e se si ha il dubbio che non si possa saldare

  8. La posizione dello stoma dipende dalla patologia di base • Il confezionamento di una stomia non avviene sempre allo stesso modo. Può variare per dimensione, forma, posizione e composizione. • Stomia terminale: viene definita terminale se confezionata mediante una sezione trasversale completa del colon e suo conseguente abboccamento alla cute • Stomia su ansa - un'ansa dell'intestino viene abboccata sulla superficie cutanea attraverso l'addome e temporaneamente sostenuta da una bacchetta • Stomia a doppia canna o a canna di fucile, quando la stomia è costituita dall’abboccamento alla cute della sola parete laterale dell’intestino, coesistendo quindi nello stesso orifizio cutaneo un’ansa afferente prossimale ed un’ansa efferente distale.

  9. LA COLOSTOMIA • Il confezionamento chirurgico di una colostomia consiste nell’esteriorizzazione di un ansa colica attraverso un orifizio cutaneo e il suo ancoraggio alla cute.  Le principali indicazioni al confezionamento riguardano la decompressione di un colon occluso; la deviazione temporanea del transito fecale a protezione di anastomosi a valle;  la derivazione definitiva del transito fecale: a seguito di exeresi ano-rettale • La sede più frequente è la fossa iliaca sinistra.

  10. SEDE DELLE COLOSTOMIE • Ciecostomia • Trasversostomia • Colostomia sinistra e sigmoidostomia

  11. ciecostomia • La sede di confezionamento della ciecostomia è in fossa iliaca destra. Il materiale è liquido ed irritante, la frequenza di scarica alta, le perdite idroelettrolitiche  elevate, con notevoli rischi di problematiche sia a carico del complesso stomale che generali. Paragonabile all’ileostomia

  12. COLOSTOMIA TRASVERSA • La stomia è situata nel colon trasverso • Gli effluenti sono liquidi o semi-formati • La stomia solitamente viene confezionata su ansa • Questo tipo di stomia solitamente è temporanea • Può essere confezionata a destra o a sinistra in base al segmento colico esteriorizzato

  13. COLSTOMIA SIGMOIDEA o sx • La stomia è situata nella parte inferiore sinistra del colon • Le caratteristiche delle feci sono pressoché sovrapponibili a quelle di un soggetto sano e normale: frequenza di scarica bassa (1-2/die), feci formate e  caratteristiche organolettiche normali, non aggressive od irritanti. La funzionalità di assorbimento di liquidi e sali minerali da parte del colon residuo è tale da poter ridurre praticamente a zero le perdite idro elettrolitiche, con possibilità di ripercussioni sullo stato generale quasi nulle.Questo colostomie sono di norma allocate in un punto mediano della linea che intercorre tra ombelico e spina iliaca anteriore superiore sinistra.

  14. FISIOPATOLOGIA DELLE COLOSTOMIE • Il colon è un serbatoio deputato all’assorbimento dell’acqua e degli elettroliti, sali biliari, urea e glucosio contenuti nel materiale fecale proveniente dall’intestino tenue, aumentando così la consistenza delle feci. • Assorbimento h20 • scissione ed assorbimento di residui alimentari • continenza ed evacuazione delle feci • Secrezione • Produzione di vitamine • Progressione e deposito del materiale fecale • L'assorbimento è tanto più ridotto quanto più la stomia è distale

  15. L’Irrigazione intestinale • La perdita della continenza all’emissione di feci e gas, è un fattore che produce un notevole disagio alla persona che ha una stomia intestinale. L’irrigazione intestinale transtomale, è una tecnica riabilitativa che si basa sul principio del “lavaggio colico”;  lo scopo è promuovere  una continenza meccanica ovvero, un intervallo libero dall’emissione di feci di 36-48 ore. Ottenere questa condizione favorisce un miglior confort e benessere della persona stomizzata, riduce drasticamente il rischio di alterazioni della cute peristomale da contatto con le deiezioni, riduce i costi sanitari per la gestione della stomia.L’irrigazione a scopo riabilitativo, per essere efficace, va ripetuta ad intervalli regolari, di norma a giorni alterni.

  16. IRRIGAZIONE • L’irrigazione è in pratica un clistere e provoca lo svuotamento artificioso e controllato dell’intestino • viene consigliata quasi esclusivamente ai portatori di colostomia discendente o sigmoidostomia. • La persona stomizzata può eseguire da sola questa pratica, dopo aver ricevuto le opportune istruzioni, ma la stomia deve essere in stato di perfetta integrità, qualsiasi difetto nella confezione della stomia, fistole, retrazioni, prolassi, ernie rappresentano una controindicazione all’irrigazione.

  17. L'ILEOSTOMIA Consiste nell’apertura e nella fissazione, temporanea o definitiva, dell’ileo alla parete addominale allo scopo di derivare all’esterno il contenuto intestinale. Ciò comporta la perdita funzionale di tutto il colon L’ileostomizzato tende quindi alla disidratazione (perdita di circa 1,5 litro di acqua e sodio), all’emissione incontrollata delle deiezioni fecali (molteplici scariche al giorno) e alla perdita di sostanze alimentari indigerite. Ciò porta anche all’instaurarsi della complicanza più fastidiosa rappresentata dall’irritazione cutanea peristomale, indotta dai sali biliari e dai succhi pancreatici non riassorbiti.

  18. FISIOPATOLOGIA DELLE ILEOSTOMIE • L'ileostomia comincia a funzionare in 2^ - 3^ giornata con evacuazioni continue, liquide, verdastre di 500 - 1500 ml/die • In 10^ giornata si riducono a 600 ml/die e la consistenza è poltacea • Dopo la stabilizzazione la consistenza è semipoltacea e il numero delle scariche meno frequente • Mancando il riassorbimento di liquidi e sali da parte del colon, la conseguenza più evidente è la disidratazione e la perdita di elettroliti

  19. La stabilizzazione è dovuta a due diversi meccanismi : • compensazione renale • aumentato riassorbimento di acqua da parte dell'intestino in particolare dell'ultima ansa ileale • Il meccanismo di compenso alterando la diuresi (urine concentrate e rapporto Na/K basso) è responsabile di un'alta incidenza di urolitiasi (circa 4 volte i gruppi di controllo) Se è inoltre presente un'ampia resezione ileale si riscontra: • malassorbimento lipidico in particolare degli acidi biliari con conseguente colelitiasi • malassorbimento delle vitamine del gruppo B (in particolare B12) e K e ipoprotrombinemia

  20. Nell'ileostomia il transito delle feci è rapido • Le feci dell'ileostomia sono particolarmente aggressive per la presenza di enzimi digestivi ancora attivi 3-8 ore

  21. UROSTOMIA • L'apparato urinario si compone di: Reni Ureteri Vescica Uretra I reni depurano il sangue e producono l'urina. Questa passa negli ureteri, che inviano l'urina prodotta dai reni alla vescica. La vescica raccoglie l'urina finché non giunge il momento di eliminarla dall'organismo attraverso l'uretra.

  22. I principali tipi di urostomia

  23. LA NEFROSTOMIA Mette in comunicazione il calice o la pelvi renale con l’esterno tramite un catetere autostatico. Si esegue per via chirurgica o percutanea e viene indicata per lo studio delle vie escretrici, per proteggere le anastomosi da infiltrazioni urinarie in caso di interventi ricostruttivi dopo chirurgia percutanea, in caso di retrostasi con danno renale secondario ad uropatia ostruttiva, in attesa di risoluzione definitiva,o quando, per le gravi condizioni cliniche del paziente, non è possibile eseguire altro tipo di derivazione.

  24. LA CISTOSTOMIA O VESCICOSTOMIA • Rappresenta un’alternativa di necessità al cateterismo quando questo risulti controindicato per ostacoli a livello uretrale o patologia tumorale. • Trova indicazione anche per il completamento provvisorio nella chirurgia dell’uretra. Si esegue per via transcutanea in anestesia locale.

  25. UCS • Nell'ureterostomia uno o entrambi gli ureteri vengono collegati alla parete addominale per formare uno stoma. • Si tratta di un intervento meno comune che viene spesso praticato come misura temporanea nei pazienti pediatrici.

  26. UICS • Si rende necessario in caso di rimozione della vescica, dovuta ad una malattia o ad un evento traumatico. Una sezione dell'intestino tenue viene recisa chirurgicamente, chiusa ad una estremità e utilizzata come nuovo raccoglitore per le urine o "vescica". I due ureteri che trasportano l'urina dai reni sono quindi collegati a questa nuova vescica. La parte terminale del condotto ileale viene fatta fuoriuscire attraverso la parete addominale, dove viene creato uno stoma.

  27. La differenza sostanziale tra i due tipi di stomie è che nel caso dell’ureterocutaneostomia il paziente avrà due stomie che determineranno la raccolta delle urine in due sacchetti (una a destra e una a sinistra dell’ombelico) mentre nella ureteroileocutaneostomia il paziente avrà un’unica stomia che convoglierà l’urina in un unico sacchetto (parete addominale destra). Nei pazienti con ureterocutaneostomia bilaterale, vengono posizionati dei cateteri ureterali che hanno il ruolo di impedire la stenosi (il restringimento) dello stoma. I cateterini vanno sostituiti con una cadenza che dipende dal tipo stesso del catetere.

  28. LE UROSTOMIE • L’urina, è normalmente sterile, e le vie urinarie posseggono meccanismi anti-reflusso che ostacolano così la risalita di germi provenienti dall’esterno verso i reni. • La sterilità delle vie urinarie è più o meno gravemente compromessa nei portatori di urostomia per il contatto diretto di queste ultime con l’ambiente esterno e l’urina è molto irritante per la pelle. • Dall’urostomia fuoriescono grandi quantità di urina. È importante che possa defluire liberamente e non ristagni poiché dopo l’intervento il sistema urinario deferente è meno lungo ed il rischio d’infezioni è più elevato. Solo il libero deflusso può ridurre al minimo questo rischio

  29. CONSIGLI PER L’IGIENE PERSONALE Il posto più comodo dove cambiarsi il presidio è il bagno, dove deve essere preparato tutto l’occorrente: • placca e sacca nuove o solo la sacca se si adotta un sistema mono-pezzo , acqua e sapone neutro , carta igienica , spugna e asciugamano morbido , forbici con punta arrotondata , rasoio monouso in caso di peluria nella zona di adesione del sacchetto, sacchetto per rifiuti. • Non devono essere assolutamente usati benzina, alcool ed etere in quanto sono troppo aggressivi per la pelle • Controllare regolarmente la stomia. Col tempo le sue dimensioni possono variare. Nei sei mesi successivi all’operazione essa si restringe. • L’apertura della sacca e della placca protettiva devono corrispondere alle dimensioni della stomia.

  30. IGIENE DELLO STOMA • Allo stoma occorre dedicare la stessa cura e igiene eseguita per l’ano. • 1. Il presidio si rimuove dall’alto verso il basso usando entrambe le mani (fermare gli indumenti con le pinze in modo che non intralcino) si ripiega la sacca su se stessa onde evitare cattivo odore,va gettata in un sacchetto igienico.

  31. 2. Con la carta igienica o panno carta si asportano le feci residue dall’esterno all’interno dello stoma. • Nel caso di un’urostomia dall’interno verso l’esterno per evitare contaminazioni

  32. 3. Con la spugna si lava delicatamente con movimenti a spirale, iniziando dall'esterno verso la stomia, si lava la pelle con acqua e sapone neutro utilizzando il panno carta. Le feci sono irritanti per la pelle, in questo modo si evitano arrossamenti ed irritazioni.

  33. 4. Asciugare bene per fare aderire la sacca, misurare con le dime il diametro esatto dello stoma per evitare complicanze e inconvenienti che nascono da imprecisa gestione dei presidi.

  34. 5. Ritagliare con le forbici il foro della placca delle stesse dimensioni rilevate per proteggere la pelle intorno alla stomia.

  35. 6. Prima di applicare la placca, se necessario, mettere uno strato di pasta protettiva intorno alla stomia, lasciarla asciugare per 30 secondi modellarla con le dita per renderla uniforme.

  36. 7. Controllare che la placca sia ben aderente alla pelle e non si siano formate delle pieghe durante l'applicazione. Questo controllo è importante perché garantisce comfort e la tenuta del sistema di raccolta fino alla prossima sostituzione

  37. 8. Agganciare la sacca di raccolta alla placca assicurandosi della perfetta tenuta. Eliminare il sacchetto dei rifiuti e lavarsi le mani.

  38. PERCHÉ È IMPORTANTE MANTENERE LA CUTE INTEGRA? • La cute peristomale è la zona dove viene fatto aderire il dispositivo di raccolta. Se la pelle è irritata diventa più difficile far aderire la barriera alla cute. Prima dell'applicazione del dispositivo, quindi è importante accertarsi che la pelle sia integra e asciutta. Questo assicurerà che il sistema di raccolta rimanga in situ tra un cambio e l'altro minimizzando il rischio di distacco. È anche importante ricordare che vivere con le complicanze della cute peristomale può influire sulla sicurezza e sulla qualità di vita del paziente.

  39. ALTERAZIONI CUTANEE CUTE INTEGRA CUTE IRRITATA

  40. Le complicanze stomali sia precoci che tardive insorgono nel 25% dei casi • DERMATITE IRRITATIVA • DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO • MICOSI (CANDIDA) • FOLLICOLITI • ERNIA PARASTOMALE • RETRAZIONE • PROLASSO • STENOSI • EMORRAGIA • PIODERMA GANGRENOSO

  41. ALIMENTAZIONE E STOMIA • mangiare regolarmente • bere tanti liquidi • masticare bene il cibo • godersi il cibo e non farsene un problema • consultare il proprio specialista o un dietologo sugli integratori vitaminici • provare i nuovi cibi uno alla volta, in piccole quantità, in modo da individuare subito l'eventuale causa di problemi • . Consumare la cena entro le ore 19.30 per evitare deiezioni notturne

  42. COLONSTOMIA • Proprio come avveniva prima dell'intervento, è possibile soffrire talvolta di stipsi o diarrea. Aumentando l'assunzione di liquidi e fibre è possibile evitare problemi di stitichezza. • Bere più acqua e succhi di frutta: da sei a otto bicchieri al giorno. Inserire nella dieta più frutta fresca e verdure. Cercare di mangiare cibi con elevato contenuto di fibre come cereali o pane integrale. • Cercare di evitare cibi che procurano odore come uova, alcune spezie, pesce e asparagi. È auspicabile inoltre evitare cibi che causano la formazione di gas come birra, bevande gassate, latticini, cipolle, cetrioli, funghi, fagioli e cavoli. Tali alimenti impiegano circa sei ore a produrre gas in una persona avente una colostomia. • Dopo un intervento di stomia, la capacità del corpo di digerire e assorbire medicinali potrebbe essere ridotta, farmaci antiacidi antidiarroici ,agenti antinfiammatori, come ibuprofene ,aspirina lassativi ,sostituti del sale ,sostituti dello zucchero, come la saccarina ,vitamine

  43. ILEOSTOMIA • In conseguenza della mancata funzione del colon si deve preferire una dieta moderatamente ipercalorica , ricca di potassio, fosforo,calcio e magnesio per perdita di h2o ed elettroliti con feci liquide e frequenti Dopo l'intervento, i cibi ad elevato contenuto di fibre possono causare dei blocchi nell'ileo( sedano ,popcorn ,cocco ,ananas crudo cavolo ,uvetta frutta secca ,funghi ,insalata ,piselli ,bucce delle verdure ,spezie) che ha un lume ristretto. Masticare bene il cibo per ridurlo in piccoli pezzi e migliorarne la digeribilità; è bene bere molti liquidi. • Meglio evitare cibi troppo freddi o troppo caldi perché possono indurre il riflesso gastrocolico,aumentando la peristalsi intestinale • Non occorre seguire una dieta particolare, a meno che il medico non lo ritenga necessario. E’ importante che i pazienti imparino da soli a capire quali alimenti possono provocare disturbi,per eliminarli o diminuirli.

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