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L’Amplificatore Operazionale

L’Amplificatore Operazionale. Buona parte dei circuiti elettronici è costituita da componenti integrati , composti ciascuno da numerosi elementi attivi e passivi miniaturizzati, e nei circuiti analogici questi integrati sono quasi tutti amplificatori operazionali . L’Amplificatore Operazionale.

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L’Amplificatore Operazionale

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  1. L’Amplificatore Operazionale • Buona parte dei circuiti elettronici è costituita da componenti integrati, composti ciascuno da numerosi elementi attivi e passivi miniaturizzati, e nei circuiti analogici questi integrati sono quasi tutti amplificatori operazionali. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  2. L’Amplificatore Operazionale • L’Amplificatore operazionale (A.O.) è essenzialmente, un amplificatore di tensione, avente le seguenti caratteristiche: • alto guadagno; • ingresso differenziale; • alta impedenza di ingresso e bassa impedenza di uscita. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  3. Storia • Il termine di amplificatore operazionale deriva dal fatto che, originariamente, tale dispositivo veniva usato nei calcolatori analogici per svolgere operazioni matematiche (come somme, sottrazioni, moltiplicazioni, integrali, derivate, ecc...) su segnali elettrici. • I primi A.O. furono realizzati negli anni ‘40 con tubi a vuoto; tali dispositivi erano voluminosi e richiedevano una notevole potenza di alimentazione. • L’avvento del transistor bipolare consentì un notevole miglioramento con la realizzazione di A.O. come moduli a componenti discreti. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  4. Storia • Successivamente la realizzazione di A.O. come circuiti integrati monolitici costituì una vera e propria rivoluzione nel campo dell’elettronica analogica. • Il primo di tali dispositivi fu realizzato intorno agli anni 60’ dalla Fairchild. • Sempre la stessa casa introdusse sul mercato, nel 1968 l’A.O. mA741, che divenne ben presto uno standard industriale. • Da allora il numero di A.O. e di case produttrici è cresciuto enormemente, tuttavia il 741 continua ad essere utilizzato Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  5. Considerazioni generali • L’amplificatore operazionale (AO) è un circuito integrato costituito da una rete di resistenze, capacità,diodi e transistori incapsulati in unico contenitore di plastica o di metallo, che viene collegato normalmente al circuito mediante una zoccolatura a pressione. • L’AO può essere definito funzionalmente come un amplificatore differenziale, cioè un dispositivo attivo a tre terminali che genera al terminale di uscita una tensione proporzionale alla differenza di tensione fornite ai due terminali di ingresso. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  6. Potenziale di massa • Le tensioni vanno sempre riferite ad un potenziale comune, detto potenziale di massa. • Quindi dato un punto di riferimento B (massa), se in un punto A si dice che c’è una tensione pari a Vasignifica che tra A e B c’è una differenza di potenziale paria Va. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  7. V+cc – V1 V0 + V2 V-cc Simbologia • Il simbolo grafico, comunemente, utilizzato per rappresentare l’AO è il seguente: Con il simbolo “–” si indica il canale invertente. Con il simbolo “+” si indica il canale non invertente Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  8. V+cc – V1 V0 + V2 V-cc Simbologia V1: tensione sull’ingresso invertente +Vcce -Vcc:tensioni di alimentazione V0: tensione di uscita V2: tensione sull’ingresso non invertente Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  9. Tensioni di alimentazione • Le tensioni di alimentazione V+cc e V-cc sono frequentemente omesse negli schemi semplificati e il loro valore può essere: • uguale ed opposto (da ±5 V a ±35 V) nelle alimentazioni duali; • valgono tipicamente V+cc = 5 V  30 V e V-cc= 0 nelle alimentazioni unipolari. V+cc – V1 V0 + V2 V-cc Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  10. V+cc – V1 V0 + V2 V-cc Tensione di uscita • Il segnale di uscita V0 è il risultato della somma tra il segnale applicato all’ingresso invertente, V1, invertito di segno e amplificato di un fattore A-, con il segnale all’ingresso non invertente, V2 , a sua volta amplificato di fattore A+. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  11. V+cc – V1 V0 + V2 V-cc Definizioni • La differenza tra le tensioni in ingresso è detta tensione differenziale: • Il valor medio tra le tensioni in ingresso è detto tensione di modo comune: Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  12. Guadagno di modo comune • Il valore assoluto della differenza tra le due amplificazioni (A- e A+) è definito invece come guadagno in modo comune: • Poiché il valore assoluto A- dell’amplificazione del canale invertente è di solito molto vicino a quello dell’amplificazione del canale non invertente A+, si può definire il valore medio o guadagno differenziale a circuito aperto(Ad): Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  13. V+cc – V1 V0 + V2 V-cc Definizioni • Dalle definizioni precedenti segue che le tensioni in ingresso e di uscita possono essere espresse in termini di tensione differenziale e tensione di modo comune: Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  14. CMRR • Il rapporto, espresso in decibel (dB), tra Ad e Acm è detto rapporto di reiezione di modo comune(CMRR). • La sigla CMRR deriva dalla notazione inglese Common Mode Rejection Ratio. Valore tipico di CMRR è 100 dB. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  15. Zona lineare e saturazione • Si è detto che l’amplificatore operazionale amplifica la differenza di tensione Vd tra le tensioni in ingresso, ma ciò vale solo quando il dispositivo opera in zona lineare, ovvero per valori molto piccoli di |V2-V1|. • Per valori di |Vd|maggiori si dice che l’amplificatore satura, cioè l’uscita si porta • a V+cc - 2V se V2 > V1 • a V-cc + 2V seV2 < V1 Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  16. V0 Zona lineare e saturazione V0 V+cc - 2 V V2-V1 V-cc + 2 V Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  17. Zona Lineare e saturazione V0 Zona lineare Nella zona lineare, per valori piccoli |Vd|, il segnale di uscita è proporzionale al segnale differenziale di ingresso V2-V1 Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  18. Zona Lineare e saturazione V0 Saturazione V+cc - 2 V Zona lineare V2-V1 Saturazione V-cc + 2 V Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  19. Input offset voltage Vos (input offset voltage) è la tensione differenziale che si deve fornire all’ingresso per ottenere un segnale di uscita nullo. V0 Saturazione V+cc - 2 V Zona lineare V2-V1 Vos Saturazione V-cc + 2 V Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  20. Input offset voltage • Nell’analisi semplificata si può trascurare VOS che è dell’ordine dei millivolt. • Molti operazionali dispongono anche di terminali per l’azzeramento di Vos(terminali di offset null). Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  21. Input offset voltage • Il valore di Vos dipende anche dalla temperatura e dalla tensione di alimentazione, la sensibilità a questi parametri viene misurata rispettivamente come : Vos temperature coefficienttipicamente di qualche V/K PSRR(Power Supply Rejection Ratio) = Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  22. Impedenza • L’AO ha una elevata impedenza diingresso (Zin 10 1000 M) e una bassa impedenza di uscita (Zout  10 1000 ). • Quindi le correnti di ingressoIb (input bias current) possono essere trascurate in prima istanza. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  23. Vin t Vout 90% rise time 10% t Vout dV dt t Rise Time e Slew Rate • Il rise time è il tempo necessario affinchè l’uscita passi dal 10% al 90% del valore finale quando in ingresso si applica un segnale a gradino • Lo slew rate e la massima velocità di variazione dell’uscita e si esprime in V/ms slew rate = dV/dt massimo Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  24. Ideale Reale Ad ¥ 105 Vos 0 10-3V Ib1 = Ib2 0 5 - 105 pA Zin ¥ 10 - 104 MW Zout 0 10 - 1000 W CMRR ¥ 90 dB BW ¥ 1 - 5 MHz L’AO ideale • L’AO ideale utilizzato nell’analisi semplificata consiste nelle seguenti approssimazioni: Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  25. L’AO ideale • Per capire il funzionamento di un circuito costruito con AO (o per progettarne uno) conviene sempre impostare l'analisi partendo dall’approssimazione di AO ideale. • Solo in un secondo tempo si prenderanno in considerazione le caratteristiche non-ideali dell’operazionale reale. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  26. L’AO ideale • A prima vista il modello AO ideale sembrerebbe inutilizzabile in modo lineare dato che per A = ¥qualsiasi segnale differenziale in ingresso produce saturazione. • Si vedrà di seguito che, utilizzando una rete di controreazione che annulla la tensione differenziale all’ingresso, l’AO può essere mantenuto in zona lineare. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  27. L’AO come elemento di circuito • L’AO, lo si può usare per diversi scopi: • con la Controreazione si possono creare operazioni algebriche su segnali di tensione (somme, sottrazioni, derivazioni, ecc...) • Aggiungendo una retroazione positiva a quella negativa , si possono ottenere oscillatori, sfasatori. • Facendo lavorare l’AO fuori dalla zona lineare, lo si può usare come rivelatore di soglia temporizzatore, impulsatore, ecc... Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  28. AO come elemento di circuito • Procederemo ora all’analisi delle configurazioni elementari : • amplificatore invertente • amplificatore non invertente • Si passerà poi allo studio dell’amplificazione finita e delle correnti di polarizzazione degli operazionali ideali. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  29. Ri - R + AO Controreazionato • Consideriamo un operazionale come un elemento di un circuito. Braccio controreazione • Se lo controreazioniamo, otteremo: R0 V0 Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  30. Amplificatore invertente • Consideriamo il seguente circuito detto amplificatore invertente, tale circuito ci servirà come modello per diversi studi: I0 R0 Ri Ii Ib1 Vi - V1 R V0 + V2 Ib2 Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  31. Massa Virtuale • Questa semplice configurazione permette di chiarire un aspetto fondamentale per AO che è quello della massa virtuale. • Infatti, se consideriamo l’AO precedente come ideale(A+ =A- =A), ricordando che Vo=A(V2-V1) otterremo che in zona lineare, : V+cc – V1 A V0 + V2 V-cc A =  V2 - V1 = Vd = V0 / A 0 V2 = V1 Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  32. Massa Virtuale • Perciò, in un amplificatore ideale, la retroazione tende a portare l’ingresso invertente allo stesso potenziale dell’ingresso non invertente. • Se l’ingresso non invertente è posto a massa, l’ingresso invertente viene detto a massa virtuale, in quanto, per effetto della retroazione, ha lo stesso potenziale di quello non invertente senza però che la corrente che fluisce in esso sia effettivamente cortocircuitata a massa. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  33. I0 R0 Ri Ii Ib1 Vi - V1 R V0 + V2 Ib2 Applicando il concetto di AO ideale otterremo: IB2 = 0 V2 = -IB2R = 0 Quindi: V1 = V2 = 0 V1 = V2 = 0 Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  34. Per AO ideale Ib1 = 0 allora Ii = I0 (Vi - V1)/Ri = (V1 - V0)/R0, ma V1 = V2 = 0 allora V0 = -(R0/Ri)Vi, quindi G = -R0/Ri Ii I0 R0 Ri V1 = V2 = 0 Ib1 Vi - V0 = -(R0/Ri)Vi V1 R V0 + V2 Ib2 Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  35. Conclusioni • L’amplificatore invertente, dato un segnale di ingresso, lo amplifica di un fattore R0/Ri , invertendone la fase di 180°: • Ne deriva che il valore di G, non dipende da A, e quindi non varia con la frequenza, né con il tipo di AO utilizzato: esso è determinato esclusivamente dai valori di R0 e Ri. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  36. R × V 0 i + R R = - i 0 V 0 R 1 + i + A R R i 0 Amplificatore invertente Lo stesso risultato può essere ricavato più esplicitamente, applicando il principio di sovrapposizione per esprimere V1 in funzione del segnale di entrata Vi e del segnale di uscita V0. Siccome Ib è molto piccola, trascurabile posso scrivere: V1 = Vi R0/(Ri + R0) + V0Ri/(Ri+R0) (*) V0 = A(V1 - V2) e V2 = Ib2R = 0 da cui V1 = V0/A (**) sostituendo (**) in (*) si ottiene: Che per A fornisce ancora la relazione Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  37. Amplificatore non invertente • Una seconda configurazione elementare è l’amplificatore non invertente ed il suo schema è riportato in figura sotto. I0 R0 Ri Ii Ib1 - V1 R Vi V0 + V2 Ib2 Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  38. I0 R0 Ri Ii Ib1 - V1 R Vi V0 + V2 Ib2 Nell’approssimazione di AO ideale si ha: Ib2 = 0 allora V2 = Vi A =  allora V1=V2 =Vi V1 = V2 = Vi Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  39. Ib1 = 0 allora Ii = I0 ne deriva: -V1/Ri = (V1 - V0)/R0 Sostituendo Vi ad V1 ed esplicitando V0 si ha: V0 = (1 + R0/Ri)Vi I0 R0 Ri V1 = V2 = Vi Ii Ib1 V0 = (1 + R0/Ri)Vi - V1 R Vi V0 + V2 Ib2 Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  40. Guadagno di un AO non invertente • Dalla precedente relazione risulta quindi che l’uscita dell’amplificatore non invertente dipende dall’ingresso in base alla seguente relazione: • Anche nel non invertente, come nell'invertente, il guadagno è indipendente da A, finché A è abbastanza grande, ed è determinato solo dai valori usati per la rete di reazione. • Questo risultato, comune a tutti i circuiti con retroazione negativa, rende il circuito insensibile ai componenti attivi. Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  41. Inseguitore • Un caso semplice di amplificatore non invertente si ha per Ri = ¥ (circuito aperto), tale circuito viene detto inseguitore. R0 _ - V0 Vi + Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  42. R0 _ V0 Vi + Nell’approssimazione di amplificatore ideale si ha: V1 = Vi IB2 = IB1 = 0, allora V1 = V0, ne deriva: V0 = Vi • Dall'analisi risulta che per ogni valore di R0 si ha Vi =V0 e cioè G =1. • Questo circuito è utile come stadio di accoppiamento (buffer): esso ha infatti impedenza di entrata alta e di uscita bassa. - Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  43. Amplificatore differenziale • L’amplificatore differenziale può essere visto come la sovrapposizione di due circuiti elementari: • uninvertente • un non invertente Ri1 R01 Vi1 V1 _ Ri2 + V2 V0 Vi2 R02 Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  44. Analisi del circuito. La tensione in uscita è la somma del contributo dell’invertente con il contributo del non invertente Ri1 R01 Vi1 V1 _ Ri2 + V0 V2 R02 Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  45. Contributo dell’invertente (Vi1 acceso e Vi2 spento): V01 = -(R01/Ri1)Vi1 , (come dimostrato precedentemente) Ri1 R01 Vi1 V1 _ Ri2 + V0 V2 R02 Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  46. Ri1 R01 V1 _ Ri2 + V0 V2 Vi2 R02 Contributo del non invertente (Vi2 acceso): Ricordando che per il non invertente: V0 = (1 + R0/Ri)V2, occorre calcolare V2. Siccome Ii2 = I02 = I perché Ib1 = 0, allora: I = Vi2 /(Ri2 + R02), quindi V2 = IRO2 V2 = Vi2(RO2/Ri2 +R02) Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  47. Amplificatore differenziale • Dalla precedente analisi risulta che il contributo del non invertente è dato da: Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  48. Amplificatore differenziale • Per il principio di sovrapposizione degli effetti l’uscita V0 è data dalla somma dei segnali V01 e V02: • Nel caso Ri1 = Ri2 = Ri e R01 = R02 = R0 (Amplificatore bilanciato): Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  49. R C Ri Vi - + Vo Circuito Integratore Io Vo = Q/C e Ii ma Io(t) = Ii(t) = Vi(t)/Ri Nella pratica occorre inserire una resistenza R in parallelo a C perché con tensioni continue manca la controreazione e anche se Vi è nulla, la presenza di Vos o correnti in ingresso non nulle carica C Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

  50. Ro Io R C Ii Vi - + Vo Circuito Derivatore Vo(t) = -Ro Io(t) ma Nella pratica occorre inserire una resistenza R in serie a C per ridurre gli effetti di alta amplificazione dovuta al rumore ad alta frequenza Laboratorio dei Dispositivi elettronici IV°modulo

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