1 / 109

Politiche e progetti per lo sviluppo locale

Politiche e progetti per lo sviluppo locale. Introduzione all’Unione Europea. Prof. Guglielmo Wolleb. “Gli Stati nazionali sono ormai troppo grandi per risolvere i piccoli problemi, ma anche troppo piccoli per risolvere quelli grandi.” Daniel Bell. Sommario. 1 L’evoluzione in sintesi

veta
Download Presentation

Politiche e progetti per lo sviluppo locale

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Politiche e progetti per lo sviluppo locale Introduzione all’Unione Europea Prof. Guglielmo Wolleb

  2. “Gli Stati nazionali sono ormai troppo grandi per risolvere i piccoli problemi, ma anche troppo piccoli per risolvere quelli grandi.” Daniel Bell

  3. Sommario 1 L’evoluzione in sintesi 2 Le fasi dello sviluppo istituzionale 3 I Trattati fondamentali 4 Gli stadi di integrazione fra stadi 5 L’assetto istituzionale 6 Le competenze dell’Unione Europea 7 I processi legislativi 8 Gli atti giuridici dell’Unione Europea 9 Il bilancio dell’Unione

  4. 1.1 L’evoluzione in sintesi: direttrici dell’integrazione Europea Due direttrici evolutive: • Approfondimento – Progressivo ampliamento del livello o dell’ambito delle competenze riservate agli organismi comunitari, in via esclusiva o concorrente rispetto agli Stati nazionali • Allargamento – Progressivo aumento del numero di Paesi aderenti alle Comunità e poi all’Unione Europea Due modelli di riferimento: • Integrazione – Si registra una delega di sovranità a un ordinamento sovranazionale integrato in quelli nazionali ad es. CEE • Cooperazione intergovernativa – Impegno formalizzato e di lungo periodo ad operare in modo condiviso in determinati settori per la tutela di interessi comuni, ad es. art. 30 AUE sulla politica estera

  5. 1.2 L’evoluzione in sintesi: le principali tappe evolutive 1948 Firma della convenzione per la creazione dell’Organizzazione europea per la cooperazione economica (OECE) per la gestione degli aiuti del Piano Marshall (16 paesi + 2 in seguito) 1948 Unione occidentale come alleanza militare (diventa nel 1954 Unione dell’Europa Occidentale composta da 7 paesi) 1949 istituito il Consiglio d’Europa ad opera di 10 paesi (aumentati progressivamente fino a 46) per la cooperazione su temi di interesse comune, in particolare diritti civili 1952 entra in vigore la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) a carattere sovranazionale tra 6 paesi 1958 nascono la Comunità economica europea (CEE) e l’Euratom in attuazione dei Trattati di Roma 1973 aderiscono Regno Unito, Irlanda, Danimarca 1978 creato il Sistema monetario europeo (SME) basato sull’ECU 1979 Prime elezioni del Parlamento Europeo a suffragio universale 1981 aderisce la Grecia

  6. 1.2 L’evoluzione in sintesi: le principali tappe evolutive 1986 aderiscono Spagna e Portogallo 1987 entra in vigore l’Atto unico europeo e la Comunità Europea 1992 firmato il Trattato sull’Unione Europea a Maastricht 1995 aderiscono Austria, Finlandia e Svezia 1997 firmato il Trattato di Amsterdam 1999 avvio della terza fase della UEM. L’euro come moneta scritturale tra 12 paesi 2001 firmato il Trattato di Nizza

  7. 1.2 L’evoluzione in sintesi: le principali tappe evolutive 2002 introduzione dell’euro come moneta corrente in 11 Paesi 2002 si insedia la Convenzione sul futuro dell’Europa per la stesura di una Costituzione europea 2003 la Grecia adotta l’euro 2004 entrano Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria (UE a 25) 2004 firma a Roma del Trattato che adotta una Costituzione Europea, successivamente respinta da Francia e Olanda 2007 entrano Bulgaria e Romania (UE a 27); la Slovenia adotta l’Euro; firma a Lisbona del Trattato di riforma che sostituisce la Costituzione, successivamente respinto dall’Irlanda 2008 La Slovacchia adotta l’Euro 2009 Il Trattato di Lisbona entra in vigore dopo un nuovo referendum favorevole in Irlanda

  8. 2 Le fasi dello sviluppo istituzionale 2.1 La fondazione (Anni 50) 2.2 Il consolidamento (anni 60) 2.3 Lo sblocco dell’impasse (anni 70) 2.4 Il grande rilancio (anni 80) 2.5 L’Unione Europea (anni 90) 2.6 Verso l’allargamento e la moneta unica. Il Trattato di Amsterdam (anni 90) 2.7 Gli anni 2000: la strategia di Lisbona, il Trattato di Nizza, l’allargamento, la moneta unica, il Trattato di Riforma 2.8 I fattori di cambiamento

  9. 2.1 La fondazione: fra federalismo e funzionalismo (anni 50) • Si scontrano nell’immediato dopoguerra due orientamenti: • Un orientamento federalista di chi vorrebbe da subito costruire una Europa federale economica e politica sulla base di un progetto compiuto • Un orientamento funzionalista che punta a costruire un ordine istituzionale sovranazionale attraverso un processo graduale, di integrazione, area per area, a partire dall’unificazione dei mercati

  10. 2.1 La fondazione: fra federalismo e funzionalismo (anni 50) • Vari tentativi d’ispirazione federalista: • Benelux (Unione economica fra Belgio, Olanda e Lussemburgo, 1944) • Oece (organizzazione europea per la cooperazione economica, (1948)) • Consiglio d’Europa per la difesa dello stato di diritto e dei diritti umani (1949) • Unione europea dei pagamenti per facilitare i pagamenti tra paesi europei (1950) • Progetto della comunità europea per la difesa (CED) fallito nel 1954 per l’opposizione della Francia che non accettava il riarmo tedesco

  11. 2.1 La fondazione: fra federalismo e funzionalismo (anni 50) • Altri organismi creati nel dopoguerra a livello internazionale • GATT • NATO • BRETTON WOODS • PATTO DI VARSAVIA • COMECON

  12. 2.1 La fondazione: fra federalismo e funzionalismo (anni 50) • Prevale l’approccio funzionalista: non si cerca di imporre da subito il federalismo ma si persegue un allargamento progressivo settore per settore: dichiarazione di Schuman (1950) e Creazione della Comunità del carbone e dell’acciaio a 6 (1952)

  13. 2.1 La fondazione: fra federalismo e funzionalismo (anni 50) • Organi della CECA: • Alta Autorità (esperti nominati dagli stati membri con forte autonomia nelle decisioni) • Consiglio dei Ministri (rappresentanti degli Stati nazionali) • Assemblea (rappresentanti dei parlamenti nazionali) • Corte di Giustizia (organo giuridico per dirimere le controversie) • Comitato consultivo (rappresentanti delle parti sociali)

  14. 2.1 La fondazione: fra federalismo e funzionalismo (anni 50) • Nascono la Comunità economica europea e l’Euratom (Trattati di Roma: TCE che istituisce la CEE e TCEEA (COMUNITA’ EUROPEA ENERGIA ATOMICA) che istituisce l’EURATOM 1957)

  15. 2.1 La fondazione: i principi del TCE • LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI • UNIONE DOGANALE (ELIMINAZIONE DAZI DOGANALI INTERNI E RESTRIZIONI QUANTITATIVE AL COMMERCIO, TARIFFA DOGANALE COMUNE ESTERNA) • LIBERA CIRCOLAZIONE DI PERSONE, SERVIZI E CAPITALI • POLITICA AGRICOLA COMUNE • POLITICA COMUNE SUI TRASPORTI • POLITICA COMMMERCIALE COMUNE • REGOLE DELLA CONCORRENZA • DISPOSIZIONI FISCALI

  16. 2.1 La fondazione: i principi del TCE (1957) • RIAVVICINAMENTO DELLE LEGISLAZIONI NAZIONALI CHE ABBIANO INCIDENZA SUL MERCATO UNICO • COORDINAMENTO POLITICHE MACROECONOMICHE • LA CREAZIONE DI UN FONDO SOCIALE EUROPEO (FSE) • BANCA EUROPEA DEGLI INVESTIMENTI (BEI) • SOSTEGNO AI PAESI E TERRITORI D’OLTREMARE (Francia)

  17. 2.1 La fondazione: le istituzioni della CEE • COMMISSIONE • CONSIGLIO • ASSEMBLEA (DIVENTA PARLAMENTO SOLO NEL 1962) • CORTE DI GIUSTIZIA • COMITATO ECONOMICO E SOCIALE

  18. 2.2 Il consolidamento (anni 60) • Gli anni ’60 sono caratterizzati da uno scontro continuo fra fautori ed oppositori del sovranazionalismo. La Francia di De Gaulle si oppone ad ogni tentativo di rafforzare i poteri della Comunità, all’adozione di procedure decisionali a maggioranza qualificata e all’ingresso della Gran Bretagna nella Comunità. I Piani Fouchet (1961) per ridimensionare i poteri della Comunità sono però respinti. • Lo scontro con la Francia porta alla cosiddetta crisi della sedia vuota (1967) che si risolve con il compromesso di Lussemburgo che sanziona una tregua fra opposti orientamenti • Negli anni ’60 non vi sono pertanto cambiamenti né nella dimensione territoriale né nell’ambito e nel livello di autorità della Comunità

  19. 2.2 Il consolidamento (anni 60) • I poteri di fatto della Comunità tuttavia aumentano grazie al ruolo svolto dalla Corte di Giustizia • Due sentenze della Corte di giustizia portano all’introduzione di due importanti principi che rafforzano il potere della Comunità: quello dell’effetto diretto e quello della supremazia della legislazione comunitaria su quella nazionale (vedi oltre)

  20. 2.2 Il consolidamento (anni 60) • Il trattato di Bruxelles del 1965 (di fusione) fonde le tre Comunità semplificando la struttura istituzionale attraverso l’unificazione dei suoi organi: un unico Consiglio ed una unica Commissione • In questi anni inoltre viene creato il Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) che prepara i lavori del Consiglio • Il decennio si conclude con la Conferenza dell’Aia del 1969 che prospetta importanti cambiamenti per gli anni settanta. Nello stesso tempo Pompidou, che ha una posizione meno antieuropeista del generale, sostituisce De Gaulle in Francia.

  21. 2.3 Lo sblocco dell’impasse (Anni ’70) • Gli anni ’70 rappresentano un periodo di grande instabilità economica mondiale. La fine del regime di Bretton Woods prima e i due shock petroliferi dopo provocano una crisi economica mondiale. • I riflessi di questa crisi in Europa rallentano i cambiamenti progettati nella Conferenza dell’Aia. L’esperimento del serpente monetario fallisce • Tuttavia l’impasse creata dall’opposizione francese viene superata e nel decennio settanta si verificano importanti cambiamenti sia nella dimensione territoriale della Comunità che nei suoi ambiti di competenza

  22. 2.3 Lo sblocco dell’impasse (Anni ’70) • Ambito territoriale: Superata l’opposizione francese, entrano nella Comunità Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca (1973) • Ambito istituzionale: Il Trattato del 1970 cambia il sistema di finanziamento della Comunità. che viene dotata di risorse proprie attraverso una percentuale Iva nazionali Il Trattato del 1975 aumenta il potere del Parlamento nella definizione del bilancio e istituisce la Corte dei Conti Prima elezione diretta del Parlamento nel 1979 Si decide di regolarizzare le riunioni del Consiglio europeo

  23. 2.3 Lo sblocco dell’impasse (Anni ’70) • Ambito delle politiche: • La Comunità europea allarga il suo ambito di competenza in nuovi campi (piccoli passi su ambiente, energia, sociale, protezione consumatori, regionale, politica estera) • Si rilancia la politica regionale con la creazione del FESR (1975) • Si crea il sistema monetario europeo e l’ECU(1979): lo SME è un sistema di cambi quasi fisso in cui il valore delle valute che ne fanno parte hanno un margine di oscillazione limitato rispetto alla moneta di riferimento che è l’ECU. Il valore dell’ECU è dato dalla media ponderata del valore delle diverse valute del sistema

  24. 2.4 Il grande rilancio: l’Atto Unico ed il mercato unico (Anni ’80) • Il contesto degli anni ’80 è caratterizzato sul piano internazionale dalla crisi dell’Unione sovietica e nel mondo occidentale dal prevalere di ideologie liberiste incarnate da Ronald Reagan negli Stati Uniti e da Margaret Thatcher in Gran Bretagna. • In Europa si stringe una forte alleanza fra il premier tedesco Kohl ed il presidente francese Mitterand in senso fortemente europeista. La Tatcher, benchè gelosa delle prerogative nazionali, è favorevole ad una maggiore integrazione economica. La Commissione e la lobby della grande industria premono nella stessa direzione del completamento e approfondimento del mercato unico

  25. 2.4 Il grande rilancio: l’Atto Unico ed il mercato unico (Anni ’80) • Ma accanto, e come contrappeso, ad una maggiore integrazione dei mercati, si ha un rilancio di altre politiche volte al raggiungimento di una maggiore coesione sociale e territoriale e un rafforzamento dei poteri della Comunità • Gli anni ottanta vedranno dunque grandi cambiamenti nella Comunità europea che saranno sanciti in un nuovo Trattato (l’Atto Unico, 1987)

  26. 2.4 Il grande rilancio: l’Atto Unico ed il mercato unico (Anni ’80) • L’Atto Unico Europeo (unico perché mette in un solo testo le modifiche dei trattati delle tre Comunità e le disposizioni sulla politica estera) prevede in ambito istituzionale le seguenti riforme: • Il Consiglio europeo è menzionato nel Trattato ma non ancora come organo istituzionale della Comunità • Introduzione del voto a maggioranza qualificata nel Consiglio per alcune materie • Rafforzamento del potere del Parlamento: introduzione della procedura di cooperazione e del parere conforme (il Parlamento non ha più solo un potere consultivo) (vedi oltre) • Creazione del Tribunale del primo grado a sostegno della C.di G.

  27. 2.4 Il grande rilancio: l’Atto Unico ed il mercato unico (Anni ’80) L’Atto unico prevede nell’ambito delle politiche: • Completamento del mercato unico entro il 1992 (Libro bianco del 1985 sotto la presidenza di Delors): eliminazione delle barriere fisiche, fiscali e tecniche • Politica di coesione economica e sociale (Titolo V) • Politica per la ricerca e sviluppo tecnologico (Titolo VI) • Politica dell’ambiente (Titolo VII) • Politiche sociali (Titolo III) • Istituzionalizzazione della cooperazione politica europea in politica estera • La Carta dei diritti sociali dei lavoratori (non vincolante)

  28. 2.4 Il grande rilancio: l’Atto Unico ed il mercato unico (Anni ’80) • Infine gli anni ottanta vedono un importante aumento della dimensione territoriale della Comunità con l’ingresso della Grecia (1981), della Spagna e del Portogallo (1986); tre paesi che avevano fatto domanda negli anni settanta dopo la fine delle rispettive dittature • L’allargamento a questi paesi comporta un aggravamento delle disparità regionali interne alla Comunità e una maggiore urgenza nel varo di una seria politica regionale che avrà luogo nel 1988

  29. 2.5 Dalla Comunità economica all’Unione Europea (anni ’90) • Il contesto degli anni ’90 è caratterizzato dal processo di dissoluzione dell’Unione sovietica e dalla riunificazione della Germania (1990)che segue la caduta del muro di Berlino(1989) • La riunificazione della Germania accelera i processi d’integrazione monetaria, sociale e politica della Comunità europea che porteranno nel 1992 all’adozione del Trattato dell’Unione Europea e successivamente all’allargamento dell’Unione ai Paesi dell’ex-Unione sovietica.

  30. 2.5 Dalla Comunità economica all’Unione Europea (anni ’90) • In questo decennio dal mercato unico si passa alla moneta unica • dall’integrazione economica si passa all’integrazione sociale (protocollo sociale, diritti di cittadinanza europea, altri settori di competenza non economici) • dall’integrazione economica si passa all’integrazione politica (Giustizia e politica estera) • dalla Comunità economica si passa all’Unione Europea • Alcuni di questi grandi cambiamenti sono contenuti innanzitutto nel Trattato dell’UnioneEuropea, conosciuto anche come Trattato di Maastricht (1992)

  31. 2.5 Dalla Comunità economica all’Unione Europea (anni ’90) • Nel Trattato le parti contraenti istituiscono tra loro una Unione Europea. L’Unione Europea si fonda su tre pilastri • Primo pilastro: le comunità europee (Ce) che comprendono la Ceca, la Cee e l’Euratom • Secondo pilastro: politica estera e di sicurezza comune (PESC) • Terzo pilastro: Giustizia ed affari interni (GAI) • Il primo pilastro funziona con il metodo comunitario; il secondo ed il terzo con la cooperazione intergovernativa

  32. 2.5 Dalla Comunità economica all’Unione Europea (anni ’90) Principali novità introdotte dal TUE in ambito istituzionale: • Unione economica e monetaria con il Sistema europeo delle Banche Centrali e la Banca Centrale europea (1998) (già IME) • Istituzione di una cittadinanza europea • Sanzione del principio di sussidiarietà • Aumento del potere del Parlamento con l’introduzione della procedura di codecisione in alcuni ambiti • Il Consiglio europeo diventa una istituzione dell’Unione europea a tutti gli effetti • Introduzione della figura del mediatore europeo

  33. 2.5 Dalla Comunità economica all’Unione Europea (anni ’90) Principali novità introdotte dal TUE nell’ambito delle politiche del primo pilastro (CE). (Questo pilastro comprende tutte le materie elencate nei tre Trattati e l’acquis comunitario) • Protocollo sulle politiche sociali (opt out di Gran Bretagna ed Irlanda, caduto nel 1992) • Allargamento delle competenze (anche se limitate) nelle seguenti materie: istruzione, protezione dei consumatori, salute, reti transeuropee, industria, cultura, giovani generazioni • Rafforzamento delle politiche di coesione con la creazione del Fondo di coesione

  34. 2.5 Dalla Comunità economica all’Unione Europea (anni ’90) nell’ambito delle politiche del secondo pilastro (PESC): • Disposizioni sulla politica estera e di sicurezza comune. Obiettivi: difesa valori ed interessi comuni, mantenimento pace, sicurezza, cooperazione internazionale, rafforzamento democrazia e diritti umani. (Tipi di interventi militari previsti: missioni umanitarie, per mantenimento o ripristino pace. Accordo successivo al Trattato)

  35. 2.5 Dalla Comunità economica all’Unione Europea (anni ’90) e nell’ambito delle politiche del terzo pilastro (GAI): • Disposizioni sulla cooperazione giudiziaria e di politica in materia penale (asilo, controllo delle frontiere, immigrazione, droga, frodi internazionali, cooperazione giudiziaria in ambito civile e penale, cooperazione forze di polizia)

  36. 2.5 Dalla Comunità economica all’Unione Europea (anni ’90) • Nel Trattato si specificano le tre tappe per l’unificazione monetaria: libera circolazione dei capitali e coordinamento delle politiche macroeconomiche; convergenza; adozione della moneta unica • Si specificano altresì i criteri di convergenza per i paesi candidati alla moneta unica relativi alla finanza pubblica, ai tassi d’inflazione e d’interesse

  37. 2.5 Dalla Comunità economica all’Unione Europea (anni ’90) • CITTADINANZA EUROPEA • In base al Trattato sull’Unione Europea (1993) • Libertà di circolazione e di soggiorno su tutto il territorio dell'Unione; • Diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni municipali e del Parlamento europeo nello Stato di residenza; • Protezione diplomatica e consolare delle autorità di ogni Stato membro allorquando lo Stato di cui l'individuo è cittadino non è rappresentato in uno Stato terzo (articolo 20 TCE); • Diritto di petizione al Parlamento europeo e di ricorso al mediatore europeo.

  38. 2.5 Dalla Comunità economica all’Unione Europea (anni ’90) • In esito all'entrata in vigore del trattato di Amsterdam (1999), lo status di « cittadino europeo » conferisce del pari i seguenti diritti: • Diritto di rivolgersi alle istituzioni europee in una delle lingue ufficiali e di ricevere una risposta nella stessa lingua; • Diritto di accesso ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, in presenza di determinate condizioni (articolo 255 TCE) ; Diritto alla non discriminazione fra cittadini dell'Unione basata sulla cittadinanza (articolo 12 TCE) e il diritto di non discriminazione per motivi riguardanti genere, razza, religione, disabilità, età o orientamento sessuale; • La parità di condizioni ai fini dell'accesso alla funzione pubblica comunitaria.

  39. 2.6 Verso l’allargamento, la moneta unica ed il Trattato di Amsterdam (anni ’90) • Gli anni novanta dopo il TUE sono caratterizzati dalla preparazione all’allargamento, dal processo di integrazione monetaria, dall’approvazione di un nuovo Trattato.

  40. 2.6 Verso l’allargamento (anni ’90) • La dimensione territoriale aumenta con l’ingresso di Svezia, Finlandia ed Austria (1995) • Referendum negativi invece in Svizzera e Norvegia • L’Unione decide di allargarsi verso est • Vengono definiti i criteri di Copenaghen (1993) per i Paesi candidati: • stato di diritto, democrazia, diritti umani, rispetto delle minoranze • economia di mercato, regole della concorrenza e competitività • accettazione dell’acquis comunitario

  41. 2.6 Verso l’allargamento (anni ’90) Difficoltà dell’allargamento: • Politiche: paesi in transizione verso la democrazia • Economiche: paesi in transizione verso l’economia di mercato e paesi con un reddito pro-capite molto basso • Istituzionali: l’accresciuta dimensione dell’acquis comunitario

  42. 2.6 Verso l’allargamento (anni ’90) Agenda 2000: • Analisi dei Paesi entranti • Riforma della PAC: politiche di sostegno ai prezzi e sviluppo rurale • Riforma della politica di coesione: concentrazione delle risorse e riduzione del numero degli obiettivi • Strumenti finanziari per i Paesi candidati: Phare (istituzioni), Ispa (infrastrutture ed ambiente) e Sapard (agricoltura) Controversie sul bilancio fra paesi creditori e debitori

  43. 2.6 Verso la moneta unica (anni ’90) • Parte la terza fase dell’UEM con l’adesione di 12 stati su 15 (ne rimangono fuori Gran Bretagna, Danimarca e Svezia)

  44. 2.6 Il Trattato di Amsterdam (1997) • Nel 1997 viene approvato un nuovo Trattato che apporta altre importanti modifiche all’assetto istituzionale dell’Unione europea e alla distribuzione delle competenze • Nell’ambito delle politiche: • Vengono dichiarati i i principi su cui è basata l’Unione: libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani, dello stato di diritto (a cui devono attenersi nuovi stati membri) • Viene assegnato all’Unione il potere di agire contro varie forme di discriminazione (razza, orientamento sessuale, religione, età..)

  45. 2.6 Il Trattato di Amsterdam (1997) • Vengono inseriti nel Trattato (primo pilastro) un capitolo sull’occupazione (Titolo VIII) ed un capitolo sociale (che prima era solo un protocollo) • Passano dal terzo al primo pilastro alcuni temi relativi ai visti, ai diritti d’asilo, all’immigrazione, alla cooperazione giudiziaria… • Viene inserito nel trattato il patto di stabilità e crescita • Vengono incorporati nel Trattato (terzo pilastro) gli accordi di Schengen (opt out di Gran Bretagna ed Irlanda)

  46. 2.6 Il Trattato di Amsterdam (1997) In ambito istituzionale le modifiche riguardano: • Allargamento del ricorso alla maggioranza qualificata • Allargamento dell’ambito di applicazione della procedura di codecisione che diventa la procedura standard • Approvazione del Presidente della Commissione da parte del Parlamento • Formalizzazione e regolamentazione della cooperazione rafforzata possibile nel primo e terzo pilastro • Istituzione dell’Alto Rappresentante per la politica estera

  47. 2.6 Il Trattato di Amsterdam (1997) • Vengono ridefiniti gli strumenti della PESC. Le strategie comuni sono di competenza del Consiglio europeo e richiedono l’unanimità. Le “azioni comuni” e le “posizioni comuni” sono di competenza del Consiglio e richiedono il voto a maggioranza qualificata • Viene specificato l’ambito delle azioni militari dell’U.E.

  48. 2.6 Il Trattato di Amsterdam: gli accordi di Schengen • Obiettivi • Abolizione dei controlli sistematici delle persone alle frontiere interne dello spazio Schengen • Rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne dello spazio Schengen • Collaborazione delle forze di polizia e possibilità di intervenire in alcuni casi oltre i propri confini • Coordinamento degli stati nella lotta alla criminalità organizzata di rilevanza internazionale • Integrazione delle banche dati delle forze di polizia • Aderenti • Ingresso graduale a partire dal primo accordo del 1985 • Oggi vi fanno parte 28 Paesi europei , di cui tre, Islanda, Norvegia e Svizzera non fanno parte dell’Unione europea. Gli accordi di Schengen sono stati inseriti nel Trattato di Amsterdam e successivamente nel Trattato di Maastricht • Il Regno Unito e l’Irlanda hanno esercitato l’opzione dell’opt out • Tutti i nuovi stati membri devono aderire allo spazio Schengen

  49. 2.7 Gli anni 2000: i fatti principali • La Strategia di Lisbona per rilanciare la crescita e l’occupazione • L’allargamento • Il Trattato di Nizza • La moneta unica • Il Trattato di Riforma

  50. 2.7 Gli anni 2000: la strategia di Lisbona • Le preoccupazioni per la crescita lenta dell’Europa e per l’elevato tasso di disoccupazione erano presenti fin dagli anni novanta • Nel corso degli anni novanta era stata per questo varata una politica europea per l’occupazione • Nel 2000 viene lanciata la cosiddetta strategia di Lisbona con l’ambizioso obiettivo di fare dell’Unione la più competitiva e dinamica economia basata sulla conoscenza entro il 2010. Vengono fissati una serie di obiettivi in termini di crescita e di occupazione da raggiungere entro quella data. • Si adotta come metodo di gestione il MAC (vedi oltre) • Una valutazione insoddisfacente di metà percorso porta ad una revisione della strategia di Lisbona nel 2005

More Related