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Francesca Gallina, Simone Casini Università per Stranieri di Siena Perugia, marzo-aprile 2010

La gestione della classe plurilingue – dalla rilevazione delle competenze linguistico-comunicative allo sviluppo delle competenze disciplinari. Francesca Gallina, Simone Casini Università per Stranieri di Siena Perugia, marzo-aprile 2010. Programma del corso.

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Francesca Gallina, Simone Casini Università per Stranieri di Siena Perugia, marzo-aprile 2010

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Presentation Transcript


  1. La gestione della classe plurilingue – dalla rilevazione delle competenze linguistico-comunicative allo sviluppo delle competenze disciplinari Francesca Gallina, Simone Casini Università per Stranieri di Siena Perugia, marzo-aprile 2010

  2. Programma del corso Introduzione al corso. Normativa e linee guida di riferimento europee e italiane e loro potenziali ripercussioni La gestione della classe plurilingue: le indicazioni della linguistica acquisizionale Il contributo dell’approccio interculturale Verso una didattica acquisizionale integrata

  3. Obiettivi • attualecondizione di contatto linguistico presente nella scuola e nelle società contemporanee • gestione del contatto in relazione all’insegnamento / apprendimento dell’italiano L2 • gestione del “nuovo” plurilinguismo

  4. Parole chiave contatto linguistico scuola italiano, italiano L2, italiano di contatto, lingue (di origine)

  5. Parole chiave contatto linguistico language contact (Weinreich, 1953) spazio linguistico (Wittgenstein, De Mauro)

  6. Parole chiave scuola ruolo e funzioni in relazione all’educazione linguistica

  7. Le azioni didattiche promosse nella scuola italiana testimonianza della capacità di risposta creativa da parte degli insegnanti (soprattutto di italiano L1 o lingue straniere) alla emergenza formativa causata dall’ingresso di alunni stranieri nelle loro classi, che li ha visti trasformarsi in maestri di lingua carenza della loro preparazione glottodidattica scarsa abitudine a cooperare, a mettersi in discussione, a fare rete con i propri colleghi.

  8. Materiali didattici paradigma della fotocopiatrice a partire dagli anni ’80 è strumento didattico più utilizzato dai docenti per la costruzione di unità di lavoro, moduli e percorsi, rielaborando il materiale esistente o creandone di nuovo. prodotto materiali grigi, cioè “prodotti didattici realizzati dai docenti, con bassa strutturazione editoriale e un aspetto grafico-tipografico non guidato da competenze tecnico professionali” Creativi, ma frutto delle necessità temporanee e contingenti legate al singolo o ai singoli apprendenti. non proposti alla discussione fra docenti, alla verifica intersoggettiva, e non disseminati nell’ottica di sfruttamento delle buone pratiche.

  9. Due gravi carenze nel sistema formativo italiano la mancanza di preparazione degli insegnanti curricolari nella didattica dell’italiano come L2 la scarsa propensione e abitudine da parte degli insegnanti in Italia a mettere in rete il proprio lavoro, di condividere con altri, discutere e verificare quanto realizzato. perdita di esperienze e attività che, molte volte, si sono dimostrate di una forte carica innovativa e adeguate a rispondere non solo a esigenze temporanee, ma replicabili

  10. Parole chiave italiano italiano LS italiano L2 italiano di contatto (Freddi, 1987; MPI, 2001; Vedovelli, 2002) lingue insegnate (solo inglese?) lingue di minoranza (storica o immigrate), lingue di origine

  11. Quali lingue di origine per gli alunni di famiglia straniera o mista? Per i giovanissimi alunni di famiglia straniera - l’italiano non è né lingua madre (cioè lingua dell’identità primaria) né lingua straniera o seconda (cioè oggetto di acquisizione successiva al processo primario di sviluppo della competenza linguistica) - l’italiano entra nella coscienza e nell’identità linguistica a costituire un continuum con altri idiomi: la lingua (le lingue) dell’ambiente familiare i dialetti continuum di idiomi: competenza plurima

  12. Quali lingue di origine per gli alunni di famiglia straniera o mista? l’italiano crea un ambiente di contatto dove l’individuo costruisce e ricostruisce la propria identità, innanzitutto linguistica Il contatto, l’interferenza e il miscuglio vanno visti come elementi positivi, fonti di ricchezza identitaria ed espressivo-comunicativa (Baker-Eversley, 2000)

  13. In Italia: alcuni dati 4.329.000 immigrati, tra il 6,5-7,2% della popolazione 862.453 minori, di cui circa 628.937 nel sistema scolastico, 7% della popolazione scolastica ‘di cittadinanza non italiana’ Processi migratori sempre più stanziali (Caritas, 2009)

  14. Caritas (2009: 3) Si tratta di alunni “stranieri” per modo di dire, perché quasi 4 su 10 (37%) sono nati in Italia e di questo Paese si considerano cittadini. Per costoro la lingua, spesso invocata come motivo di separazione, non costituisce un ostacolo; e così potrebbe essere anche per i ragazzi ricongiunti nel corso dell’anno, a condizione di potenziare le misure di sostegno per l’apprendimento dell’italiano.

  15. Caritas (2009: 3) Questi giovani condividono con i coetanei italiani comportamenti, gusti, consumi, incertezze esistenziali. Differenze si riscontrano, invece, nel percorso scolastico, a causa di problemi di ritardo, dispersione, insuccesso, specialmente nella scuola secondaria superiore: ragionando in termini di sistema per il futuro del Paese, bisognerà ridurre questo svantaggio, dotando la scuola dei mezzi e del personale necessari.

  16. Straniero / immigrato /cittadino non italiano Ambiguità nella definizione di alunni di cittadinanza non italiana (MIUR, 2007-2008) straniero / immigrato (ISTAT, 2004, 2009)

  17. Straniero / immigrato /cittadino non italiano Note metodologiche p. 17, Miur, aprile 2009 Istat 2009, Cittadino straniero residente (in Italia) Persona con cittadinanza straniera o apolide iscritta all’anagrafe di un comune italiano

  18. Straniero / immigrato /cittadino non italiano Nei dati MIUR sfugge chi ha già la nazionalità del paese di arrivo, come i figli di coppie miste, gli emigranti con cittadinanza italiana che tornano dall’estero, i bambini adottati, gli alunni nomadi nati in Italia che hanno acquisito la cittadinanza italiana. + apolidi e alunni con doppia cittadinanza

  19. Dati quantitativi nell’anno scolastico 1995/96 si contavano circa 50.000 presenze nell’anno scolastico 2007-2008: 6,4% del totale degli alunni corrispondenti a 574.133 unità, nel 2006-2007 erano 5,6% (501.494) circa il 40% nella scuola primaria Umbria: 11,4% (13.688) alunni stranieri - 78,1% infanzia, 41,5% primaria, 14,1% sec. I g., 4,1% sec. II g. (MPI, 2008, Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano 2007-2008, Luglio 2008; MIUR, 2009, Alunni con cittadinanza non italiana, aprile 2009)

  20. Dati quantitativi • a.s. 2008-09: 7% - 628.971 alunni (+9,5%) • 8,3% primaria, 7,9% sec. I g. , 4,8% sec. II g., 7,6% infanzia • 233.051 nati in Italia (34,7%) : 45,2% primaria, 73,3% infanzia, 17,8% medie, 6,18 superiori • Umbria: 12,2% • 4% di scarto negativo degli esiti; irrilevante nella primaria, -15,8% sec. II g. • (Caritas, 2009)

  21. Dati quantitativi situazione e distribuzione non omogenee sul territorio nazionale la presenza di studenti di origine straniera è più elevata nelle regioni del Nord e del Centro istituzioni scolastiche dove supera il 20% dell’intera popolazione. la tipologia delle presenze evidenzia un paesaggio scolastico caratterizzato dalla molteplicità delle cittadinanze. A fronte di scuole a forte concentrazione, ma omogenee per il tipo di presenze, la maggioranza di esse si caratterizza per la pluralità delle provenienze degli alunni stranieri. Romania, Albania, Marocco, Cina, Ecuador (Miur 2009: 62)

  22. Quali conseguenze per la gestione di una scuola? Conoscenza e lettura delle fonti, statistiche e normative Analisi della situazione nazionale / regionale / locale Quali soggetti coinvolti? Quali conseguenze per il contatto linguistico?

  23. Tema centrale • è appunto quello linguistico, che spazia dal necessario apprendimento della lingua della società ospite a quello del mantenimento della lingua di origine • Politica europea: sostegno alla diversità delle lingue presenti sul territorio • Sono escluse le lingue immigrate (CoE, 2001; Action Plan, 2004-2006; Extra, Yağmur, 2004)

  24. Quindi, per superare le ambiguità Se si operasse invece una ricognizione delle lingue presenti nei repertori di origine degli alunni, si otterrebbe una fotografia molto più precisa del grado di plurilinguismo presente, e si evidenzierebbero non le sole lingue ufficiali dei paesi di origine, ma anche le altre varietà linguistiche.

  25. Dopo il 1989, 1993…negli anni successivi… importanza di una educazione interculturale presenza di alunni stranieri nella scuola come a un “problema” e, di fronte al problema, si parla di “emergenza formativa”

  26. La normativa italiana C.M. 8/9/1989, n. 301, una circolare dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione “Inserimento degli alunni stranieri nella scuola dell’obbligo. Promozione e coordinamento delle iniziative per l’esercizio del diritto allo studio”. • documento fortemente innovativo, contiene in nuce gli elementi necessari per impostare una azione didattica basata sul rispetto dei diritti degli individui, e quindi del multilinguismo e della multiculturalità

  27. C.M. 8/9/1989, n°. 301 si riconosce già la presenza degli alunni stranieri/immigrati nelle classi come un fatto strutturale e destinato a incrementare quantitativamente: Mai usate le espressioni “emergenza, emergenza formativa, o problema”, ma si promuove la realizzazione di interventi strutturali. il diritto all’uguaglianza nelle opportunità formative, sancito dalla legge italiana e dalle direttive europee (art. 14 del R.D. 4 maggio 1925, n. 653, poi nella Costituzione e nella Dichiarazione dei diritti del fanciullo, ONU 20 novembre 1959 e D.P.R. 10 settembre 1982, n. 722, in attuazione della direttiva CEE n. 77/486 sulla formazione scolastica dei figli dei lavoratori migranti, e nella Legge 30 dicembre 1986, n. 943, "Norme in materia di collocamento e di trattamento dei lavoratori extra comunitari e contro le immigrazioni clandestine”).

  28. C.M. 8/9/1989, n°. 301 viene evidenziata come essenziale la scolarizzazione dei giovani immigrati nella fascia dell’obbligo, siano questi ultimi figli di immigrati regolarmente presenti in Italia, sia non in possesso dei requisiti di regolarità. si consigliano poi “interventi intesi a garantire alla generalità degli immigrati l´esercizio del diritto allo studio ed a valorizzare le risorse provenienti dall’apporto di culture diverse nella prospettiva della cooperazione fra i popoli nel pieno rispetto delle etnie di provenienza”.

  29. C.M. 8/9/1989, n°. 301 La garanzia di promozione sociale per gli immigrati attraverso la scolarizzazione evidenziando che gli interventi formativi non devono semplicemente essere finalizzati all’acquisizione di una competenza di base, ma ad accrescere i livelli culturali degli immigrati e qualificare la loro partecipazione alla vita della comunità. sviluppo della competenza linguistica come condizione di possibilità per l’inserimento sociale e professionale: una competenza linguistica adeguata consente di inserirsi in contesti di socializzazione complessi e non marginali, e questi attivano processi che consentono alla competenza di svilupparsi ulteriormente. assegnazione degli alunni stranieri nelle classi, che, in base al D.P.R. n. 722 devono essere "iscritti alla classe della scuola dell’obbligo successiva, per numero di anni di studio, a quella frequentata con esito positivo nel Paese di provenienza".

  30. C.M. 8/9/1989, n°. 301 1) si riconosce la centralità della questione linguistica, sia essa considerata dal punto di vista dell’apprendimento della lingua italiana, requisito necessario per l’inserimento e la promozione sociale, sia del mantenimento delle lingue di origine, strumento per la formazione dell’identità; 2) si auspica il rispetto delle differenze, al fine di consolidare la convivenza, attraverso la conoscenza reciproca (da parte degli italiani e degli stranieri) delle lingue e delle culture;

  31. C.M. 8/9/1989, n°. 301 3) si pone al centro dell’azione didattica il riconoscimento delle conoscenze pregresse degli alunni (sia italiani sia stranieri), al fine di costruire percorsi personalizzati di apprendimento; 4) si rileva la necessità di formare del personale docente con competenze adeguate, riconoscendo la necessità di percorsi formativi peculiare per i docenti di L2, che comunque dovrebbero anche, auspicabilmente, conoscere le lingue e le culture dei propri allievi; 5) si sottolinea l’importanza di un coordinamento a livello territoriale anche con enti diversi da quelli istituzionali, al fine di esaltare le singole competenze e di “metterle in rete”, a disposizione di tutti gli operatori.

  32. C.M. 205/1990“La scuola dell'obbligo e gli alunni stranieri. L'educazione interculturale.” dopo legge sull’immigrazione (legge Martelli - 28 febbraio 1990, n. 39) centralità della questione linguistica, sottolineando ancora l’opportunità della realizzazione di prove atte a verificare il livello di conoscenza, soprattutto della lingua italiana, “piuttosto che in funzione selettiva, ai fini della programmazione mirata alle attività didattiche”. sperimentazione di periodi di presenza degli alunni stranieri nelle classi alternati a momenti di applicazione e attività di laboratorio linguistico in gruppi di soli stranieri "valorizzazione della lingua e cultura d'origine“ per la prima volta il concetto di educazione interculturale, considerata come condizione strutturale della società multiculturale

  33. C.M. 205/1990 Si auspica la realizzazione di progetti di educazione interculturale validi allo stesso tempo per gli alunni italiani e per gli alunni stranieri, che facciano assumere al compito educativo il “carattere specifico di mediazione fra le diverse culture di cui sono portatori gli alunni: mediazione non riduttiva degli apporti culturali diversi, bensì animatrice di un continuo, produttivo confronto fra differenti modelli”. Il rispetto della “diversità culturale” come fondante di una convivenza che si ispiri ai principi della democrazia, la diversità “deve essere pensata quale risorsa positiva per i complessi processi di crescita della società e delle persone”. “l’obiettivo primario dell'educazione interculturale si delinea come promozione delle capacità di convivenza costruttiva in un tessuto culturale e sociale multiforme. Essa comporta non solo l'accettazione ed il rispetto del diverso, ma anche il riconoscimento della sua identità culturale, nella quotidiana ricerca di dialogo, di comprensione e di collaborazione, in una prospettiva di reciproco arricchimento”.

  34. C.M. 205/1990 Per prevenire “il formarsi di stereotipi e pregiudizi nei confronti di persone e culture ed a superare ogni forma di visione etnocentrica, realizzando un’azione educativa che sostanzia i diritti umani attraverso la comprensione e la cooperazione fra i popoli nella comune aspirazione allo sviluppo e alla pace” (v. anche la pronuncia del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione del 24/3/1993, “Razzismo e antisemitismo oggi: il ruolo della scuola”). L’educazione interculturale è considerata come lo strumento educativo più efficace per promuovere il rispetto e la convivenza pacifica, dal momento che implica una conoscenza e comprensione reciproca.

  35. Pronunciamento del Consiglio nazionale per la Pubblica Istruzione, 15/6/1993“Pronuncia di propria iniziativa in merito alla tutela delle minoranze linguistiche” “una lingua è molto più di un insieme di suoni, di caratteri, parole, grammatica. Una lingua contiene la memoria collettiva di una comunità”. vengono riconosciute come minoranze linguistiche anche le “nuove lingue” portate dagli immigrati, anche se, per il fatto di essere piuttosto “remote” da noi, sono meno importanti da capire e studiare rispetto alle minoranze storiche. si attribuisce lo status di minoranza anche alle lingue immigrate.

  36. C.M. 2/3/1994 n.73Proposte e iniziative per l'educazione interculturaleDialogo interculturale e convivenza democratica.L'impegno progettuale della scuola • l'educazione interculturale non si esaurisce nei problemi posti dalla presenza di alunni stranieri a scuola, ma si estende alla complessità del confronto tra culture, nella dimensione europea e mondiale dell'insegnamento • l'educazione interculturale nelle sue articolazioni costituisce la risposta educativa alle esigenze delle società multiculturali • nella ricerca sull'intercultura, si richiama la consapevolezza della propria identità e delle proprie radici come base essenziale per il confronto; d'altra parte si sottolinea, di questa identità, la struttura composita

  37. C.M. 2/3/1994 n.73 • alla luce del principio della "valorizzazione della diversità", il modello di "integrazione" si svolge in quello di interazione, che implica il coinvolgimento degli alunni italiani e stranieri in progetti interculturali comuni • l'insegnamento linguistico richiede una progettazione didattica specifica in relazione alle singole situazioni di bilinguismo nel contesto dei programmi di educazione linguistica rivolti alla totalità degli alunni • le attività di confronto richiedono misura ed attenzione alle sensibilità individuali. Non si tratta di enfatizzare la qualità di "straniero", ma piuttosto di accoglierlo nell'"ordinario" della vita scolastica in una società pluralista • tale criterio certamente non esclude la necessità di taluni momenti formativi metodologicamente diversificati e qualificati, per superare particolari situazioni e favorire il massimo sviluppo delle potenzialità esistenti

  38. C.M. 2/3/1994 n.73 • per la scuola elementare l'organizzazione modulare comporta un uso mirato e flessibile delle risorse e consente di ottimizzare gli interventi, adeguandoli alle specifiche esigenze degli alunni, configurando una Scuola meglio capace di recepire la diversità. In particolare, le disposizioni previste dall'art.9 della legge di riforma permettono un efficace utilizzo della contemporaneità, che si traduce operativamente nella realizzazione di interventi individualizzati e di lavori di gruppo idonei a rimuovere le situazioni di difficoltà e di svantaggio. • l'insegnamento individualizzato e le classi aperte previste dalla legge n. 517 del 4.8.1977 (articolo 2) possono costituire una prima risposta alle esigenze di integrazione dell'alunno straniero e, in particolare, alla richiesta di momenti specifici di "rinforzo" linguistico.

  39. Legge N°. 40/98 sull’immigrazione garantisce il diritto e il dovere per i minori, inclusi i figli dei clandestini, di seguire un percorso scolastico

  40. Altra legislazione • D.P.R. 394/1999: diritto/dovere all’istruzione per tutti; iscrizione in qualsiasi momento dell’anno • C.M. 155/2001: fondi per docenti di scuole con >10% alunni stranieri • C.M. 160/2001: attivazione corsi per minori e famiglie accogliendo le differenze come valore

  41. “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” (marzo 2006) l’estrema rapidità temporale in cui la scuola si è trovata a fronteggiare l’ingresso degli alunni stranieri (!) la disomogeneità nel territorio italiano della presenza del fenomeno, che ha spinto ad adottare risposte differenziate una visione più etnocentrica e meno mirata alla valorizzazione della diversità linguistica nella scuola

  42. “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” (marzo 2006) • Pone al centro educazione interculturale • Propone distribuzione equilibrata delle iscrizioni tra scuole e eterogeneità delle cittadinanze in classe

  43. “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” (marzo 2006) • Area educativo-didattica: • Colloquio con alunno e famiglia • Accertamento dei livelli di competenza per l’inserimento fermo restando il criterio dell’età • Immersione nel gruppo classe facilita l’apprendimento del linguaggio funzionale (eccezione solo per progetti didattici specifici es. apprendimento dell’italiano L2)

  44. “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” (marzo 2006) • Insegnamento dell’italiano e altri apprendimenti linguistici: • Promuovere una buona competenza nell’italiano parlato e scritto • Attività di laboratorio linguistico, percorsi e strumenti per l’insegnamento intensivo dell’italiano • Apprendimento e sviluppo dell’italiano L2 al centro dell’azione didattica, tutti gli insegnanti coinvolti • Plurilinguismo europeo può rispondere alle esigenze dei ragazzi immigrati • Lingue d’origine sono risorse per lo sviluppo cognitivo e affettivo

  45. La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri - Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’educazione interculturale Ottobre 2007 • Principi: • universalismo dei diritti dei minori • scuola comune per tutti • centralità della persona in relazione con l’altro • intercultura: scuola del pluralismo

  46. La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri -2007 • Italiano L2 • fase organizzativa per individuare modelli organizzativi, definire i ruoli dei facilitatori linguistici, elaborare e acquistare materiali a strumenti • fase ‘glottodidattica’ definizione di un modello di competenza comunicativa di base e per lo studio, diffusione di strumenti per la definizione dei livelli di competenza in riferimento al QCER, elaborazione e diffusione di modelli operativi, formazione ai docenti e sensibilizzazione di tutti i docenti sui problemi della facilitazione nella comprensione dell’italiano

  47. La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri -2007 • Valorizzazione del plurilinguismo • È opportunità per tutti gli alunni • Includere le lingue delle collettività più numerose nell’offerta formativa • Mantenimento della L1 è diritto e strumento di crescita cognitiva con risvolti positivi su apprendimento dell’italiano L2 e altre lingue straniere studiate a scuola

  48. Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri Premesso che il crescente fenomeno dell'immigrazione ha modificato sensibilmente il modello organizzativo del sistema scolastico italiano; l'elevata presenza di alunni stranieri nelle singole classi scolastiche della scuola dell'obbligo determina difficoltà oggettive d'insegnamento per i docenti e di apprendimento per gli studenti; [per quali destinatari? provenienza/cittadinanza/stanzialità vs competenza linguistica; per quale fascia di età?]

  49. Mozione 1-00033 Cota, 14 ottobre 2008 – Accesso studenti stranieri Premesso che il diverso grado di alfabetizzazione linguistica si rivela, quindi, un ostacolo per gli studenti stranieri che devono affrontare lo studio e gli insegnamenti previsti nei programmi scolastici, e per gli alunni italiani che assistono a una «penalizzante riduzione dell'offerta didattica» a causa dei rallentamenti degli insegnamenti dovuti alle specifiche esigenze di apprendimento degli studenti stranieri; [saper leggere e scrivere vs sviluppo di competenza in it. Anche in altre lingue?; non tener conto della ricerca su questi temi]

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