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Dati sessuati sulla cittadinanza politica delle donne in Italia e in Europa

Dati sessuati sulla cittadinanza politica delle donne in Italia e in Europa. Rappresentanza di genere Prof. Alisa Del Re Università di Padova. La presenza femminile in Parlamento nelle varie legislature (Italia 2006).

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Dati sessuati sulla cittadinanza politica delle donne in Italia e in Europa

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Presentation Transcript


  1. Dati sessuati sulla cittadinanza politica delle donne in Italia e in Europa Rappresentanza di genere Prof. Alisa Del Re Università di Padova

  2. La presenza femminile in Parlamento nelle varie legislature (Italia 2006)

  3. Ripartizione degli eletti tra neoeletti e rieletti per sesso e per fasce d'etàCamera dei DeputatiXVI legislatura - situazione al 29/04/2008 (inizio legislatura)

  4. SENATO StatisticheXVI Legislatura(dati aggiornati al 2 maggio 2008)

  5. Camera dei deputati

  6. Senato

  7. XVII legislaturaInizio legislatura 24-25 febbraio 2013Elette alla Camera dei Deputati

  8. XVII legislaturaInizio legislatura 24-25 febbraio 2013Elette al Senato della repubblica

  9. Dati Arcidonna

  10. Dati Arcidonna

  11. Età degli eletti • È donna l'eletta più giovane, la venticinquenne Marta Grande, candidata nel Lazio dal Movimento 5 stelle. Al di là dei diversi schieramenti e delle ipotesi di alleanze, il nuovo Parlamento rappresenta non solo una sfida generazionale (età media 48 anni) per un Paese come l'Italia che ha la classe dirigente più vecchia in Europa con una età media di 59 anni, ma soprattutto una sfida al maschilismo imperante nei centri decisionali della politica.

  12. Modifica art. 51 Costituzione • 1 comma: La repubblica “promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini” • Viene superata la preclusione all’adozione di misure incidenti sulle procedure elettorali

  13. Legge 21 dicembre 2005 n. 270 • Omissione costituzionale

  14. Risultati pressione movimenti • Nel 2012 (legge n. 215/2012) si è iniziato ad inserire dei principi di pari opportunità introducendo due misure rilevanti nella legge elettorale per l’elezione dei consigli comunali con popolazione superiore ai 5.000 abitanti: l’imposizione di una quota di lista, in virtù della quale nessuno dei due sessi può essere rappresentato nelle liste in misura superiore ai due terzi dei candidati; la cosiddetta doppia preferenza di genere, ossia la possibilità di esprimere due preferenze per i candidati a consigliere comunale: una per un candidato di sesso maschile e l’altra per un candidato di sesso femminile della stessa lista. In caso di mancato rispetto della disposizione, si prevede l’annullamento della seconda preferenza. Questa legge sarà applicata nelle prossime amministrative.

  15. Altri risultati • Per quanto riguarda le giunte degli enti locali ed i consigli regionali, la legge non prevede singole misure, ma è fissato il principio per cui l’atto di nomina o la legge elettorale regionale devono garantire la presenza di entrambi i sessi. • La legge introduce, inoltre, disposizioni in materia di comunicazione politica e di parità nelle commissioni di concorso per l’accesso al lavoro nelle pubbliche amministrazioni.

  16. E ancora • Una ulteriore misura volta a favorire la parità di genere nella politica è stata introdotta dalla legge di riforma del finanziamento della politica che prevede la decurtazione del 5% dei contributi per i partiti che presentano un numero di candidati del medesimo sesso superiore ai due terzi del totale. La disposizione si applica alle elezioni politiche, europee e regionali (L. 96/2012, art. 1, comma 7). • Inoltre, per quanto riguarda l’equilibrio tra i sessi negli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate in mercati regolamentati, il Parlamento ha approvato la legge n. 120/2011 che dispone che il genere meno rappresentato debba ottenere almeno un terzo degli amministratori eletti.

  17. E ancora • Il 21 gennaio 2013 è stata depositata una sentenza del Tar Laziodopo un ricorso presentato dall’Ande Roma per l’annullamento della delibera di nomina della giunta del comune di Civitavecchia, che vedeva la presenza, oltre al sindaco, di una sola donna su sette assessori. • Il Tar Lazio afferma che : “l’effettività della parità non può che essere individuata nella garanzia del rispetto di una soglia quanto più approssimata alla pari rappresentanza dei generi, da indicarsi dunque nel 40% di persone del sesso sotto-rappresentato.”

  18. Il Porcellum • Per quanto riguarda la legge elettorale per il Parlamento attuale (proporzionale con premio di maggioranza senza indicazioni di preferenza (a liste chiuse), non piace a nessuno, non garantisce la governabilità (come si vede attualmente) per come è strutturata, ma se ci fossero le quote di genere sarebbe la più utile per la parità.

  19. Leggi elettorali regionali • L’obbligo di promuovere la parità d’accesso tra donne e uomini alle cariche elettive è stato stabilito per le Regioni a statuto speciale dalla legge Costituzionale 31 gennaio 2001, n.2 e per quelle a statuto ordinario dall’art. 117, comma VII, aggiunto in occasione della revisione dell’art. V della Costituzione

  20. Leggi elettorali regionali • Le misure volte ad incrementare la presenza femminile sono poco uniformi • Comune a tutte le regioni è la previsione di quote elettorali, ovvero l’obbligo di presentare liste composte da candidati di ciascun sesso in proporzioni determinate, mentre altamente diversificate sono sia tali proporzioni, sia le sanzioni previste.

  21. Campania • Legge 7 febbraio 2005, n. 1: si limita a vietare le liste monosesso • Modificata il 27 marzo 2009, legge n. 4 con la preferenza di genere • Il 14 gennaio 2010, con la sentenza n. 4 la Corte Costituzionale ha ritenuto non fondata l’impugnazione da parte del Governo

  22. Sicilia • Legge 3 giugno 2005 n. 7, i candidati di ogni lista devono essere inseriti secondo un criterio di alternanza fra uomini e donne

  23. Altre leggi regionali • Valle d’Aosta, legge 7 agosto 2007, n. 22: “in ogni lista di candidati all’elezione del Consiglio regionale ogni genere non può essere rappresentato in misura inferiore al 20 per cento, arrotondato all’unità superiore” • Abruzzo, legge 13 dicembre 2004, n. 42, modificata il 12 febbraio 2005, n.2, fissa al 70%la proporzione di base alla quale nessuno dei due sessi può essere rappresentato nelle liste

  24. Ancora leggi regionali • Marche, Puglia, Lazio, Toscana, Campania e Umbria, con le rispettive leggi 16 dicembre 2004, n. 27; 28 gennaio 2005, n. 2; 13 gennaio 2005, n. 2; 13 maggio 2004, n. 25; 27 marzo 2009,n. 4; 4 gennaio 2010, n. 2, le liste devono essere formate in modo tale da non rappresentare oltre i 2/3 lo stesso sesso

  25. Sanzioni • Circa la metà delle leggi regionali si limitano a stabilire una riduzione del rimborso ottenuto per le spese elettorali per i movimenti e i partiti che presentano liste in cui uno dei due sessi è rappresentato in misura superiore a quella indicata: Puglia, Lazio, Umbria, Abruzzo, Sicilia

  26. Sanzioni • Le Regioni che hanno stabilito l’inammissibilità della lista che non rispetta la proporzione di genere prescritta sono: Calabria, Toscana, Marche, Campania, Valle d’Aosta.

  27. Regioni • Nelle ultime elezioni regionali si dovevano eleggere 699 consiglieri • Primo risultato: due donne presidenti, una nel Lazio e una in Umbria. Due come nella passata edizione con le ultime elezioni (resta l’Umbria e ora il Friuli) • le donne elette sono state il 13,3 per cento. Su 697 eletti, appena 93 sono donne • La maglia nera se la dividono equamente una Regione governata dal centro sinistra: la Basilicata (dove l’unica eletta è dimissionaria) e la Calabria, governata dal centro destra, dove non risulta eletta nemmeno una donna

  28. Campania • Il risultato migliore è quello della Campania dove la recente legge elettorale ha introdotto il sistema della preferenza doppia, che obbliga, se si danno due preferenze, ad indicare un uomo e una donna. Il risultato buono, seppure anche questo modesto, 14 donne elette su 60 consiglieri, il 23,3% dimostra che molti elettori si sono limitati ad indicare una sola preferenza e quasi sempre solo un uomo

  29. Toscana • Il secondo miglior risultato è quello della Toscana, con 12 elette su 55 consiglieri, e anche qui la recente legge elettorale ha introdotto il concetto che nessun genere può essere presente nelle liste dei candidati con una percentuale maggiore di 2/3. Qui ci si doveva quindi aspettare una soglia dell’almeno 33% di elette invece siamo solo al 21,8%, del resto ormai lo sappiamo che la sola presenza in lista non garantisce l’elezione

  30. Puglia • Anche la Puglia ha recentemente modificato la sua legge elettorale, ma non avendo previsto nessuna misura sulla rappresentanza di genere, le donne sono rappresentate con poco più del 5%.

  31. Sicilia • In numeri assoluti, le donne elette all'Assemblea Regionale Siciliana sono 15, in percentuale stanno intorno al 16 per cento sul totale di 90 deputati. Un dato largamente al disotto del 30 per cento, quota prevista dalla legge nazionale sulla pari rappresentanza. Nella scorsa legislatura erano in tre.

  32. Sicilia • Dalle prossime elezioni amministrative – che per l’occasione sono state prorogate di quindici giorni – gli elettori siciliani potranno esprimere due preferenze: una per un candidato uomo ed un’altra per una candidata donna. Una norma creata per facilitare l’accesso delle donne alle cariche elettive, già prevista dal governo nazionale che con la legge 215 del 2012 aveva disciplinato la doppia preferenza di genere alle elezioni amministrative e regionali. Quella norma però non era stata, fino a questo momento, recepita da nessuna Regione, a parte la Campania . E dopo un lavoro a tappe forzate della Commissione affari istituzionali anche la Sicilia ha voluto mettersi in pari.

  33. Donne elette nei consigli regionali • Donne elette % • Calabria (0 su 48) 0 • Basilicata (0 su 30) 0 • Puglia (4 su 78) 5,12 • Veneto (4 su 60) 6,66 • Lombardia ( 15 su 80) 18,7 • Liguria (6 su 40) 15 • Molise (2 su 20) 10 (?)

  34. Donne elette nei consigli regionali • Donne elette % • Marche (7 su 43) 16,3 • Lazio (10 su 51) 19,6 • Umbria ( 5 su 30) 16,6 • Emilia-Romagna (10 su 50) 20 • Friuli-Venezia Giulia (10su49) 20,3 • Piemonte (13 su 60) 21,6 • Toscana (12 su 55) 21,8 • Campania (14 su 60) 23,3

  35. Giunte regionali • Non molto diversamente dai Consigli Regionali, anche le Giunte mostrano una presenza femminile ridotta e con differenze marcate tra i diversi territori.

  36. Giunte regionali • Le Regioni si dividono nettamente in due gruppi: da una parte quelle che hanno realizzato il principio della rappresentanza paritaria in modo quasi perfetto (Toscana, Puglia e Basilicata, che hanno il 50% di donne, escludendo però il Presidente) o comunque hanno tentato di perseguire in qualche modo un equilibrio tra i generi (Emilia Romagna, Umbria, Liguria e Piemonte), e all’opposto le Regioni che hanno vistosamente ignorato questo criterio.

  37. Giunte regionali • Il risultato è una percentuale di donne attorno al 28% degli assessori, che cala ulteriormente se si considerano i presidenti (solo 2 su 13) e laddove ci sono i sottosegretari, anche se è nettamente migliore di quella registrata tra i consiglieri eletti (13%)

  38. Giunte regionali • La Toscana spicca perché abbina quantità e qualità. Il neogovernatore Enrico Rossi l’ha presentata come “una vera svolta nella storia della Regione”. Le donne sono 5 su 10 (rispetto alle 3 su 14 della giunta uscente), e oltre alla vicepresidenza per l’imprenditrice Stella Targetti, che riceve anche le deleghe a scuola, università e pari opportunità, occupano almeno due posizioni chiave.

  39. Giunte regionali • La sanità è affidata a Daniela Scaramuccia, che si è occupata soprattutto di sanità pubblica: progetti sull’analisi di sostenibilità economica, l’ottimizzazione dei percorsi intraospedalieri, il miglioramento della produttività degli ospedali, il benchmarking dei sistemi sanitari.

  40. Giunte regionali • L’urbanistica va ad Anna Marson, docente alla Facoltà di Architettura di Venezia, mentre Cristina Scarletti, ex campionessa di atletica e ricercatrice immunologa, ottiene turismo e cultura, e Anna Rita Branerini, unica confermata, mantiene l’ambiente

  41. Giunte regionali • Parità anche in Puglia (7 su 14), dove il rieletto Vendola ha voluto come vicepresidente Loredana Capone, che conserva la delega allo sviluppo economico ricoperta nella Giunta precedente, e ha conferito a donne incarichi importanti che vanno dal Welfare all’Urbanistica, al Turismo, alla Ricerca, al Personale

  42. Giunte regionali • In Sicilia il governatore Crocetta l’ha voluta a forte componente femminile. Con le ultime nomine in una giunta di 12 assessori, 7 sono donne

  43. Giunte regionali • Il Friuli Venezia Giulia, oltre alla Presidente Debora Serracchiani, ha una parità perfetta di giunta: 4 uomini e 4 donne

  44. Giunte regionali • Infine la Basilicata, già additata come maglia nera sia perché aveva una giunta tutta maschile nella scorsa legislatura, sia perché ha eletto solo uomini nell’attuale Consiglio. Il presidente confermato, Sanfilippo, si riscatta scegliendo subito due donne (su 6), e poi aggiungendone una terza in seguito alla rinuncia di un assessore rivelatosi incompatibile, così raggiunge la parità…sia pure in extremis.

  45. Giunte regionali • Chi non si riscatta dal pessimo esito del voto è la Calabria: nessuna donna in Consiglio, appena una su dieci nella giunta Scopelliti, anche se sarà vicepresidente ed è una figura prestigiosa della società civile, l’architetta e imprenditrice Antonella Stasi. • Molise (Governatore Paolo di Laura Frattura, PD) nessuna donna in giunta

  46. Giunte regionali • E tra le recidive figura la regione più importante per popolazione e ricchezza, la Lombardia, anch’essa senza donne nel precedente quinquennio e con una rappresentanza minimale nel nuovo Consiglio (7 su 80). Il governatore Formigoni ha nominato una sola donna nel 2010 su sedici (venti con i sottosegretari). • Ma senza una giusta rappresentanza delle cittadine nelle istituzioni la nostra democrazia è imperfetta: lo ha ribadito l’11 gennaio 2012 la Quinta Sezione del Consiglio di Stato entrando nel merito della questione dell' insufficiente rappresentanza del genere femminile nella giunta della Regione Lombardia,  massimo organo dell’amministrazione politica lombarda. Il Consiglio di Stato, con l’importante sentenza n° 89 ha ribaltato in secondo grado un precedente pronunciamento del Tar Lombardia che aveva in un primo tempo – e suscitando molte critiche - graziato la Giunta di Formigoni, in cui sedevano ben 15 amministratori politici uomini  e una sola donna, Margherita Peroni. Quindi venne data in febbraio 2012 la delega all’Istruzione a Valentina Aprea; in aprile 2012 la delega allo sport a Luciana Maria Ruffinelli.

  47. Giunte Regionali • La formazione del governo regionale in Lombardia da parte del governatore Maroni ha visto una giunta formata da 7 donne su 14 assessori (50/50)

  48. Giunte regionali • Migliora rispetto al passato l’Emilia Romagna, che passa da 2 a 5 donne su 12, non proprio di primo piano, ma c’è la vicepresidente, Simonetta Saliera, con delega al bilancio. • In Umbria, la presidente Catiuscia Marini ha scelto una vice, Carla Casciari, con deleghe a welfare e formazione, però il conto totale, presidente compresa, si ferma a 3 su 8.

  49. Giunte regionali • Solo due sono le assessore in Veneto e nelle Marche. Nel Lazio lo Statuto della Regione Lazio indica una quota minima del 30% . Nella giunta Marrazzo le donne erano cinque. La presenza di due sole donne su 13 con il governatorato Polverini si spiega con il fatto che la norma prevede 16 assessori e indica in 11 il massimo per ciascun genere. Polverini ha risparmiato tre assessori, guarda caso tre donne. Oggi: Giunta regione Lazio, governatore Zingaretti, 6 assessore (su 11)

  50. Ministero dell’internodati aggiornati al 20/03/2013Amministratori regionali

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