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IL BULLISMO

IL BULLISMO. CENNI STORICI.

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IL BULLISMO

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Presentation Transcript


  1. IL BULLISMO

  2. CENNI STORICI • I primi studi sul bullismo si svolsero nei paesi scandinavi, a partire dall'inizio degli anni settanta, e, poco dopo, anche nei paesi anglosassoni, in particolare Gran Bretagna e Australia: uno degli studi pioneristici, in particolare, si deve alle indagini di Dan Olweus a seguito di una forte reazione dell'opinione pubblica norvegese dovuta al suicidio di due studenti non più in grado di tollerare le ripetute offese inflitte da alcuni loro compagni.[Sappiamo però che anche Vittorino da Feltre preferiva non ricorrere alle punizioni corporali, ma solo nel XVIII secolo con l'avvento dell'illuminismo e la pubblicazione di Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, i pedagogisti si ispirarono a un nuovo approccio gli insegnanti. Analogamente alla modernizzazione della scuola, mutarono anche le soluzioni dei pedagogisti. Con la seconda metà degli anni novanta, ricerche analoghe furono condotte anche in Italia. Da segnalare il caso del Giappone con gli studi sull'ijime che si svilupparono verso un modello di analisi orientato alla psicologia di gruppo.

  3. Che cos’è il bullismo? • Il bullismo è una forma di comportamento aggressivo, di tipo abusivo, tramite l'impiego di subdoli metodi di coercizione ed intimidazione nei confronti di sé stessi o nei confronti dei pari in particolare quando vi è una palese asimmetria di potere; può implicare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, spesso in base a discriminazioni etniche, confessionali, di genere o di orientamento sessuale.In Inghilterra non esiste una definizione univoca, mentre in Italia con il termine bullismo si indica generalmente «il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei soprattutto in ambito scolastico».In Scandinavia, soprattutto in Norvegia e Danimarca, si usa il termine mobbing, così come in Svezia e Finlandia derivante dalla radice inglese mob stante a significare «un gruppo di persone implicato in atti di molestie».che è, appunto, il calco dell'inglese bullying.Letteralmente il termine significherebbe "prepotente", "bullo", tuttavia la prepotenza, come alcuni autori hanno avuto modo di rilevare,è solo una componente del bullismo che è da intendersi come un fenomeno multidimensionale.

  4. CONSEGUENZE DEL BULLISMO • Gli effetti del bullismo possono essere gravi e permanenti. Il collegamento tra bullismo e violenza ha attirato un'attenzione notevole dopo i fatti di Columbine nel 1999. Due ragazzi armati di fucili e mitragliatori uccisero 13 studenti e ne ferirono altre 24 per poi suicidarsi. Un anno dopo un rapporto ufficiale della CIA ha messo in luce per ben 37 volte di un tentativo pianificato da altrettanti ragazzi in diverse scuole americane, per i quali il bullismo aveva giocato un ruolo chiave in almeno due terzi dei casi. Si stima che circa il 60-80% del totale del bullismo a scuola, stia evolvendo verso forme inattese in senso stragistico e terroristico. Molti criminologi, ad es., si sono soffermati sull'incapacità della folla di reagire ad atti di violenza compiuti in pubblico, a causa del declino della sensibilità emotiva che può essere attribuito al bullismo. Quando, infatti, una persona veste i panni di bullo, assume anche uno status che lo rende meno sensibile al dolore, fino al punto che anche gli attendenti iniziano ad accettare la violenza come un evento socialmente conveniente.A tal proposito l'Anti-Bullying Centre at Trinity College di Dublino è intenta ad approfondire le conseguenze del bullismo sugli aggressori stessi, sia minorenni che adulti, i quali sono più soggetti a soffrire di una serie di disturbi quali depressione, ansia, deficit di autostima, alcolismo ed altre dipendenze.

  5. FORME DI BULLISMO • IL BULLISMO SI MANIFESTA IN DIVERSE FORME: • FORMA DIRETTA:FISICHE(PICCHIARE, SPINGERE,RUBARE PICCOLE SOMME DI DENARO ECC.)O VERBALI ( INSULTARE, MINACCIARE,PRENDEREIN GIRO ECC.) • FORMA INDIRETTA;( ESCLUDERE DAL GRUPPO DEI PARI, CALUNNIE, MANIPOLARE I RAPPORTI DI AMICIZIA ECC.) • I maschi mettono in atto prevalentemente azioni di bullismo diretto, colpendo indifferentemente sia maschi che femmine mentre le forme di bullismo indiretto colpiscono principalmente le donne.

  6. ALTRE FORME DI BULLISMO

  7. BULLISMO FEMMINILE • Oggi parliamo di una forma di bullismo poco conosciuta ma molto diffusa, quello femminile. Questa forma di fenomeno, come già detto, è molto poco cono­sciuto poiché subdolo ed è molto praticato tra le ra­gazzine; questa tipologia di comportamento fa le­va sulla parte strettamen­te psicologica della vitti­ma motivo per cui è an­che chiamato bullismo psicologico. Il bullismo maschile e quello femmi­nile hanno in comune la enorme ca­pacità distruttiva e l’ inci­sività sull’autostima e sul­la capacità di relazione; il bullismo femminile tutta­via arriva lì dove la violenza fisica, spesso applica­ta dal sesso maschile, non arriva e riesce a rag­giungere obiettivi che appunto nel bullismo tra maschi non si arriverebbero mai a raggiungere. •  Ciò a cui mira questa tipologia di bullismo è non la vio­lenza fisica quindi, ma la distruzione dell’ immagi­ne esteriore ed interiore della vittima. L’escalation di questo fenomeno avviene nell’adolescenza e tipicamente presenti so­no la calunnia, l’ ostraci­smo del gruppo (inteso sia come pari che gruppo classe), le prese in giro sul fisico, sul modo di vestire sul carattere e così via… tali atteggia­menti hanno lo scopo di rafforzare l’immagine di colei che effettua bulli­smo rispetto al resto del gruppo oltre che di puro divertimento. • Il lavoro, che queste persone det­te anche “bulle” fanno, è di capire prima il punto debole della vittima per poi infierire in modo as­sai continuo e costante, fino a quando non riesco­no a scalfire la corazza (personalità) della pove­retta. È ben comprensibile quali possano essere gli effetti di tali meccani­smi su una personalità ancora in divenire e quin­di non ancora bene strut­turata. A tal proposito è importante dire che in pri­mo luogo a risentirne è indubbiamente il senso di sicurezza nei confronti del gruppo e l’autostima, poi lo stile relazionale e quindi l’approccio con gli altri;

  8. IL CYBERBULLISMO • Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia "bullismo" online) è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail, la messaggistica istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web • Il termine cyberbullying è stato coniato dall'educatore canadese Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment ("cybermolestia") che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne . Tuttavia nell'uso corrente cyberbullying viene utilizzato indifferentemente per entrambi. Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile, del Codice penale e, per quanto riguarda l'ordinamento italiano, del Codice della Privacy (D.Lgs 196 del 2003). • Oggi il 34% del bullismo è online, in chat, quest'ultimo viene definito cyberbullismo. Pur presentandosi in forma diversa, anche quello su internet è bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo può costituire un danno psicologico. In Inghilterra, più di 1 ragazzo su 4, tra gli 11 e i 19, anni è stato minacciato da un bullo via e-mail o sms. In Italia, secondo alcune ricerche sul fenomeno del bullismo in generale, oltre il 24% degli adolescenti subisce prevaricazioni, offese o prepotenze.

  9. Tipologie del cyberbullismo • Flaming: messaggi online violenti e volgari (vedi "Flame") mirati a suscitare battaglie verbali in un forum. • Molestie (harassment): spedizione ripetuta di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno. • Denigrazione: sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente e con cattiveria la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, ecc. • Sostituzione di persona ("impersonation"): farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili. • Rivelazioni (exposure): pubblicare informazioni private e/o imbarazzanti su un'altra persona. • Inganno: (trickery); ottenere la fiducia di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici. • Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per ferirla. • "Cyber-persecuzione" ("cyberstalking"): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura.

  10. Confronto tra il cyberbullismo e il bullismo • Rispetto al bullismo tradizionale nella vita reale, l'uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie: • Anonimato del molestatore: in realtà, questo anonimato è illusorio: ogni comunicazione elettronica lascia delle tracce. Però per la vittima è difficile risalire da sola al molestatore. • Difficile reperibilità: se il cyberbullismo avviene via SMS, messaggeria istantanea o mail, o in un forum online privato, ad esempio, è più difficile reperirlo e rimediarvi. • Indebolimento delle remore etiche: le due caratteristiche precedenti, abbinate con la possibilità di essere "un'altra persona" online (vedi i giochi di ruolo), possono indebolire le remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale. • Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo.

  11. Bullismo omofobico • E' prima di tutto un problema culturale ampio. • Non è un fenomeno di poco conto. Studi scientifici documentano quanto esso sia diffuso e deleterio per chi lo subisce.  Può avere conseguenze che, in questi più che in altri casi di prepotenze ripetute, possono arrivare fino all'abbandono scolastico o al suicidio. • Per chi è vittima di bullismo omofobico chiedere aiuto vuol dire portare l'attenzione sulla propria sessualità con i relativi vissuti di ansia, vergogna e timore di deludere le aspettative genitoriali e sociali. • Le comunicazioni online, con le loro caratteristiche di distanza e anonimato possono quindi  rappresentare delle risorse utili nel dare supporto agli attori di questa particolare forma di bullismo. Internet può essere un'ancora di salvezza, uno spazio virtuale dove possono essere se stessi senza rischi fisici, un luogo dove non devono sopportare le minacce di chi li rifiuta.

  12. APPROFONDIMENTI SUL BULLISMO

  13. LE CARATTERISTICHE DI UN BULLO • Gli adulti che abusano della propria personalità, che hanno un atteggiamento autorevole, combinato con il bisogno di controllare l'ambiente circostante, hanno anche una maggiore tendenza a sottovalutare le proprie vittime Sviluppi nella ricerca hanno dimostrato che fattori come l'invidia ed il risentimento possono essere indicatori di rischio per diventare un bullo. I risultati sull'auto stima, in particolare, sono controversi: mentre alcuni evidenziano un aspetto narcisistico, altri mostrano vergogna o imbarazzo. In alcuni casi l'origine del bullismo affonda le radici nell'infanzia, magari da parte di chi è stato a sua volta vittima di abusi Ci sono delle prove che indicano che i bulli hanno molte più probabilità di avere problemi con la giustizia., e che possa strutturarsi da adulto in una vera e propria carriera criminale.

  14. CARATTERISTICHE DELLA VITTIMA • Mentre in superficie, il bullismo cronico può apparire come una semplice azione di aggressione perpretata su vittime casuali, il ciclo di riattivazione del bullismo può essere visto come una risposta inadeguata da parte della vittima verso l'aggressore, cioè di una risposta che è vista come stimolante da parte del bullo al fine di porre in essere i propri propositi devianti. D'altro canto, una risposta adeguanta presuppone la capacità da parte della vittima di ignorare le attenzioni dell'aggressore oppure di stare al gioco nell'ambito dei processi di comunicazione fra pari. La vittima designata, comunque, deve necessariamente dimostrare in qualche modo di non essere intenzionata a continuare a subire alcuna intimidazione né altri sintomi che possano favorirne l'insorgenza. Quei soggetti, infatti, che riescono subito a scoraggiare chiunque ad effettuare nuovi tentativi di approccio deviante, sono coloro che più di tutti riescono a sfuggire dal distruttivo ciclo abusivo. D'altro canto coloro che reagiscono rapidamente a situazioni nelle quali si percepiscono delle vittime, tendono a diventare più frequentemente delle potenziali vittime del bullismo.

  15. IL BULLISMO NELLE SCUOLE • A scuola, il bullismo si verifica non solo in classe ma in tutti gli ambienti che permettono le relazioni tra pari quali palestre, bagni, scuola bus, laboratori o all'esterno. In tali casi si pongono in essere dei comportamenti devianti tesi ad isolare un compagno e guadagnare il rispetto degli attendenti che, in tal modo, eviteranno di diventare a loro volta delle vittime designate. • Il bullismo, a differenza del vandalismo e del teppismo, si presenta come una forma di violenza antitetica a quelle rivolte contro le istituzioni e i loro simboli (docenti o strutture scolastiche): queste ultime sarebbero esogene, dove il bullismo è, invece, endogeno, una sorta di cannibalismo psicologico interno al gruppo dei pari. Inoltre è da sottolineare come quasi sempre, in particolare nei casi di ostracismo, l'intera classe di attendenti tende ad essere coinvolta nel bullismo, attivo o passivo, rivolto verso le vittime del gruppo, tramite meccanismi di consenso, più o meno consapevole, non solo nel timore di diventare nuove vittime dei bulli, o per mettersi in evidenza nei loro confronti, ma perché questi spesso riescono ad esprimere la cultura identitaria del gruppo, sia pur in negativo, attraverso la designazione della vittima quale capro espiatorio. • In molte scuole si stanno predisponendo dei codici di condotta anche per gli insegnanti. • Si intendono sia le università che gli enti di ricerca dove sono più frequenti i rapporti tra docenti e propri assistenti, sia intesi come ricercatori che dottorandi

  16. IL BULLISMO IN CIFRE

  17. CARATTERISTICHE CARATTERIALI DELLE VITTIME

  18. VI RINGRAZIO PER LA VOSTRA ATTENZIONE

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