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Il Cinghiale

Il Cinghiale. Nome scientifico: Sus scrofa (Linnaeus, 1758) Classe: Mammiferi Ordine: Artiodattili Superordine: Ungulati Sottordine: Suiformi Famiglia: Suidi Sottofamiglia: Suini Genere: Sus In Italia sono state descritte tre diverse Sottospecie:

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Il Cinghiale

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Presentation Transcript


  1. Il Cinghiale Nome scientifico: Sus scrofa (Linnaeus, 1758) Classe: Mammiferi Ordine: Artiodattili Superordine: Ungulati Sottordine: Suiformi Famiglia: Suidi Sottofamiglia: Suini Genere: Sus In Italia sono state descritte tre diverse Sottospecie: Maremmano: Sus scrofa majori (De Beaux e Festa, 1927) Sardo: Sus scrofa meridionalis (Major, 1883) Centroeuropeo: Sus scrofa scrofa (Linnaeus, 1758)

  2. Sistematica Superordine:Ungulata Arti adatti alla corsa ed al salto, con le ultime falangi delle dita mediane impari o pari rivestite di unghie a forma di zoccolo. Vegetariani, più spesso erbivori, talvolta onnivori Ordine: Artiodactyla Ungulati poggianti al suolo con le due dita mediane (terzo e quarto) uguali o pressoché uguali. Secondo e quinto dito ridotti o rudimentali; primo generalmente assente o vestigiale Famiglia: Suidae Muso lungo, troncato bruscamente alla estremità piatta ed espansa sostenuta da libere ossicine (grifo). Occhi piccoli, orecchie puntute, collo breve ed estremità corte e gracili. Addome tendente alla espansione ventrale. Coda fine Sottofamiglia: Suinae Canini ricurvi (difese) a crescita continua. Osso lacrimale ben distinto davanti l'orbita. Giovani con mantello striato Genere: Sus Cranio allungato, alto e stretto. Incisivi e premolare tendenti a non essere decidui. Canini molto sviluppati nei maschi

  3. Morfologia Il cinghiale appartiene al superordine degli ungulati come i cervidi e bovini che si caratterizzano per avere le ultime falangi degli arti ricoperte da unghie a forma di zoccolo Si differenzia dal suo idrido il “suino domestico inselvatichito” dall'avere il posteriore meno sviluppato e la sagoma corporea simile ad un trapezio con una muscolatura ben sviluppata Altri indizi che lo differenziano della cosiddetta ibridazione possono essere ricercati nella morfologia della testa, subconica e allungata con occhi piccoli, orecchie erette, collo corto, zampe corte e snelle (quelle anteriori piu' lunghe delle posteriori, con 4 dita ciascuna); la pelle è rivestita di setole sparse la coda è stretta e pendula, termina con un ciuffo di setole alla base PLINIUS SECUNDUS GAIUS: “...pilus aereo similis agrestibus, ceteris niger” “Il pelo del cinghiale è di color bronzo negli esemplari selvatici, negli altri è nero”

  4. Distribuzione passata e presente L’areale originario del cinghiale è uno dei più vasti tra quelli che caratterizzano gli ungulati selvatici e copre gran parte del continente europeo. La specie risulta assente in Islanda, e Irlanda, mentre è distribuita in maniera discontinua o caratterizzata da basse densità in Scozia, Inghilterra e nella penisola scandinava Italia: il cinghiale si è praticamente estinto negli anni immediatamente successivi la prima guerra mondiale. Estinzioni locali precedenti si erano già verificate in: Trentino (XVII secolo) Friuli-Romagna secolo successivo, Liguria (XIX secolo); è ricomparso in modo autonomo nell’Italia nord-occidentale attorno al 1919 Dagli anni‘60 il cinghiale è in costante crescita sia numerica che di areale

  5. Distribuzione in Italia In relazione alla sua ampia valenza ecologica e alle notevoli manipolazioni operate sulle popolazioni dall’uomo, il cinghiale è l’ungulato che attualmente possiede in Italia il più vasto areale con 300.000-500.000 individui Circa 170.000 Km pari al 57% del territorio nazionale, in 90 province su 103: •in 66 province la presenza è molto consistente, •in 17 province il cinghiale occupa il territorio in modo discontinuo e con nuclei tra loro isolati •in 7 province la sua presenza è ancora sporadica Le origini delle attuali popolazioni in Italia sono dovute: espansione naturale; immissioni a scopo venatorio, fughe da recinti; ibridazione con i suini domestici

  6. Habitat • Il cinghiale frequenta una grande varietà di ambienti, che vanno dai boschi fitti alle zone coltivate, dalle regioni aride a quelle paludose e dalla collina alla pianura Ambienti favorevoli: • Tutte le aree nelle quali i boschi sono rappresentati per almeno il 10-15%; tipi di bosco preferiti: foresta planiziale, macchia mediterranea, boschi di latifoglie (preferibilmente con elevata presenza di essenze fruttifere quali querce e/o castagno) con fitto sottobosco ed alternati a radure e prato-pascoli, secondariamente anche boschi degradati Fattori limitanti : • Terreno gelato e innevato • Mancato foraggiamento • Bracconaggio • Competizione intraspecifica • Zone con forte presenza di predatori

  7. Alimentazione • Il Cinghiale è onnivoro e mangia tutto ciò che di vegetale o animale gli capita di trovare, compresi radici e tuberi, che trova scavando con grugno e zanne. È un bravo scavatore e, quando arriva sui campi coltivati (pascoli e mais) produce danni con la sua attività di scavo. In alcuni casi può essere anche carnivoro, predando tutta la piccola selvaggina che reperisce ma anche piccoli di cervo, daino e capriolo Autunno-Inverno Ghiande, Castagne, Radici, Tuberi I vegetali costituiscono l’80-90% della dieta Primavera-Estate Fusti, Cauli, Foglie, Gemme Anellidi, Larve, Carogne, Artropodi, Micromammiferi La componente animale è ridotta (5-10%)

  8. Riproduzione I maschi solitari (3anni) si riuniscono ai branchi familiari per scacciare eventuali maschi giovani presenti nel gruppo Il periodo degli accoppiamenti, è molto variabile: • negli anni con una sola stagione dei parti: si verifica di norma tra novembre e gennaio; • negli anni di doppio estro (ricchi di ghianda, castagne od altro cibo) si verifica a ottobre e a aprile L‘accoppiamento può protrarsi anche per 15-20 minuti e avviene solo dopo lunghi inseguimenti; si verifica quasi esclusivamente di notte Le caratteristiche anatomiche del pene del cinghiale (a forma di cavatappi) consentono il deposito dello sperma a livello del collo uterino anziché in vagina con un conseguente aumento della probabilità di fecondazione La scrofa prima di partorire predispone una sorta di grande nido (chiamato lestra) utilizzando piccole depressioni del terreno approfondite ulteriormente con operazioni di scavo ed apportandovi poi un discreto accumulo di lettiera (erbe, ramaglie, foglie secche, ecc..) .

  9. All‘interno della lestra darà poi alla luce in media 3-6 piccoli (primipare 1-4) Il parto è piuttosto lungo (anche 48 ore) ed al termine la scrofa mangia la placenta ed anche eventuali piccoli morti I piccoli rimangono nel nido con la madre e vengo allattati per circa 3-4 mesi e resteranno nel branco con le femmine fino a 18 mesi Nelle Femmine: Maturità sessuale fisiologica: 8-20 mesi (legata all’alimentazione) Maturità sessuale sociale: 2 anni Periodo degli accoppiamenti: NOV-GEN anche (OTT - APR) Durata gestazione: 114-120 GG Periodo dei parti: MAGGIO anche (GENNAIO- SETT) Ciclo estrale: 1-2 giorni ( estro ogni 21 giorni) Longevità:10 Nei Maschi: Maturità sessuale fisiologica: 10-18 mesi (legata all’alimentazione) Maturità sessuale sociale: 4-5 anni Spermatogenesi: interruzione agosto siccitoso N.B I periodi variano a seconda della disponibiltà del alimentare

  10. Dinamica delle popolazioni Popolazione: gruppo d’individui della stessa specie che occupano una data area, dove stabiliscono interazioni di tipo riproduttivo e sociale Animale difficilmente censibile a causa di: • Abitudini notturne • Habitat in luoghi di scarsa visibilità e accessibiltà • Tassi di Mortalità e Natalità • Fattori Limitanti Metodi Utilizzati: • Indice di Lincoln: cattura-marcatura-ricattura; Il principio generale è che il rapporto fra il numero di animali marcati dopo la prima cattura (M1) e il totale della popolazione (N) sia uguale al rapporto fra il numero di animali marcati ricatturati (M2) e il totale dei ricatturati (R), cioè M1:N=M2:R , da cui si ricava N=M1×R:M2 • Indici di presenza (rilevamento delle orme sulla neve, valutazione quali-quantitativa dei danni) • Analisi dei carnieri: N° animali abbattuti/Km2(secondo numero cacciatori) In Europa la Densità Media è di 1-4 animali/ Km2

  11. Biometria Indica tutte le misure effettuate su organismi viventi o parte di essi (ad es. lunghezza testa-tronco, lunghezza del piede posteriore, altezza del padiglione auricolare, peso pieno ecc.) attraverso l’applicazione di metodi matematici-statistici. Un esempio di indagine biometrica è l’analisi della varianza della capacità cranica di un campione di cinghiali abbattuti Le dimensioni del cinghiale sono molto variabili e dipendono principalmente dalle origini della popolazione e/o dal grado di ibridazione con il maiale Il peso alla nascita è di circa 700 gr e l‘accrescimento corporeo è relativamente rapido. Il peso di un maschio va da 60-200 kg con una lunghezza di 130-180 cm. Mentre la femmina ha un peso che va da 60-150 kg con una lunghezza di 120-150cm. Accrescimento: Il primo anno = 90-100 gr/giorno (PV= 20-40 kg a 1 anno) e negli anni successivi = 10-15 kg/anno Negli anni l‘accrescimento è però irregolare e soggettivo, è piu' lento nelle femmine Il massimo sviluppo ponderale viene raggiunto dopo i 6 anni

  12. Raccolta dei dati biometrici • Peso intero: peso dell’animale non ancora eviscerato • Peso vuoto o totalmente eviscerato: peso dell'animale privo sia degli organi toracici che addominali • Lunghezza testa tronco: si rileva con una cordicella non elastica, partendo dall’apice distale del muso (bordo del labbro superiore) fino alla radice della coda, seguendo le curve dell'animale lungo la linea mediana dalla testa a tutto il dorso e sovrapponendo poi la cordicella ad un nastro metrico. • Lunghezza coda: si rileva con una cordicella non elastica, tenendo la coda perpendicolare al corpo, partendo dalla radice e terminando in corrispondenza dell'ultima vertebra caudale, escludendo i peli. • Lunghezza orecchio: si misura dalla base dell’apertura auricolare fino all’apice del padiglione (esclusi i peli apicali). • Lunghezza garretto: si rileva con una cordicella non elastica, sul lato esterno del piede, dalla punta dello zoccolo alla tuberosità del calcagno • Misurazione della lunghezza della mandibola (preparata): si misura dal punto mediano della cavità del primo incisivo, al punto posteriore dell’apofisi angolare

  13. Esempio scheda di rilevamento dei dati biometrici

  14. Riconoscimento dell’età dei cinghiali abbattuti attraverso l’esame delle tavole dentarie I denti del cinghiale sono 44, 22 nella mandibola e 22 nella mascella: 12 incisvi (6+6), 4 canini (2+2), 16 premolari (8+8) e 12 molari (6+6) diversificati per forma e funzione il che rispecchia le abitudini alimentari della specie (ornivoro) e le caratteristiche dell’apparato digerente e dello stomaco (monogastrico) il cibo viene strappato a morsi e triturato per poter essere poi digerito

  15. Formule dentarie

  16. Tavola dentaria Regola: 1 molare, 1 anno 2 molari, 2 anni 3 molari, 3 anni

  17. Evoluzione della dentatura

  18. Grazie per l’attenzione !!

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