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Inserimento, integrazione, inclusione

Inserimento, integrazione, inclusione. Deficit, handicap, disabilità Il processo di formazione dell’handicap Le prospettive aperte dal nuovo ICF . I rischi dell’ipertrofia identitaria . . Un quadro diagnostico . La rappresentazione culturale di tale condizione

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Inserimento, integrazione, inclusione

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Presentation Transcript


  1. Inserimento, integrazione, inclusione • Deficit, handicap, disabilità • Il processo di formazione dell’handicap • Le prospettive aperte dal nuovo ICF

  2. I rischi dell’ipertrofia identitaria . Un quadro diagnostico . La rappresentazione culturale di tale condizione . Gli stereotipi, i pregiudizi, le banalizzazioni

  3. Che cosa è normale? Che cosa è normale? Niente. Chi è normale? Nessuno. Quando si è feriti dalla diversità, la prima reazione non è di accettarla ma di negarla. E lo si fa cominciando a negare la normalità. La normalità non esiste. Il lessico che la riguarda diventa a un tratto reticente, ammiccante, vagamente sarcastico.

  4. Che cosa è normale? Si usano, nel linguaggio orale, i segni di quello scritto. “I normali tra virgolette”. Oppure i “cosiddetti normali”. La normalità sottoposta ad analisi aggressive non meno che la diversità rivela incrinature, crepe, deficienze, ritardi funzionali, intermittenze, anomalie. Tutto diventa eccezione e il bisogno della norma, allontanato dalla porta, si riaffaccia ancor più temibile alla finestra.

  5. Che cosa è normale Si finisce così per rafforzarlo, come un virus reso invulnerabile dalle cure per sopprimerlo. Non è negando le differenze che lo si combatte, ma modificando l’immagine della norma. Giuseppe Pontiggia da Nati due volte

  6. Dal focus sullo stereotipo allo sguardo capace di incontrare l’altro nella sua complessità, nella rete di possibilità e limiti che gli è propria, per identificare piste utili a ideare e realizzare un itinerario formativo significativo nella scuola di tutti

  7. Un cambiamento di prospettiva che permette di: • Elaborare percorsi scolastici individualizzati e integrati, favorendo l’espressione delle potenzialità, delle inclinazioni e dei desideri delle persone • Proporre alle famiglie esperienze di vicinanza, sostegno ed accompagnamento indispensabili in un cammino non sempre agevole

  8. Un cambiamento di prospettiva che: • Permette di reperire ed attivare le risorse specialistiche necessarie per costruire in modo condiviso un progetto di vita più ampio di cui l’itinerario formativo fa parte • Orienta a ricercare sul territorio i numerosi contesti di crescita ed integrazione che devono affiancarsi alla famiglia e alla scuola nel processo

  9. Nuove forme di integrazione • Un pensiero progettuale caldo che comporta la mescolanza di pensieri e sentimenti, che ha a che fare con l’immaginare, l’esprimere, il desiderare, il volere. • Un pensiero progettuale freddo che attiene alla costruzione di un piano di azione che costringe a fare i conti con i desideri e i livelli di fattibilità, che poggia su una realistica valutazione delle opportunità offerte dall’ambiente.

  10. Nuove forme di integrazione • In un sottile equilibrio tra l’incontro con il limite (in direzione dell’integrazione) e il diritto a spazi di rispetto (in direzione di ambiti più separati e protetti) • Lavorando a un progetto che sappia frequentare il limite tra dato di realtà e futuro, tra accettazione e utopia

  11. Nuove forme di integrazione • Gli attori del processo sono attraversati da forze di segno opposto centripete (tendenza alla chiusura e all’iperprotezione) e centrifughe ( traguardi di normalizzazione o di allontanamento dai compiti di cura) • Il continuo intrecciarsi delle due dimensioni può portare nel tempo a costruire una rappresentazione condivisa e significativa dei percorsi e costituisce una delle più efficaci strategie evolutive ed adattive

  12. Nuove forme di integrazione • Lavorando lungo i due assi è possibile costruire un quadro descrittivo più completo che includa tanto i percorsi educativi, didattici, terapeutici e riabilitativi quanto un ancoraggio esistenziale e sociale forte che passa attraverso l’inclusione e la partecipazione attiva e significativa alla vita della comunità.

  13. Nuove forme di integrazione • Le difficoltà emergono con prepotenza quando il soggetto di tale percorso e di tale progetto ha una presenza un po’ sfumata, un po’ distante, è una persona con scarso potere negoziale e poco governo sulla propria vita, percepita più come oggetto dei molti possibili interventi che come soggetto in età evolutiva e cittadino.

  14. Nuove forme di integrazione • Per contribuire alla costruzione di una identità che possa aspirare a orientarsi verso una capacità di governo della propria vita, un futuro possibile che abbia come sfondo l’adultità e la cittadinanza si rende necessaria la creazione di una rete di sostegni che condivida un serie di presupposti di base.

  15. Presupposti condivisi • L’autonomia e la centralità della persona e della sua famiglia • L’unità e l’unicità della persona • La condivisione di valori e strategie • L’adozione di procedure di lavoro congiunte • Una prospettiva coerentemente coevolutiva e partecipata

  16. Presupposti condivisi • La costruzione nel tempo di significati condivisi per i temi centrali, per i nodi concettuali e operativi attraverso i quali si strutturerà il progetto e si svilupperà il percorso di vita • Un quadro descrittivo completo delle risorse e delle opportunità, alla ricerca di una vita di qualità in famiglia, in percorsi integrati nell’ambiente meno restrittivo, con un saldo ancoraggio al territorio e alla partecipazione attiva alla vita sociale

  17. Presupposti condivisi • Una rete di sostegni che vada strutturandosi in modo dialogico e partecipato come servizio alla persona, a partire da un orizzonte allargato e plurale che includa: famiglia, scuola, servizi, le risorse formali e informali del territorio, lo sviluppo di modelli di formazione integrati e la documentazione delle buone prassi

  18. Presupposti condivisi • Un protocollo sulla continuità e la qualità della comunicazione così da poter costruire nel tempo una rappresentazione condivisa, una sorta di ritratto non immaginario che possa mettere a disposizione di tutti gli attori del processo un buono sfondo per integrare.

  19. Le difficoltà e le risorse per l’integrazione . La complessità del processo di integrazione porta ad atteggiamenti contrastanti: . da un lato una superficiale omologazione o banalizzazione delle difficoltà . dall’altro la tentazione di considerare auspicabile un ritorno a forme di educazione speciale e separata, nel tentativo di rispondere agli specifici bisogni individuali

  20. Le difficoltà e le risorse • Dal nido alla scuola superiore, alla formazione al lavoro, accanto agli strumenti clinici e pedagogici dell’integrazione previsti dalla normativa (la DF, il PDF, il PEI) troviamo istituti importanti come la continuità educativa e didattica, il raccordo tra i diversi ordini di scuola, i gruppi di lavoro operativi, di istituto e provinciali.

  21. Le difficoltà e le risorse • Le esperienze di inserimento e integrazione realizzate, raccolte e documentate negli ultimi 30 • L’attività dell’osservatorio scolastico nazionale • Le collaborazioni interistituzionali tra scuola, servizi ed enti locali

  22. Le difficoltà e le risorse • I servizi scuola delle associazioni, le pubblicazioni specializzate • Lo sviluppo di indicatori per la rilevazione della qualità della integrazione scolastica • La progettazione, la raccolta e l’analisi delle buone prassi

  23. Buone prassi di integrazione scolastica • Una stretta collaborazione tra insegnanti • Un’idea forte, unificante che caratterizza la prassi • Un’apertura all’esterno della scuola, un utilizzo delle risorse del territorio • Gli alunni sono soggetti attivi nella costruzione della loro conoscenza • Si rompono le barriere tra ordini di scuola

  24. Buone prassi • Le relazioni inclusive e solidali tra compagni con le loro diversità sono la trama indispensabile per tessere l’integrazione • L’apprendimento è cooperativo e avviene in piccoli gruppi eterogenei • Si attivano momenti laboratoriali (esperienziali, espressivi, narrativi, scientifici, teatrali)

  25. Buone prassi • Si lavora per far emergere e strutturarsi la consapevolezza di sé, l’autoregolazione, la conoscenza delle fonti di difficoltà • Il PEI si raccorda con la programmazione di classe • Il PEI è frutto di un lavoro condiviso e concordato con gli altri attori del processo di integrazione, nel quadro di un più generale progetto di vita

  26. Una risposta adeguata a una domanda esperta • Per poter offrire una risposta adeguata a una domanda esperta, per attivare la pluralità dei sostegni necessari nei momenti o nei casi di maggiore criticità, occorre comprendere le risonanze emotive, i significati e le implicazioni che l’esperienza scolastica propone ai genitori e, in senso più allargato, alla famiglia

  27. Elementi di criticità nella rete dei sostegni • Centralità dei luoghi e dei modi della comunicazione • Equilibrio sottile tra l’incontro con il limite e spazi più protetti • Quadro completo delle risorse e delle opportunità • Difficile intreccio tra progettualità e programmazione

  28. L’esperienza scolastica, un possibile sfondo integratore • La partecipazione attiva e significativa a processi di insegnamento-apprendimento condivisi • La fruizione di ambienti di apprendimento modificanti • La ricchezza esperienziale insita in un ambiente variegato, ricco di stimoli e delle differenze indispensabili per crescere

  29. Alcuni nodi problematici • La complessità e la frammentazione degli strumenti, una loro interpretazione prevalentemente burocratica • La difficoltà di reperire linguaggi comuni tra clinica, educazione e formazione • L’orientamento a focalizzare i progetti sul cosa fare e con quale obiettivo più che su come farlo

  30. Alcuni nodi problematici • La problematicità nel ricostruire le storie degli studenti e nel reperire la documentazione dei percorsi • Gli ostacoli che si frappongono alla costruzione di un dialogo significativo e alla collaborazione tra scuola, famiglia e servizi • Il fraintendimento di base sul ruolo, le competenze e le funzioni del team docente, incluso l’insegnante specializzato per il sostegno all’integrazione

  31. Alcuni nodi problematici • La scarsa integrazione tra il progetto individualizzato, il lavoro in classe e le altre attività educative e didattiche offerte dalla scuola • Un utilizzo parziale e riduttivo dei gruppi di lavoro per l’integrazione • Il coinvolgimento non sempre soddisfacente del collegio docenti, della dirigenza scolastica e delle altre figure attive nella scuola sulle tematiche dell’integrazione

  32. Fin da quando, negli anni 1898-1900, mi dedicai all’istruzione dei fanciulli deficienti, credetti d’intuire che quei metodi non erano soltanto un tentativo per aiutare gli idioti, ma contenevano principi di educazione più razionale di quelli in uso: tanto che perfino una mentalità inferiore poteva divenire suscettibile di sviluppo. Questa intuizione divenne la mia idea dopo che ebbi abbandonato la scuola dei deficienti e a poco a poco acquistai il convincimento che metodi consimili applicati ai fanciulli normali avrebbero sviluppato la loro personalità in un modo sorprendente.” Maria Montessori La scoperta del bambino

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  34. Integrazione è • Se c’è integrazione – ricchezza, interazione, multiculturalità, unione tra elementi diversi che insieme creano un corpo i cui si possono identificare gli elementi • Corpo, arte australiana (all’interno delle figure dipinte si riconoscono decorazioni) • Partendo dal concetto che la diversità ci completa, l’integrazione è una ricchezza e una risorsa

  35. Integrazione è • L’idea di integrazione che percepisco come ideale è legata ad una situazione-condizione in cui diversi soggetti/individui appaiono e si stentono essi stessi facenti parte di un gruppo; gruppo nel quale si condividono sensazioni-emozioni e dal quale emerge una forza che non è semplicemente data dalla somma della forze dei singoli individui

  36. Segue • Immagine descritta di integrazione, una stella costituita da cinque triangoli in cui ogni triangolo può essere visto come triangolo ma insieme i cinque triangoli acquistano la forma e la bellezza di una stella

  37. Integrazione è • Ciascuno riesce a interagire con gli altri al proprio livello, sentendosi parte del gruppo classe, trovando stimolante e significativa e utile tale interazione, secondo le proprie capacità • Immagine una serie di cerchi che si intersecano al centro identificando porzioni di spazio condivise

  38. Integrazione è • Per me l’integrazione avviene nel momento in cui sento che le mie capacità vengono valorizzate all’interno di un gruppo attraverso la condivisione reciproca e quando percepisco che nessuno è uguale all’altro e che la diversità può essere un elemento di ricchezza per me • Un insieme di ingranaggi dalle dimensioni più svariate i quali contribuiscono al buon funzionamento del meccanismo gruppo

  39. Integrazione è • Per integrazione intendo l’inserimento in un contesto in cui io abbia la possibilità di partecipare attivamente, modificandolo di volta in volta in relazione “anche” al mio agire • Un formicaio dove ogni formica è sempre attiva, operosa

  40. Integrazione è • L’integrazione è un processo di conoscenza di sé e dell’altro, di collaborazione all’interno della classe. Focus dell’integrazione sono le relazioni fra pari e fra alunni e figure di riferimento (insegnanti, assistenti educatori,) contesto scolastico ed extrascolastico • La prima immagine che ho dell’integrazione è per me ben visibile quando penso all’attività e modalità didattiche di gruppo o a coppia, in cui l’allievo ha un ruolo ed una responsabilità ben specifica, in cui si partecipa in maniera attiva e cooperativa e ci si confronta

  41. Segue • La seconda immagine è lo specchio, in cui rifletto al mia immagine. Attraverso gli altri conosco e riconosce me stesso.

  42. Integrazione è • E’il primo obiettivo da raggiungere nel processo di insegnamento-apprendimento, molto più del raggiungimento di altre abilità che siano altrettanto spendibili solo all’interno della scuola. Perché solo se si costruiscono delle relazioni con gli altri si può vivere in un ambiente sereno e stimolante e possono scaturire motivazione, interesse e partecipazione per il raggiungimento di altre competenze

  43. segue • Immagine, integrazione = aiuto, collaborazione, consigli che si scambiano tra ragazzi sia su attività scolastiche che su quelle esxtrascolastiche

  44. Integrazione è • Incontro, accettazione, processo, traguardo possibile • Puzzle costruito da pezzi tutti diversi che nel loro insieme formano un corpo unitario

  45. Integrazione è • Una torta • Penso all’integrazione come coinvolgimento, in un’ottica di obiettivo comune, di tutti gli stakeholders del sistema

  46. Integrazione è • Per prima cosa inserimento e riconoscere i bisogni di tutti gli alunni e attivare interventi adatti a ogni determinata persona (in determinate situazioni) per migliorare la propria qualità della vita (raggiungere più autonomia possibile) • Un cerchio che racchiude molti elementi al suo interno

  47. Integrazione è • L’integrazione si riferisce ad una situazione in cui il soggetto è inserito in un contesto scolastico, lavorativo o sociale ed esprime verso di esso senso di appartenenza • Il soggetto non disabile chiede aiuto al soggetto disabile

  48. Integrazione è • Il girotondo di Matisse dove ognuno dei personaggi appare con tratti somatici diversi e dove, nonostante la evidente diversità di ritmo tenuto da ogni personaggio sembra fondersi con l’altro in un tutt’uno armonico

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