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Università degli studi di Pavia

Università degli studi di Pavia Facoltà di Lettere e Filosofia, Scienze Politiche, Giurisprudenza, Ingegneria, Economia Corso di laurea Interfacoltà di Comunicazione Interculturale e Multimediale LA MODA E LA MUSICA ROCK: VIVIENNE WESTWOOD, MADRINA DEL PUNK STYLE Relatore:

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Presentation Transcript


  1. Università degli studi di Pavia Facoltà di Lettere e Filosofia, Scienze Politiche, Giurisprudenza, Ingegneria, Economia Corso di laurea Interfacoltà di Comunicazione Interculturale e Multimediale LA MODA E LA MUSICA ROCK: VIVIENNE WESTWOOD, MADRINA DEL PUNK STYLE Relatore: Chiar.ma Professoressa Katia Ferri Melzi d'Eril Correlatore: Chiar.mo Professor Leonardo Terzo Tesi di Laurea di: Susanna Moro Anno Accademico 2010/2011

  2. Rock in Fashion Moda e musica, una coppia indissolubile Ragazzi di ogni generazione hanno basato le loro scelte in fatto di moda sullo stile del loro gruppo o cantante di riferimento e questo, i marchi di moda, lo hanno capito benissimo. Antesignana di questo “pensiero” Vivienne Westwood, che contribuì al fenomeno punk, incarnato in modo impeccabile dai “suoi” Sex Pistols. Una volta capita la potenza del veicolo, gli stilisti non hanno avuto dubbi sul fatto che valesse la pena sborsare cifre da capogiro per far indossare le proprie creazioni a gruppi e cantanti.

  3. Rock and Roll Rock e moda. Un connubio inscindibile. Dalla nascita del Rock 'n Roll, negli anni '50, con il relativo movimento stilistico dei Rockers, la moda diventò un carattere dominante per chiunque seguisse un certo genere di musica. Bill Haley, Little Richard e Elvis: le nuove icone stilistiche. Lo stile “Greasy”: Elvis e la famosa “coda d’anatra” alla Brillantina per i ragazzi e gonne corte e camicette per le ragazze. .

  4. Anni ‘60: continui cambienti dal Rock and Roll, al mod degli Who, allo stile glamour adottato dai Beatles con i loro tagli “mop-top”, giacche con ampi colletti e stivaletti alla caviglia. Il potere del Rock: ciò che indossava un artista diventò importante quanto la musica stessa. Fine Anni ’60: nasce lo stile Hippie: la giacca Nehru, completi fluo e camicie con jabot, influenzano gran parte dello stile 1960. Fu proprio in questo periodo che iniziò a farsi strada nel mondo del fashion design Vivienne Westwood: • Rivalutazione dello stile anni ‘50 (Teddy Boys e harleisti); • Rivisitazione delle mode del passato per prospettive future.

  5. BioNata nel 1941 a Tintwistle, piccolo villaggio del Derbyshire in Inghilterra, Vivienne dimostrò subito di avere velleità artistiche in gioventù, fabbricando da sola i suoi orecchini e accessori. L’incontro che le cambia la vita è con Malcolm McLaren, destinato a diventare il manager di New York Dolls, Sex Pistols, e diverse altre band nel corso degli anni '70/'80.Nel 1971 insieme aprirono il loro primo negozio, Let it Rock, al 430 di King's Road, Londra.

  6. Negli anni '70 Vivienne Weswtood contribuì a creare lo stile punk, con creazioni stravaganti e provocatorie. Contro lo stile Hippie, la Westwood decise di sovvertire la moda, affrontare le convenzioni e creare un nuovo stile. Per dar libero sfogo alla sua creatività, lei iniziò a fabbricare articoli di bigiotteria che vendeva a Portobello Road, per mantenersi. L’unione con Mc Laren fu fortemente caratterizzante per entrambi, che, unendo la creatività e l'arte di Vivienne con la capacità imprenditoriale di Malcom, diedero inizio ad un sodalizio artistico senza precedenti.

  7. Let it ROCK! Nel 1971 la coppia aveva una bancarella su Kings Road, dove vendevano dischi della estensiva collezione di Malcom e accessori creati da Vivienne. Quando il negozio rock che loro frequentavano spesso, il “Paradise Garage” fallì, i due lo rilevarono, ponendo i pilastri per aprire la loro boutique di abbigliamento e accessori, ribattezzandolo “Let it Rock”. Vivienne iniziò a copiare le tendenze dei giovani: pantaloni a tubo che scuciva per capirne il taglio sartoriale, i cappotti monopetto drappeggiati e cuciti in colori brillanti. Gli anni ‘60, così irrequieti e provocatori, avevano radicalmente scosso la morale e lo stile di vita in cui siamo tuttora radicati. Nonostante il benessere economico, gruppi sempre più folti di giovani misero sotto critica la società patriarcale e dei consumi, proponendo nuovi modelli, rivoluzionandola.

  8. In questi anni di tumulti e cambiamenti, Londra diventò meta principale di pellegrinaggio giovanile,con punto focale la boutique di Miss Westwood. I must-have erano scarpe con suole alte, winklepickers, i famosi stivaletti appuntiti, alti sino alla caviglia, cappelli cheesecutter (la coppola), Day-Glo socks, i calzini alla caviglia, e t-shirt fatte da Vivienne. Lei fu addirittura denunciata per aver creato la celeberrima maglietta “Longhorns Dance” che rappresenta due cowboys nudi. La clientela abituale era molto eclettica, e contava Teddy Boys, Spivs, fighetti di Chelsea Kings Road acquisì la fama di culla delle nuove ondate culturali della gioventù londinese. Quello fu la genesi di uno stile straordinario che continua a stupire e inventare nuove frontiere della moda ancora oggi.

  9. L'incontro con Mc Laren diede una scossa non indifferente alla vita della Westwood; Lasciò libera la natura ‘anarchica’ e di matrice situazionista, fortemente influenzata dal movimento filo-anarchico in voga negli anni Settanta. La moda della Westwood puntava allo scandalo, in particolare contro la società benpensante dell’epoca, la gente-bene. La nascita del Punk Anni ‘70: l’obiettivo era scandalizzare il più possibile. Nella vita quotidiana, nei modi di essere e soprattutto nella moda. Londra iniziava a scoprire la cultura punk rock, quella che nella musica si presentava con nomi come Sex Pistols, Ramones, Clash; nella moda, inutile obiettare, il nome di riferimento era solo uno: Vivienne Westwood. Vivienne Westwood riuscì a tradurre in espressione artistica quelli che fino ad allora erano solo pensieri e gesti di estrema politicizzazione. Iniziò anche a collaborare con la punk band americana “New York Dolls”, creando anche per loro linee di abbigliamento con uno stile.

  10. DA SUBCULTURA A MAINSTREAM La moda Punk è una "decostruzione", una "cultura del rifiuto e dei rifiuti“. Come il movimento Dada aveva provato a distruggere l'istituzione dell'arte, in tal modo i punks hanno sempre spinto sulla distruzione dell'istituzione stessa del concetto di fashion. In fondo, è dalla distruzione e demolizione del vecchio pensiero che si ottiene nuova arte. La moda di Vivienne Westwood è una miscellanea di suggestioni e influenze di vario tipo, dal sadomaso, al revival scherzoso delle decorazioni naziste, fino ai vestiti che ricordano lo stile delle infermiere. Ogni abito è come un gesto politico: ha la funzione di scardinare e demolire i tabù e i valori delle vecchie generazioni, creando scompiglio, curiosità e paura. La moda della Westwood è perciò radicale, trasforma l'anatomia del corpo, ne ridisegna l'immagine, secondo ciò che vuole esprimere.

  11. New York Dolls Nei primi anni 70 si respirava aria di rivolta e cambiamento, tanto a New York quanto a Londra. Gruppi rock locali stavano reinventando la loro musica e il lo stile per protestare contro quella mentalità diffusa in America già da qualche anno, che stava diventando sempre più star-centred, appariscente ed elitaria delle bands degli anni 60, super-gruppi come i Rolling Stones e i Beatles. Queste band locali, come i New York Dolls e il controverso atrista e performer Richard Hell, hanno via via abbattuto queste barriere di “razzismo musicale e stilistico”. La prima fanzine originale dell'epoca, “PUNK”, fu pubblicata per la prima volta a New York City ed è accreditato con il primo uso del termine che avrebbe poi descritto un'intera generazione. Nel 1971 McLaren entrò in contatto con i New York Dolls, una delle band di spicco della scena newyorchese del momento, capitanata dall'istrionico Sylvain Sylvain, che andò subito d'accordo con Malcom e Vivienne.

  12. I New York Dolls erano eccentrici, con le loro parrucche voluminose e scompigliate, il rossetto fiammante, zatteroni vertiginosi, camicie che trasudavano crinoline e pantaloni dolorosamente super attillati, erano la perfetta mescolanza tra l'attitudine anarchica di Iggy Pop, la brutalità verbale e lirica di Lou Reed, e un giusto street sense. Un “mascara-massacre” guidato dal leader Sylvain Sylvain, istrionica ascia della band, sostenuto magistralmente dal batterista Billy Murcia, con il quale aprì anche una boutique di abiti alternativi chiamata “Truth and Soul”. La coppia Mc Laren - Westwood disegnò per loro delle tutine in latex verniciate di rosso, pantaloni estremamente attillati ai corpi magri dei musicisti, canottiere in viscosa monospalla e boa di struzzo, utilizzando il simbolo sovietico di falce e martello per allestire i palchi delle loro esibizioni live.

  13. Con il nuovo look proposto dalla coppia di Londra calcarono le scene per diverso tempo, raggiungendo il top, quotati nelle poll della rivista musicale “Creem” come la miglior band dell'anno 1973. Fu la loro epoca d'oro, fino al 1975 quando Sylvain lasciò la band e gli altri componenti preseto strade diverse; McLaren fece ritorno in Inghilterra, ma con in testa un vortice di nuove idee, ansioso di esternarle e svilupparle assieme alla socia-compagna Vivienne.

  14. Sex Pistols Decidendo di supportare il nuovo lifestyle nascente nell'Inghlterra della seconda metà degli anni '70, Vivienne lo fece nell'unico modo in cui meglio sarebbe ruscita a dimostrare il suo dissenso verso il potere e la società, usando l'arma dell'abbigliamento. E quale modo migliore per far sentire al massimo la sua voce, se non vestire la band di punta delpanorama punk dell'epoca? Fu così che Vivienne divenne il primo esempio di “fashion coach” della storia, con i Sex Pistols. I Sex Pistols emersero come risposta a ciò che era sempre visto come più eccessivo, come il rock progressivo e le produzioni pop della metà degli anni settanta. Il gruppo creò molte controversie durante la sua breve carriera, attirando l'attenzione su di sé, ma mettendo spesso in secondo piano la musica. I loro show e i loro tour erano ripetutamente ostacolati dalle autorità, e le loro apparizioni pubbliche spesso finivano disastrosamente. Il singolo del 1977 “God Save the Queen”, il loro "manifesto”, un voto alla ribellione e all'anticonformismo, pubblicato appositamente durante il giubileo d'argento della regina d'Inghilterra, è stato considerato un attacco alla monarchia e al nazionalismo degli inglesi.

  15. Gli abiti indossati dai Sex Pistols nel video di “God Save The Queen” arrivavano direttamente dal negozio “Sex”. La Westwood si occupò di vestire la band con abiti fortemente provocatori, magliette strappate, spille da balia, spandex e pantaloni in pelle attillatissimi e il celeberrimo “Schott Perfecto”, meglio conosciuto come “chiodo”. Nel videoclip del pezzo “God Save the Queen” si vede bene lo zampino di Vivienne negli abiti della band. Il video, girato in un pub in cui spesso i quattro si trovavano a suonare, si incentra totalmente sul lavoro della band sul palco, dando quindi maggiore possibilità di attenzione allo stile dei singoli componenti.

  16. Sid Vicious appare perfetto nello stile studiato per lui da Miss Westwood,una sorta di uniforme che consisteva in una t-shirt molto aderente, a maniche corte e completamente nera, salvo poi alternarla con altre creazioni sempre “Made in Seditionaries”, un paio di jeans attillatissimi, di denim chiaro, con diversi strappi all'altezza del ginocchio e della coscia. Scarpe di tela Converse All Star, che più si mostravano usate e vissute, più erano considerate “in”; questo mix, unito alla capigliatura spiky corvina e all'immancabile trademark di Sid, una catena d'acciaio con lucchetto usata come collana, completato dall'immancabile Chiodo in pelle nera, composero la “divisa ufficiale” del musicista, che si presentava in pubblico con quel'abbigliamento. Johnny Rotten, il cantante, indossa degli anfibi da motociclista, in cuoio, neri con doppia fibbia laterale. un paio di pantaloni a tubo neri, attillatissimi, in lurex lucido, una maglia bianca long sleeved, con ganci metallici in corrispondenza delle clavicole, dei gomiti e dei polsi, i bordi scuciti, il fondo strappato quasi a creare dei volant intorno alla vita, le maniche talmente lunghe da coprire totalmente le mani, stampata sul davanti con il logo della svastica, un cristo in croce voltato a testa in giù, e la scritta “Destroy” sanguinante sotto al colletto.

  17. Per i chitarrista Steve Jones fu scelto un look particolare: il ragazzo sfoggia una maglia a rete in garza bianca, morbida, con maniche scampanate che terminano legate con dei nastrini sui polsi, con collo volutamente sdrucito e penzolante, ottenendo un'immagine quasi piratesca; per completare l'effetto “mozzo”, Jones si legò in testa una bandana bianca, facendo un nodo su ogni angolo. Paul Cook, il batterista, decise che almeno lui avrebbe dovuto “portare alta la bandiera della sua terra”, e decise di farlo indossando una t-shirt smanicata in cotone, con la stampa della Union Jack. Non una semplice maglietta con bandiera: su di essa infatti, la Westwood aveva applicato cerniere e fatto tagli per poi richiuderli con spille da balia, e aveva stampato scritte di protesta come “No future” e “Fuck the system”.

  18. Malcolm Mc Laren dichiarerà una volta che fu lui ad inventare il punk, affermazione che gli venne più volte contestata da che invece asseriva che lui fosse piuttosto il responsabile della sua spettacolarizzazione verso il grande pubblico, con l'operazione Sex Pistols, che fu a tutti gli effetti un grande boom mediatico. Se lui fu abile ad intuire le potenzialità di successo di un gruppo di scapestrati ragazzini, la sua socia in affari e compagna di vita, Vivienne Westwood, che negli stessi anni rinnovava il suo celebre negozio in Kings Road, fu la sua controparte nell'identificare le potenzialità della moda provocatoria dei punk, che divenne parte integrante della sua espressione stilistica, di allora come delle collezioni attuali. Il punk fu sia un prodotto sia una vittima del tardo capitalismo; la più rapidamente digerita tra le subculture nate in quell'epoca, in quanto, dalla sua nascita arrivò immediatamente alla fruizione, per cadere quindi vittima del marketing di massa in meno di tre anni. Fu una meteora come ideologia, ma è ancora persistente come moda. La moda punk è stata più volte fonte d'ispirazione per l'haute couture. Dalla piccola boutique alle passerelle internazionali, Vivienne Westwood diventerà ben presto una delle più quotate firme della moda internazionale, riconosciuta persino con onorificenze dallo stato britannico.

  19. Gli Anni '80 Quando agli inizi degli anni '80 Vivienne Westwood presenta la prima collezione, la sua clientela è costituita da persone legate esclusivamente alla cultura di strada. Gli abiti di Vivienne Westwood diventano più strutturati, più femminili e di ispirazione storica. Le collezioni seguenti “Savage” (primavera/estate 1982), “Buffalo” (Autunno/inverno1983) , “Punkature” (Primavera/Estate 1984), e “Clint Eastwood” (autunno/inverno 1984-85), insieme all'apertura del suo secondo negozio, “Nostalgia of Mud” a Parigi, denotano la ricerca di Vivienne verso nuovi mondi fashion. Quel periodo, dal 1988 al 1992, fu soprannominato "gli anni Pagan" durante il quale "Vivienne cambia lo stile degli eroi del punk: gli straccioni adesso indossavano abiti della classe superiore, come una sorta di parodia"Il periodo dal 1993 al 1999 fu denominato "Anglomania" e quello dal 2000 ad oggi - "Exploration". Queste collezioni combinavano l'immagine “primitivista” con un taglio sartoriale informale, fabbricazioni innovative, giustapposizioni di underwear e outwear, utilizzando elementi come i corsetti non più come indumento intimo ma come accessorio per completare il look. Il corsetto emerse come elemento chiave di questo periodo artistico della Westwood, costituendo un nuovo linguaggio delle forme, assieme con indumenti modellanti, crinoline e scarpe dalla suola e dal tacco altissimo, spalline oversize e bustiers contenitivi.

  20. Adam And the Ants Una delle band nate in quel periodo che finì sotto l'ala manageriale di McLaren furono gli “Adam and the Ants”. Nel 1979 vide la luce il primo album di Adam and the Ants, “Dirk wears white sox” catalogato ancor oggi da molti siti specializzati sotto la voce new wave. Dopo il lavoro di Vivienne sull'immagine dei componenti della band e in particolare sul frontman Adam, saranno proprio i corti calzini bianchi, i mocassini neri, i blazer sgargianti pieni di pizzi e lustrini ispirati ai corpetti settecenteschi e lo stridente make up da indiano metropolitano, miscela davvero stravagante ma armonizzata dall’innegabile fascino del bellissimo Adam, che andranno a costituire i cardini dell’estetica new romantic, destinata a sopravvivere felicemente nel corso dell’intero decennio successivo e che non manca di suscitare tentazioni revivaliste anche ai giorni nostri.

  21. Bow Wow Wow Nacque in quegli anni anche la band Bow Wow Wow, uno dei primi esempi di new wave, creata in principio, appositamente per promuovere la nuova linea new romantic di Vivienne. Quella dei Bow Wow Wow è una storia di marketing moderno, perché è legata a un progetto che oggi rientrerebbe in quella che le aziende moderne chiamano “immagine coordinata”. Dietro a questo gruppo – nato nella Londra New Romantic del 1980 – non c’è infatti una gavetta passata a provare in cantina, non c’è neanche una storia d’amicizia ad accomunarne i membri, ma si cela il programma di un “deus ex machina” che ha fatto la storia del costume inglese tra gli anni Settanta e il decennio successivo: il binomio Westwood-Mclaren.Il progetto Bow Wow Wow è organizzato né più né meno che come qualunque altra campagna pubblicitaria per il lancio di un prodotto. In questo caso per una linea di abbigliamento neoromantico. Il Vestiario Camicie con spalle larghe rinforzate da spalline in gommapiuma, stampe regolari, a quadretti e forme geometriche, i primi baggy trousers, indossati dai componenti uomini, che poi sarebbero andati a costituire la divisa dei new romantics degli anni seguenti, e occhiali da sole a specchio. Annabella Lwin sfoggia una capigliatura da mohicano piena di treccine, berretto con bandana applicata, e una t-shirt oversize senza maniche, stampata con motivi geometrici che ricordano i colori africani, che lei porta come abito, fermato in vita da una cintura in cuoio marrone. Questo fu il culmine dell'opera avviata da McLaren per dare visibilità alle nuove collezioni della Westwood, visibilità raggiunta a livello planetario, grazie alla continua trasmissione del videoclip sulla neonata rete musicale MTV.

  22. New Romanticism Il “New Romanticism” è un movimento pop nato nel Regno Unito, tra il 1979 e il 1980. Era basato sulla musica new wave e gli esponenti di questo genere sfoggiavano un abbigliamento sgargiante ed eccentrico. Molti artisti dell'epoca adottarono il new romantic come stile di vita, che divenne noto grazie ad esponenti illustri quali appunto Bow Wow Wow, Ultravox, Visage, Duran Duran e Boy George, diventati così delle icone fashion del decennio. Uso del sintetizzatore, musica visionaria e d'ambiente combinata con l'impatto visivo live, coadiuvato da luci tenui e macchine da fumo, ma soprattutto con il look dei musicisti, li portò in vetta alle chart inglesi, e li aiutò a scalare le classifiche prima americane e poi di tutto il mondo; fenomeno questo chiamato “Second British Invasion”. Questo Nuovo Romanticismo non è altro che una naturale reazione al dilagante movimento punk, un revival del glam rock degli anni '70. di Roxy Music e David Bowie. In termini di stile infatti, il New Romantic respinge l'austerità e l'anti-fashion adottato precedentemente dal punk, valorizzando le tinte pastello, i completi due pezzi eleganti e il make up. Entrambi i sessi vestivano in totale androginia, facevano largo uso di cosmetici come eye-liner, rossetti accesissimi, ombretti nelle tonalità del blu e fard.

  23. La moda di questi anni, ancora una volta, si basò molto su questo nuovo movimento, portando in passerella elementi di matrice neo-romantica, in particolare camicie in seta morbida, completi glitterati e capigliature tinte di rosso mattone, alla Bowie. L'emergere del nuovo movimento romantico nel mainstream coincise con la presentazione di Vivienne Westwood della sua "Pirate Collection", con capi già promossi da Bow Wow Wow e Adam and the Ants, che erano gestiti da McLaren. La collezione offriva un look romantico con un forte revival dell'abbigliamento marinaresco dei pirati inglesi del XX secolo, rievocava il periodo dei saccheggi e della conquista del Terzo Mondo; Vivenne fece una estenuante ricerca sugli abiti storici dell'epoca, mantenendone i tagli originali, apportando modifiche per concordarli al fashion sense attuale. Questo nuovo stile interessò parecchi artisti dell'epoca, che seguendo l'esempio dei Bow Wow Wow, fecero incetta dei prodotti firmati Westwood. Da ricordare gli Spandau Ballet che indossarono delle t-shirt coloratissime, con stampe in oro, prese da World's End, e i Depeche Mode, che per i primissimi anni della loro carriera seguirono la moda romantica lanciata dalla Westwood, esibendosi abbigliati da ussari, indossando anche pesante make up.

  24. Gli Anni '90 La separazione da McLaren aprì a Vivienne dei nuovi orizzonti; dopo la ricerca di nuove tendenze, durante il decennio Vivienne si ritrovò spesso, di nuovo, a collaborare col mondo della musica. Nel 1993 si occupò di creare l'outfit per il tour di una delle band che in passato contribuì a lanciare, ormai diventati leggenda, i Duran Duran. Già negli anni '80 la boyband si era interessata molto ai prodotti in uscita da World's End, seguivano le collezioni e stimavano molto Madame Westwood; apparvero, nel 1984, sulla copertina della rivista musicale più famosa al mondo, “Rolling Stone”, con degli outfit di matrice “weastwood-iana”, simile a quella proposta anche per Adam and the Ants: il leader Simon LeBon in primo piano indossa un completo in ecopelle nero, con giacca a spalline ampie, rinforzate, che sembrano quasi ali, camicia a quadri bianca e nera, pantaloni a sigaretta e mocassini neri su calzino bianco, dettaglio che sarà molto in auge negli anni '80; anche Michael Jackson ne farà un elemento base del suo look, sostituendo però il calzino in spugna in un calzino in paillettes e strass.

  25. Nick Rhodes, il tastierista dai capelli biondo cenere, sfoggia una tuta, che sembrerebbe quella di un operaio, non fosse che è completamente a stampa leopardata, con scarpe da ginnastica bianche. Il bassista John Taylor, chiodo in pelle, sfoggia “the Mullet”, la pettinatura che farà strage negli anni '80, ottenuta tagliando i capelli più corti in cima alla testa e lasciandoli leggermente più lunghi dietro. Il resto della mise è la stessa di Roger e Andy Taylor, anche loro in completo giacca-pantaloni in pelle Lei in seguito creò per loro una linea di abiti variopinti, d'ispirazione dandy, romantici, che perfettamente si sposavano al loro modo di essere e alla loro musica. Westwood curò gli abiti indossati dalla band durante il tour promozionale di “The Wedding Album” nel 1993, così come gli outfits sfoggiati nei videoclip di “Come Undone” e “Too Much Information”, e della hit “Ordinary World”, nel cui video, ambientato durante un matrimonio, la band sfoggia completi in raso nero, camicie da pirata con jabot e crinoline, cravatte sottili in pelle nera e giacche eleganti in cuoio. I Duran Duran si affezionarono molto allo stile creato per loro da Vivienne, tanto che anche in seguito sfoggiarono abiti new romantici creati da lei.

  26. Girl Power Sono molte le musiciste ispirate dalla Westwood. Un esempio è la voce dei No Doubt, Gwen Stefani. La platinata vocalist ha infatti più volte dichiarato la sua ammirazione per le collezioni e gli abiti della Westwood, spesso apparendo sul tappeto rosso dei vari VMA e premiazioni indossandone le creazioni, a volte fatte apposta per lei. Dichiarò anche di essersi ispirata proprio a Vivienne, quando decise di creare una propria linea di abiti e disegnando i costumi per i video di “What you Waiting for” e “Rich Girl”, tratti dal suo album solista “Love. Angel. Music. Baby”. La Stefani indossa abitini in tulle bianco, calze a rete e sandali con tacco di 20cm simili a quelli proposti dalla Westwood nella collezione presentata a Parigi nel 1993, insossate in passerella da Naomi Campbell, che cadde rovinosamente poiché le scarpe erano troppo alte e troppo difficili da portare. Ancor più ispirato alle collezioni di Vivienne è il video “Rich Girl”.

  27. Quando la Stefani decise di avviare una propria linea di abbigliamento, la L.A.M.B., fu proprio da Vivienne che prese spunti e ispirazioni. Una collezione fresca e graffiante, con modelle scelte apposta per esserle più somiglianti possibile, un defilè di abiti che mischiano lo stile romantico ai look più estremi di stampo rock, con elementi etnici, proprio come le collezioni proposte negli anni '80 da Vivienne Westwood.

  28. Un'altra Stefani si è spesso servita delle creazioni della dama britannica, sia per i suoi videoclip, ma soprattutto per le esibizioni live e le apparizioni a premiazioni e red carpet: Stefani Germanotta, meglio conosciuta come Lady Gaga. Recentemente la controversa artista è infatti apparsa in un completo firmato Westwood, costituito da una giacca di taglio maschile in paillettes argento e nere, tempestata di gemme scarlatte, a spalle larghe, chiusa in vita con un bottone, abbinata a un paio cortissimi e attillatissimi di hot pants con la stessa stampa, calze a rete e decolletèes nere con tacco 15 e plateau. La platinata artista si serve spesso dalla boutique Westwood per creare le sue mise da indossare durante gli eventi pubblici. In tutti i suoi video e nelle esibizioni live lo stile di Lady Gaga, shockante, trasgressivo, spesso ai limiti della decenza, presenta spesso familiarità con i prodotti dello stile nato col negozio “Sex”: accessori pornografici, catene, pizzi e mascherine sadomaso

  29. L'eccentrica e dirompente moda di Vivienne Westwood ha attraversato 3 decadi, radicando la sua origine negli anni '70, quando il colorato e floreale universo sessantottino sembra inadatto alle nuove tensioni della società, e lei sembra capirlo dando vita all'esteica punk quando e al suo negozio fungeva da catalizzatore di tutte le tendenze anticonformiste e dirompenti della Londra più libera e all'avanguardia. Ultimamente la stilista fulvocrinita si è avvicinata al pensiero ambientalista, creando collezioni a “impatto zero” e completamente violence-free, ma sempre fedele alle sue radici punk, proponendo t-shirt con grafiche di forte impatto, in cotone naturale, chiamate Tree-shirt, stampando su di esse frasi quali “Buy a Tree-shirt, plant a tree!”, nel perfetto stile “Seditionaries”. Eclettica, poliedrica, sopra le righe, eccentrica, rivoluzionaria, per Madama Punk potrebbero usarsi appellativi all’infinito ma non si definirebbe ugualmente bene il suo stile, la sua personalità e la sua strabiliante carriera. Madama Punk è l’altro nome di Vivienne Westwood, l’eccentrica designer dalla chioma rossa che ha avuto l’onore e l’onere di trasformare una subcultura in moda.

  30. Oggi si fregiano dell’etichetta Westwood quattro linee di abbigliamento: Gold Label, Red Label, Men e Anglomania. Lo stile Westwood può piacere come può non piacere affatto. C’è chi sostiene addirittura che gli abiti di Madama Punk siano tutt’altro che moda e fashion ed eleganza. Ci vuole sicuramente coraggio nell’indossare un capo firmato Westwood. E oggi il coraggio, anche quello di uscire al di fuori degli schemi, è ciò di cui, forse, abbiamo tutti un po’ bisogno. Tutti questi elementi costituiscono un patrimonio inestimabile, sia a livello meramente economico, poiché tutte le idee della Westwood hanno creato un business mondiale che dura da quarant'anni, ma soprattutto a livello artistico. La moda della Westwood ha avuto un impatto innegabile sullo stile degli artisti suoi contemporanei e sulle generazioni seguenti; non solo stilisti, ma, come abbiamo visto, ebbe grande impatto soprattutto nel mondo della musica, creando tra I due mondi un legame indissolubile, un'influenza reciproca che ancora oggi si può notare nelle collezioni della stilista e nei videoclip dei musicisti.

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