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Viterbo, 17 marzo 2005 santinavaccaro@tiscali.it

Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio Centro Servizi Amministrativi di Viterbo Piano regionale a supporto dell’attuazione della Riforma Piani di studio personalizzati. Viterbo, 17 marzo 2005 santinavaccaro@tiscali.it. OBIETTIVO DELL’INCONTRO. Conoscere il contesto normativo di riferimento

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Viterbo, 17 marzo 2005 santinavaccaro@tiscali.it

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Presentation Transcript


  1. Ufficio Scolastico Regionale per il LazioCentro Servizi Amministrativi di ViterboPiano regionale a supporto dell’attuazione della RiformaPiani di studio personalizzati Viterbo, 17 marzo 2005 santinavaccaro@tiscali.it

  2. OBIETTIVO DELL’INCONTRO Conoscere il contesto normativo di riferimento Esplorare i concetti di individualizzazione e personalizzazione Esaminare strumenti concettuali e operativi funzionali alla personalizzazione Condividere uno schema per l’elaborazione delle U.A.

  3. Idea di scuola Il contesto normativo Obiettivi generali del processo formativo Organizzazione didattica: Guide-lines Piani di Studio Personalizzati P.E.CU.P O.F e U.A Presupposti della progettazione didattica O.S.A. OF Individualizzazione personalizzazione

  4. IL CONTESTO NORMATIVO D.P.R. 275 / 08. 03.1999 D.M. 100 / 18. 09.2002 LEGGE 53 / 29.03.2003 Raccomandazioni D. L.vo n. 59 / 19.02.04 CM n. 29 / 05.03.04 Allegati : A, B, C, D (Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati -PECUP)

  5. D.P.R. 275 / 08. 03.1999 art.1, c.2 “ L’ autonomia delle Istituzioni Scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppodella persona umana, adeguati ai diversi contesti, alle domande delle famiglie e alle caratteristichespecifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo”

  6. Art.8, commi 4 e 5 “La determinazione del curricolo tiene conto delle diverse esigenze formative degli alunni concretamente rilevate, della necessità di garantire efficaci azioni di continuità e di orientamento, delle esigenze e delle attese espresse dalle famiglie… Agli studenti e alle famiglie possono essere offerte possibilità di opzione.” “ Il curricolo della singola istituzione scolastica… può essere personalizzato in relazione ad azioni, progetti o accordi internazionali.”

  7. D.M. n. 100 del 18.9.2002 ( Sperimentazione Riforma - art. 3) Obiettivo della sperimentazione è “la progettazione, nel quadro degli obiettivi generali del processo formativo e di quelli specifici di apprendimento, di piani di studio personalizzati, attraverso l'individuazione di obiettivi formativi correlati alla maturazione delle competenze degli allievi, al tempo scuola, all'articolazione delle attività didattiche per sezioni, classi e gruppi laboratoriali ed alle risorse organizzative dell'istituto”.

  8. Legge n.53 / 28.03.03 art. 2 a. “ E’ promosso l’apprendimento per tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche coerenti con le attitudini e le scelte personali” l. “I piani di studio personalizzati, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, contengono un nucleo fondamentale, omogeneo su base nazionale, che rispecchia la cultura, le tradizioni e l'identità nazionale, e prevedono una quota, riservata alle regioni, relativi agli aspetti di interesse specifico delle stesse, anche collegata con le realtà locali”

  9. D. L.vo n. 59 / 19.02.04 Capo I :Scuola dell’Infanzia - art. 3 c.2 “Al fine del conseguimento degli obiettivi formativi, i docenti curano la personalizzazione delle attività educative…”

  10. Capo III: scuola primaria- Art. 7 comma 2Capo IV: scuola secondaria di I grado - art.10 c. 2 “Le istituzioni scolastiche, al fine di realizzare la personalizzazione del piano di studi, organizzano, nell’ambito del piano dell’offerta formativa, tenendo conto delle prevalenti richieste delle famiglie, attività e insegnamenti, coerenti con il profilo educativo, per ulteriori 99 ( 198 ) ore annue, la cui scelta è facoltativa e opzionale per gli allievi, e la cui frequenza è gratuita ”.

  11. Capo III : La scuola primaria- Art. 7, comma 5Capo IV : La scuola secondaria di I grado art.10, comma 5 “L’organizzazione delle attività educative e didattiche rientra nell’autonomia e nella responsabilità delle istituzioni scolastiche, fermo restando che il perseguimento delle finalità di cui all’art. 5 (9), assicurato dalla personalizzazione dei piani di studio, è affidato ai docenti responsabili delle attività educative e didattiche, previste dai medesimi piani di studio”

  12. C.M. n. 29 / 05.03.04 “…si pone in rilievo l’importante ruolo delle istituzioni scolastiche autonome con riferimento ai contenuti pedagogici e didattici dei piani di studio, ai livelli di prestazione, agli obiettivi specifici di apprendimento, di cui alle Indicazioni Nazionali per i Piani di studio personalizzati…(allegati A, B e C al Decreto), nonché al profilo educativo, culturale e professionale dello studente”.

  13. “ La riforma …pone le istituzioni scolastiche al centro del sistema educativo di istruzione e formazione, rimettendo alla loro capacità organizzativa e didattica il raggiungimento degli obiettivi generali del processo formativo e degli obiettivi specifici di apprendimento attraverso la personalizzazione dei piani di studio .”

  14. “ Il sistema educativo di istruzione e formazione, così come prefigurato dalla Legge delega n. 53/03 e dal Decreto legislativo, attraverso il profilo, le Indicazioni nazionali, il Piano dell’offerta formativa, i Piani di studio personalizzati… , si caratterizza per la sua flessibilità e capacità di recepire ed interpretare i bisogni, le vocazioni e le istanze, sia dei singoli che delle diverse realtà nelle quali le istituzioni scolastiche si trovano ad operare” “L’attività laboratoriale…viene assunta quale modalità operativa necessaria per la realizzazione di interventi su gruppi elettivi di compito o di livello, finalizzati al consolidamento e alla personalizzazione degli apprendimenti”

  15. Indicazioni nazionali per i piani personalizzati Corrispondono agli allegati A, B, C Definiscono l’assetto pedagogico, didattico e organizzativo che si adotta in via transitoria, fino all’emanazione del regolamento governativo ( D. l.vo 59 / 2004 :artt. 12, 13, 14 ) Prescrivono i livelli essenziali di prestazione a cui le scuole del sistema nazionale di istruzione sono tenute per garantire il diritto personale, sociale e civile all’istruzione e alla formazione di qualità

  16. COSASIGNIFICA ? Il soggetto logico delle proprie prescrizioni non e’ l’allievo , ma l’istituzione scolastica in tutte le figure educative e organizzative che la costituiscono. In altre parole… Precisano ciò che le istituzioni scolastiche italiane sono obbligate a fare per progettare i propri autonomi percorsi formativi per favorire il massimo sviluppo possibile degli alunni, e di cui sono tenute a rendere conto alle famiglie, agli alunni e alla società, attraverso la valutazione interna ( autovalutazione di sistema, valutazione degli apprendimenti ) ed esterna a cura dell’ INVALSI .

  17. A QUALE SCOPO ? • PER IMPEDIRE LA FRAMMENTAZIONE DEL SISTEMA SCOLASTICO • PER CONSENTIRE AI BAMBINI LA POSSIBILITA’ DI MATURARE IN TERMINI ADATTI ALLA LORO ETA’ TUTTE LE DIMENSIONI TRACCIATE NEL PROFILO EDUCATIVO, CULTURALE E PROFESSIONALE ( PECUP)

  18. INDICAZIONI NAZIONALI : STRUTTURA • IDEA DI SCUOLA • OBIETTIVI GENERALI DEL PROCESSO FORMATIVO • OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO ( OSA ) • SIGNIFICATO DELLA RICHIESTA AI DOCENTI DI : • TRASFORMARE GLI O.S.A. IN OBIETTIVI FORMATIVI • COSTRUIRE LE UNITA’ DI APPRENDIMENTO ( U A) • DEFINIRE I PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI (PSP) 5. CRITERI PER LA COMPILAZIONE DEL PORTFOLIO INDIVIDUALE 6. VINCOLICULTURALI ( discipline ) E ORGANIZZATIVI ( orari, risorse, organici ), DA RISPETTARE NELLA ELABORAZIONE DEL POF E DEI PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI

  19. Attenzione al curricolo Valore delle relazioni Interazione con il territorio SCUOLA COMUNITA' EDUCATIVA Rispetto e riconoscimento della persona Forte motivazione ad apprendere

  20. Dialogare con l’incertezza Gestire la complessità Apprezzare le relazioni Scuola ambiente educativo di apprendimento Incontrare i sistemi simbolico - culturali

  21. SCUOLA DELL’INFANZIA Stabilità e positività delle relazioni Flessibilità, adattabilità alle situazioni Clima Relazionale positivo No allo scolasticismo Relazioni significative valorizzazione del gioco Rilievo al fare e alle esperienze dirette

  22. SCUOLA PRIMARIA Sociale Culturale Psicologico Gnoseologico epistemologico Etico • Decondizio- namento • Integrazione • Giustizia sociale Linguaggi Conoscenze Metodi e procedure Sapere Fare agire Alfabetizzazione affettiva Valori AMBIENTE EDUCATIVO DI APPRENDIMENTO

  23. SCUOLA SECONDARIA I GRADO Esprime, sul piano epistemologico, un valore simbolico di rottura che si fonda su: La scoperta del modello La descrizione scientifica della realtà La ricerca della verità Il collegamento della parte al tutto

  24. SCUOLA DELL’INFANZIA OBIETTIVI GENERALI DEL PROCESSO FORMATIVO • Maturazione dell’identità personale • Conquista dell’autonomia • Sviluppo delle competenze OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO Sono definiti in relazione ai seguenti ambiti: • Il sé e l’altro • Corpo, movimento, salute • Fruizione e produzione di messaggi • Esplorare, conoscere, progettare

  25. OBIETTIVI GENERALI DEL PROCESSO FORMATIVO: SCUOLA PRIMARIA • Valorizzazione dell’esperienza del fanciullo • Valorizzazione della corporeità come condizione e mezzo delle altre dimensioni della persona: razionale, estetica, operativa, operativa, spirituale religiosa. • Esplicitare le idee e i valori presenti nell’ esperienza • Dal mondo delle categorie empiriche al mondo delle categorie formali • Dalle idee alla vita: confronto interpersonale • La diversità delle persone e delle culture come ricchezza • Impegno personale e solidarietà sociale

  26. OBIETTIVI GENERALI DEL PROCESSO FORMATIVO: SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO • Scuola dell’educazione integrale • Scuola che colloca nel mondo • Scuola orientativa • Scuola dell’identità • Scuola della motivazione e del significato • Scuola della prevenzione dei disagi e del recupero degli svantaggi

  27. ORGANIZZAZIONE DIDATTICA: GUIDE-LINES ACCOGLIENZA Conoscenza reciproca, empatia DIALOGO Senso di appartenenza, sé/altro, diversità Conoscenze pregresse, interessi,azione ALUNNO PROTAGONISTA RUOLO DEL DOCENTE Moderatore, facilitatore, provocatore CONTENUTI SIGNIFICATIVI Scelte condivise, coerenti, adeguate Adattamento,valorizzazione del nuovo, riflessione critica FLESSIBILITA’ DEI PERCORSI MONITORAGGIO COSTANTE Feedback, potenziamento, valutazione

  28. PROGETTAZIONE DIDATTICA : PRESUPPOSTI • PERSONALIZZAZIONE • FLESSIBILITA’ • UNITARIETA’ • SIGNIFICATIVITA’ • OLOGRAMMA

  29. INDIVIDUO Ogni soggetto che compone la società, animale o umano Processi vegetativi e sensitivi Assenza di razionalità e libertà Entità in sé compiuta, definita uniformità PERSONA “Identità relazionale dell’essere proprio dell’uomo, con la sua singolarità e il suo ruolo nel mondo” razionalità e libertà Unicità Singolarità pluralità Presenza attiva, interattiva, responsabile in continuo divenire, inesauribile PERSONALIZZAZIONE

  30. PERSONALIZZAZIONE: COS’E’? PREDISPOSIZIONE di percorsi di apprendimento , rispettosi delle differenze individuali in rapporto a: • capacità • Interessi • inclinazioni • attitudini • Ritmi e stili cognitivi • Carattere • Esperienze pregresse ( di vita e di apprendimento)

  31. COSA RICHIEDE ? • L’ abbandono dell’uniformità delle prestazioni progettate a priori per l’ alunno “medio” • L’elaborazione di Unità di apprendimento adatte e significative per ogni alunno • Un clima di cooperazione, non di competizione PER Rendere significativo l’apprendimento Ridurre gli insuccessi Valorizzare le eccellenze

  32. Individualizzazione Focus: insegnamento Attivazione di strategie e percorsi differenziati per dare a tutti le stesse cose Conoscenze e abilità delle I. N. articolate in O.D. e U.D. Personalizzazione Focus: apprendimento Attivazione di strategie e percorsi differenziati per dare a ciascuno il proprio Conoscenze e abilità delle I. N. : base per progettare O.F. e U.A Individualizzazione – Personalizzazione:Cosa cambia?

  33. PERSONALIZZARE: QUANDO? Ore destinate al curricolo Facoltativo- Opzionale INDIVIDUALIZZARE: QUANDO? Ore destinate al curricolo OBBLIGATORIO

  34. PERSONALIZZARE : COME? DIDATTICA LABORATORIALE Luogo problematico RIFLETTERE SUL FARE FARE • cCooperative learning, multimedialità, problem solving, laboratori

  35. UNITA’ DI APPRENDIMENTO ( U.A.) “ Il cuore del processo educativo si ritrova nel compito delle II.SS. e dei docenti di progettare le Unità di apprendimento, caratterizzate da obiettivi formativi adatti e significativi per i singoli allievi …e volte a garantire la trasformazione delle capacità di ciascuno in reali e documentate competenze ” ( Indicazioni Nazionali)

  36. OBIETTIVI FORMATIVI • Muovono da un intero di apprendimento, il compito unitario, per arrivare a un altro intero di apprendimento : la competenza • Esplicitano le conoscenze e le abilità necessarie • Sono “adatti”: relativi a capacità disponibili • Sono “significativi”: mettono in tensione le capacità presenti verso un traguardo importante • Presidiano l’asse dell’essere • Esprimono il fine formativo

  37. Contestualizzano gli OSA individuati come funzionali alla maturazione del P.E.CU.P • Non esistono a priori O.F. validi in assoluto e per tutti • Sono dotati di una intrinseca carica di problematicità e dinamicità • Obbediscono al principio dell’ologramma, cioè l’uno rinvia funzionalmente all’altro IN CONCLUSIONE Gli O.F. giustificano la coerenza di conoscenze e abilità (O.S.A. desunti dalle I.N ) con il fine formativo ( competenze)

  38. OBIETTIVI DIDATTICI • Conoscenze e abilità disciplinari • Operazionalizzazione • Presidiano l’asse dell’avere • Esprimono gli scopi dell’istruzione • Hanno di mira le prestazioni • Sono articolazioni interne dell’O.F. • Gli O.F. non sono la negazione degli O.D. • O.F. e O.D. convivono nell’U.A., come l’intero e le sue parti, in un rapporto di funzionalità reciproca

  39. PROCEDURE DI IDENTIFICAZIONE BOTTOM UP Si fonda sull’esperienza dell’alunno e muove da una situazione di dissonanza cognitiva. TOP DOWN Muove dagli OSA del PECUP tracciato nelle “Indicazioni Nazionali” ed esplicita le media-zioni professionali di tempo,luogo, relazioni

  40. CAPACITA’ Potenzialità, propensione dell’essere umano a fare, agire, pensare in un certo modo. Ciò che una persona può fare, pensare, agire COMPETENZE Integrazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti nel risolvere un problema o nell’affrontare un compito . Ciò che siamo effettivamente in grado di fare, pensare, agire CAPACITA’ - COMPETENZE Dinamicità, spendibilità, trasferibilità

  41. UNITA’ DI APPRENDIMENTO ( U.A.) “ Il cuore del processo educativo si ritrova nel compito delle II.SS. e dei docenti di progettare le Unità di apprendimento, caratterizzate da obiettivi formativi adatti e significativi per i singoli allievi …e volte a garantire la trasformazione delle capacità di ciascuno in reali e documentate competenze ” ( Indicazioni Nazionali)

  42. U.D. assume a riferimento prioritario la disciplina è la scomposizione, logica e sequenziale della disciplina È un “tassello” del programma Si definisce all’inizio dell’a.s. o dei periodi intermedi U.A. assume a riferimento: a) l’alunno o il gruppo di alunni b)i problemi e i bisogni formativi degli alunni organizza gli apprendimenti sulla base degli obiettivi formativi coinvolge tutte le discipline necessarie ipotesi di lavoro di massima che va adattata e calibrata in itinere: è completa solo alla fine. Unità di Apprendimento – Unità Didattica

  43. Cosa cambia?U.A Indirizzo metodologico,compatibile con la didattica per : obiettivi concetti problemi Sfondo integratore U.D: Metodologia concreta basata su una teoria della didattica e dell’apprendimento che ne motiva struttura e fasi di lavoro Logica lineare, sequenziale

  44. U.A: funzione formativa e didattica “…occasioni per sviluppare in maniera armonica le capacità (intellettuali, estetico-espressive, motorie, operative, sociali, morali e religiose) di ciascuno, ponendolo nelle condizioni di capire il mondo e di trasformarlo, mentre conosce e trasforma se stesso” ( Raccomandazioni ) U.D: funzione essenzialmente didatticaMira alla promozione dell’acquisizione di conoscenze e abilità

  45. U.A : unità organica ed effettiva • Fondata su un intero di apprendimento • Delimitata e circoscritta da un apprendimento unitario, articolato, organico, adatto, significativo • Finalizzata a raggiungimento di O.F. U.D: Unità esteriore • Circoscrive un insieme di apprendimenti singoli, riuniti occasionalmente dal confine che li contiene

  46. U.A: Centratura sull’apprendimento - primato dei bisogni formativi degli alunni- Apprendimento come acquisizione di conoscenze e abilità- Apprendimento come trasformazione delle conoscenze e abilità in competenze U.D: Sbilanciata sull’insegnamento- Apprendimento come acquisizione

  47. U.A La curvatura personalizzata • Articolazione dell’intero di apprendimento in obiettivi formativi adeguati ai reali bisogni e al profilo cognitivo di ciascuno U.D Adattamento dei contenuti disciplinari alla “capacità” dell’alunno.

  48. CHI SONO I DESTINATARI ? • il singolo alunno • il gruppo classe • gruppi di livello • gruppi di compito • gruppi elettivi CHI ELABORA LE U.A.? L’équipe dei docenti che intervengono sulla classe , coordinati dal docente con funzioni tutoriali

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