1 / 20

ASL della provincia di Varese Dipartimento delle Dipendenze

“ Problematiche Sanitarie dei Detenuti Consumatori di Droghe: Risposta Istituzionale e Costruzione di Una Metodologia Organizzativa ” Fondo Nazionale per la lotta alla droga – esercizio finanziario 2001 ( Risorse attribuite al Ministero della Salute ) Regioni Capofila: Toscana e Lombardia.

tieve
Download Presentation

ASL della provincia di Varese Dipartimento delle Dipendenze

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. “ Problematiche Sanitarie dei Detenuti Consumatori di Droghe: Risposta Istituzionale e Costruzione di Una Metodologia Organizzativa ” Fondo Nazionale per la lotta alla droga – esercizio finanziario 2001 ( Risorse attribuite al Ministero della Salute ) Regioni Capofila: Toscana e Lombardia Appunti di metodo e di merito per la Ricerca-Azione ASL della provincia di Varese Dipartimento delle Dipendenze

  2. Indice generale 1.L’eterogeneità del Paese, uno sguardo ad alcuni dati nazionali 2.Le questioni aperte, primi risultati e nodi critici da un caso studio sul territorio di Varese e Como 3. Le piste di lavoro, la divisione nei gruppi laboratoriali per sviluppare la ricerca azione

  3. Alcuni dati generali Rosso: max; Giallo:min; Verde:media *= solo Abruzzo; **=solo Piemonte fonti:ISTAT, Relazione annuale al parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, PRAP 2005

  4. Un prima misura di criticità: le revoche [graduatoria per Regioni] (Fonte: PRAP, elaborazioni ASL Varese) Nel 2006, a livello nazionale, su 6782 affidati ci sono state 600 revoche, pari all’8,8 % dei casi. Erano il 10,9% nel 2005

  5. Il maggior rischio relativo di revoca della MATossicodipendenti vs non tossicodipendenti[graduatoria per Regioni] (Fonte: PRAP, elaborazioni ASL Varese su dati 2006) A livello nazionale, nel 2005, il rischio relativo di un tossicodipendente di incorrere nella revoca della MA era pari a 3.1 volte il medesimo rischio, calcolato per un soggetto non tossicodipendente. Tale rischio relativo nel 2006 è salito a 3.5. Tecnica di analisi: odds ratio

  6. Il maggior rischio relativo di revoca della MA(Fonte: DAP, elaborazioni ASL Varese)Tossicodipendenti e non tossicodipendenti / affidamento dal carcere vs dalla libertà La provenienza dal carcere e dalla libertà / tossicodipendenti vs non tossicodipendenti Tecnica di analisi: odds ratio

  7. LA RICERCA CONDOTTA ALL’INTERNO DEL PROGETTO “MISURA” (2004) (progetto MISURA, DAP, Università degli studi di Firenze) CAMPIONE: Toscano, 75 persone in affidamento ordinario e 77 in affidamento terapeutico. RISULTATO: A cinque anni dalla fine dell’affidamento, 34 persone avevano commesso successivi reati, 21 delle quali provenienti dall’affidamento terapeutico (28,38%), e 13 da quello ordinario (18,84%). N.B.In 13 casi non è stato possibile reperire le informazioni necessarie a dimostrare con sicurezza la successiva condotta (recidiva o meno) LA RICERCA CONDOTTA DA LEONARDI (2006) (direttore dell’Osservatorio delle misure alternative presso la Direzione Generale dell’esecuzione penale esterna), CAMPIONE: Nazionale, 8817 persone, 8071 uomini e 746 donne affidati in prova al Servizio Sociale RISULTATO: Recidivi risultavano 1667 soggetti, pari al 19% del campione affidati ordinari provenienti dalla detenzione ( 20% del numero totale): poco superiore al 20%. affidati ordinari dallo stato di libertà (48% del campione) : circa il 17%. beneficiari dell’ affidamento in casi particolari, quindi alcol o tossico dipendenti, provenienti dalla libertà (22% del totale): valori vicini al 30%, affidati in casi particolari provenienti dalla detenzione (4% del totale): oltre il 40% dei casi Confrontando questi valori con quelli relativi ai 5.772 condannati alla detenzione usciti nel 1998 gli squilibri percentuali apparivano evidenti. Di questi ultimi il 68,45%, avevano rifatto ingresso in carcere una o più volte e avevano sulle spalle una condanna definitiva per la commissione di nuovi reati. Una seconda misura di criticità: la recidiva DUE RICERCHE, UN COMUNE OGGETTO D’INDAGINE: la percentuale di quelli che, terminata la misura alternativa alla detenzione, entro i 5 anni successivi (Progetto Misura) e e i 7 anni successivi (Ricerca Leonardi) avevano subito una condanna per la nuova commissione di un reato nel periodo di riferimento

  8. La recidiva, tra esecuzione penale esterna e detenzione. Un possibile confronto in seguito all’indulto • Percentuale di recidiva in relazione alle modalità di esecuzione della pena. Periodo 1 agosto – 16 febbraio 2007. (Fonte: DAP, elaborazioni Università Torino)

  9. 2. Il caso studio sul territorio di Varese e Como • È stata la fase iniziale di ricerca sul campo, ideata come caso studio territoriale avendo l’ASL di Varese titolarità sul progetto nazionale • I dati di ricerca raccolti non hanno valenza “campionaria”, ma “istruttoria”, per definire lo spettro dei problemi e guidare le rilevazioni nazionali • Periodo di rilevazione: ottobre ’06 - gennaio ‘07 • Area di ricerca: Varese e Como • Metodologia di ricerca: interviste face to face su traccia strutturata • Numero di interviste effettuate: 21 individuali e una d’équipe • Soggetti coinvolti: Ser.T, Comunità Terapeutiche, U.E.P.E., Magistratura di Sorveglianza, Comuni, Cooperative sociali, Carcere, avvocati, affidati

  10. Un’agenda di miglioramento • Profili di successo ed insuccesso • Diversità di obiettivi e strumenti di valutazione • Criticità di fase: accesso • Criticità di fase: trattamento • Criticità di relazione: la rete • Criticità procedurali

  11. Profili di successo e d’insuccesso

  12. Profili di successo e d’insuccesso / segue

  13. La pluralità dei punti di vista sull’obiettivo delle Misure Alternative • 0. Ottenimento MA (Avvocati) • 1. Sconto della pena senza la costrizione del carcere (Reo) • 2. Sconto della pena senza ricaduta nel reato (Magistrato, ass. sociale, educatore) • 3. Sconto della pena senza ricaduta nella tossicodipendenza (Medico, ass sociale, psicologo, educatore) • 4. Riabilitazione e reinserimento sociale

  14. A: accoglimento domande 0 La multidimensionalità della valutazione B: monitoraggio in itinere 1,2,3 C: valutazione esito di fine periodo 2,3,4 D: valutazione in follow up 2,3,4 B C D A reato arresto/ notifica di reato inizio MA fine pena pena definitiva 12 mesi dopo 0 1 2 3 • OBIETTIVI • 0. Ottenimento MA • Sconto pena senza detenzione • Sconto pena senza ricaduta tossicodipendenza • Sconto pena senza recidiva • Reinserimento sociale 4

  15. Criticità di fase: accesso • Ambiguità e strumentalità dell’atteggiamento del tossicodipendente per l’ottenimento dell’affidamento. • Differenza dei punti di vista difensori/utenti versus Ser.T./U.E.P.E. • Difficoltà per le procedure legali nel caso di trasferimento da un carcere all’altro • Accessibilità limitata ai colloqui con l’assistente sociale per i detenuti • Problema del rapporto coi Ser.T. di residenza ma fuori zona per le certificazioni • Diffidenza comune fra i tossicodipendenti nei confronti della soluzione residenziale, proposta dal Ser.T. più spesso di quanto vorrebbero • Lunghezza dei tempi per l’ottenimento della MA • Necessità di una maggior cura nelle informazioni sul caso trasmesse al magistrato per la presa di decisione • Possibilità di certificazione estesa dalla nuova normativa ai servizi privati • Difficoltà nella gestione di soggetti che accedono alla E.P.E. dopo la l. 49, condannate per reati più gravi (pena massima 6 anni)

  16. Criticità di fase: trattamento • Differenza dei punti di vista sul programma terapeutico, indipendente dalla MA per il Ser.T ma non così per l’U.E.P.E., per il quale conta di più la funzione di controllo • Difficoltà poste dalla nuova utenza cocainomane: reticente ad ammettere la tossicodipendenza (e quindi all’ammissibilità alle MA), resistente ad effettuare un percorso residenziale a lungo termine. • Necessari investimenti per sperimentare soluzioni adeguate per i casi di cocainomani, di doppia diagnosi e di soggetti non noti ai servizi • Carenza di risorse per l’inserimento lavorativo (Tirocini, Borse lavoro, cooperative, ecc…) • Limiti delle opportunità di lavoro in azienda per la diffidenza dei datori di lavoro • Nel caso di affidamento territoriale, carenza degli strumenti di controllo rispetto ai rischi ed alle occasioni di recidiva • Ser.t. percepito dagli affidati come luogo rischioso a causa delle possibilità di incontrare vecchi amici e conoscenti ancora legati al mondo della dipendenza e della criminalità.

  17. Criticità di relazione: la rete • Rapporto fra Ser.T. di residenza fuori zona e Ser.T. del carcere di riferimento per la trasmissione e l’attendibilità della documentazione • Rapporto Ser.T.- U.E.P.E. per la differenza dei punti di vista sulla MA e le difficoltà di una piena osmosi informativa (necessarioarmonizzare i punti di vista care-oriented del Ser.T. e quello care/control-oriented dell’U.E.P.E.) • Esigenza di disgiungere la pena dalla cura e riconoscere il valore di entrambe da parte del reo tossicodipendente • Mancanza di una valutazione sui casi integrata fra servizi Ser.T.- U.E.P.E. – Carcere • Carenze di risorse di rete territoriali per il reinserimento (sociale, lavorativo,…)

  18. Criticità di procedura: informazioni e strumenti • Informazione: esigenza di maggiore omogeneità degli strumenti, condivisione delle informazioni sui casi fra servizi, tempestività delle comunicazioni. • Conoscenza:necessarioaggiornamento sulla normativa, potenziamento delle relazioni tra operatori di diversi servizi, approfondimento della conoscenza dei casi con colloqui, visite domiciliari, lavoro d’équipe. • Tempo: difficoltà causate dalla scarsa sincronizzazione fra servizi, lentezza delle procedure dal punto di vista del reo e della difesa, sensazione di procedure affrettate dal punto di vista degli operatori • Necessità di protocolli : nei rapporti tra i vari servizi coinvolti, nella valutazione e certificazione dei casi, nell’esecuzione di follow up per la verifica degli esiti nel medio-periodo.

  19. 3. I tre quesiti alla base della ricerca-azione • Come migliorare la presa in carico e la valutazione iniziale per favorire un esito positivo della MA? • Come migliorare il processo mediando fra punti di vista differenti dei diversi attori in campo? • Come seguire al meglio dal punto di vista informativo i casi e come svolgere il follow up? Obiettivo: stesura delle linee guida su queste aree

  20. I gruppi di lavoro • Il lavoro nei gruppi, parte integrante del corso di perfezionamento e fondamento di un percorso di ricerca-azione • La valutazione dei lavori di ricerca sul campo come equivalente della valutazione didattica d’aula • Il lavoro in aula: ricerca, discussione, sintesi, simulazione,… • I compiti di ricerca: il lavoro sul campo fra i round didattici • La presenza di un conduttore e di un tutor per gruppo • La divisione in gruppi e i criteri di partizione: rappresentatività dei territori, dei servizi e delle professioni • La presentazione dei risultati dei lavori: le linee guida a settembre, il report di ricerca a dicembre • La diffusione dei risultati: la restituzione delle linee guida all’interno dei servizi di provenienza dei partecipanti

More Related