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MICOTOSSINE e MANGIMI

MICOTOSSINE e MANGIMI. Dott.ssa Falconelli Barbara ASL NO – SIAV C 20 dicembre 2012. Le micotossine sono sostanze tossiche prodotte dal metabolismo di funghi (o muffe) che si sviluppano in particolari condizioni su foraggi insilati, cereali e mangimi aziendali od industriali.

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MICOTOSSINE e MANGIMI

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Presentation Transcript


  1. MICOTOSSINEeMANGIMI Dott.ssa Falconelli Barbara ASL NO – SIAV C 20 dicembre 2012

  2. Le micotossine sono sostanze tossiche prodotte dal metabolismo di funghi (o muffe) che si sviluppano in particolari condizioni su foraggi insilati, cereali e mangimi aziendali od industriali.

  3. La contaminazione può avvenire in campo oppure durante le fasi successive di trasporto, lavorazione e stoccaggio. Mentre il fungo può essere considerato un agente patogeno per la pianta, l’ingestione della micotossina può indurre tossicità cronica e acuta sia nell’uomo che nell’animale.

  4. • SINTOMI GASTROENTERICIdisordini digestivi, come diarrea (anche emorragica), variazioni anomale di ingestione sostanza secca, stasi ruminale, chetosi, dislocazione dell'abomaso• SINTOMI DELL’APPARATO GENITALE aumento incidenza d'aborti, riassorbimento embrionale, ridotto grado di fertilità e concepimento,vulva e capezzoli ingrossati, prolassi rettali o vaginali, manifestazioni estrali in animali gravidi, calori silenti ecc. • Le forti lattifere sono particolarmente sensibili alla presenza di tossine, cosa evidenziata anche dall'immediato calo produttivo I bovini sono in grado di operare una bioconversio-neruminale delle micotossine in prodotti meno dannosi, tuttavia sono comunque suscettibili all'azione nociva di queste sostanze, cosa intuibile da alcuni sintomi di tipo generale o specifico

  5. Funghi da campo • le condizioni che favoriscono il loro sviluppo includono un alto grado d'umidità (>70%) e forti escursioni termiche (giornate calde seguite da notti fredde) • questo tipo di funghi non cresce sugli insilati, a causa del pH basso e della mancanza di un ambiente aerobico

  6. Funghi da stoccaggio • sono quelli che si riscontrano nel foraggio dopo il raccolto • alcune muffe trovate negli insilati sono in grado di svilupparsi anche in condizioni di parziale anaerobiosi e pH basso, tuttavia il loro potenziale di sopravvivenza è limitato dalla competizione con i batteri anaerobici • lo sviluppo di questi funghi è stimolato da un pH piuttosto elevato della massa insilata, cosa dovuta ai lieviti consumatori d'acido lattico, che si attivano con l'introduzione d'ossigeno al momento dell'apertura della trincea • gli insilati contengono in genere muffe del tipo Fusarium e sono contaminati da Zearalenone, DON e tossina T-2

  7. Le temperature ideali per lo sviluppo dei funghi sono comprese tra 20-25°C. Alcune tossine come le ocratossine ed i tricoteceni possono ritrovarsi già a T° di + 4-6 °C (ottimale sui 18 °C), mentre le aflatossine vengono prodotte preferibilmente in condizioni di caldo-umido (ottimale sui 25 °C). Climi più temperati e secchi sono ideali per muffe produttrici di fumonisina e zearalenone (sviluppo intorno ai 14 °C)

  8. Infezioni endofitiche (seme o apparato radicale, pianta e cariosside): granella apparentemente sana Infezioni attraverso le sete, penetrazione all’interno di cariossidi in accrescimento (saprofita: conservazione nel terreno sui residui colturali infetti): granella apparentemente sana o marciume rosa. Spighe infettate prevalentemente nella porzione apicale ove si sviluppa micelio di aspetto granuloso. Il micelio si accresce sulle cariossidi arrivando sino al tutolo. Infezioni favorite dagli attacchi di Ostrinia nubilalis.

  9. TOSSINOGENESI • STRESS IDRICO • STRESS TERMICO • STRESS MECCANICO

  10. Le micotossine, come tutti gli altri xenobiotici,possono essere parzialmente metabolizzati dalle piante. Uomini e animali, consumando alimenti contaminati, non sono esposti alle sole forme native delle micotossine, ma anche ai loro metaboliti. Ad oggi poco si sa della tossicità propria di queste forme mascherate e della loro stabilità in condizioni gastro-intestinali.

  11. Nonostante FB1 abbia una bassa biodisponibilità, gli effetti tossici sono evidenti anche dopo l’ingestione di mangimi poco contaminati. Per degradazione delle interazioni con la matrice (pareti cellulari, amido o proteine) la quantità di FBs rivelabili dopo digestione è circa doppia rispetto a quelle rivelabili con i comuni protocolli di analisi Micotossine libere Micotossine nascoste

  12. Direttiva 2002/32/CE relativa alle sostanze indesiderabili nell’alimentazione animale

  13. D.M. 15/05/2006 - Determinazione dei limiti di ocratossina A negli alimenti per animali

  14. Prevenzione in stoccaggio Prevenzione in campo

  15. destinare alle vacche da latte gli insilati ottenuti da trinciature tardive (settembre) e ai capi meno sensibili quelli ottenuti con trinciature precoci (agosto). • nell’insilato alla maturazione cerosa le alterazioni, dovute alla presenza di muffe tossigene produttrici di aflatossine, non si vedono

  16. Prevenzione alla raccolta della granella • Raccolta con 22<UM>24% • evitare la pratica della post-maturazione in pianta, al fine di ottenere una riduzione del valore di umidità <20% • Anticipare la raccolta in caso di intense piogge • Controllare la fase di trebbiatura per limitare la rottura delle cariossidi • Attuare vagliatura e ventilazione • Raccolta a parte delle zone di campo particolarmente stressate ed invio separato all’essiccazione • Pulizia accurata tra le partite dei macchinari

  17. Prevenzione post raccolta per la granella • Controllo di UM, Temperatura, % impurità, livello di contaminazione fungina con lampada UV per individuare partite a rischio • scartare le partite di granella con visibili alterazioni scure della granella, indicativamente superiori al 1% dei chicchi • valutare con attenzione le partite con percentuali di rotture elevate • Limitare ad un massimo di 24 h la permanenza nella granella umida in cumulo quando questa presenta una temperatura superiore a 26-28 °C e ad un massimo di 48 h quando questa presenta temperature più basse • Trattare con propionato di sodio (0,3-0,4 % in peso rispetto alla massa di granella in cumulo) nel caso di permanenza in cumulo superiore e con temperature della massa maggiori a 26-28 °C.

  18. Durante l’essiccazione è necessario ridurre al minimo i danni meccanici alle cariossidi, con variazioni progressive della temperature di trattamento della granella e prevedendo un’attenuazione delle altezze di caduta ed una riduzione delle movimentazioni della granella tramite elevatori o coclee metalliche • Essiccazione a basse temperature (80-90°C)

  19. Essiccare con attrezzature in grado di registrare con attenzione i valori di umidità finale e portare la massa a valori molto omogenei di umidità • essiccazione della granella al ≤14% di umidità per stoccaggio a breve termine (≤3 mesi) e al ≤12% per stoccaggio a lungo termine (≤3 anni); se la temperatura della granella è mantenuta sotto i 12°C anche un’umidità del 14 % può essere considerata sufficiente sicura per il lungo termine • non essiccare < 12 % per evitare fessurazioni e rotture

  20. Pulire la granella prima e dopo l’essiccazione regolando i setacci e la ventilazione al fine di allontanare con decisione tutte le impurità, le polveri, i frammenti e le rotture e la parti estranee • Controllare la temperatura dopo raffreddamento che non deve superare di 10° la temperatura ambiente (<20°C) • Raffreddare velocemente mediante refrigeratore se disponibile

  21. Estrarre dal silo una quantità di cereale sufficiente a invertire il cono centrale di carico • ai primi freddi ventilare per effettuare la “refrigerazione conservativa” e portare la massa a temperature < 10°C • Ripetere la pulitura della granella durante le movimentazioni della stessa • Allontanare e smaltire tempestivamente gli scarti dal luogo di stoccaggio

  22. assicurarsi che nel luogo di stoccaggio (silo e capannone) non si formino localmente punti ad elevata umidità per stillicidio, vicinanza ad aperture • evitare di somministrare ai capi sensibili granella conservata in capannoni nella prossimità delle pareti laterali o dove può formarsi della condensa • in caso di temperature elevate in ambienti di conservazione non idonei distribuire acido propionico o propionato soprattutto negli strati marginali della massa

  23. controllo degli insetti con prodotti specifici prima dello stoccaggio e successivamente a cadenza periodica • controllare con attenzione lo stato di pulizia dei locali e dei silos in cui vengono stoccate le materie prime • eseguire una pulizia accurata e sanificazione degli ambienti e dei silos con prodotti autorizzati • a fine stagione asportando meccanicamente e in modo accurato i residui e tutto ciò che aderisce alle pareti e ai pavimenti • anche per le materie prime differenti dal mais e sottoprodotti, devono essere adottati tutti gli accorgimenti volti a ridurre lo sviluppo di muffe durante lo stoccaggio. A tale proposito occorre porre attenzione anche al fieno-silo in rotoballe fasciate.

  24. CAMPIONAMENTO • occorre tener presente che un corretto campionamento è il presupposto essenziale per un metodo analitico affidabile e che il risultato che si ottiene è sempre riferito al campione esaminato. Reg CE 152/2009 • il dato è valido se si opera un campionamento corretto e rappresentativo • nel tempo che intercorre tra prelievo e analisi il campione va conservato correttamente

  25. CRITICITA’ IN FASE DI CAMPIONAMENTO - basso numero di campioni elementari (vale a dire, quantitativo di materiale prelevato in un solo punto della partita o della sottopartita); - scarsa rappresentatività dei punti di campionamento (anche dai lati e dalla cima della massa); - inadeguata grandezza del campione globale (vale a dire, aggregazione di tutti i campioni elementari prelevati dalla partita o dalla sottopartita: dovrebbe essere di almeno 4 kg). La quantità del campione, infatti, deve essere adeguata all’analisi: campioni troppo scarsi possono non essere rappresentativi, mentre campioni troppo abbondanti possono creare problemi al momento della preparazione per l’analisi (almeno 500 gr per campione finale).

  26. Controlli ufficiali previsti dal PNAA Il criterio da utilizzare per il programma di sorveglianza, è quello di effettuare un campionamento casuale (random), finalizzato alla valutazione della situazione epidemiologica. Tali campionamenti vanno effettuati presso: • aziende produttrici di materie prime e mangimi destinati agli animali da latte; • aziende agricole e zootecniche; • distributori e produttori di mangimi per animali da compagnia.

  27. Il piano di vigilanza rappresenta una verifica, lungo tutta la catena agro-alimentare e zootecnica, delle conformità ai limiti massimi stabiliti dalle normative cogenti. • Aflatossine ed ocratossina: dovranno essere ricercate nei centri di stoccaggio o negli allevamenti con riserve di mangime o materia prima stoccata • fusariotossine(tossine da campo): il prelievo viene effettuato in qualsiasi sito dopo l’essiccazione, non essendo praticabile il campionamento in campo.

  28. Procedura campionamento materie prime LE MICOTOSSINE SONO SOSTANZE NON UNIFORMEMENTE DISTRIBUITE (contaminazione puntiforme o a macchia di leopardo) • Prelievo della granella con formazione del campione globale secondo quanto previsto dal Reg. CE 152/09 • Invio del campione globale al Laboratorio per le operazioni di macinazione e formazione dei campioni finali, con possibilità del proprietario e/o produttore della materia prima di presenziare alla conclusione della procedura differita

  29. Campioni ASL NO

  30. Di recente sono stati utilmente impiegati i cosiddetti "leganti", sostanze in grado di legarsi alle tossine adsorbendole a livello gastro-intestinale; - Bentoniti - Alluminosilicati - Zeoliti - Mixdelle tre precedenti categorie, con l'aggiunta di vitamine e altri minerali • Dal punto di vista della composizione chimica, queste sostanze appartengono tutte alla famiglia delle argille, • Si differenziano per il grado di purezza ed per il potere adsorbente posseduto. Ad es. di notevole efficacia sembrano essere i fillosilicati (una sottoclasse degli alluminosilicati), particolarmente in presenza di tossine prodotte da Fusariumsp.Vengono di solito aggiunti alla razione è in ragione dello 0,5 -1 % sulla sostanza secca totale.

  31. Oltre ai leganti minerali, risulta utile anche l'impiego concomitante di • lieviti vivi (in particolare Saccharomycescerevisiae) • Lattobacilli e Bifidobatteri • un aumento dell’integrazione vitaminica e minerale (Vit. A, E , B1 e Selenio, Zinco, Rame e Manganese)

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