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L’unione di più amminoacidi dà i peptidi e le proteine

Si definisce amminoacido un qualunque composto organico in cui sono presenti un gruppo amminico e un acido carbossilico. L’unione di più amminoacidi dà i peptidi e le proteine.

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L’unione di più amminoacidi dà i peptidi e le proteine

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Presentation Transcript


  1. Si definisce amminoacido un qualunque composto organico in cui sono presenti un gruppo amminico e un acido carbossilico L’unione di più amminoacidi dà i peptidi e le proteine

  2. Tra i numerosi amminoacidi, solo 20 partecipano alla formazione delle proteine e, quindi, sono definiti amminoacidiproteogenici.

  3. Gli amminoacidi proteogenici: • Sono tutti a (la funzione NH2 è legata al C adiacente alla funzione carbossilica) • Sono tutti chirali (eccetto la glicina) • Presentano stereochimica L (il C chirale ha la stessa configurazione del C chirale della L-gliceraldeide) • Il C chirale ha una configurazione assoluta S (ad eccezione della cisteina, che è R)

  4. Inoltre, gli amminoacidi: • si differenziano tra loro per la natura del gruppo –R, definito residuo amminoacidico o catena laterale • si presentano come zwitterioni, cioè come ioni dipolari, in cui sono presenti, contemporaneamente, una carica positiva e una negativa

  5. Proprietà acido-basiche degli amminoacidi Gli amminoacidi sono zwitterioni (sali interni). • Hanno momenti dipolari elevati • Sono, generalmente, solubili in H2O • Sono sostanze cristalline con alti punti di fusione

  6. Il comportamento in soluzione acquosa viene influenzato dal pH

  7. Se un amminoacido in soluzione viene sottoposto all’azione di un campo elettrico esterno tenderà : • A migrare verso il catodo (elettrodo negativo) se è in forma cationica • A migrare verso l’anodo (polo positivo) se è in forma anionica • A non migrare se si trova al suo punto isoelettrico (PI)

  8. Per gli amminoacidi con una carica (+ o -) nel residuo R, il PI è: • la media dei valori di pKa più bassi, se R è un residuo acido • la media dei valori di pKa più alti, se R è un residuo basico

  9. Alcuni metodi di sintesi racema 1) Sintesi di amminoacidi da a-alogenoacidi 2) Sintesi di Strecker 3) Sintesi di Gabriel

  10. da a-alogenoacidi: La reazione di amminazione fatta con NH3 dà rese basse, a causa della polialchilazione. In alternativa, si utilizza la sodio azide, che per idrogenazione catalitica, o con NaBH4 si riduce ad ammina.

  11. 2) Sintesi di Strecker

  12. 3) Sintesi di Gabriel (della glicina)

  13. PEPTIDIIl legame che si instaura fra gli amminoacidi per formare i peptidi e le proteine è un legame ammidico, detto legame peptidico

  14. Per formare il legame peptidico, un amminoacido mette a disposizione il proprio gruppo –COOH, mentre l’altro amminoacido interviene con il suo gruppo –NH2, con formazione di una molecola di H2O. Il dipeptideè il più semplice peptide, formato dall’unione di due amminoacidi

  15. I dipeptidi si indicano scrivendo i simboli dei due residui amminoacidici che li costituiscono .

  16. Per convenzione, i peptidi sono rappresentati ponendo a sx l'amminoacido con il gruppo amminico libero (a.a. N-terminale) e all'estremità di dx quello con il gruppo carbossilico libero (a.a. C-terminale)

  17. Sintesi dei peptidi Attivazione del COOH

  18. protezione del gruppo NH2

  19. La protezione del gruppo NH2 consiste nel rendere l’N del gruppo amminico meno reattivo, cioè meno nucleofilo.

  20. Alcuni esempi di gruppi protettori dell’-NH2 Terz-butossicarbonile (Boc) Viene introdotto facilmente facendo reagire l’-NH2 con il di-terz-butil dicarbonato (Boc-anidride), e rimosso facilmente per idrolisi acida

  21. Carbobenzilossi cloruro (benzilcloroformiato) Viene facilmente introdotto sul gruppo amminico (SNacilica), in presenza di basi per neutralizzare l’HCl che si forma, e rimosso altrettanto facilmente per idrogenazionecatalitica

  22. Fluorenilmetossicarbonil cloruro Viene rimosso facilmente tramite idrolisi debolmente basica

  23. La sintesi di una catena peptidica per addizione sequenziale di un amminoacido richiede un processo accurato di purificazione del prodotto ottenuto, poiché ad ogni passaggio sintetico è necessario isolarlo dal solvente, dai sottoprodotti, dall’eccesso di reagenti

  24. Resina più usata: Granuli di polistirene-divinilbenzene contenenti gruppi clorometilici. Ha lo svantaggio di dover essere rimossa in condizioni acide drastiche (HF) Resine più innovative: non hanno bisogno di un acido forte per essere rimosse

  25. Passaggi della sintesi in fase solida • Un amminoacido (es. valina) N-Boc protetto si lega alla resina per reazione • con i gruppi clorometilici. 2) L’amminoacido viene lavato per liberare dall’eccesso di reagente e trattato con acido trifluoroacetico per rimuovere il –Boc.

  26. 3) Il secondo amminoacido N-Boc protetto e –COOH attivato condensa con il primo amminoacido (valina) 4) Il dipeptide N-Boc-Val-Phe viene lavato e trattato con acido trifluoroacetico per rimuovere il Boc. Il ciclo si ripete n volte, fino all’ottenimento del peptide desiderato

  27. 5) L’ultimo passaggio prevede il distacco dell’amminoacido dalla resina, ad opera di HF che rimuove anche il Boc.

  28. Proteine:Sono formate da lunghe catene amminoacidiche.Queste catene possono assumere conformazioni diverse, così che si hanno quattro livelli di struttura: Struttura primaria delle proteine, costituita dalla sequenza degli amminoacidi nella catena 

  29. Struttura secondaria delle proteine, costituita dalla conformazione ordinata che i vari segmenti della catena possono assumere 

  30. Struttura terziaria delle proteine, data dai ripiegamenti che le varie proteine assumono per generare la loro forma Struttura quaternaria, che descrive come le varie subunità che eventualmente costituiscono la proteina si assemblano fra loro

  31. Determinazione della struttura primaria di peptidi e proteine • Identificazione degli amminoacidi presenti • Identificazione della quantità degli amminoacidi presenti • Identificazione della sequenza degli amminoacidi presenti

  32. Identificazione della composizione amminoacidica di un peptide: si effettua attraverso reazioni di degradazione • Scissione dei ponti disolfuro (reazione di riduzione) • Scissione dei legami peptidici (a 110°C in HCl acquoso: idrolisi dei legami ammidici) L’analisi della miscela di amminoacidi ottenuta dall’idrolisi si effettua tramite cromatografia (HPLC), o gascromatografia, dopo averli trasformati in esteri metilici

  33. Identificazione dell’amminoacido N-terminale: degradazione di EDMAN Consente di scindere selettivamente l'amminoacido N-terminale, lasciando il polipeptide accorciato di un'unità. Il reattivo di Edman è il fenilisotiocianato, che trasforma l'amminoacido N-terminale in una tiourea ciclica. tiourea ciclica con il suo gruppo R identificabile

  34. Meccanismo : Vantaggio: lascia intatta la restante catena peptidica, così l’analisi può essere ripetuta.

  35. Identificazione dell’amminoacido N-terminale: degradazione di SANGER Utilizza il reattivo di Sanger : 2,4-dinitrofluorobenzene (2,4D) Dopo aver marcato il peptide con il reattivo di Sanger, si idrolizza in ambiente acido ottenendo l’amminoacido N terminale marcato dal 2,4 D, che viene separato e identificato

  36. Identificazione dell’amminoacido C-terminale L'identificazione dell'amminoacido C-terminale di una sequenza amminoacidica viene effettuata impiegando un enzima, la carbossipeptidasi, in grado di idrolizzare il legame peptidico a partire esclusivamente dall'unità C-terminale

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