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Corso in Consapevolezza di Stanley Sobottka University of Virginia

Corso in Consapevolezza di Stanley Sobottka University of Virginia. Questo è un corso per chi fa ricerca, per chi vuole vedere, non per chi vuole un credo. Traduzione di Giuseppe Barile, Sara Donato, Luca Sandri. 20081211. Il concetto di realtà oggettiva.

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  1. Corso in Consapevolezzadi Stanley Sobottka University of Virginia Questo è un corso per chi fa ricerca, per chi vuole vedere, non per chi vuole un credo. Traduzione di Giuseppe Barile, Sara Donato, Luca Sandri.20081211

  2. Il concetto di realtà oggettiva • Si suppone che la realtà oggettiva esista sia che venga osservata o no. • Si presume che l’esistenza di oggetti separati sia verificabile tramite osservazione, almeno in linea di principio. • La caratteristica comune di tutti gli oggetti è che sono per definizione separati gli uni dagli altri. • Si presume quindi che l’osservatore sia separato dall’osservato. • Ciò significa che la separazione è una parte intrinseca della realtà oggettiva. • Vedremo in seguito che l'ipotesi della separazione è la causa di tutta la sofferenza.

  3. Sommario della realtà oggettiva Il concetto di realtà oggettiva si compone di tre parti: 1) Osservazione dell’oggetto o della sua assenza. 2) Comunicazione dell’osservazione. 3) Accordo sull’esistenza o non esistenza dell’oggetto.

  4. Ancora sulla realtà oggettiva L’ “accordo” è richiesto perché …1) Dobbiamo concordare sulla definizione di un oggetto. 2) L’esistenza o non esistenza di un oggetto deve essere confermata da più di un osservatore. Se così non fosse, non sarebbe considerata oggettivamente reale.

  5. Tutte le nostre osservazioni, comunque, non sono altro che immagini mentali! • Se tutte le nostre osservazioni sono immagini mentali, come possiamo sostenere che qualcosa esista al di fuori dalla nostra mente ? • Come possiamo sostenere che percepiamo qualcosa al di fuori dalla nostra mente ?

  6. Domande sulla realtà oggettiva • C’è qualche prova che qualcosa esista se non la stai osservando? • Se citi resoconti di altri, c’è qualche prova che essi esistano se non li stai osservando? • Se citi una testimonianza indiretta, c’è qualche prova che esista se non la stai osservando ? • C’è qualche prova che i tuoi pensieri esistano se non li stai osservando ? • C’è qualche prova che i tuoi sentimenti esistano se non li stai osservando ?

  7. Il concetto di materialismo • Si presume che tutto sia materia (o che almeno sia governato da legge fisica). • Si presume che la materia sia oggettiva; si presume che esista sia che venga osservata o no. • Si presume che la mente sia un epifenomeno della materia con una sua propria esistenza non indipendente.

  8. Dichiarazione di materialismo personalizzato • “Io sono un corpo e io ho una mente” • Sei d’accordo con questa affermazione ? Se si, sei tutto corpo o solo parti di esso ? • Quali parti sei ? Quali parti non sei ? • Dove sei nel corpo ? • Se non sei un corpo, che cosa sei ?

  9. Altre domande sul materialismo • Pensi che i cani e i gatti siano coscienti ? Se si, quale prova ne hai ? • Pensi che i batteri siano coscienti ? Se si, quale prova ne hai ?

  10. Il concetto di dualismo cartesiano • Nel 1641, Cartesio (scienziato e filosofo francese, 1596 - 1650) ipotizzò l'esistenza di due sostanze fondamentali, indipendenti: mente e materia. • Ipotizzò che la mente fosse una indivisibile entità pensante, conscia, senza dimensione fisica. • Ipotizzò che il corpo è un oggetto divisibile con una dimensione fisica, ad esempio, occupa dello spazio. • Ipotizzò che la mente e il corpo possano interagire l’una con l’altro.

  11. Dichiarazione di dualismo cartesiano personalizzato: • “Io sono una mente e ho un corpo” (L'affermazione complementare “ Io sono un corpo e ho una mente” è una dichiarazione di materialismo.) ‏ • Sei d’accordo con questa affermazione ? Se si, sei tutto mente o solo una parte di essa? • Quali parti sei ? Quali parti non sei ?

  12. Domande sul dualismo cartesiano • Gli animali hanno menti ? Se gli animali sono esclusi, come spieghi certi loro comportamenti simili a quelli umani . Se gli animali sono inclusi, ne escludi alcuni ? • E le piante e i microbi ? Hanno menti ? • E le molecole di proteine che si autoriproducono (ad esempio, i prioni) hanno menti ? • E gli oggetti inanimati ?

  13. Il concetto di idealismo • L’idealismo contempla che tutto è consapevolezza e che la consapevolezza è tutto … • … così non c’è che consapevolezza e niente al di fuori della consapevolezza. • Ciò implica che non ci siano oggetti che non siano osservati, ad esempio non c’è una realtà oggettiva esterna.

  14. Domande sull’idealismo • Che cos'è comunque, la consapevolezza ? • Se tutto è consapevolezza, ci possono essere consapevolezze separate, ad esempio, la tua consapevolezza è separata dalla mia consapevolezza ? • Se le consapevolezze non sono separate, come puoi vedere gli oggetti che io non posso vedere ? • Se le consapevolezze sono separate, come possiamo tu ed io vedere gli stessi oggetti ?

  15. Dichiarazione personalizzata di idealismo • “Io sono consapevolezza”. • Concordi con questa affermazione ? Se no, cosa sei ?

  16. E' importante che si adotti il materialismo o l’idealismo ? • Se crediamo di essere corpi, la separazione e la sofferenza sono inevitabili ? • Se crediamo di essere consapevolezza, la separazione e la sofferenza sono inevitabili ? • Se non crediamo né all’uno né all’altro, la separazione e la sofferenza sono inevitabili ?

  17. Fisica classica • Si presume che la fisica classica sia materialistica e oggettiva. • Si presumeva che nella Fisica classica gli oggetti avessero esistenze separate, indipendenti, sia che fossero o no osservati. • Si pensava avessero proprietà definite, come posizione, velocità, e orientamento sia che fossero o no osservati . Si supponeva che queste proprietà non avessero intrinseche incertezze. • Nella Fisica classica si supponeva che gli oggetti subissero forze classiche come l’elettromagnetismo e la gravità. • Le leggi della fisica classica erano deterministiche. Ciò significa che il futuro stato dell’universo si presumeva fosse completamente determinato da quello attuale, che a sua volta si presumeva fosse determinato dalla stato dell’universo del passato.

  18. Il mondo nella vita quotidiana • Normalmente, si presume che il mondo consista di oggetti distinti ed indipendenti che esistono sia che vengano o no osservati. • Questo è un mondo pre-quantistico, non un mondo quantistico. • E’ un mondo di separazione, giudizio, e sofferenza.

  19. Domande sulla fisica classica • Come sarebbero differenti le nostre vite se non esistesse una realtà oggettiva esterna ma non lo sapessimo ? • Come sarebbe se lo sapessimo ? • Come sarebbero differenti le nostre vite se il mondo fosse deterministico ma non lo sapessimo ? • Come sarebbe se lo sapessimo ? • Supponi di accettare il principio deterministico come verità. Come credi ti relazioneresti allora con i tuoi sentimenti, decisioni e azioni ? • Con i sentimenti, decisioni e azioni delle altre persone ? • Come pensi influenzerebbe i tuoi giudizi su te stesso e gli altri ?

  20. Alla fine del 1800, si presentarono problemi con la fisica classica • Non si riuscivano a spiegare certi esperimenti ( ad esempio la radiazione di corpi neri, l’effetto fotoelettrico, e la diffrazione degli atomi). • Dopo 3 decenni in cui cercavano di dimostrare la teoria classica, i fisici negli anni ‘20 la rimpiazzarono con la teoria dei quanti. • Al fine di avere una teoria che spiegasse con successo gli esperimenti, i fisici dovettero eliminare il presupposto fondamentale che la materia consista di oggetti separati, indipendenti e osservabili.

  21. Se la teoria dei quanti non descrive oggetti osservabili, indipendenti, separati, che cosa descrive ? • La teoria dei Quanti descrive “fenomeni” (vedremo in seguito cosa significa). • Originariamente fu pensata per descrivere solo fenomeni microscopici ma ora si presume possa descrivere tutti i fenomeni, dalle particelle elementari all’intero universo. • E’ la sola teoria che abbiamo attualmente. Se non è corretta, non ne abbiamo ancora un’altra con cui sostituirla. • Finora in ogni test sperimentale diretto e indiretto della teoria dei quanti, i principi base si sono dimostrati essere validi.

  22. Nella teoria dei Quanti, è necessaria una interpretazione • Nella fisica classica, non era necessaria una interpretazione perché si supponeva che gli oggetti classici fossero descritti direttamente senza interpretazione. • In ogni modo, la teoria dei quanti dimostrò di essere puramente matematica e … • … non fu immediatamente ovvio come si collegasse la matematica alle osservazioni. • Per questo occorreva una interpretazione… • … ma l’interpretazione non era auto-evidente.

  23. Ci sono due tipi generali di interpretazione della teoria dei Quanti • Interpretazione in termini di realtà oggettiva. • Interpretazione in termini di realtà soggettiva.

  24. L’interpretazione di Copenhagen • L’interpretazione di Copenhagen è una interpretazione in termini di realtà oggettiva. • E’ talvolta denominata interpretazione ortodossa per via della sua diffusa accettazione. • In questa interpretazione, la sola cosa che si suppone esista prima di una osservazione è la funzione d'onda che esiste in tutto lo spazio.

  25. Descrizione elementare di un'onda fisica • Un’onda fisica è un'oscillazione in movimento. • Esempi di onde fisiche: onde d’acqua, onde elettromagnetiche. • Comunque, la funzione ad onda quantistica non è un’onda fisica come mostrata sopra. E’ invece una pura onda matematica.

  26. La funzione d'onda è puramente matematica, ma si presume sia oggettivamente reale • Si presume che la funzione d’onda esista sia che ci siano o no osservazioni. Quindi, si presume che sia separata dall’osservatore. • La funzione d’onda rappresenta la probabilità che un evento specifico possa essere osservato da un osservatore tramite un apparato specifico. • La funzione d’onda descrive tutti i possibili eventi che potrebbero essere osservati da un osservatore, ma non può prevedere quale evento potrà in realtà essere osservato.

  27. Collasso della funzione d’onda • Al momento dell’osservazione, la funzione d’onda cambia irreversibilmente dalla descrizione di tutte le possibilità che potrebbero essere osservate alla descrizione del solo evento che è osservato. • Questa è chiamata riduzione della funzione d’onda, o collasso della funzione d’onda.

  28. L’osservazione successiva • Dopo un’osservazione e un collasso della funzione d’onda, emerge una nuova funzione d’onda. • Essa rappresenta tutte le possibilità permesse dalla precedente osservazione. • Un’altra osservazione determina in seguito un’altro collasso di funzione d’onda, etc. • Perciò, ogni esperienza consiste di una sequenza di osservazioni, tutte rappresentate oggettivamente da collassi di funzione d’onda.

  29. Collasso non locale • Ricorda: la realtà oggettiva è realtà secondo accordo • Si presume che la funzione d’onda sia un'oggetto nella realtà oggettiva. • Il collasso della funzione d’onda deve avvenire in tutto lo spazio simultaneamente perché le nostre osservazioni devono essere coerenti con il nostro “accordo” su ciò che esiste e ciò che non esiste, non importa quanto siamo lontani. • Per esempio, se tu ed io concordiamo che c’è una e una sola particella, tu non puoi in seguito affermare che questa particella è in una posizione mentre io contemporaneamente la vedo in un’altra. (Questo è la proprietà di “accordo” della realtà oggettiva.) • La proprietà di “accordo” conduce al requisito di collasso non locale. 29 29

  30. Nota a piè di pagina • Albert Einstein’s (1879-1955) ha inventato la straordinaria teoria della relatività nel 1905. Einstein fece la seguente ipotesi:la velocità della luce nel vuoto è una costante, indipendente dalla velocità relativa (anch'essa ritenuta costante) di due osservatori che osservano l'uno l’altro. Questa ipotesi era coerente con le misurazioni di Michelson e Morley fatte nel 1881. • Utilizzando questa supposizione, Einstein provò che … • …nessun effetto fisico, informazioni comprese, può viaggiare più veloce della luce. Ciò era anche coerente con le misurazioni di Michelson e Morley. • Questa è ora considerata essere una legge fisica, più che solo una teoria, essendo stata stata verificata innumerevoli volte sia direttamente che indirettamente. Nessun esperimento l’ha mai invalidata.

  31. Ricorda:La non località nella interpretazione di Copenaghen significa che il collasso della funzione d'onda avviene contemporaneamente in tutto lo spazio. (Questo è il requisito per osservazioni simultanee coerenti con ciò che si suppone esista o non esista.) Però la particolare teoria della relatività di Einstein dice che nessun evento fisico può viaggiare ad una velocità maggiore della luce. Quindi non c'è nessuna spiegazione fisica conosciuta per tutto ciò che accade contemporaneamente nello spazio, per cui non c'è nessun meccanismo fisico conosciuto per il collasso non locale. Di conseguenza non c'è nessun meccanismo fisico conosciuto per proprietà di “accordo”. Il problema della non località

  32. La soluzione idealista alla non località nell'interpretazione di Copenhagen • In questa soluzione, è la consapevolezza che collassa la funzione d'onda, non un processo fisico. • Dato che osservazioni simultanee fatte da differenti osservatori consapevoli devono essere coerenti con la loro realtà concordata, ci può essere solo una consapevolezza. • Quindi la consapevolezza deve essere non locale e universale. Questa è una conseguenza della proprietà di “accordo” della realtà oggettiva. • Nell'interpretazione idealista, la consapevolezza non locale, universale è non fisica, così la funzione d'onda può collassare simultaneamente in tutto lo spazio. In questo modo è preservata la non località. • Questa spiegazione del collasso della funzione d'onda non è ampiamente accettata, ma non è ancora stata trovata nessuna spiegazione fisica malgrado decenni di sforzi.

  33. Collasso della funzione d'onda segue • • Anche se esistesse un meccanismo fisico per il collasso della funzione d'onda, non provocherebbe altro che una funzione d'onda collassata. • Una funzione d'onda collassata non è consapevole! E' solamente una funzione d'onda collassata. • La consapevolezza esiste ad un livello diverso dagli oggetti di consapevolezza. • Ciò di cui sei consapevole non può essere ciò che è consapevole. (Non puoi essere ciò che osservi). • La consapevolezza dell'osservatore è auto-evidente.Non ha bisogno di essere provata. Ciò di cui sei consapevole è la sola cosa di cui puoi essere certo. • Qualsiasi altra cosa è soggetta a definizione e interpretazione.

  34. Interpretazioni delle variabili nascoste • Le teorie delle variabili nascoste sono state escogitate al fine di mantenere il concetto che gli oggetti esistano ed abbiano proprietà definite sia che vengano osservati o no. • Perciò, una interpretazione con variabili nascoste è un'interpretazione oggettiva. • Nella visione classica si presume che tutte le particelle abbiano velocità e posizioni definite sia che vengano o no osservate. • Si presume che le particelle siano attivate da tutto ciò che appartiene alle forze classiche, come elettromagnetismo e gravità. • Inoltre, nella nota teoria di David Bohm (1917-1992), si suppone che le particelle siano attivate da una forza di potenziale quantistico, che deriva dalla funzione d'onda quantistica.

  35. Non località della teoria delle variabili nascoste • Nella teoria di Bohm, si suppone che la forza quantistica si muova contemporaneamente in tutto lo spazio, per cui è non locale. • Quindi, la forza quantistica viola la relatività speciale. • Anche tutte le altre teorie delle variabili nascoste sono state dimostrate essere non locali. • Dato che la teoria delle variabili nascoste è una teoria materialista, non c'è spiegazione per come emerga la consapevolezza, o per quali oggetti questa teoria è consapevole e per quali non lo è.

  36. Il teorema di Bell • Nel 1964, John Bell escogitò un modo per determinare sperimentalmente se la realtà può essere descritta da teorie con variabili nascoste, e ne è derivata una ineguaglianza valida solamente se le teorie con variabile nascosta fossero valide. • L'ineguaglianza dipendeva solo da quantità misurate sperimentalmente, quindi era indipendente da qualsiasi teoria specifica. Qualsiasi violazione dell'ineguaglianza proverebbe che la realtà non può essere né marcatamente oggettiva né locale.

  37. L'ineguaglianza di Bell è stata violata in ogni esperimento fatto per provarla • Questi esperimenti hanno anche dimostrato che nessuna teoria con variabile nascosta che non sia controintuitiva (che non sia bizzarra) può descrivere la realtà. • Anche prima che questi esperimenti fossero compiuti, i fisici avevano abbandonato l'ipotesi di definitezza di velocità e posizioni. Abbandonarono quindi l'ipotesi che gli oggetti materiali esistano sia che vengano no osservati.

  38. L'interpretazione Molti Mondi • Molti Mondi è una interpretazione oggettiva. • L'interpretazione Molti Mondi fu proposta affinché l'intero universo potesse essere descritto da una singola funzione d'onda. • Si suppone che la funzione d'onda esista come unica realtà oggettiva dal momento del Big Bang. • Siccome non ci può essere un osservatore o un'osservazione separati dall'universo, la funzione d'onda non collassa mai. • In qualsiasi momento in cui “Io” (come parte dell'universo) faccio un'osservazione, i campi della funzione d'onda manifestano il mondo che “Io” osservo con la probabilità data dalla funzione d'onda. Non c'è collasso di funzione d'onda ma c'è una manifestazione del mio mondo.

  39. Non località dell'interpretazione dei Molti Mondi • Allo stesso tempo in cui il mio mondo si manifesta, tutte le altre possibilità date dalla funzione d'onda sono manifestate come altri mondi. C'è un “me” in ognuno di essi. • I differenti mondi non possono comunicare fra loro. • Ogni volta che c'è un'osservazione, ci sono tanti mondi manifestati quante sono le possibilità nella funzione d'onda. • Dato che non c'è collasso di funzione d'onda, la funzione d'onda dell'universo continua per sempre. • Un mondo è manifesto in tutto il suo spazio simultaneamente, così la teoria Molti Mondi è nonlocale. • Dato che Molti Mondi è una teoria materialista, non c'è spiegazione per come la consapevolezza dell'osservatore emerga, o per quali oggetti è consapevole e per quali no.

  40. L'interpretazione soggettiva • In questa interpretazione, si è supposto non esserci nessuna realtà oggettiva. Ci sono solo osservazioni soggettive. • La funzione d'onda si è supposto non sia altro che un algoritmo matematico usato per calcolare la probabilità che una particolare osservazione produrrà un risultato particolare. • Dato che non c'è realtà oggettiva, non esiste lo spazio-tempo e la nonlocalità. • Dato che non c'è la nonlocalità, non c'è il problema di nonlocalità.

  41. Solipsismo vs. nonsolipsismo nella interpretazione soggettiva • In una visione solipsistica c'è un solo osservatore. Questa visione non può né essere provata né contraddetta. • In una visione nonsolipsistica ci sono almeno due osservatori. Anche questa visione non può essere provata né contraddetta. • Affinchè ci sia comunicazione fra gli osservatori nella visione solipsistica, è richiesto un accordo sulle definizione di ciò che si osserva. • Per esempio, tu ed io dobbiamo concordare sulla definizione di “sedia” prima che si possa parlare delle nostre osservazioni di una sedia. • Questa è una proprietà di “accordo” dell'interpretazione soggettiva. Così anche nell'interpretazione soggettiva, se c'è più di un osservatore, è richiesto l'accordo!

  42. Ma… ci sono realmente osservatori differenti ? • Dato che qualsiasi esperienza consiste di una sequenza di osservazioni, tutte le esperienze non sono altro che sequenze di osservazioni. • Normalmente consideriamo che differenti sequenze implichino l'esistenza di osservatori differenti che fanno queste osservazioni. • Ma, se non c'è realtà oggettiva, come possono esserci differenti osservatori ?

  43. Altre domande sulla interpretazione soggettiva • E' possibile che l'”osservatore” non sia altro che una construzione mentale? • Cosa implica il requisito di accordo fra osservatori consapevoli circa la differenziazione degli “osservatori”? • Se gli osservatori sono realmente diversi come possono comunicare ? ( Ricorda, non c'è nessuna realtà oggettiva in questa interpretazione.) • Le consapevolezze sono differenti, o c'è una sola consapevolezza che funziona attraverso differenti menti ?

  44. Accordo ↔ Comunicazione • In entrambe le interpretazioni (oggettiva e soggettiva) della teoria dei quanti, ci deve essere l'“accordo” – nel caso oggettivo, sulla definizione di ciò che esiste o non esiste, e nel caso soggettivo, sulla definizione di ciò che è osservato e di ciò che non è osservato-. • Ma, l'“accordo” richiede comunicazione e la comunicazione richiede accordo. • Perciò, è possibile che il bisogno di comunicare sia il nostro bisogno fondamentale, anche più fondamentale del bisogno di sopravvivere? • E, è il cuore che ha bisogno di comunicare, o è la mente? • Il bisogno di comunicare è un riflesso del nostro innato relazionarci ?

  45. * Note a piè di pagina: (Washington Post, 24 Feb. 2008)‏ • Nel 1982, i primi 100 telefoni cellulari apparvero a Washington, D.C. C'erano solo 7 cellule ripetitrici. • Oggi, in un mondo di 6,6 miliardi di persone, sono in uso circa 3,3 miliardi di cellulari. • E' la più rapida diffusione globale di tecnologia nella storia umana. • Entro pochi anni, saranno in uso 5 miliardi di cellulari. • Perchè questa improvvisa corsa tecnologica ?

  46. * Note a piè di pagina: • In Tibet, molte abitazione non hanno il bagno. • Ma, il Tibet ha una copertura per cellulari migliore degli U.S.A. • Se i Tibetani rinunciassero ai loro cellulari, al loro posto potrebbero avere i bagni. • Comunque, in Tibet, la comunicazione è più importante dei bagni! • Infatti, molti paesi in via di sviluppo hanno reti cellulari migliori degli U.S.A. • Questo in parte perché questi paesi hanno poche linee telefoniche fisse, e le reti cellulari sono più economiche. • Ma è anche il riflesso di qualcosa d'altro: “E' la tecnologia più idonea all'essenza delle specie umane – la socievolezza. (Rivista “Wired”). • In altri termini, la comunicazione cellulare è da persona-a-persona, non da persona-a-mondo.

  47. Gli esperimenti di Benjamin Libet, e altri (1973) • Al soggetto viene chiesto di sollevare un dito in qualsiasi momento decida. • L'EEG del soggetto è controllato simultaneamente con l'EMG dal dito.

  48. I risultati • • Il soggetto associa la sua consapevolezza di questo impulso con la sua osservazione del tempo sull'orologio. Non è richiesta nessuna altra azione muscolare. • Questo processo è ripetuto molte migliaia di volte e si calcola la media dei risultati ottenuti. • Risultato: la media dei segnali EEG ha inizio 0,3 secondi prima che il soggetto sia consapevole dell'impulso ad alzare il dito. • Perciò: la decisione di eseguire l'atto muscolare è precedente alla consapevolezza della decisione!

  49. Gli esperimenti di Soon, Brass, Heinze, e Haynes (2008)‏ • Misurazioni funzionali MRI del cervello hanno mostrato che la decisione di spingere il bottone sinistro (voxel scuri) o il bottone destro (voxel chiari) avviene fino a 10 secondi prima che il soggetto sia consapevole di tale decisione. • Invece di guardare un orologio, il soggetto ha osservato le lettere lampeggianti sullo schermo ogni 0,5 secondi in ordine casuale. La casualità ha garantito che il soggetto non potesse anticipare le lettere.

  50. Conclusioni • Nel tempo oggettivo (tempo misurato da un orologio o altro strumento), ogni processo neurologico o sensoriale accade sempre prima della nostra consapevolezza perché il cervello richiede tempo per elaborare un evento prima di diventarne consapevoli. • Così, tutte le esperienze soggettive accadono dopo gli eventi oggettivi corrispondenti. Ciò si applica sia alle esperienze sia “volitive” che a quelle “nonvolitive”

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