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Scienze umane e latino: qualche idea per ri-creare una didattica

Scienze umane e latino: qualche idea per ri-creare una didattica. Andrea Balbo Università di Torino. Il latino nel riordino Gelmini. Gli iscritti nei licei 2012-2013. Quanti studieranno latino?. Il 30,5% per 5 anni Il 7,4 % per 2 anni Per un totale del 37,9 % degli studenti Di questi

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Scienze umane e latino: qualche idea per ri-creare una didattica

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Presentation Transcript


  1. Scienze umane e latino: qualche idea per ri-creare una didattica Andrea Balbo Università di Torino

  2. Il latino nel riordino Gelmini

  3. Gli iscritti nei licei 2012-2013

  4. Quanti studieranno latino? • Il 30,5% per 5 anni • Il 7,4 % per 2 anni • Per un totale del 37,9 % degli studenti Di questi • Il 6,80% frequenterà il liceo classico • Ben il 5,39% frequenterà il liceo delle scienze umane, con un trend in crescita

  5. Il cambio di tripartizione

  6. C’è una vera difficoltà nell’insegnamento del latino? • Sì, in termini di: • Contenuti in rapporto al tempo • Motivazioni di studenti e docenti • Metodologie • Libri di testo • Risultati nelle scuole e nell’accesso universitario

  7. I punti di riferimento A. Le indicazioni nazionali B. Le programmazioni dipartimentali C. Le scelte personali

  8. Che cosa ci dicono le indicazioni nazionali? - 1 • lettura, diretta o in traduzione con testo a fronte, dei più rappresentativi testi della latinità, cogliendone i valori storici e culturali • Confronto con l’italiano e le lingue straniere note, con particolare attenzione al lessico e alla semantica • dominio dell'italiano = architettura periodale e padronanza del lessico astratto Qualche osservazione: • L’espressione architettura periodale sottintende il sistema di analisi logica e del periodo: giusto, opportuno, ma non è l’unico né, forse, il più scientifico. E’ indubbiamente il più semplice per tradizione scolastica • Il lessico astratto è una conquista a partire da Lucrezio e da Cicerone, con il lessico filosofico. Manca l’idea di storicizzazione della lingua.

  9. Che cosa ci dicono le indicazioni nazionali? - 2 • morfologia di nome, aggettivo, pronome e verbo; • la sintassi dei casi e del periodo nelle sue strutture essenziali, in parallelo alla morfologia; • il lessico di base con particolare attenzione alle famiglie semantiche e alla formazione delle parole

  10. Che cosa ci dicono le indicazioni nazionali? - 3 • conoscere, attraverso la lettura in lingua e in traduzione, i testi fondamentali della latinità, in prospettiva letteraria e culturale. • cogliere il valore fondante del patrimonio letterario latino per la tradizione europea in termini di generi, figure dell’immaginario, auctoritates • saper individuare i tratti più significativi del mondo romano, nel complesso dei suoi aspetti religiosi, politici, morali ed estetici. • interpretare e commentare opere in prosa e in versi,

  11. Che cosa ci dicono le indicazioni nazionali? - 4 • dimestichezza con la complessità della costruzione sintattica e con il lessico della poesia, della retorica, della politica, della filosofia, delle scienze; dovrà saper cogliere lo specifico letterario del testo; • riflettere sulle scelte di traduzione

  12. Che cosa ci dicono le indicazioni nazionali? - 5 • storia della letteratura latina dalle origini all’età augustea • il teatro: Plauto e/o Terenzio; Catullo; Cesare e Sallustio; Cicerone; Lucrezio; Virgilio; Orazio; Livio. • La lettura dei classici in lingua sarà proposta in parallelo al percorso storico: ad esempio, III anno: Cesare e/o Sallustio, Cicerone, Catullo, Lucrezio, IV anno: Livio, Virgilio, Orazio, in particolare scegliendo le opere che permettano un confronto proficuo con autori e modelli delle letterature italiana e straniera. • letteratura latina dall’età giulio-claudia al IV secolo d.C.: in lingua Seneca; Petronio; Marziale; Tacito; la Vulgata di san Girolamo Ampie letture in traduzione italiana

  13. Una premessa di ordine generale • Occorre una riflessione sui fondamenti grammaticali e linguistici dell’insegnamento del latino che porti ad armonizzare le esigenze reali delle scuole con le indicazioni nazionali. • In particolare, con la necessaria premessa che riteniamo il latino importante, questa riflessione dovrebbe rispondere ad alcune domande: • Che cosa è importante che gli studenti di latino imparino • Che cosa è importante che gli studenti di latino ricordino e trasmettano dal punto di vista culturale quando avranno conseguito il diploma (e quando avranno dimenticato la lingua)

  14. Che cosa vogliamo che imparino? Sostanzialmente quello che chiedono le Indicazioni, quindi: • Lingua • Cultura • Letteratura Perché? • il latino è il ferro di lancia della formazione umanistica ad ampio spettro • il latino è elemento base dell’educazione linguistica • il latino è elemento significativo di una formazione civile del cittadino consapevole • Il latino è un’eccellente «ginnastica della mente» (R. Cribiore) • Il latino è un elemento di raccordo ideale fra le discipline

  15. Che cosa vogliamo che ricordino e che trasmettano? • Il valore aggiunto culturale del latino • Il latino è uno strumento per l’educazione • La peculiarità dell’Italia, ovvero perché ci vuole una sana diversità dall’Europa • Il latino è un elemento di qualità della formazione • Il latino non è arcaico: per esempio dialoga bene con il multimediale e con le scienze • Il latino è bello, si può imparare con gioia, perché trasmette un linguaggio universale di emozioni e di coinvolgimento Tuttavia vediamo come ci si comporta in giro per l’Italia

  16. Una proposta per il biennio: IIS Machiavelli, Roma (con qualche problema)

  17. Un’altra proposta (anche questa non tanto convincente) I anno • Le declinazioni (1a– 2a _ 3a – 4a – 5a ) • Gli aggettivi della prima e della seconda classe • Comparativi e superlativi • I pronomi • L’indicativo presente; l’indicativo imperfetto, futuro semplice e perfetto. • L’indicativo piuccheperfetto e futuro anteriore • I verbi anomali • I principali complementi • Il concetto di subordinazione: la causale; la temporale e la finale. II anno • I verbi deponenti • Gli indefiniti • I participi e il loro uso • L’infinitiva • Il congiuntivo • Le principali subordinate al congiuntivo • La sintassi del nominativo e del genitivo • La struttura della frase complessa • Le completive con quod, ut/ne e le interrogative indirette • La concessiva; l’avversativa

  18. Un esempio di letture da parte di un liceo di Arzignano (linguistico) Dal punto di vista dei contenuti testuali si affronteranno nel primo anno testi adattati da Appendix Vergiliana, Tibullo,Varrone, Livio, Cicerone, Valerio Massimo,Vulgata.

  19. Un esempio di letture da parte di un liceo di Arzignano (linguistico) Nel secondo anno prevediamo testi poco adattati da Cesare,Cicerone (Filippiche),Vegezio,Pomponio Mela, Acta Martyrum e Acta Apostolorum; probabilmente verrà proposto anche Fedro non adattato. Il secondo volume ripartirà i testi secondo questa proporzione: 50% classicità, 25% cristiani, 25% tardo antico. Per i Cristiani, oltre a quanto sopra, prevediamo testi di Tertulliano, Agostino, San Gregorio; per il tardo Antico/medioevo Eginardo, Iordanes, Paolo Diacono, Regula S.Benedicti Stiamo approntando schede linguistiche di approfondimento e schede di civiltà in collaborazione con il sistema museale Agno-Chiampo e la Sovrintendenza dei Beni Archeologici di Verona

  20. Un segmento di proposta per il triennio (IIS “Veronese” – Montebelluna)

  21. Cosa ci dicono queste programmazioni? Didattica minima della lingua, anche in difformità sostanziale e necessaria con le indicazioni ministeriali Aggancio fra lingua e civiltà e uso di elementi di cultura materiale Testi in traduzione o in testo a fronte su cui lavorare Testi prevalentemente di argomento storico e di tipo narrativo o descrittivo, con adattamento e riscrittura. Tendenza ad approcci molto tradizionali che non ripensano a fondo i fondamenti epistemologici della disciplina.

  22. Facciamo un po’ di conti • 99 ore annuali in biennio • 66 annuali in triennio (= 132 per il secondo biennio e 66 per il quinto anno) MA • Il ritmo a inizio anno è indubbiamente più lento, almeno per due settimane • Le verifiche sottraggono tempo. Ipotizziamo un numero minimo di 2 scritti + 1 recupero nella struttura media del quadrimestre, ognuno da 2 ore (= 12 ore) • Le interrogazioni sottraggono tempo. Immaginiamo 1 interrogazione scritta minima (= 1 ora), 2 verifiche scritte più brevi (= 30 minuti ciascuna) dopo lo svolgimento di una serie di argomenti a scansione mensile e 1 orale vera da 15 minuti medi per allievo a quadrimestre. Si va da un minimo di 20 studenti a un massimo di 30 circa, ovvero da 7 a 8 ore di interrogazione a quadrimestre. Totale annuo 14-16 ore • Togliamo alcune ore per assemblee, gite, attività. Almeno 6 ore • Riduciamo quindi di 34 ore almeno (ma è un conto ottimistico) l’attività. • Siamo meno ottimisti e scendiamo a 55ore di spiegazione in biennio e a 30-35 in triennio. Che cosa si riesce a fare?

  23. Qualche precauzione metodologica sulla lingua - 1 - Puntare su modelli grammaticali scientificamente rigorosi, il più possibile omogenei a livello di dipartimento, ma allo stesso tempo flessibili e agili - Potenziare la precisione scientifica e della dimensione diacronica della trattazione linguistica (Traina-Bernardi Perini, Cupaiuolo, Ernout-Thomas, Oniga)

  24. Qualche precauzione metodologica sulla lingua - 2 • Mettere in rilievo e chiarire (prima tra docenti di lingue diverse antiche e moderne e poi con gli studenti) la presenza di elementi comuni a tutte le lingue e le loro specificità (per es. i ruoli sintattici) • Costruire quindi un approccio unitario all’educazione linguistica

  25. Qualche precauzione metodologica sulla cultura/letteratura - 1 • Lettura (e traduzione) di testi che abbiano valenza culturale e informino su usi e costumi romani, sul mito, sulla storia Es.: I mitografi, ma anche i primi libri liviani • Lettura di testi che permettano di comprendere la letteratura latina in termini di relazione tra antico e moderno Es. Claudio in Tacito, Ann. 11,23-24 e CIL XIII, 1668)

  26. Naturalmente… • Per questi obiettivi si rileva la necessità di una formazione adhoc e di un (auto)aggiornamento costante dei docenti Gli strumenti ci sono e la rete ne offre molti qualitativamente buoni, almeno sotto il profilo delle banche dati e delle biblioteche digitali

  27. Su cosa puntare allora? Lingua: - completamento della morfosintassi essenziale in forma descrittiva, parallela e contrastiva nei due bienni con revisione nel quinto anno (tranne che nel linguistico, dove è reinventata completamente). Alcuni esempi: - semplificazione del sistema dei pronomi - riduzione della sintassi dei casi e unificazione della trattazione dell'uso dei casi e dei complementi - riduzione della sintassi del periodo all'uso delle proposizioni subordinanti - insistenza sulle relazioni temporali tra subordinate e principali - utilizzo sistematico di nozioni di linguistica come scomponibilità dei monemi, l’espansione concettuale, valenze, elementi pragmatici nella traduzione. - lavoro sul lessico con attenzione ai linguaggi settoriali, alle lingue straniere e alla tradizione antica nella modernità Alcuni casi: - lavori etimologici semplici - insistenza sulle radici e sulle derivazioni in lingue moderne - approfondimento delle relazioni lingua-immagine-civiltà • Lettura di testi in lingua originale e in originale con traduzione a fronte; le letture in originale dovranno essere scelte con molta attenzione e, ovviamente, in alcuni casi semplificate.

  28. Su cosa puntare - 2 Civiltà - Nozioni relative a: vita quotidiana, mito, religione, espressioni artistiche (esempi) anche con il supporto di strumenti multimediali e sempre mantenendo lo sguardo allargato sull'attualità - Rafforzare la collaborazione con la storia attraverso approfondimenti soprattutto relativi alle istituzioni. La nuova disciplina "Storia-geografia" sta comportando indubitabilmente una revisione dei contenuti.

  29. Alcuni temi ponte fra latino e scienze umane • Temi comuni ai vari approcci antropologici: noi e gli altri, la percezione dell’uomo, i pregiudizi, l’autorità e il potere, i rituali • Temi di ordine sociologico: la differenza fra classi e ceti, la mobilità sociale. • Temi di ordine psicologico: memoria, linguaggio, intelligenza (psicologia cognitiva), emozioni (psicologia dinamica) • Temi di ordine pedagogico: le parole dell’educazione, il gioco, la relazione tra adulti e adolescenti

  30. Su cosa puntare - 3 Letteratura: - Presentazione letteraria a partire dal secondo biennio dei principali autori senza rinunciare a un approccio storico fondato su conoscenze essenziali (vita, opere, rapporto con i generi letterari, temi fondamentali, significatività letteraria, tecniche espressive, fortuna); - presentazione del rapporto letteratura-cristianesimo - inquadramento preciso dei generi letterari • Lettura di testi in originale e con traduzione a fronte, ovviamente in quantità da definire e facendo modo di leggere anche opere intere, seppur in traduzione. • Arricchimento del lessico letterario attraverso il concorso della terminologia tecnica latina • Attenzione alle permanenze letterarie attraverso il ricorso a figure catalizzatrici (Antigone, Medea, Socrate, Platone) o a idee centrali della civiltà.

  31. Proviamo a ipotizzare una programmazione • Introdurre qualche elemento di conversazione con gioco di ruolo a puro scopo di introduzione alla lingua (30 minuti) • Qualche osservazione sulle forme imparate con ripasso di italiano e riferimenti all’inglese (altri 30 minuti con verifica orale volante) • Poi si passa alla «prima lezione di latino» relativa essenzialmente al lessico (30 minuti-1 ora)

  32. Ipotesi di programmazione 2 ore di introduzione 8 ore in comune con inglese e italiano su concetti fondamentali di morfologia e sintassi comuni alle lingue antiche e moderne: • Parentela delle lingue e loro diversità • Concetto di flessività • Parti del discorso • Tema e desinenza / terminazione • Ruoli sintattici principali • Ordine delle parole Morfosintassi e lessico: 35 ore, in forte integrazione reciproca Cultura e rapporto con italiano e lingue straniere: 10 ore

  33. Concretamente, dove agire • In un’integrazione morfosintattica seria non ci si può limitare a quanto prescritto dal ministero perché la lingua latina non si limita a quegli elementi • Bisogna identificare i nuclei concettuali irrinunciabili • Alcuni li abbiamo già detti, altri proviamo a scriverli • Struttura della flessione nominale • Struttura della flessione verbale • Marche desinenziali e terminative • Ruolo delle preposizioni e delle congiunzioni • Ordine delle parole

  34. Alcune battaglie da combattere • Per gli insegnanti • Continuare a dedicare tempo al latino senza farsi prendere dalla tentazione di “passare” le ore all’italiano • Agire in modo efficace per motivare gli allievi • Battersi nei collegi docenti perché non si usi la quota di flessibilità a detrimento del latino • Usare ampiamente i mezzi multimediali • Per gli studenti e le famiglie • Spingere a non considerare il latino come materia residuale, ma come elemento di base della formazione • Non considerare il latino come disciplina di ostacolo, ma di crescita • Far capire che il latino dà un valore aggiunto alla formazione, che le misurazioni USA confermano • Per i dirigenti scolastici • Ragionare non solo in termini di indicatori numerici, ma anche di valenza formativa e non solo nel senso dell’utilità pratica, ma nell’investimento di un capitale formativo per la democrazia, come ci insegna Martha Nussbaum. • Spingere i propri docenti ad aggiornarsi, a lavorare con le università, a crescere professionalmente

  35. Proviamo a entrare nel concreto • La prima lezione di latino • Esempi di lezioni modfosintattiche • La didattica contrastiva tra lingue • La didattica del lessico • Tra lingua e civiltà • La multimedialità • La traduzione • La verifica • Il metodo Ørberg

  36. Conclusioni-1 • La sfida motivazionale è sul primo biennio: • La reinvenzione di una didattica efficace è un obbligo • L’uso delle LIM, le classi digitali e la revisione dei libri di testo sono un’opportunità che va attentamente disciplinata. • Sarà percorribile la strada del book in progress? http://www.liceoarzignano.it/statico/bookinprogress.php Il latino non è perdente, non merita di diventarlo, anche perché è un bene culturale di larga diffusione. Resto a disposizione (andrea.balbo@unito.it) per qualsiasi approfondimento

  37. 1. Un esempio

  38. 1. Un secondo esempio

  39. 1. Un terzoesempio

  40. 1. Un esempio di prima lezione di latino Parlaancoraunavoltaemilianoilcircuitodi Magny Cours. Comeavevagia'fattoloscorsoanno, la Ferrari hacentratonuovamente la doppiettasulveloce tracciato francese edhaconquistato la sua 206/a vittoria. Parla = dal latino tardo parabolare "dire, fare discorsi"; ancora = dal latino hanc horam, "questa ora"; una = dal latino una, femminile di unus "uno"; volta = dal latino volutare "volgere", "voltare"; emiliano = dal latino Aemilia, "Emilia"; il = dal troncamento del latino il(lum), "quello"; circuito = dal latino circuitus, "circonferenza", "movimento circolare"; di = dal latino de; Come = dal latino quomo(do), "come", "in che modo"; aveva = dal latino habebat , "aveva"; già = dal latino iam, "già"; fatto = dal latino factum, "fatto"; lo = dal troncamento del latino (il)lu(m); scorso = da excursum, "trascorso"; anno = da annus, "anno"; la = dal troncamento del latino (il)la(m); ha = dal latino habet, "ha"; centrato = derivato dal latino centrum, "centro"; nuovamente = avverbio derivato dall'aggettivo latino novus, "nuovo" e da mens"mente", "idea", "progetto"; doppietta = dal latino duplum, "doppio"; sul = dal troncamento del latino susum, "in alto", "su" + il; veloce = dal latino velox, "veloce"; ed = dal latino et; conquistato = dal latino conquirere, "ricercare"; sua = dal latino sua, "sua"; vittoria = dal latino victoria, "vittoria".

  41. 2. Una lezione morfo-sintattica • A. La prima declinazione e le particolarità; gli aggettivi femminili in -a • B. Il verbo sum: presente indicativo e imperfetto indicativo; imperativo presente • C. L'uso di et, ac, atque, -que, sed • D. La preposizione in e i suoi impieghi nelle notazioni di tempo e di luogo (nozioni di base) Tempo: 2 ore

  42. 2. Un’altra lezione morfo-sintattica A. La prima e la seconda coniugazione: presente indicativo attivo e passivo; imperativo presente attivo B. Per tradurre: l’ordine delle parole. C. Il complemento di tempo determinato (nozioni di base); i complementi di agente e di causa efficiente D. Per tradurre: il vocabolario di latino: come e perché usarlo. Tempo: 2 ore

  43. 2. I modi verbali in latino e in italiano - 1 Prendiamo ora in esame il sistema verbale latino in relazione con quello italiano e cominciamo dal confronto fra i modi finiti, ovvero quelli che hanno desinenze personali. Come puoi vedere dall’immagine qui accanto, la corrispondenza tra le due lingue è molto stretta salvo che per il condizionale

  44. 2. I modi verbali in latino e in italiano - 2 Passiamo ora ai modi indefiniti (che non hanno desinenze personali), nei quali le differenze sono maggiori. Infatti il gerundio in italiano ha assunto un valore diverso dal latino, mentre sono scomparsi il gerundivo e il supino.

  45. 2. I modi e i tempi verbali del latino e dell’italiano – l’indicativo Passiamo ora ad analizzare in modo più approfondito l’indicativo latino e italiano. Come puoi vedere, la corrispondenza è molto stretta, anche se in italiano vi è stato un netto sviluppo dei tempi derivati dal perfetto, che in italiano sono ben 3, passato prossimo, remoto e trapassato remoto

  46. 2. Usi e valori dei tempi dell’indicativo - 1 L’indicativo si trova sia in frase principale sia in alcune frasi subordinate come le causali. Esso viene usato per indicare i dati di fatto, le asserzioni certe: è il modo della oggettività.

  47. 2. Usi e valori dei tempi dell’indicativo - 2 Il presente ha valore normalmente durativo, ovvero indica la durata indeterminata dell’azione. L’imperfetto indica la durata di un fenomeno nel passato. Il futuro I indica la durata di un’azione nel futuro. Questi tre tempi formano il cosiddetto infectum, che indica l’azione in via di svolgimento, ancora “incompiuta”.

  48. 2. Usi e valori dei tempi dell’indicativo - 3 Le traduzioni del perfetto indicativo Questa moltiplicazione dei tempi derivati dal perfetto si verifica perché in italiano viene meno la natura sincretica del tempo latino. Esso, infatti, unisce due tempi indoeuropei, il perfetto propriamente detto, che indicava un'azione compiuta nel passato e i cui effetti continuano nel presente, e l'aoristo (conservatosi in greco), che indicava un'azione momentanea, priva di durata. Tali elementi erano di natura aspettuale, ovvero erano pertinenti alla qualità dell’azione e non al tempo; in italiano sono derivati due valori temporali: passato prossimo, per indicare un'azione conclusa i cui effetti continuano nel presente; passato remoto, per indicare un'azione conclusa nel passato e priva di continuazione nel presente.

  49. 2. Usi e valori dei tempi dell’indicativo - 4 Il piuccheperfetto esprime l’anteriorità rispetto a un tempo passato. Il futuro II esprime l’anteriorità rispetto a un tempo futuro I. Questi due tempi, insieme con il perfetto, danno vita al perfectum, che indica l’azione compiuta e “portata a termine”.

  50. 2. I modi e i tempi verbali del latino e dell’italiano – l’imperativo L’evoluzione più significativa nell’imperativo tra latino è italiano è stata determinata dalla sparizione del tempo futuro. Nel passivo le forme di imperativo sono pochissimo usate al presente, dove hanno valore riflessivo (elevamini, portae aeternales, “apritevi, porte eterne”), e quasi mai usate al futuro, dove scompaiono comunque in età imperiale.

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