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Torino Regione Piemonte Sala multimediale, Via Belfiore, 23

Tavolo tecnico dell'Autorità di Bacino per la valutazione dell'influenza degli invasi regolati da dighe sulla formazione e propagazione dell'onda di piena a valle. Torino Regione Piemonte Sala multimediale, Via Belfiore, 23. Venerdì 7 febbraio 2014. PARTE 2.

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Presentation Transcript


  1. Tavolo tecnico dell'Autorità di Bacino per la valutazione dell'influenza degli invasi regolati da dighe sulla formazione e propagazione dell'onda di piena a valle. Torino Regione Piemonte Sala multimediale, Via Belfiore, 23 Venerdì 7 febbraio 2014 PARTE 2

  2. Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 febbraio 2013. Punto 6 “Piani di laminazione”. Istituzione del Tavolo tecnico per la valutazione dell’influenza degli invasi regolati da dighe sulla formazione e propagazione dell’onda di piena a valle. Livello di Bacino D.P.C.M. 27 febbraio 2004 Livello Regionale-locale

  3. Vista la complessità del problema da affrontare e l’ampiezza del parco dighe da esaminare si è ritenuto opportuno procedere creando degli Ordini di priorità. Tali livelli sono stati prodotti con una serie di criteri per successive scremature degli elenchi trasmessi dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che risultavano essere la base di lavoro.

  4. Criterio 1 - Area/Volumetria Perché una laminazione sia utile e non fine a se stessa occorre che la diga vada ad intercettare una percentuale significativa del bacino imbrifero, perché la diga può potenzialmente laminare solo un contributo in essa confluente; inoltre l’invaso deve avere una volumetria tale da ricevere questa massa d’acqua. In Piemonte la maggior parte degli invasi sono al servizio di utenze idroelettriche alpine, quindi gli invasi privilegiano l’aspetto della potenza idroelettrica; questa è una combinazione della portata per il salto utile, quindi la maggior parte di queste dighe si trova in quota e sottende parti percentualmente molto limitate dei bacini imbriferi.

  5. Criterio 1 - Area/Volumetria Il primo criterio seguito per iniziare una valutazione delle potenzialità di laminazione delle dighe sul territorio regionale è quello di individuare le dighe che originano gli invasi a volumetria maggiore e che sottendono le maggiori percentuali dei bacini imbriferi. (tabella con valori in km2)

  6. Criterio 1 - Area/Volumetria Sono stati quindi inizialmente selezionati tre bacini idrografici: Orco; Varaita; Gesso. All’interno di questi si trovano rispettivamente gli invasi di Ceresole, di Castello e della Piastra. Questi tre invasi sottendono rispettivamente: il 14% del bacino dell’Orco alla confluenza in PO; il 15,4% del bacino del Varaita alla confluenza in Po; il 16% del bacino del Gesso alla confluenza della Stura di Demonte. Ciò nonostante si nota come la percentuale di bacino idrografico teoricamente laminabile in questi casi sia ben poca cosa non oltrepassando mai il 16% del totale.

  7. Criterio 1 - Area/Volumetria La diga di Ceresole sul torrente Orco ha una capacità di invaso di 36 milioni di m3 e sottende 87 km2. La diga di Castello sul torrente Varaita ha una capacità di invaso di 12,5 milioni di m3 e sottende 67 km2. La diga della Piastra sul torrente Gesso ha una capacità di invaso di 12 milioni di m3 e sottende 88 km2.

  8. Criterio 2 - Idrologico

  9. Criterio 2 - Idrologico Sulla base delle informazioni che si possiedono si ottiene un ulteriore livello di scrematura. Per questo è stata utilizzata la conoscenza derivante dalle regionalizzazioni esistenti.

  10. Criterio 2 - Idrologico

  11. Criterio 2 - Idrologico La diga di Ceresole sul torrente Orco ha una capacità di invaso di 36milioni di m3 e sottende 87 km2; ovvero 413.793 m3/km2. La Q200/km2 del VAPI è circa 7,5 m3/s* km2; per un’ora è 27.098 m3/km2, riempirebbe l’invaso vuoto in 15,3 ore; l’invaso vuoto al 10% in 1,53 ore. La diga di Castello sul torrente Varaita ha una capacità di invaso di 12,5milioni di m3 e sottende 67 km2; ovvero 185.567 m3/ km2. La Q200/km2 del VAPI è circa 3.43 m3/s* km2; per un’ora è 12.349 m3/km2, riempirebbe l’invaso vuoto in 15.1 ore; l’invaso vuoto al 10% in 1.51 ore. Occorre però tenere conto che la portata usata è una media, ma sembra che il bacino contribuente alla diga di Castello abbia piogge e portate di piena meno intense del parallelo e non laminabile bacino contribuente di Bellino. La diga della Piastra sul torrente Gesso ha una capacità di invaso di 12milioni di m3 e sottende 88 km2; ovvero 136.364 m3/ km2. La Q200/km2 del VAPI è circa 5,92 m3/s* km2; per un’ora è 21.317 m3/km2, riempirebbe l’invaso vuoto in 6.40 ore; l’invaso vuoto al 10% in 0,75 ore.

  12. Criterio 3 – Aree a pericolosità elevata Indagine anche in collaborazione con le Amministrazioni comunali per circa 20 km a valle delle dighe esaminate. Torrente Borbera (AL) – Alluvione del 1993

  13. Criterio 3 – Aree a pericolosità elevata … In ogni caso, tenendo conto che in alcune aree possono afferire contemporaneamente i contributi di più bacini d’accumulo, ubicati nei relativi sottobacini,sono state individuati dei tratti che potrebbero presentare potenziali criticità (presenza di urbanizzazione in vicinanza dei corsi d’acqua) lungo il Fiume Toce in Valle Antigorio e Formazza in comune di Baceno, Premia e Formazza, un limitato tratto del Torrente Cairasca in alta Val Divedro in comune di Trasquera e lungo il Torrente Ovesca in Valle Antrona in comune di Antrona Schieranco….. Contributo Settore OO.PP. e Difesa Assetto Idrogeologico di Domodossola

  14. Conclusioni Per quanto sinteticamente mostrato si può affermare che a seguito quindi degli approfondimenti condotti sembrerebbe tendenzialmente potersi escludere una potenzialità di laminazione delle dighe Piemontesi a scala di bacino e positiva influenza sulle piene di Po. Ciò detto il percorso fatto permette però di procedere per livelli di priorità sul livello regionale per ottenere dei dossier di piano di laminazione per ciascuna delle dighe esistenti sul territorio piemontese.

  15. Conclusioni Gli approfondimenti che si condurranno saranno svolti con l’obiettivo di sfruttare ogni beneficio derivante dalla presenza di una struttura di sbarramento del corso d’acqua. Si valuteranno quindi tutte le opportunità di redazione dei piani di laminazione statica ed eventualmente dinamica cercando di risolvere le varie problematiche che si presenteranno trattando tali questioni (problemi di riduzione di produzione, ambientali, gestione di concomitanti livelli di piena nei corsi d’acqua recettori a valle…).

  16. Conclusioni GRAZIE Diga di Ingagna – Mongrando (BI)

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