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APPRENDERE NELL’ERA DIGITALE

APPRENDERE NELL’ERA DIGITALE. La tecnologia e i “nativi digitali” di Maurizio Pincherle Force - Ortezzano, 22 marzo 2013. Dal passato al futuro attraverso il presente. Per secoli lo sviluppo cognitivo dell’uomo è rimasto ancorato agli stessi parametri :

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APPRENDERE NELL’ERA DIGITALE

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Presentation Transcript


  1. APPRENDERE NELL’ERA DIGITALE La tecnologia e i “nativi digitali” di Maurizio Pincherle Force - Ortezzano, 22 marzo 2013

  2. Dal passato al futuro attraverso il presente • Per secoli lo sviluppo cognitivo dell’uomo è rimasto ancorato agli stessi parametri: - apprendere dall’ambiente, sempre uguale, scarsamente stimolante, chiuso. - Le comunità rurali erano piccole e non entravano in contatto tra loro - L’unica occasione per il bambino di evolversi era apprendere la letto-scrittura

  3. L’apprendimento nei secoli scorsi • Solo così l’uomo dei secoli scorsi poteva entrare in contatto con le esperienze degli altri ed evolvere • La lettura dei libri permetteva di costruire nuove esperienze cognitive • Il SNC del bambino poteva essere portato a costruire collegamenti neuronali sempre più complessi sotto la spinta di stimoli che coinvolgevano esclusivamente il versante verbale • Studi liceali ed universitari molto complessi portavano pochi individui dell’ottocento ad elevatissimi livelli cognitivi e culturali, ma lo scambio di informazioni era ridotto ed avveniva in ambienti elitari • Per tutti gli altri non vi erano altre occasioni di stimolo

  4. Rappresentazioni mentali • Il flusso di informazioni era ridotto • La via utilizzata era quella logico-verbale • Il pensiero utilizzato era rappresentativo • La via visiva era poco utilizzata • In altre parole, chi studiava leggeva molti libri e lavorando di immaginazione, faceva rappresentazioni mentali. Le rappresentazioni fluivano lentamente. C’era una netta distinzione tra mondo reale ed immaginativo.

  5. La prima rivoluzione del 900 • La prima piccola rivoluzione è stata portata dal cinema e dalla radio negli anni trenta-quaranta • Si passa dall’esperienza reale, o da quella immaginativa del libro scritto, ad un nuovo tipo di stimolazione degli apprendimenti: una pseudo-realtà che porta a confondere esperienze visive ed uditive in un mondo sospeso tra reale ed immaginario in cui le immagini ed i suoni entrano nella nostra mente a fiumi. In questo sta il successo di queste nuove vie comunicative

  6. La rivoluzione della TV • La rivoluzione degli anni sessanta: la televisione entra in tutte le case e cambia il modo di pensare dell’individuo. • I bambini crescono sviluppando nel loro SNC nuove connessioni sinaptiche • Il modo di pensare diventa di tipo iconico: una miriade di immagini in sequenza si presenta ogni minuto alle aree visive posteriori dando vita ad una valanga di messaggi da spedire in ogni parte del SNC

  7. La nostra generazione • Questi bambini degli anni sessanta siamo noi, cresciuti con stimoli visivi che hanno forgiato un nuovo tipo di cervello rispetto a quello dei nostri genitori • Tuttavia noi adulti di oggi abbiamo mantenuto una forte componente immaginativa verbale per il persistere nei mezzi educativo-pedagogici cui siamo stati esposti (gli stessi del passato)

  8. Le rivoluzioni decennali • Anni ottanta: la rivoluzione del computer • Anni novanta: la rivoluzione di internet • Duemila: la rivoluzione della rete Nuove esperienze, nuove vie di apprendimento, di comunicazione Nuove reti neurali nel SNC, che funzionano in modo diverso…..Nuovi bambini…… E la scuola di oggi che fa ???

  9. I nativi digitali Nuova forma di Homo sapiens generata da MEDIA DIGITALI STILE COMUNICATIVOorientato alla • INTERAZIONE, • PRODUZIONE DI CONTENUTI • CONDIVISIONE

  10. I nativi digitali • Bambini tra gli 0 e il 12 anni • esperienza diretta e precoce degli schermi interattivi digitali - consolle per i videogiochi, cellulari, computer, iPod - così come della navigazionein Internet

  11. COME APPRENDONO I NUOVI STUDENTI?

  12. Programma di ricerca internazionale «New Millennium Learners», condotto dal Centre for Educational Research and Innovation(CERI) di Parigi

  13. Risultati • 92%degli studenti che hanno accesso o che possiedono un computer ottiene un punteggio PISA di 506punti • Il restante 8%( che non possiede un computer, o che non ha la possibilità di accedervi da casa) ottiene in media un punteggio di 478 punti Punteggio medio PISA (Program international Student Assesment) fissato a 500 punti

  14. Tecnologia e frequenza d’uso • Il 28% dei soggetti che usano moderatamente il computer (2/3 volte la settimana) ottiene punteggi medi al PISA di 516punti • Il 28% dei soggetti che usano raramente o non usano affattoil computer a scuola ottiene punteggi medi di 507 punti • Il restante 44% degli studenti che usa frequentemente il computer a scuola ottiene punteggi medi di 499 punti (Pedrò, 2006)

  15. Nuovi media e apprendimento multimediale Le teorie dell’apprendimento multimediale 1) La teoria della doppia codifica di Paivio, 1991 2)La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller, 1991 3) La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz, 2001 4) La teoria di Mayer, 2001. Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004

  16. Nuovi media e apprendimento multimediale Le teorie dell’apprendimento multimediale 1) La teoria della doppia codifica di Paivio, 1991 2)La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller, 1991 3) La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz, 2001 4) La teoria di Mayer, 2001. Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004

  17. Teoria della doppia codificadi Paivio, 1991 DUE SISTEMI DI CODIFICA VERBALENON VERBALE Input verbalesottosistemi sensoriali input visivo logogeni immageni output verbali output visivi

  18. Nuovi media e apprendimento multimediale Le teorie dell’apprendimento multimediale 1) La teoria della doppia codifica di Paivio, 1991 2)La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller, 1991 3) La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz, 2001 4) La teoria di Mayer, 2001. Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004

  19. La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller, 1991 • risorse cognitive disponibili durante l’esecuzione di un compito • come vengano utilizzatedurante l’apprendimento • come vengono direzionate verso obiettivi specifici di apprendimento Finalità: non determinare un sovraccarico cognitivo

  20. Nuovi media e apprendimento multimediale Le teorie dell’apprendimento multimediale 1) La teoria della doppia codifica di Paivio, 1991 2)La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller, 1991 3) La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz, 2001 (rappresentazioni esterne ed interne) L’apprendimento avviene secondo un modello integrato di rappresentazioni verbali e visive elaborate simbolicamente 4) La teoria di Mayer, 2001. Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004

  21. La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz, 2001 ORGANIZZAZIONE CONCETTUALE della costruzione della conoscenza Ruolo delle rappresentazioni esterne (testo/figure) • il testo come rappresentazione descrittiva nella quale a un sistema simbolico è associato un contenuto • le figure o rappresentazioni pittoriche in cui a una struttura iconica corrisponde un contenuto

  22. ORGANIZZAZIONE CONCETTUALE della costruzione della conoscenza Ruolo delle rappresentazioni interne ( modelli mentali o immagini mentali) appartengono alla dimensione del soggetto e coincidono con i modelli o immagini mentali contemporaneamente descrittivi e pittorici.

  23. Nuovi media e apprendimento multimediale Le teorie dell’apprendimento multimediale 1) La teoria della doppia codifica di Paivio, 1991 2)La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller, 1991 3) La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz, 2001 4) La teoria di Mayer, 2001. Mammarella, Cornoldi, Pazzaglia. Psicologia dell’apprendimento multimediale, Il Mulino, 2004

  24. La teoria di Mayer, 2001 “l’apprendimento richiede la partecipazione attiva dello studente”. 3 assunzioni di base 1. i discenti possono apprendere più efficacemente da un materiale multimediale, composto di parole e immagini, piuttosto che da un materiale di sole parole. (Paivio, doppia codifica); 2. ognuno dei due canali può processare solo una limitata quantità di informazioni. (Chandler e Sweller, carico cognitivo ) Il concetto di elaborazione attiva ( Mayer 2001). 3. nel processo di costruzione della conoscenza la mente gioca un ruolo attivo. Risulta evidente l'utilità di tracciare, mediante un approccio scientifico e sperimentale, le linee guida di una corretta progettazione delle risorse multimediali.

  25. 6 principi dell’apprendimento multimediale di Mayer • L’efficacia dell’apprendimento multimediale risiede nel fatto che il modello mentale è più ricco di elementi utili per il recupero. • La vicinanzadelle parole con le figure corrispondenti è un elemento che facilita l’apprendimento. • Un carico eccessivodi informazioni o la presenza di elementi incoerenti ostacola l’apprendimento.

  26. 6 principidell’apprendimentomultimediale 4. La sinergiatra oralità e immagini è più efficace dell’associazione tra testo e figure (entrambi confluiscono nel canale visivo). 5. La presenza delle stesse informazioni veicolate da canali diversi non solo è inutile ma addirittura svantaggiosa. 6. L’apprendimento è più efficace se si utilizza uno stile non formale

  27. Nuove rappresentazioni, nuove competenze dei nativi digitali ESPERIENZE DIVERSE DETERMINANO • STRUTTURE CEREBRALI DIVERSE • NUOVE COMPETENZE

  28. Immigranti e nativi digitali: Capacità comunicative e stili di apprendimentoquote Veen, W. & Vrakking, B. (2006). Homo Zappiens, Growing up in a Digital Age. London, Network Continuum Ed Digital native Codice digitale Apprendimento Multitasking (prove ed errori) Condividere e creare la conoscenza (Mp3 Wikipedia) Apprendere ricercando, giocando, esplorando Esternalizzazione dell’apprendimento Comunicazione versus riflessione No autorità del testo, multicodicalità Primo: Connettersi navigare ed esplorare Digital immigrants • Codice alfabetico • Apprendimento lineare • Stile comunicativo uno-molti • Apprendimento per assorbimento • Internalizzazione, riflessione • Autorità del testo • Primo: leggere

  29. accesso e manipolazione di informazionidigitali non lineare, non alfabetico(sistematradizionale) ma PARALLELO PIU’ ATTIVITA’ ESEGUITE IN PARALLELO INTENSIFICAZIONE DI ESPERIENZE COGNITIVE MULTIPLE, IN FORMA NON LINEARE (MULTITASKING)

  30. STILE COMUNICATIVO CONDIVISIONE con ipari del SAPERE, della MUSICA, delle ESPERIENZE on-line, COOPERAZIONE STILE COMUNICATIVO PARTECIPATIVO

  31. ATTIVAZIONE NEURALE E USO DI TECNOLOGIE DIGITALI Attivazione neurale, rilevata tramite immagini PET e RMN, durante l’uso di TECNOLOGIE DIGITALI: Internet e altri strumenti digitali MODIFICANO la configurazione neurale della nostra mente, che si caratterizza per un elevato grado di PLASTICITA’

  32. La plasticità neurale Quando interagiamo con l’ambiente, le connessioni sinaptiche iniziano a cambiare: ne vengono create alcune nuove, quelle utili vengono rafforzate mentre quelle usate di rado si indeboliscono fino anche a scomparire. Le sinapsi attive e quelle che si modificano attivamente vengono mantenute, le altre vengono potate. Il principio secondo cui plasmiamo il futuro del nostro cervello è una sorta di se non lo usi lo perdi.

  33. “DIETA” MEDIALE BILANCIATA Gli effetti dei nuovi media sulle dinamicheneurali: Stare molte ore al computer (es. videogioco) migliora l’intelligenza visuo-spaziale e la capacità di seguire più canali contemporaneamente ma, come evidenzia la psicologa Patricia Greenfield “nessun media può sviluppare efficacemente tutte le facoltà della mente”

  34. “DIETA” MEDIALE BILANCIATA “Se vogliamo sviluppare una VARIETA’ DI COMPORTAMENTI COGNITIVI, abbiamo bisogno di una DIETA MEDIALE BILANCIATA” (P. Greenfield)

  35. Intelligenza digitalenuova forma di intelligenza 1. Deve poter essere rilevata o attraverso prove “obiettive” - ad esempio le mappature delle funzioni cerebrali (mediante PET e RNMI) - che permettano di verificare differenti mappature cerebrali rispetto quelle che caratterizzano le intelligenze tradizionali oppure attraverso il manifestarsi di un lesione cerebrale che inibisce questa particolare forma di intelligenza (Battro, 2007, Cap 1-5) ? 2. Deve poter essere ricostruita una sua storia evolutiva specifica. Si possono cioè rintracciare nel mondo pre-digitale le prove della sua esistenza in “potenza” ad esempio attraverso l’analisi di come venivano utilizzati strumenti “binari”, caratterizzati cioè dal meccanismo acceso/spento di natura analogica(Battro 2007, cap 2) 3. Deve poter essere articolata e cioè strutturata e ramificata in almeno due sotto-domini, che ne specifichino le funzioni e il dinamiche di funzionamento (Battro, 2007, Cap.3).

  36. Intelligenza digitalenuova forma di intelligenza 4) L’intelligenza presa in esame deve poter esserecodificata in un sistema simbolico particolare. come, ad esempio, quello della musica che viene identificata dalla sua notazione specifica e che varia a secondo della sua epoca. 5) Deve poter essere ricostruibile il suo sviluppo e cioè il suo articolarsi dal semplice al complesso dal più esperto al meno esperto.

  37. Intelligenza digitalenuova forma di intelligenza 6) Devono esistere in questo dominio - l’intelligenza digitale - , “casi eccezionali” e cioè casi di talenti precoci, e deveono esistere “incapacità” a sviluppare un intelligenza digiale e cioè delle disabilità digitali che possono inibire lo sviluppo di questo tipo di intelligenza (Battro, Capitolo 5)? 7) Può interferire o perturturbare il funzionamento di altre intelligenze o si può trasferire in maniera proattiva ad altre intelligenze ? Si tratta cioè di comprendere se l’intelligenza digitale può essere soggetta ad interferenze come ad esempio per noi “nativi gutemberg”è difficile eseguire un calcolo a mente se nel frattempo stiamo parlando o se può migliorare e potenziare altre intelligenze. 8) Deve poter essere misurata. Si può, cioè, in qualche modo, misurare l’intelligenza digitale e valutarne lo sviluppo

  38. NUOVI STILI DI APPRENDIMENTO • Comportamenti di RICERCA/ESPLORAZIONE nell’apprendimento: • learning by doing • learning by experience

  39. Pedagogia dell’ERRORE(imparare ad usare un nuovo apparato) ESPERIENZA = APPRENDIMENTO Esperienzacostruita per SUCCESSIVE APPROSSIMAZIONI Approccioallaconoscenza NON sistematico NON sequenziale ApproccioTRIAL AND ERROR (Pedagogiadell’ERRORE)

  40. NUOVI STILI DI APPRENDIMENTO B) Web: media primario di RICERCA, ACQUISIZIONE E CONDIVISIONEdei contenuti del sapere C) forte crescita di comportamenti di COLLABORAZIONE\COOPERAZIONE tra pari D) forte tendenza all’ESPRESSIONE INDIVIDUALE e alla MANIFESTAZIONE della propria identita’ progettuale e delle proprie idee

  41. Nuove esigenze di apprendimento‘stile di apprendimento partecipativo/digitale’ Trasformazioniradicali Stili di apprendimentopeculiari Nuoveesigenze formative: • Nonpiu’ un approccio‘uno a molti’ • Conoscenza ‘dal basso’ • Co-costruzionedel sapere (apprendimento= processo ATTIVO)

  42. Tecnologie informatiche e Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) LEGGE 170/2010 le istituzioni scolastiche hanno l’ obbligo di garantire «l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche,nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere».

  43. Tecnologie compensative risorse per l’apprendimento: computer, sintesi vocali, documenti digitali, calcolatrici, ecc.,

  44. Informatica e DSA Cosa può fare l’informatica? • Potenziare le abilità • Compensare le difficoltà

  45. Informatica e DSA:AUTONOMIA Possibilità di • Informarsi • Apprendere • Comunicare senza necessariamente dipendere da un mediatore

  46. Informatica e DSA:AUTONOMIA Per raggiungere l’AUTONOMIA FORMATIVA occorrono: • Adeguati strumenti compensativi • Buona motivazione • Ambiente favorevole • Buon metodo di studio

  47. il processo di letto-scrittura non automatizzato implica dispendio notevole di energie nella transcodifica Conseguenze: I soggetti con DSA si stancano rapidamente, commettono più errori diminuite esperienze di apprendimento

  48. Tecnologie informatiche: Consentono, con facilità, un accesso agli apprendimenti attraverso modalità di altro genere rispetto alla sola letto-scrittura • Informazione fornita per via ORALE (es. sintesi vocale) • Ancoraggiodell’informazione verbale al canale VISIVO (Visual Thinking (pensiero visuale)

  49. Tecnologie digitale e VISUAL THINKING VISUAL THINKING (pensiero visuale) Pensare attraverso elaborazione visiva utilizzando la parte emotiva e creativa del cervello per organizzare le informazioni in modo intuitivo e simultaneo

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