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Due temi sull’acqua: dissesto idraulico servizio idrico

Due temi sull’acqua: dissesto idraulico servizio idrico. Incontri dall’Amelia 18/11/2010 eco-impronta Ing. Tiziano Draghetti coordinatore circolo ambiente SEL Bologna. Dissesto idraulico: alcune cause.

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Due temi sull’acqua: dissesto idraulico servizio idrico

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Presentation Transcript


  1. Due temi sull’acqua: dissesto idraulicoservizio idrico Incontri dall’Amelia 18/11/2010 eco-impronta Ing. Tiziano Draghetti coordinatore circolo ambiente SEL Bologna

  2. Dissesto idraulico: alcunecause Urbanizzazione: aumento dell’impermeabilizzazione e regolarizzazione delle superfici, che contribuiscono all’incremento della portata per unità di superficie drenata • le mutate pratiche idraulico-agrarie riducono i volumi d’invaso precedentemente disponibili contribuiscono anch’esse • Di conseguenza, si riscontrano situazioni di notevole criticità idraulica per l’aumento dei deflussi di piena, che rendono inadeguate le dimensioni dei collettori fognari o dei canali e fiumi • In regione Province Parma e Bologna le più a rischio

  3. Peggioramento qualità • Conseguenze anche sulla qualità delle acque, sia superficiali che sotterranee • il superamento in molti casi di pioggia, della capacità di portata delle fognature esistenti, con i fenomeni di troppo pieno analizzati anche per Bologna, e scarico acque di dilavamento strade parcheggi etc. molto inquinate

  4. Subsidenza: abbassamento del suolo • L’area di pianura è soggetta ad un fenomeno di subsidenza naturaledeterminato sia da movimenti tettonici sia dalla costipazione dei sedimenti che hanno determinato la formazione dell’attuale Pianura con punte massime di circa 2-3 mm/anno, dagli anni 50 si è aggiunto un fenomeno di subsidenza artificiale che presenta velocità di abbassamento molto più elevate Tra le cause antropiche, il prelievo di acqua dal sottosuolo è, attualmente, la causa predominante determinando punte di abbassamento di alcuni cm/anno, insieme alla minor ricarica delle falde dovuta all’impermeabilizzazione • negli anni il fenomeno è andato diminuendo, per le politiche adottate, ma tuttora persiste • Abbassamenti passati e quelli in atto hanno conseguenze rilevanti sulla rete scolante e sui fenomeni di esondazione, per le variazioni di pendenza delle condotte e dei canali di scolo

  5. Alcune risposte • applicazione del Piano di Tutela delle Acque regionale che, insieme al piano di bacino del Reno, affronta questi problemi con precisi obiettivi e strumenti, affidati per l’attuazione ai Piani d’investimenti dell’ATO e al Piano Provinciale, che tuttavia è in forte ritardo; • Revisione con adeguati studi, PSC comuni area metropolitana bloccando le ulteriori espansioni urbanizzate in zone di conoide e nelle zone a rischio delle aree vicino ai corsi d’acqua chiamiamolo Piano strutturale area metropolitana • riduzione dell’estrazione di acqua dal sottosuolo, in particolare dalla conoide del Reno, continuando più organicamente risparmio idrico (che comprende anche il riuso e riciclo) e riduzione perdite • Nuove modalità di realizzazione complessi urbani con tecniche a impatto zero sul ciclo dell’acqua (es. Hannover)

  6. la crisi mondiale dell’acqua Le cause sono: • l’aumento di popolazione mondiale, • il rapido inurbamento e, • in alcune regioni prevalentemente tropicali, il cambiamento climatico. Anche l’Italia è colpita da questa crisi con alcune particolarità connesse anche alla crescente frattura tra centro nord e mezzogiorno.

  7. L’ITALIA Il servizio idrico nel nostro paese soffre di una: • Diminuzione nel tempo degli investimenti (anche per livello inadeguato tariffe); • Scarsa diffusione, soprattutto nel meridione, • peggioramento nel tempo della qualità del servizio e dell’efficienza; • Non sostenibilità ambientale; • Non equità sociale; • Regolazione nazionale inadeguata

  8. Il servizio idrico integrato La caduta degli investimenti contribuisce: • ad accrescere l’obsolescenza delle infrastrutture, • ad aumentare le perdite di rete che passano (ISTAT) dal 15% del 1975 al 27% del 1987 e al 29% del 1999, per arrivare al 39 % del 2008 • a peggiorare i livelli di servizio, tra cui la continuità di fornitura percepita dall’utenza finale, • insostenibilità ambientale risulta anche dai consumi troppo elevati: . EEA: gli indicatori di consumo e di sfruttamento idrico in Italia sono tra i più elevati

  9. Gestione insostenibile dell’acqua Conseguenze: fiumi senz’acqua, falde in abbassamento e subsidenza; al 2000 consumi domestici nei maggiori paesi europei minori a 150 l/ab/g. con le uniche eccezioni di Svezia e Svizzera mentre in Italia sono superiori a 200: valori inferiori o simili solo alla Norvegia • la depurazione e la raccolta delle acque reflue sono sotto gli standard europei, e siamo sotto infrazione per la non applicazione della direttiva sulle acque reflue. • Il sistema contribuisce, insieme all’agricoltura e all’industria, alla scarsa qualità della maggior parte dei fiumi nazionali e dei mari e in particolare del mare adriatico, e delle acque sotterranee, normalmente sovrasfruttate e inquinate

  10. La situazione in Regione è migliore perché la Regione è riuscita a fare evolvere il proprio modello delle municipalizzate in un rapporto pubblico - privato ancora governato (con difficoltà) dal pubblico con nuovi strumenti di regolazione quali il metodo tariffario regionale che affronta i problemi di equità sociale e ambientali vincolando i gestori agli obiettivi del piano di tutela delle acque(PTA) regionale Qualche dato preso dal PTA approvato nel 2005: • Perdite in rete 26% al 2000 • Consumi domestici 170 litri /ab/giorno al 2000 ( in riduzione per le politiche regionali a 158 l/a/g al 2008) • Riduzione della subsidenza

  11. Rafforzare la regolazione • questo modello va difeso contro l’omogeneizzazione nazionale resistendo alla privatizzazione e rafforzando la regolazione regionale e la partecipazione, favorendo un rilancio d’investimenti nel settore, come chiede la cgil Infatti Hera: • forte calo investimenti nel 2008 e 2009, nel Piano strategico (PS) 2009-2013 prevede 350 Meuro in media contro i circa 400 triennio precedente , in particolare nell’idrico passando dai 131,4 Meuro del 2007 ai 114,1 nel 2008 • sempre PS prevede d’arrivare a 24% perdite , forte contraddizione con PTA che chiede di arrivare al 2016 al 18%, e anche con economicità gestione per alto costo dell’energia

  12. Confronto tra Province • Perdite, Dati 2000 PTA e obiettivi 2016 sempre PTA, dati 2007 Osservatorio servizio idrico Regionale

  13. Non equità sociale • La non equità sociale del sistema nazionale è connessa sia al non raggiungimento dell’accesso all’acqua da una parte consistente della popolazione, sia al sistema tariffario che rende più costosa l’acqua alle famiglie povere e numerose, senza penalizzare ragionevolmente i grandi consumatori. • il metodo regionale affronta e in parte risolve i temi dell’equità , della socialità e della sostenibilità, dopo una discussione con le rappresentanze sindacali, le associazioni dei consumatori, Confservizi etc..

  14. Regolazione inadeguata a livello nazionale • il metodo tariffario nazionale favorisce gli sprechi e non favorisce la ricerca delle perdite in rete (come sostenuto anche da Confservizi), metodo che si sarebbe dovuto rivedere da almeno dieci anni. • Infatti, le Regioni più attente hanno adottato metodi più realistici e avanzati sia sul fronte della sostenibilità che sul fronte del risparmio idrico e dell’equità sociale, anche sperimentando tariffe sociali (ISEE) e pro-capite (Bologna etc.) vincendo ricorsi di competenza alla Corte Costituzionale, come l’Emilia-Romagna.

  15. La privatizzazione della gestione DL 135/2009 il governo non affronta i veri problemi e vuole privatizzare la gestione dell’acqua pena il decadimento degli affidamenti in essere, e l’effettuazione di nuove gare 30 giugno 2013; RER: HERA ed ENIA La Regione entro il 31 dicembre deve abolire ATO e scegliere con cosa sostituirli: è il momento giusto per ripensare forme di governo delle partecipate ed Hera in particolare, ipotesi possibili programma mandato 2004, Torino agenzia spl (strumento di supporto agli organi comunali nell'esercizio delle funzioni di indirizzo e controllo sui servizi pubblici locali a rilevanza economica) , cercare accordo con i sindaci e non vendere azioni (stare sopra 51%), se non si riesce a cambiare decreto andare a gara aprire un dibattito pubblico

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