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Saviano a Che tempo che fa marzo 2009

Saviano a Che tempo che fa marzo 2009. http://www.youtube.com/watch?v=0lfgsx1u7tg Bin Laden e ’o sceriffo controllavano gli affari In cella cugino del defunto ‘formaggino’ Arrestato ’o cappotto Delitto Iovine,’o lupo e ‘o nasone in tribunale Carcere duro per Peppe,’o Padrino

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Saviano a Che tempo che fa marzo 2009

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Presentation Transcript


  1. Saviano a Che tempo che famarzo 2009 • http://www.youtube.com/watch?v=0lfgsx1u7tg • Bin Laden e ’o sceriffo controllavano gli affari • In cella cugino del defunto ‘formaggino’ • Arrestato ’o cappotto • Delitto Iovine,’o lupo e ‘o nasone in tribunale • Carcere duro per Peppe,’o Padrino • Blitz dell’arma da ’o mussuto dopo l’agguato a ’u urpacchiello, in ballo il business del caffè • Stupra donna sposata e finisce in cella • Giustiziato sindacalista • Lo zio faceva cose sporche

  2. Domanda di Saviano • Perché quest’uso insistito di soprannomi invece del nome e cognome? • Che cos’è il soprannome? • Saviano: è come le stimmate per il santo, come il mantello per il supereroe

  3. Nome e soprannome • Nominare è il primo atto di conoscenza: “Nomen quasi notare quod res notas efficit” (Il nome ha ricevuto questa definizione perché rende noti gli oggetti e le cose), Isidoro di Siviglia. • I nomi propri hanno comportamento autonomo rispetto alla categoria generale del nome comune, dal punto di vista morfologico e sintattico. A causa del loro valore referenziale specifico non sono sensibili alle categorie grammaticali del genere e del numero e non subiscono, pertanto, variazioni morfologiche desinenziali (Beccaria 1996:512) • Il nome proprio non è preceduto dall’articolo (tranne che nelle varietà diatopiche settentrionali) • Il soprannome è l’assunzione di un nome comune (morfologicamente variabile: genere, numero, caso) come nome proprio. Introduce una sfumatura semantica espressiva, affettiva: livello patemico del discorso • Il ricorso al soprannome è tipico delle situazioni familiari e amicali (informali)

  4. Effetti • Punto di vista dell’amico, del familiare • Richiamo affettivo, patemico • Pervasività del livello passionale nel discorso giornalistico, anche dove le singole passioni non sono nominate (Lorusso-Violi 2004: 121) • L’enfatizzazione del livello emotivo varia nelle singole testate (è maggiore in quelle locali, è maggiore nei quotidiani che ricorrono allo stile soggettivante), ma non è mai eliminabile completamente

  5. Le parole della mafia • “Uccisi due coniugi a Corleone”. Il cronista commenta: “Forse avevano visto qualcosa che non dovevano vedere” (forse testimoni di un delitto) • Un giovane di Modugno “freddato con un colpo al petto” • “da più di dieci anni pagava il pizzo” (era soggetto ad estorsione) • “due imprenditori denunciano di essere stati costretti a pagare il pizzo” • “qui a Caccamo il rispetto per Nino (Giuffrè) è ancora grande. • “quando l’hanno arrestato gli hanno trovato addosso una saccata di bigliettini. I pizzini, come li chiamano in Sicilia • “lo si vede poco anche nelle campagne di R., dove è tornato ad abitare e dove con Brusca fece le prove dell’attentatuni”

  6. Punto di vista e discorso riportato • Bachtin, Estetica e romanzo (1975), Einaudi, 1979 • Benveniste, La soggettività nel linguaggio (1958), in Problemi di linguistica generale, il Saggiatore 1971 • Pugliatti P., Lo sguardo nel racconto. Teoria e prassi del punto di vista, Bologna, Zanichelli, 1985

  7. Frame • Quadro, modi in cui le informazioni presupposte (implicite) vengono attivate e utilizzate nella comprensione, sistema delle conoscenze condivise rispetto a una certa situazione L’idea che ogni comprensione dell’esperienza si inscriva in sistemi di riferimento categoriali o schemi mentali necessari per orientare il pensiero attraversa una lunga tradizione filosofica, da Aristotele a Kant, a Frege. • In ambito sociologico e antropologico: Bateson, Dell Hymes, Goffman: Livello metapragmatico, e cioè l’insieme dei segnali metacomunicativi che indicano in quale chiave vada interpretato un certo messaggio (dunque in un’accezione interazionale) • In psicologia cognitiva e intelligenza artificiale: Marvin Minsky adotta la nozione di frame in riferimento alle modalità di organizzazione della conoscenza, per indicare una varietà di dimensioni, tra cui il contesto di riferimento, l’organizzazione concettuale, la struttura di particolari facoltà mentali e sensomotorie • Con Charles Fillmore il concetto viene adottato nella riflessione linguistica e sviluppato in una teoria semantica. Su questa base poi Lakoff ha sviluppato la riflessione sui frame in una direzione che va al di là della pura teoria cognitiva del linguaggio, mostrandone le possibili applicazioni a contesti politico-sociali e mediatici

  8. Prospettiva • Modo di rappresentare la realtà a partire da un punto di vista; • Ogni enunciato linguistico implica una forma di rappresentazione costruita da una determinata angolazione, un modo di guardare alla realtà; • In un discorso possono intrecciarsi più punti di vista, oltre a quello del locutore; • Spesso un mutamento di prospettiva interviene in assenza di adeguate segnalazioni metadiscorsive, per trasmettere particolari interpretazioni della realtà • La prospettiva è dunque un modo costitutivo della comunicazione, condizione della costruzione della notizia. • Rientra nel ruolo del giornalista proporre la propria “visione prospettica”. • Cfr, Ensink T., Sauer, C. (eds.), Framing and Perspectivising in Discourse, Amsterdam, Benjamins, 2003

  9. Citazione e discorso diretto Strategia che serve, almeno apparentemente, a garantire l’oggettività della rappresentazione; soprattutto nella cronaca, quale correttivo della prospettiva – peraltro ineliminabile – del giornalista Blanche-Benveniste, Le citazioni nell’orale e nello scritto, 1991:259 L’emittente anima uno spettacolo di citazione operando contemporaneamente come autore del messaggio, attore, impresario. Egli deve svolgere differenti ruoli a cui corrispondono interlocutori diversi e operazioni di codificazione molto più sofisticate di quelle che possiamo trovare in un messaggio in cui vi è soltanto un parlante e un interlocutore. Equivalente della “presa diretta”: il tempo della enunciazione citata non viene trasposto facendolo dipendere dal tempo della enunciazione citante; chi legge ricava inconsapevolmente una impressione di simultaneità tra l’avvenimento e la sua ricezione (Mortara Garavelli, La parola d’altri, Sellerio, 1985) Bachtin, Estetica e romanzo, 1975 (tr.it. 1979) “La trasmissione e la discussione dei discorsi altrui, della parola altrui, è uno dei temi più diffusi e importanti del discorso umano”

  10. Questione: quando si riportano le parole, ci si conforma a quanto realmente detto?

  11. La posizione di D.Tannen • Nei quotidiani il DD sembra la forma di distanziamento più frequente, soppiantando altre forme con funzione analoga, quali l’uso di forme discorsive del tipo “forse”, “probabilmente”, “il cosiddetto”, “il presunto”; verbi modalizzatori o al condizionale. • Il ricorso al DD nei titoli sembra conferire loro “neutralità”, introducendo una forza illocutiva globale di tipo espositivo.

  12. Ma un esame condotto sui titoli di giornali quotidiani conferma che le frasi tra virgolette contenute nei titoli non rispettano in alcun modo la letteralità del discorso altrui. Le trasformazioni sembrano essere suggerite dallo scopo di fornire una informazione rapida costruendo al contempo un effetto di immediatezza. Quindi massima sinteticità che coincide con la ipersemplificazione. • Anche disinteresse per la fedeltà al contenuto, a vantaggio della massima messa in rilievo di aspetti marginali ma suggestivi. Drammatizzazione. • Il DD riguarda dunque non la riproduzione di enunciati ma l’evocazione di situazioni enunciative.

  13. In sintesi Il DD non assolve una funzione meramente riproduttiva. Più che riportare le parole effettivamente usate il DD sembra • aggiungere vivacità alla narrazione, • fornire la possibilità di diverse prospettive • dare l’impressione di un’autentica ripetizione dell’evento, senza però esserlo davvero. • Serveanche ad evitare l’operazione cognitivamente più complessa di una trasposizione in discorso indiretto o di una sintesi riassuntiva. • Può aggiungere inoltre effetti drammatici, di immediatezza, di ipersemplificazione.

  14. Discorso diretto e paratassi • Nella grammatica funzionale (Halliday) il discorso diretto è un processo verbale di tipo paratattico, mentre quello indiretto è un processo mentale basato sulla ipotassi, nella quale la parte proiettata non è una riproduzione letterale ma un significato. • Mimesi (vs. diegesi del discorso indiretto)

  15. Cfr. Sakita T., Reporting Discourse, Tense and Cognition, Amsterdam, Elsevier: fattori contestuali, intertestuali e pragmatici influenzano la scelta tra diversi stili: • Un testo lungo e complesso porta preferibilmente a una ripresa nella forma del DD • Ma la scelta è dettata anche da finalità comunicative: • Affidabilità del parlante • Drammatizzazione • Rapporto primo piano/sfondo

  16. Affidabilità del parlante • Uno degli obiettivi primari della citazione è quello di dare un fondamento alle informazioni trasmesse: autenticazione della notizia; • Tuttavia il DD non è affatto più oggettivo, è sempre una riproduzione dell’enunciatore che resta il regista del discorso e perciò può manipolare il discorso originario (per esigenze di sintesi, di maggiore efficacia, ecc.). • Il ricorso al DD è frequente nei titoli perché crea nel lettore l’idea di una riproduzione fedele dell’evento, enfatizzando l’affidabilità e la veridicità della cronaca.

  17. Elementi in primo piano: discorso diretto Informazioni contestuali, sfondo: discorso indiretto Sfondo e primo piano

  18. La distinzione tra informazioni di sfondo e informazioni in primo piano è una tecnica essenziale per catturare l’attenzione del destinatario. • La distinzione coinvolge in particolare modalità, tempi verbali, deissi. • Il DD viene spesso utilizzato per sottolineare i punti importanti e mostrare i personaggi in primo piano (drammatizzazione), mentre il DI descrive informazioni contestuali e fa percepire i personaggi attraverso la mediazione del giornalista. • La drammatizzazione è maggiore nel rapporto su eventi più vicini (maggiore frequenza del DD nella cronaca politica interna, più raro nella cronaca politica estera)

  19. DD nei titoli Esempio: Il discorso di Berlusconi a Strasburgo (2.7.2002) Il Giornale: T. «Così l’Italia ridarà slancio all’Europa» St. Berlusconi illustra il programma: dall’allargamento ad est alla riforma delle pensioni

  20. Il Corriere della Sera: O. Davanti all’Assemblea aveva parlato di nuove regole istituzionali, controllo del Welfare e rapporti internazionali O. Prima dello scontro in aula, espressioni di apertura verso l’Europarlamento: «Umiltà necessaria e arte della mediazione». Il discorso di Prodi*: collaborazione con la presidenza italiana T. «Così il mio semestre dalla economia agli Usa» St. «La nuova Carta europea sarà firmata a Roma» Apprezzamenti anche da Veltroni * Prodi era presidente della Commissione europea

  21. Altri esempi Berlusconi celebra “la libertà di tutti” / Franceschini: ritiri la legge su Salò (Libero online24.4.09) Berlusconi: ‘No equidistanza fra fascisti e partigiani’ /Il Pd: “Ritiri il ddl su Salò St:Celebrato il 25 aprile. A Onna il cavaliere riconosce il contributo dei comunisti e parla “del rispetto per chi lottò dalla parte sbagliata”. Poi dice: “Potrebbe diventare la Festa della libertà”. Franceschini: “Parole importanti ma il nome non si cambia”. Napolitano: “Pietà per tutti”. Folla a Milano, fischi a Formigoni. Roma, Alemanno non va. (RE online 25.4.09)

  22. Berlusconi: 25 aprile di tutti / Pd: allora fermi il ddl su Salò St: Il premier prima all’Altare della Patria con Napolitano, poi a Onna: “Rispetto anche per chi fu dalla parte sbagliata, ma no alla neutralità: la resistenza valore fondante della nazione”. Il Capo dello Stato: “A nessun caduto di qualsiasi parte si può negare rispetto e pietà”. Franceschini: “No a equiparazioni tra repubblichini e partigiani” (Cs online, 25.4.09)

  23. 25 aprile, Napolitano: pietà per tutti i caduti Berlusconi: rispettare anche parte sbagliata St: Franceschini: Pdl ritiri il progetto che equipara repubblichini e partigiani Alemanno non va a Porta San Paolo: rischio contestazioni La Moratti diserta le celebrazioni a Milano /contestato Formigoni (ME online, 25.4.09)

  24. Le piazze rubate del 25 aprile / Una resistenza troppo condivisa (il Manifesto online, 25.4.09) IL 25 aprile celebrato in tutto il Paese Berlusconi: “Diventi festa della libertà” Il premier a Onna: “Viva il 25 aprile, la festa di tutti gli italiani, festa che deve diventare di libertà. La Resistenza, come il Risorgimento, è un valore fondante”. In mattinata il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio hanno celebrato la Liberazione a Roma, al Milite Ignoto. Berlusconi: “Pietà anche per i repubblichini”. Stop di Franceschini. Napolitano: “Pietà per tutti”. Milano, fischiato il governatore Formigoni Franceschini: “Il nome della festa non si cambia” (Il giornale online, 25.4.09)

  25. Tendenza ad attenuare o addirittura a eliminare i confini tra contesto citante, discorso indiretto subordinato e non subordinato e stile indiretto libero • Gli indicatori grafici tradizionali vengono usati con molta libertà: • virgolette citazionali sia per gli enunciati che si vogliono far passare per autentici sia per quelli che sono chiaramente parafrasi (in forma diretta) degli orginali discorsi diretti privi dei consueti indicatori grafici: il riconoscimento è affidato alla sola struttura sintattico-pragmatica (uso della I persona nelle frasi citate) (es.: “Manda un messaggio chiaro: non ci fermeremo, nessuno ci fermerà”, La Repubblica5.4.93)

  26. Intertestualità del titolo • Rapporto con i titoli delle altre testate • Dialogo con gli altri testi • Riuso di titoli di opere letterarie, film, canzoni ecc. : Cronaca di una morte annunciata (da García Márquez) A Sangue freddo (da Truman Capote) Relazioni pericolose (da S. Friars) Tutti in fila per un posto al sole / Tavolino selvaggio Capi Rai, crescete e moltiplicatevi / Storie di ordinaria amministrazione (da Bukovski, Storie di ordinaria follia)

  27. Caratteri e risultati • Forte potere indicale (deitticità) delle enunciazioni dirette, tipiche del parlato • Economia e semplificazione sintattica degli enunciati • Drammatizzazione del racconto • Parlare per formule (le critiche di Guido Nascimbeni all’abuso di formule come “annunciato” (da Cronaca di una morte annunciata), “ordinario” (da Storie di ordinaria follia: ordinaria burocrazia, ordinaria ferocia, ordinaria corruzione, ordinario razzismo), “eccellente” (da Cadaveri eccellenti: vittime eccellenti, arresti eccellenti, testimoni eccellenti) • Un testo è tanto più informativo quanto meno attesi sono non solo i suoi contenuti ma anche le sue forme espressive

  28. Le formule • La formula è una frase breve, efficace, facile da ricordare, la cui funzione è condensare un pensiero complesso dandogli maggiore forza a partire da tale condensazione. Figura della chiusura • La parola non serve a fornire serie valutazioni dei fatti ma a riproporre proverbi e detti popolari (forza conservatrice, punto di vista dell’uomo qualunque) • Tirare per la giacchetta • Mettere le mani nelle tasche del consumatore • Anche le formiche nel loro piccolo.. • La prima gallina a cantare ha fatto l’uovo • Cantar vittoria

  29. Metaplasmo • Questione di registro • Es.: casa/magione destriero/ronzino assassinio/esecuzione divertimento/sballo

  30. Iconimo • Motivazione posta alla base di un termine in relazione ad un contesto sociale • Gli iconimi più produttivi sono quelli legati ad aspetti centrali della società • Es: settore dell’automobile, sport (e soprattutto calcio); ma anche delinquenza Dietro l’uso metaforico è in agguato lo spostamento del punto di vista

  31. Metafore e metaplasmi • “Regolamento di conti sulle pensioni” • “Museruola a Donat Cattin, il popolo Dc vorrebbe giustiziarlo” • (metafore, di cattivo gusto) • “Due coniugi giustiziati a Palermo” • (metaplasmo, adozione del punto di vista della criminalità) • “Uccisi due coniugi a Corleone, forse avevano visto cose che non dovevano vedere” • (espressioni del codice mafioso): freddare, pizzo, pizzini, struscio, attentatuni Usare le parole della delinquenza per riportare notizie sulla delinquenza produce uno spostamento del punto di vista

  32. Altre espressioni gergali ricorrenti: • …hanno sparato “anche se il taxi sul quale viaggiavano era ‘pulito’” • “la soffiata arriva da Angelo Siino, il boss di Cosa Nostra che collabora con la giustizia” • “Sei ragazzi decidono di passare una serata diversa..Doveva essere una serata da sballo” • “Droga e alcol: una miscela pericolosa che continua a far vittime fra i giovani in cerca di sballo”

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