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Scuola Primaria Paritaria «San Giuseppe» - via C. Marchesi, 48 - Foggia

Scuola Primaria Paritaria «San Giuseppe» - via C. Marchesi, 48 - Foggia . Il nostro omaggio alla. Madonna dei sette veli. patrona di Foggia. 22 marzo 2011. L’Iconavetere.

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Presentation Transcript


  1. Scuola Primaria Paritaria «San Giuseppe» - via C. Marchesi, 48 - Foggia Il nostro omaggio alla Madonna dei sette veli patrona di Foggia 22 marzo 2011

  2. L’Iconavetere Il culto patronale dell’Iconavetere è elemento fondamentale della storia cittadina foggiana.Anche le origini della città dipendono, secondo la tradizione, dal sacro tavolo su cui è dipinta la Vergine protettrice.

  3. Cosa vuol dire Iconavetere Il termine Iconavetere è una parola composta da:eikóna, che nell’antica lingua greco-bizantina significa ‘immagine’ + veteris, che in latino significa ‘antica’. Iconavetere, dunque, significa «Immagine antica»

  4. Le origini Il culto dell’Iconavetere è tramandata da un racconto, che ci riporta all’anno 1062 (o 1073).Alcuni pastori avevano condotto al pascolo il proprio gregge presso uno specchio d’acqua palustre. Mentre erano intenti a badare alle pecore, s’accorgevano d’un bue inginocchiato presso la riva e di tre piccole fiamme che brillavano sull’acqua.

  5. Incuriositi dalla stranezza della cosa, si portavano presso le fiammelle, in corrispondenza delle quali, immerso nel fango, rinvenivano una tavola avvolta in antiche stoffe. Riconosciuta nell’immagine dipinta su di essa la santa Madre di Dio, i pastori avevano premura di coprire l’icona con un bianco lenzuolo e di portarla presso la loro modesta abitazione, nota come ‘Taverna del Gufo’ .

  6. Questa capanna di pecorai diventava ben presto mèta di pellegrinaggi, e il borgo che là si andava formando prendeva il nome di Santa Maria de Focis, in Foce ovverode Fogia. La città di Foggia nasceva, dunque, per chiaro volere della Vergine.

  7. La tradizione La tradizione vuole che il dipinto sia opera dell’evangelista Luca e che esso sia stato portato nel 485 a Siponto dalla città di Costantinopoli, dov’era oggetto di grande venerazione. Sarebbe stato consegnato al santo vescovo Lorenzo Maiorano, il quale a sua volta l’avrebbe donato alla comunità cristiana di Arpi. Durante la distruzione di Arpi (600 circa, secondo la tradizione), il dipinto sarebbe stato posto in salvo da un contadino del luogo che, avvoltolo in panni, l’avrebbe nascosto nel sito dove poi sarebbe stato prodigiosamente ritrovato.

  8. Dopo l’anno 1062 Dopo il rinvenimento, la sacra immagine fu conservata presso la Taverna del Gufo e grazie alle offerte dei devoti, quest’umile capanna fu trasformata in un vero e proprio tempio, che corrisponderebbe all’odierna chiesa di san Tommaso apostolo.

  9. La Madonna e i re Col tempo l’Iconavetere, patrona della città di Foggia, fu oggetto di devozione da parte di personalità come Roberto il Guiscardo, che avrebbe fatto prosciugare la palude entro cui s’era rinvenuta l’icona ed erigere il duomo di santa Maria e Guglielmo II il Buono che ristrutturò il sacro edificio, ampliandolo. I lavori d’ampliamento furono avviati nel 1172 e completati da Federico II di Svevia avendo eletta la città dauna residenza imperiale continentale . Roberto il Guiscardo Guglielmo II il Buono

  10. Carlo I d’Angiò, invece, fece del tempio mariano la sua cappella palatina, e qui volle che nel 1274 si celebrassero le nozze tra la terzogenita Beatrice e Filippo di Courtenay. Devoti dell’Iconavetere furono anche Carlo II lo Zoppo, Roberto il Saggio, Giovanna I, Giovanna II e il consorte Ladislao, Alfonso I e Ferrante I d’Aragona. Per dimostrare il suo filiale affetto Maria Carolina d’Asburgo Lorena si recò in pellegrinaggio a Foggia nel 1767 e suo marito, Ferdinando IV di Borbone, volle che le nozze tra il principe ereditario Francesco e Maria Clementina d’Austria si celebrassero ai piedi dell’immagine della Madonna velata. Era il 1797: per un giorno Foggia fu capitale e l’Iconavetere patrona del regno. Carlo I d’Angiò Ferdinando IV di Borbone e Maria Carolina d’Asburgo

  11. Non mancarono visite sabaude: Vittorio Emanuele II venerò l’immagine della Beatissima nel 1863, i principi Umberto e Amedeo di Savoia nel 1866 e Vittorio Emanuele III nel 1928. Vittorio Emanuele II Vittorio Emanuele III

  12. La Madonna e i santi Tra i santi che si portarono a Foggia per venerare l’immagine della Vergine, la tradizione ricorda i nomi di: san Francesco d’Assisi, san Giovanni di Matera, san Tommaso d’Aquino, san Pietro Celestino, san Vincenzo Ferreri, sant’Antonino e san Gerardo Maiella.

  13. Particolare risalto hanno i santi Guglielmo e Pellegrino e sant’Alfonso Maria de’ Liguori. sant’Alfonso Maria de’ Liguori, autore del canto “Tu scendi dalle stelle”

  14. Il miracolo Il 20 marzo del 1732, Foggia era stata quasi rasa al suolo da un terribile terremoto, e l’Iconavetere dovette essere prelevata dal suo altare, essendo il duomo insicuro, e portata nella cappella della famiglia Celentano presso la chiesa annessa al convento dei padri cappuccini. Qui, il 22 marzo e per diversi giorni, i devoti videro il volto della Madonna, in lieve movimento, nel foro ovale che s’apre sui veli che ricoprono la sacra tavola.

  15. Constatata l’impossibilità che si trattasse del volto dipinto sulla tavola, dal momento che il quadro era coperto con una pesante stoffa nera, l’autorità religiosa riconosceva il prodigio, mentre se ne informava la corte napoletana e l’imperatore. Il dipinto, nel frattempo, fu portato nella chiesa di san Giovanni, più ampia e quindi più adatta ad accogliere i numerosi devoti, e qui si rinnovò ancora il miracolo. Fu in questo tempio che sant’Alfonso assistette al miracolo fino ad andare in estasi, rapito dall’innocente bellezza della Vergine che di nuovo vedrà nel 1745.

  16. La festa patronale Nel 1732 il giorno della prima apparizione fu dichiarato festa di precetto. Altre apparizioni della Madonna si ebbero per tutto il Settecento e nel secolo successivo.

  17. Una preghiera alla Vergine Numerose sono le preghiere dedicate alla Madonna. Tra le tante, si segnala quella del card. Salvatore De Giorgi, Vescovo Metropolita della Diocesi Foggia - Bovino dal 1981 al 1987, che recita: O Vergine Santissima dei Sette Veli, che nel segno del Sacro avolo hai dato origine alla nostra Città e le hai lasciato un pegno della Tua materna presenza, ascolta la nostra preghiera. Tutto dobbiamo a Te noi foggiani, o Maria! E Tu hai voluto manifestare la Tua predilezione per noi apparendo, confortatrice e sorridente, ai nostri padri, da quel segno di consolazione e di speranza, l’Iconavetere, mèta di pellegrini e di santi. Nel ricordo di quelle apparizioni, memoriale di un passato che rivive nel presente, noi ci rivolgiamo fiduciosi al Tuo amore di Madre, affinché siamo liberati dai mali presenti non meno gravi di quelli del passato. Consapevoli che essi hanno la radice nei nostri cuori, Ti chiediamo anzitutto la grazia di convertirci al Vangelo del Tuo Figlio; solo così La nostra Città sarà ricostruita e rinnovata nella verità e nella giustizia, nell’onestà e nella pace. E fa’ che dopo il cammino sulla terra possiamo raggiungerTi in cielo, nella Casa del Padre, per contemplare, senza veli, il Tuo Volto con quello di Gesù, il frutto benedetto del Tuo Seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

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