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PROGETTO. L’Esperienza del progetto SPRINT dati, protagonisti e risultati Titina Pigna Roma, 17 – 18 dicembre 2007. CENTRO DI COMPETENZA POLITICHE E STRUMENTI PER LO SVILUPPO LOCALE. SPRINT ..qualcosa è cambiato!!!….

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Presentation Transcript


  1. PROGETTO L’Esperienza del progetto SPRINT dati, protagonisti e risultati Titina Pigna Roma, 17 – 18 dicembre 2007 CENTRO DI COMPETENZA POLITICHE E STRUMENTI PER LO SVILUPPO LOCALE

  2. SPRINT ..qualcosa è cambiato!!!… Il progetto SPRINT ha avuto inizio nel 2002 su iniziativa del DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA ed è stato attuato dal Formez, nel quadro del PON ATAS (Misura II.2) per le PA e i partenariati locali delle regioni Obiettivo 1. Il progetto è nato da una FORTE DOMANDA delle Regioni Obiettivo 1 all’AdG del PONATAS ed è stato basato su un’approfondita analisi dei fabbisogni • L’avvio • La durata • Il fabbisogno

  3. LE AZIONI DI SISTEMA La sfida dell’accompagnamento delle politiche … Le Azioni di sistema sono state introdotte per la prima volta nella programmazione dei Fondi Strutturali nel periodo 2000-2006… … Rispondono ad una logica di accompagnamento delle politiche nazionali/regionali innovative… … Si applicano ad una generazione di progetti sperimentali rivolti alla qualificazione del sistema istituzionale ed amministrativo impegnato nelle decisioni di policy e nella loro attuazione…

  4. L’AZIONE DI SPRINT PER LA PROGETTAZIONE INTEGRATA • I PIT non sono solo progetti complessi. Sono anche: • FORME DI GOVERNO • COSTRUTTI SOCIO-ISTITUZIONALI • SOTTOSCRIZIONI DI IMPEGNI RECIPROCI I progetti ad altacomplessità • L’Azione di sistema ha agito su: • L’INSIEME DEGLI ATTORI RILEVANTI (pubblici e privati) • IL SISTEMA DELLE REGOLE e la loro attuazione • LA COSTRUZIONE DI MODELLI RELAZIONALI E DI COOPERAZIONE ISTITUZIONALE … funzionali, in particolare, al ciclo attuativo del progetto… Gli attori prevalenti I sistemi relazionali Le fasi del ciclo attuativo

  5. L’ACCOMPAGNAMENTO DI SPRINT AGLI ATTORI PREVALENTI SPRINT a supporto delle REGIONI ANALISI DEI FABBISOGNI DEGLI ATTORI RILEVANTI MESSA IN RETE DELLE ATTIVITA’ REGIONALI

  6. L’ACCOMPAGNAMENTO DI SPRINT AGLI ATTORI PREVALENTI SPRINTa supporto degli ENTI LOCALI AFFIANCAMENTO ALLA SPERIMENTAZIONE E ALLA MANUTENZIONE DELLE SOLUZIONI INNOVATIVE INTRODOTTE COSTITUZIONE DELLEA COMUNITA’ PROFESSIONALE DEI PROJECT MANAGER E DELLA RETE DELLE ESPERIENZE TERRITORIALI

  7. L’ACCOMPAGNAMENTO DI SPRINT AGLI ATTORI PREVALENTI SPRINTa supporto del PARTENARIATO SOCIO ECONOMICO DIFFUSIONE DELLE INFORMAZIONI MEDIANTE SERVIZI WEB MESSA IN RETE DELLE ESPERIENZE REGIONALI

  8. L’analisi della numerosità e della composizione dei destinatari del progetto Sprint 3 • si rivolgecomplessivamente all’intero sistema istituzionale ed economico-sociale (risorse umane, risorse organizzative, risorse tecnologiche) che opera all’interno delle amministrazioni coinvolte e dei territori d’intervento; • agisceprevalentemente attraverso l’innovazione, la sperimentazione, la crescita delle competenze, sia sulla produttività delle singole risorseche sull’efficienza della loro combinazione. • Se questo è vero allora guardare nei numeri di un’azione di sistema - con queste caratteristiche - significa innanzitutto e/o almeno: • verificare la massa critica dei soggetti coinvolti (il numero non può essere mai trascurabile); • tener in debito conto la tipologia di relazione e le opportune coerenze esistenti tra quest’ultimi e il ciclo di vita in cui si trovano i processi che l’azione di sistema è chiamata a supportare; • non trascurare le modalità attraverso cui l’accompagnamento si sostanzia. L’azione di sistema SPRINT a supporto della Progettazione Integrata:

  9. I numeri complessivi del progetto Sprint

  10. LE LEZIONI APPRESE • L’attuazione di una politica innovativa e complessa non può prescindere dalla capacità amministrativa e dal rafforzamento del partenariato coinvolto. • La costruzione di questa capacità deve essere accelerata e deve accompagnare da vicino, anche temporalmente, le varie fasi di definizione, approvazione e attuazione dei progetti. • Ciò significa che occorre concentrare, fin da subito, la migliore capacità esistente nelle Amministrazioni, • rafforzandola con apporti esterni, per presidiare i processi e la traduzione operativa delle scelte strategiche più sfidanti ed innovative. LE PERSONE GIUSTE AL POSTO GIUSTO

  11. LE LEZIONI APPRESE • Il policy maker ha il compito di sviluppare tempestivamente una forte e coerente strategia dell’attuazione, che porti alla riduzione del gap spesso registrato tra politiche programmate e politiche realizzate. STRATEGIA DELL’ATTUAZIONE • I Progetti Integrati hanno bisogno di una strategia di sostegno integrata, in grado di intervenire efficacemente sulle molteplici criticità che si presentano nelle diverse fasi del ciclo del progetto. È necessario superare la frammentazione, casualità, sovrapposizione, sfasatura temporale che ha caratterizzato i progetti di assistenza del ciclo 2000-2006. È inoltre importante che le azioni di sostegno riescano a lavorare sui processi e ad integrare le competenze spesso frammentate delle Amministrazioni coinvolte nelle politiche STRATEGIA DI SOSTEGNO INTEGRATA

  12. LE LEZIONI APPRESE • I capacitatori devono possedere competenze aggiuntive e di alto profilo, potenziando quelle che si sono mostrate particolarmente critiche (competenze specialistiche, capacità progettuale, project management, facilitazione di intese istituzionali, produzione di metodi e strumenti di supporto alle decisioni ed alla loro attuazione, trasferimento di competenze). Ciò richiede una fortissima attenzione ai sistemi di reclutamento delle risorse, alle procedure selettive degli enti attuatori, ai loro modelli organizzativi COMPETENZA DEI CAPACITATORI

  13. LE LEZIONI APPRESE • L’organizzazione, l’attuazione e la sorveglianza delle politiche di sviluppo territoriale traggono vantaggio dalla costituzione di unità territorializzate, portatrici di competenze specialistiche, relazionali e gestionali, collocate presso le amministrazioni di riferimento. Questo garantisce l’interoperatività, il presidio delle fasi critiche del processo, la produzione di strumenti di supporto. PRESIDIO TERRITORIALIZZATO DELL’ATTUAZIONE

  14. CONSIDERAZIONI FINALI ….Il progetto Sprint del Formez la cui particolarità è quella di operare in modo “quasi istituzionale” dall’interno delle pubbliche amministrazioni, riesce così ad incidere sulle aree di debolezza del sistema, e perciò sulla qualità della progettazione e dell’attuazione……. …dal RAPPORTO DI VALUTAZIONE INTERMEDIA DEL PONATAS - DPS – 2003 …sia dall’analisi dei prodotti SPRINT sia, specialmente, dal giudizio di alto gradimento condiviso dalle AdG finora raggiunte di assistenza tecnica e di sistema a forte valore aggiunto, si può affermare che SPRINT rappresenta la forma di supporto che, più delle altre, meglio soddisfa l’esigenza di un accompagnamento all’intero processo PIT, non limitandosi a interventi spot che, in quanto tali, difficilmente riescono a cogliere (e quindi a risolvere) i veri bisogni dei contesti territoriali che dovrebbero sostenere e che, per questo motivo, vengono spesso riorientati dalle AdG stesse secondo una logica “riempitiva”……. …dall’AGGIORNAMENTO DEL RAPPORTO DI VALUTAZIONE INTERMEDIA DEL PONATAS (2006) – DPS 2006

  15. SISTEMI INFORMATIVI, E ALTRI PRODOTTI MULTIMEDIALI

  16. RAPPORTI, NOTE TECNICHE, MODELLI E PROTOTIPI

  17. ANALISI, STUDI, RICERCHE E MATERIALI

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