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Array-Based Architecture for FET-Based, Nanoscale Electronics André DeHon , Member IEEE

Array-Based Architecture for FET-Based, Nanoscale Electronics André DeHon , Member IEEE. Benedetto Cattani Donatiello. Introduzione.

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Array-Based Architecture for FET-Based, Nanoscale Electronics André DeHon , Member IEEE

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Presentation Transcript


  1. Array-Based Architecture for FET-Based,Nanoscale ElectronicsAndré DeHon, Member IEEE Benedetto Cattani Donatiello Nanotecnologie1 2004

  2. Introduzione I passi avanti compiuti dalla ricerca in ambito atomico e molecolare consentono la realizzazione di nuovi dispositivi ibridi con componenti c-mos tradizionali interfacciate a nuove nanostrutture. Fig 1: nanotubo di carbonio Queste tecnologie utilizzano come elementi base nanotubi di carbonio (CNTs) e nanofili di silicio (SiNWs) Le proprietà chiave di un’architettura a scala nanometrica sono: - Miniaturizzazione - Tolleranza ai difetti - Compatibilità con tecniche di fabbricazione di tipo bottom-up Nanotecnologie1 2004

  3. Organizzazione topologica Viene in questa sede proposta un’architettura basata su array di interconnessioni di CNTs e SiNWs incrociati. Queste strutture consentono la realizzazione di array di logica e matrici di interconnessione programmabili. Fig 2: Organizzazione funzionale dei nanoarrays Nanotecnologie1 2004

  4. Tecnologia • Necessità di sintetizzare nanotubi con diametri nanometrici e lunghezze di qualche µm. • Necessità di contollare la crescita e l’allineamento di CNTs e SiNWs per realizzare array stratificati di conduttori organizzati in righe parallele. • Necessità di controllare le proprietà elettriche. Fig 3: immagine AFM di SW-CNTs cresciuti su un substrato di silicio ossidato. Nanotecnologie1 2004

  5. Dispositivi realizzabili su scala nanometrica • Diodi • FET • Interruttori molecolari PLA, FPGA, ecc. Nanotecnologie1 2004

  6. Giunzione a nanotubi sospesi La giunzione NT-NT è bistabile, con una barriera di energia fra i due stati. A una certa distanza la probabilità di tunneling fra i conduttori incrociati è piccola (resistenza equivalente nell’ordine dei GΩ). Quando i conduttori vengono in contatto la resistenza si abbassa (centinaia di KΩ). Applicando una tensione ai tubi, si pilota la commutazione da uno stato all’altro, regolando così la programmazione ON-OFF del collegamento. Fig 4: interruttore a NT sospesi. Sostituendo il NT inferiore con un SiNW, la giunzione mostra un comportamento rettificante tipo diodo p-n Nanotecnologie1 2004

  7. nanoFET a svuotamento Il contatto diretto fra i conduttori è impedito da uno strato di ossido disposto sul SiNW drogato. Il campo elettrico generato da un NT o NW funziona da Gate, e può provocare uno svuotamento di portatori nel SiNW drogato, che impedisce la conduzione. La resistenza del nanoFET varia da pochi Ω (solamente stimati) ai GΩ. La difficoltà di misura della resistenza nel caso ON è causata dall’elevata resistenza di contatto dello strumento. Fig. 5: Dispositivo FET a NT-NW Nanotecnologie1 2004

  8. Interruttori molecolari • Molecole bistabili. Valori di resistenza bassa/alta per i due stati: molecola connessa/disconnessa. • Le molecole vengono “staccate” applicando una tensione alla giunzione. • Programmabili una volta sola. • Applicazioni: strato di molecole tra NWs funzionante da array di memoria (PROM). • Scoperte da Heath e Stoddard (UCLA) e dai ricercatori HP. Nanotecnologie1 2004

  9. Vantaggi delle strutture nanometriche • La cella di memoria è formata dall’incrocio di due nanofili, quindi l’area occupata è nettamente inferiore rispetto a una logica basata su PLA o FPGA (per es: 2500 λ2 Vs 25-50 λ2) • Tolleranza ai difetti Nanotecnologie1 2004

  10. Problematiche relative • Esistenza di un gran numero di difetti dovuti a tecniche di autoassemblamento di tipo statistico. • Interfacciamento tra mondo nanometrico e micrometrico. • Necessità di ottenere un guadagno per ripristinare il segnale all’interfaccia nano/micro. • Testing e personalizzazione dell’array. Nanotecnologie1 2004

  11. Possibili soluzioni • Introduzione di ridondanza nel numero di dispositivi e collegamenti disponibili all’interno dell’array • Tecniche d’indirizzamento 2-hot • Utilizzo di circuiti a NanoFET (con SiNWs) per il ripristino diretto del segnale Nanotecnologie1 2004

  12. Funzionamento elettrico di uno stadio NOR a NANOFET I FET realizzati con NW presentano un comportamento simile ai PFET a svuotamento: Quando tutti gli ingressi sono bassi i transistor lavorano nello stato di default e conducono. In questo stato l’uscita della porta deve superare un valore prefissato di tensione pari a VOH. Quando almeno un ingresso è alto la tensione d’uscita deve scendere sotto un valore prefissato pari a VOL. Fig 6: stadio NOR Nanotecnologie1 2004

  13. Funzionamento elettrico di uno stadio NOR a NANOFET Per ottenere l’uscita sopra il valore VOH quando gli ingressi sono bassi, occorre che la resistenza “ON” dei FET sia molto minore dell resistenza di contatto (RC), e che la resistenza di pull-down (RPD) sia molto maggiore di RC. In questo modo: Rpull-up = (RC+RFET) << RPD→ VOUT≈ VDD Per ottenere l’uscita sotto VOL quando almeno uno degli ingressi è alto, è necessario avere RPFET >> RPD + RC. scegliendo RPD = 9RC→ RPFET >> 10RC Tale condizione è facilmente ottenibile visto che la ROFF del PFET è dell’ordine dei 100 GΩ. Fig 7: schema equivalente della porta NOR a nanofili Nanotecnologie1 2004

  14. Funzionamento elettrico di uno stadio NOR a NANOFET La velocità di funzionamento è legata al tempo di scarica attraverso (RPD+RC). Considerando che la capacità dei nanofili sia circa 3.e-16 F e la RC 1 MΩ, si può stimare un tempo di ritardo di circa 3ns. Migliorando il processo produttivo è possibile abbassare la resistenza di contatto e conseguentemente aumentare la frequenza di lavoro. La potenza statica dissipata dal dispositivo è pari a: PNOR = VDD2/(2RC+RPD) Con VDD = 3.3V → PDISS≈ 1 µW Con VDD = 1V →PDISS≈ 0.1 µW Con le stesse tecniche è possibile realizzare porte NOT, AND, NAND Fig 8: porte logiche Nanotecnologie1 2004

  15. Indirizzamento a scala nanometrica OBIETTIVO: realizzare una codifica in grado di pilotare tramite poche linee a scala micrometrica molte linee nanometriche e i relativi dispositivi a nanoFET. Per ottenere ciò, vengono posizionati dei decoder a scala nanometrica sui bordi dell’array. Essi ricevono in ingresso un numero Na di linee di indirizzo (mappate 1:1 con i micro wires) e forniscono in uscita N fili diretti al nucleo dell’array. Utilizzando uno schema di codifica 1-hot, il numero di linee di indirizzo Na va come Log2(N). Tuttavia, nel caso si presenti un difetto nella linea di indirizzamento più alta, metà array è reso inaccessibile. Utilizzando in alternativa una codifica 2-hot, Na va come O(N1/2). In caso di difetti presenti sulle linee, perdiamo in questo caso O(N1/2) fili. Nanotecnologie1 2004

  16. Indirizzamento a scala nanometrica Il decoder viene personalizzato durante la fabbricazione tramite l’utilizzo di una maschera posta fra gli incroci dei nanofili che non devono interagire. Nota: La procedura di decodifica è l’unica fase del progetto che richiede tecniche di nano-imprinting. Fig 9: Connessione micro-nano e masking a nano-imprinting. Alternativa: tecniche di autoassemblamento proposte da Williams e Kuekes (“Demultiplexer for a mulecular wire crossbar networks, 2001”) Nanotecnologie1 2004

  17. Operazioni Caso di diodi o dispositivi a NT sospesi: Durante il funzionamento normale, i NW devono realizzare la loro logica senza che i decoder interferiscano. Per questo basta pilotare i decoder di pull-up e pull-down con indirizzi a livello alto, in modo da isolare l’array dai FET di programmazione. Caso di array logici a FET: I FET di programmazione effettuano una funzione doppia: durante il funzionamento essi possono servire da carico statico di pull-up o pull-down. Nanotecnologie1 2004

  18. Operazioni Pilotando i FET di pull-up bassi, I PFET funzionano come fili. Pilotando i FET di pull-down con una determinata VPD, otteniamo il funzionamento del circuito NOR visto in precedenza. Per far si che i dispositivi non vengano involontariamente riprogrammati durante il normale funzionamento, la tensione di programmazione deve essere significativamente più alta della tensione di lavoro dell’array. Fig 10: circuito fisico e logico di un NOR PFET Nanotecnologie1 2004

  19. Organizzazione Le celle di nanoarray vengono strutturate in array più grandi connessi attraverso nanofili. La disposizione delle celle è tale per cui le connessioni sono solo a 90° tipo modello Manhattan. Come si può notare ogni 4 nanoarray ci sono 2 decoder di pull up e 2 di pull down. Fig 11: Schema di una possibile topologia Nanotecnologie1 2004

  20. Densità dei punti di contatto Area occupata da un incrocio di NWs = Wmolecular2 (Wmolecular = lunghezza di un passo molecolare) La densità reale degli incroci è minore di 1/ Wmolecular2 Occorre tenere conto dell’indirizzamento e dell’interfaccia CMOS La larghezza totale di una cella di nanoarray di dimensione N è: Sarray = WCMOS * (Na) + Wmolecular * (N + Na) (WCMOS = passo dei fili micrometrici; Na = numero di fili d’indirizzamento) Abit =Sarray2/N2 =area occupata da ogni crosspoint bit Nanotecnologie1 2004

  21. Densità dei punti di contatto Fig 12: Area di ogni bit vs. Area dei nanoarray, al variare di Wmolecular e WCMOS Nanotecnologie1 2004

  22. Tolleranza ai difetti La soluzione per aggirare i difetti è rappresentata dalla ridondanza dei fili e degli array, in modo da realizzare le funzioni logiche solamente nelle porzioni di struttura funzionanti. Fig 13: Utilizzo della ridondanza per evitare i difetti Nanotecnologie1 2004

  23. Tolleranza ai difetti Se il numero di fili difettosi all’interno di un array supera il tasso di ridondanza previsto in fase di progetto, l’intero array viene scartato e le operazioni logiche vengono svolte dalle strutture funzionanti. • Si possono individuare due cause di difetti nelle strutture CNTs – NWs: • Il collegamento CNT – NW viene a mancare con una certa probabilità PC • Si verifica una rottura o un corto circuito in prossimità di una giunzione con probabilità PJ Da ciò si evince che la probabilità che un tubo lungo N non contenga difetti è: PTUBE = (1 – PC)2 * (1 – PJ)N Gli attuali esperimenti mostrano PC > PJ. Attualmente PC < 5%. Questa soglia è tuttavia migliorabile con lo sviluppo dei processi industriali. Nanotecnologie1 2004

  24. Rappresentazione dei difetti nei decoder Il rendimento della struttura può essere analizzato sotto due aspetti: • Rendimento dei decoder • Resa dei tubi indirizzati Fig. 14: percentuale di resa vs. dimensione dell’array, al variare di PC e PJ. Nanotecnologie1 2004

  25. Aspetti energetici La densità di potenza della rete in un’architettura NOR è circa uguale a: PDENSITY = PNOR/ (N*ANETBIT) (ANETBIT = area considerata al netto dei tassi di rendimento) Ciascun array dissipa una potenza PNOR su una superficie pari all’area di un incrocio moltiplicata per la lunghezza dei fili dell’array (N) Esempio: Con PNOR = 0.1 µW e un array 500*500 otteniamo una dissipazione pari a 40 W/cm2 (quando ANETBIT = 500 nm2 e WMOLECULAR = 10 nm) e 10 W/cm2 (quando ANETBIT = 2000 nm2 e WMOLECULAR = 20 nm) Utilizzando architetture più complesse tipo logiche precaricate è possibile diminuire la potenza statica dissipata. Nanotecnologie1 2004

  26. Considerazioni e questioni aperte • Necessità di ottimizzare alcuni aspetti legati all’architettura: Riduzione della potenza dissipata Fabbricazione del decoder Customizzazione Autoprogrammazione Aumento del rendimento • Necessità di sviluppare ulteriori capacità nell’assemblamento e ordinamento dei nanotubi di carbonio, nonché nel controllo delle loro proprietà elettriche. • Necessità di migliorare le tecniche di misura con le quali vengono studiate determinate proprietà elettriche dei componenti nanometrici (soprattutto i valori di resistenza, alcuni dei quali attualmente sono solo stimati). Nanotecnologie1 2004

  27. Considerazioni e questioni aperte • Necessità di rendere l’architettura sempre più in grado di tollerare e aggirare i difetti. Un’architettura a scala nanometrica priva di difetti sarebbe infatti attualmente molto dispendiosa (se non addirittura infattibile con le conoscenze moderne). Studi in questa direzione sono stati condotti all’HP, nell’ambito del progetto TERAMAC. Nanotecnologie1 2004

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