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LO SVILUPPO ECONOMICO ITALIANO DAL DOPOGUERA AD OGGI

LO SVILUPPO ECONOMICO ITALIANO DAL DOPOGUERA AD OGGI. LA DISTRIBUZIONI PER FASI La Ricostruzione (1945-1952) Il “miracolo economico” (1953-1963) La fase di “sviluppo intensivo” (1963-1970) Crisi e decentramento produttivo (1970-1975) Industrializzazione diffusa e p.i. (1975-1983)

rianna
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LO SVILUPPO ECONOMICO ITALIANO DAL DOPOGUERA AD OGGI

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Presentation Transcript


  1. LO SVILUPPO ECONOMICO ITALIANO DAL DOPOGUERA AD OGGI LA DISTRIBUZIONI PER FASI La Ricostruzione (1945-1952) Il “miracolo economico” (1953-1963) La fase di “sviluppo intensivo” (1963-1970) Crisi e decentramento produttivo (1970-1975) Industrializzazione diffusa e p.i. (1975-1983) La ristrutturazione delle imprese (1983-1991) La ristrutturazione del bilancio pubblico e l’integrazione monetaria europea (1992-2002)

  2. LA DISTRIBUZIONI PER FASI • La Ricostruzione (1945-1952) • Il “miracolo economico” (1953-1963) • La fase di “sviluppo intensivo” (1963-1970) • Crisi e decentramento produttivo (1970-1975) • Industrializzazione diffusa e p.i. (1975-1983) • La ristrutturazione delle imprese (1983-1991) • La ristrutturazione del bilancio pubblico e l’integrazione monetaria europea (1992-2002)

  3. Il periodo della ricostruzione • La struttura economica: l’eredità del fascismo • I problemi economici e sociali • La collocazione internazionale • Il Piano Marshall • Le misure di politica economica • Il modello di sviluppo

  4. La struttura economica • L’elevato peso del settore agricolo • Eccesso dell’offerta sulla domanda di lavoro • Arretratezza del Mezzogiorno • L’industria era orientata ai settori tradizionali, produttori di beni di consumo • Il ritardo tecnologico • Distribuzione ineguale del reddito • Concentrazione e arretratezza • Struttura dei consumi privati arretrata (46% ai consumi alimentari)

  5. La struttura della produzione (% PIL per settori) (1938) • Agricoltura 26,6 • Industria 30,3 • Altre attività 43,1 • di cui P.A. 11,4 • PIL 100

  6. Struttura dell’occupazione (% occupazione per settori) (1938) • Agricoltura 49,0 • Industria 28,0 • Altre attività 23,0 • Di cui P.A. 10,0 • TOTALE 100

  7. Distribuzione del reddito (1938) • Salari e stipendi 34,1 • Redditi agrari 17,9 (esclusi rendite e salari) • Redditi artigianali 13,6 • Profitti, rendite, redditi prof. 34,4 • PIL privato 100

  8. Distribuzione % dell’occupazione per classi di ampiezza degli stabilimenti industriali (1937-39) • Sino a 10 addetti 25,4 • 11 -100 25,5 • 101-500 23,5 • 501-1000 9,3 • Oltre 1000 16,3 • Totale 100

  9. I problemi economici e sociali • Ricostruzione dei danni bellici • Inflazione • Disoccupazione • Mezzogiorno/Agricoltura • Bilancia dei pagamenti

  10. La collocazione internazionale • Il contesto internazionale • La collocazione internazionale dell’Italia

  11. Il contesto internazionale • Gli accordi di Bretton Woods (1944) • Liberismo commerciale • Cambi fissi • Sistema dei pagamenti internazionali • Gli istituti specializzati internazionali (FMI, Banca Mondiale, GATT)

  12. La collocazione internazionale dell’Italia • Liberismo vs. protezionismo • Vincolo esterno e necessità di aumentare le esportazioni • Dove esportare? • La liberalizzazione economica e l’integrazione economica europea (aderisce all’OECE nel 1949 e all’Unione Europea dei Pagamenti nel 1950)

  13. Il Piano Marshall (ERP - European Recovery Program) (1947) • La “filosofia” del Piano Marshall PIL USA 1935-39 100 1944 245 1945 160 PIL IT 1946 (1938 = 100) 60 PIL D 1946 30

  14. Il Piano Marshall (2) • Obiettivo di breve periodo: stabilizzaione dei redditi e dell’occupazione • Obiettivi di medio-lungo periodo - integrazione economica mondiale . Leadership americana

  15. Il Piano Marshall (3) • L’utilizzazione del Piano Marshall in Italia • Vincoli congiunturali vs. scelte strutturali (il “ricatto della congiuntura”) • Ristrutturazione vs. costituzione di nuove imprese • Ristrutturazione industriale del Nord vs. sviluppo industriale del Sud

  16. Le misure di politica economica (1) • Integrazione economica europea (riserve valutarie per controllo dei flussi commerciali e rispetto vincolo estero)) • Politica del tasso di cambio (introduzione dei cambi fissi nel 1949) • Ristrutturazione industriale e ammodernamento produttivo • Politica di controllo salariale • Deflazione e stretta creditizia nel 1947

  17. Le misure di politica economica (2) • Riforma fondiaria (1950) (legge Sila e “legge stralcio”) • Cassa per il Mezzogiorno (1950)

  18. La scelta del modello di sviluppo (1) • Le alternative • Imitare i paesi avanzati (produzione di beni standardizzati di massa) - Economie di scala e vantaggi competitivi statici • Specializzazione in settori ad alto contenuto di lavoro qualificato - Qualità e innovazione

  19. LA SCELTA DEL MODELLO DI SVILUPPO (2) • Viene scelto il modello di sviluppo basato sull’imitazione delle produzioni dei paesi avanzati Fondamenti analitici: • La domanda cresceva più velocemente nei paesi avanzati • Possibilità di riduzione del “gap” tecnologico attraverso importazione di macchinari e tecnologie da parte delle grandi imprese • Competitività basata sui costi (cfr. abbondanza di forza lavoro)

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