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L’estate e gli amici a quattro zampe

L’estate e gli amici a quattro zampe A cura dei medici veterinari della Pet Obesity Task Force – Hill’s Pet Nutrition. Il caldo e l’appetito Il caldo intenso ingenera problemi più grandi nei cani che in altri animali o negli esseri umani.

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Presentation Transcript


  1. L’estate e gli amici a quattro zampe A cura dei medici veterinari della Pet Obesity Task Force – Hill’s Pet Nutrition Il caldo e l’appetito Il caldo intenso ingenera problemi più grandi nei cani che in altri animali o negli esseri umani. Il motivo è semplice: i cani non sudano ed eliminano l’eccesso di calore mediante l’ansimazione. Il loro sforzo per difendersi dalla temperatura in eccesso è quindi notevole e, di conseguenza, aumenta il dispendio energetico. Tutto ciò richiede un maggior consumo di alimento, ma non sempre esso è possibile in quanto l’appetito tende a diminuire.. I soggetti a pelo lungo soffrono più degli altri e richiedono maggiori attenzioni. COSA FARE: - la più ovvia ed efficace è lasciare sempre acqua fresca e pulita a disposizione degli animali; - il cibo dovrebbe essere molto digeribile ed appetibile; la digeribilità permette la diminuzione dello sforzo digestivo, mentre l’aumento dell’appetibilità permette un maggior consumo di alimento. Essa può essere ottenuta mediante la scelta di prodotti graditi oppure mediante un mix di cibi secchi e scatolette, nel rapporto di 1 a 1. - il cane dovrebbe poter stazionare in un ambiente fresco e ventilato. COSA NON FARE: - non somministrare cibi troppo freddi (ad esempio scatolette appena tolte dal frigorifero); - non lasciare residui di cibo troppo a lungo in un ambiente caldo; - non lasciare mai il cane in macchina al sole; - non farlo correre molto al caldo se non è allenato; - non lasciargli bere acqua troppo fredda se è accaldato. Professor Pier Paolo Mussa Pericoli legati ad una eccessiva esposizione ai raggi solari Come per l’uomo anche per il cane e il gatto una eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti può risultare molto dannosa. La cute degli animali domestici è molto più sottile di quella dell’uomo, per questo le radiazioni solari possono penetrare più in profondità. Le radiazioni ultraviolette non sono visibili e si dividono in raggi UVA presenti tutta la giornata e tutto l’anno, penetrano in profondità nella cute e possono causare foto-allergie e invecchiamento precoce della pelle, raggi UVB presenti nelle ore più calde della giornata e in particolare durante l’estate, penetrano negli strati più superficiali danneggiando le cellule cutanee, raggi UVC molto dannosi ma per fortuna completamente filtrati dallo strato di ozono. I raggi UVA e parte degli UVB vengono assorbiti dalla cute provocando danni alle cellule tessutali, alterazioni delle membrane cellulari e degli enzimi necessari al metabolismo cutaneo ed anche alterazioni del DNA che possono esitare in evoluzione neoplastica del tessuto. L’organismo mette in atto diversi meccanismi di difesa (enzimi protettivi, antiossidanti, proteine, melanina in grado di assorbire le radiazioni ultraviolette..), qualora questi non risultassero efficaci la cute dell’animale può presentare dermatite solare la cui gravità è legata al quantitativo di raggi assorbiti o reazioni da fotosensibilizzazione (reazione della cute all’esposizione ai raggi solari in seguito alla ingestione o all’applicazione di sostanze o farmaci). Una esposizione prolungata a raggi UV senza protezione può, quindi, provocare nei nostri animali dermatite solare con interessamento del dorso del naso, della punte delle orecchie, del tronco e degli arti che si manifesta con eritema, secchezza cutanea fino alla formazione di ulcere e croste. In seguito ad esposizione prolungata ai raggi solari si possono anche verificare ispessimenti cutanei con scaglie e placche che possono evolvere in angiomi e emangiosarcomi foto-indotti e carcinomi squamosi. I cani maggiormente a rischio sono quelli a pelo corto, mantello chiaro e cute rosa, negli animali più scuri le zone più delicate sono il dorso del naso, la punte delle orecchie e l’addome. Non è infrequente nei gatti bianchi il carcinoma squamo cellulare come evoluzione di una grave forma di dermatite solare e si presenta con lesioni crostose ed ulcerate. I raggi UV modificano anche la composizione chimica del pelo che subisce una foto-ossidazione e i danni più evidenti sono pelo secco, sfibrato, opaco e con cambiamenti di colore. E’ importante proteggere gli animali domestici dall’esposizione ai raggi UV non solo al mare e in montagna ma anche in città prima delle passeggiate nelle ore più calde soprattutto se l’animale ha l’abitudine di addormentarsi al sole. In commercio sono disponibili lozioni e creme con filtri solari adatte a proteggere e idratare qualsiasi tipo di mantello e creme indicate per la protezione e idratazione di cani e gatti con pelo molto corto o a cute glabra. Dottoressa Maria Cristina Crosta

  2. Tutti i cani sanno nuotare? • Un vecchio detto recita che tutti i cani sanno nuotare: tale abilità sembra essere insita nella specie canina ed, almeno apparentemente, non necessita di alcun apprendimento! • Molti cani, però, hanno paura dell’acqua ed evitano il contatto tenendosi alla larga non solo durante il bagnetto di pulizia ma anche durante le vacanze al lago o al mare. • Alcune razze, come per esempio i Retriever, sembrano riuscire a “vincere” la diffidenza nei confronti dell’acqua con più facilità rispetto ad altre come i Molossi. Questa differenza a livello comportamentale è legata alla selezione genetica che favorisce i Retriever in quanto cani specialisti nel ritrovare e riportare la selvaggina anche quando quest’ultima cade nell’acqua. Ma anche un cucciolo di Labrador può essere in difficoltà, soprattutto quando il proprietario cerca di “spingere” il cane ad entrare in acqua forzandolo con il guinzaglio, portandolo in braccio e lasciandolo da solo ad affrontare la situazione. • Per fare in modo che il nostro cucciolo impari a nuotare, è opportuno che dapprima prenda confidenza con l’acqua: • - condurre il piccolo fin dai primi mesi di vita in luoghi in cui sono presenti corsi d’acqua (piccoli ruscelli o laghi dalle sponde basse e degradanti) e lasciare che esplori l’ambiente sconosciuto; • durante le successive passeggiate è possibile incoraggiare il cucciolo a prendere contatto con l’acqua, per esempio lanciando un gioco molto vicino alla riva; • in seguito, soprattutto durante la bella stagione, è opportuno che il proprietario entri nell’acqua fino al ginocchio ed inviti il piccolo ad avvicinarsi premiandolo con la voce e con bocconi prelibati; • la presenza di un amico (un cane adulto capace di nuotare) aiuterà il cucciolo accelerando la velocità dell’apprendimento. • Ogni cane abbandonerà l’acqua bassa per “lanciarsi” là dove non tocca con tempi differenti: è opportuno attendere il momento giusto e non forzare la situazione. • Dottoressa Sabrina Giussani Sincope (svenimento) • Viene definita tale la perdita di coscienza improvvisa e transitoria. Di solito la durata è di pochi secondi e il ritorno alla normalità avviene spontaneamente. Perché si verifichi lo svenimento è necessario che il flusso di sangue al cervello sia interrotto per circa una decina di secondi. E’ estremamente importante saper rispondere ad alcune domande che il Veterinario farà quando gli riferirete che il vostro cane è svenuto. Infatti, non solo sono numerose le cause di perdita transitoria di coscienza che possono essere classificate come sincopi al termine di un accurato percorso diagnostico, ma vi sono anche delle malattie che possono manifestarsi con sintomi che simulano una sincope. La vostra descrizione sarà quindi estremamente importante per indirizzare il vostro veterinario di fiducia verso la causa più probabile, permettendogli di effettuare degli accertamenti diagnostici mirati. Tutto questo si tradurrà in tempi più brevi per la diagnosi corretta, consentendogli quindi di prescrivere una terapia mirata e dandovi anche, se possibile, informazioni prognostiche. E’ importante quindi cercare di mantenere la calma e porre attenzione ai seguenti aspetti: 1) Insorgenza: come si è verificata la sincope? Improvvisamente, oppure un po’ di tempo prima (da alcuni minuti ad alcune ore) c’era qualcosa di strano che non avevate mai notato in precedenza? E’ comparsa quando era a riposo, oppure si è verificata durante un esercizio fisico? Oppure magari è comparsa durante un accesso di tosse particolarmente intenso? 2) Durante: è il “compito” più difficile, ma le informazioni che saprete dare potranno essere estremamente utili. a) Descrizione di come si è svolta. Cosa è successo? Ha avuto delle contrazioni muscolari, oppure sembrava rilassato, come se dormisse? Ha perso feci o urine? b) Quanto tempo è durata? E’ importante a questo riguardo ricordarsi di registrare il tempo con un orologio. L’ansia e la paura che abbiamo come proprietari del nostro cane tendono ad alterarci la percezione del tempo che passa. In genere si dice al veterinario che la perdita di coscienza è durata “alcuni minuti”, quando in realtà, molto frequentemente, è passato meno di un minuto. c) Di che colore erano quelle che il vostro veterinario chiamerà “le mucose apparenti”? Ricordatevi quindi di porre attenzione (se possibile, e comunque senza mettergli le mani in bocca perché potrebbe mordervi involontariamente) al colore delle gengive o delle guance o della lingua. E’ molto importante infatti sapere se la normale colorazione rosea tende a diventare più intensa, fino al bluastro, oppure se, al contrario, tende a diventare bianca. 3) Fine: tutto è tornato normale, come se nulla fosse successo, oppure c’e’ qualche “strascico”? E’ stanco? Si muove con difficoltà? Appare disorientato? 4) Altri episodi dopo il primo: in questo caso è importante cercare di ricordare se si svolgono sempre allo stesso modo e nelle stesse situazioni, oppure se, ad esempio, tendono a durare di più, oppure a peggiorare come sintomatologia, oppure è necessario più tempo perché il nostro cane ritorni spontaneamente alla normalità. Dottor Alberto Tarducci

  3. Sole e bambini Il sole, con esposizioni brevi e graduali, è un amico dei bambini perché favorisce la calcificazione delle ossa, migliora il trofismo dei tessuti, aumenta gli anticorpi e quindi le difese del sistema immunitario. L’esposizione durante le vacanze estive però può essere nociva e deve quindi seguire alcune regole, soprattutto nel primo anno di vita Proteggere la pelle dal sole durante l’infanzia costituisce una ottima forma di prevenzione contro i tumori della pelle nell’età adulta. ECCO I DIECI CONSIGLI DELLA "SKIN CANCER FOUNDATION" PER PROTEGGERE DAL SOLE IL VOSTRO BAMBINO 1) Tenete i lattanti e i bambini piccoli al riparo dal sole quanto più e' possibile durante il primo anno della loro vita: una brutta scottatura in un bambino piccolo può essere molto seria. 2) Controllate l’orario: i raggi solari sono più intensi tra le 10 a.m. e le 2 p.m. (11 a.m e le 3 p.m. con orario legale). 3) Coprite il bambino ad alto rischio (carnagione chiara con capelli biondi/rossi e occhi chiari) con un cappello, maglietta a maniche lunghe e pantaloni lunghi. Usate tessuti a trama stretta e doppio strato quando è possibile. Per i neonati e lattanti, una carrozzina con una tettoia è preferibile a un passeggino aperto. Con un bambino più grande usate un passeggino con tettoia o con un ombrellino. 4) Usate un filtro solare. Le sostanze che filtrano i raggi solari che provocano danni sono un elemento importante nel programma di protezione. Più alto è il fattore di protezione, maggiore è la garanzia offerta. Gli schermi solari offrono una protezione relativa e non assoluta,anche quelli cosiddetti a schermo totale. Sono preferibili i filtri resistenti all’acqua,soprattutto al mare; ricordate di rinnovare l’applicazione durante la giornata. 5) Fate attenzione alle luci riflesse; molte superfici - sabbia, acqua, cemento, neve - possono riflettere radiazioni nocive e aumentare il pericolo di scottature. Anche il sedersi all’ombra o sotto l’ombrellone non garantisce protezione. Ricordate di usare una protezione anche nelle giornate nuvolose, quando fino all’80% delle radiazioni solari raggiunge la terra. 6) Fate attenzione specialmente a certe altitudini e latitudini. Dai 300 metri sul livello del mare in su, l’intensità delle radiazioni solari aumenta del 4 o 5%. E quanto più vicini si è all’equatore, tanto più forti sono i raggi solari. 7) Evitate l’abbronzatura artificiale compresi i lettini solari, le lampade, i riflettori. Le radiazioni emesse da queste sorgenti luminose, sia raggi ultravioletti A che B, possono essere pericolose e il motto che esse "sono più sicure del sole" e' falso. 8) Non mescolare il sole con alcuni farmaci. La fotosensibilità, caratterizzata da esantemi, arrossamento e/o gonfiore, può essere l’effetto collaterale di alcuni farmaci. Consultate il vostro medico . 9) La cura per la salute della pelle deve essere appresa fin dall’infanzia. 10)Date esempio al vostro bambino. Le raccomandazioni riportate devono essere applicate a persone di tutte le eta'. Usate queste semplici misure per proteggere la vostra pelle e sicuramente il vostro bambino adottera' piu' facilmente l’abitudine di proteggere la sua pelle dal sole. NB: anche gli occhi vanno protetti con lenti adeguate che vanno indossate per tutta la durata dell’esposizione. Sono da preferire lenti scure (marroni, grigie, verdi), infrangibili con montatura leggera che consenta una completa copertura dell’occhio Un’attenzione particolare Il sole e soprattutto il caldo possono peggiorare alcune patologie: 1) herpes simplex: sono più facili le recidive; 2) vitiligine: rischio aumentato di eritema solare nelle aree colpite; 3) dermatite atopica: il sudore per il caldo eccessivo può peggiorare le lesioni; 4) lupus eritematoso sistemico : è più comune una riacutizzazione. Dottoressa Marina Picca - Dottoressa Paola Manzoni

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