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LA RETE TERRITORIALE REGIONALE DEL PRIVATO SOCIALE

LA RETE TERRITORIALE REGIONALE DEL PRIVATO SOCIALE. Mariafederica Massobrio Federazione Italiana Comunità Terapeutiche.

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LA RETE TERRITORIALE REGIONALE DEL PRIVATO SOCIALE

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Presentation Transcript


  1. LA RETE TERRITORIALE REGIONALE DEL PRIVATO SOCIALE Mariafederica Massobrio Federazione Italiana Comunità Terapeutiche

  2. La necessità di collaborazione tra gli enti che compongono il variegato mondo dei servizi sociali è ormai da tempo assodata da parte degli operatori del settore, nonché oggetto di attenzione anche da parte del legislatore, che a partire dalla LEGGE 328 DEL 2000, legge di riforma del sistema integrato di interventi e servizi sociali, considera sempre come fondamentale la collaborazione tra gli enti e tra il pubblico e il privato (Maggian 2001)

  3. L. 328/2000 soggetti coinvolti nella realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali • I soggetti pubblici • Lo Stato • Il Ministero del Welfare (Dip. del Lavoro - Dip. Politiche Sociali e Previdenziali)* • Il Ministero della Salute • ... • La Conferenza Stato-Regioni • Gli enti pubblici nazionali • Istituto centrale di statistica (ISTAT) • Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) • Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) • Istituto nazionale per gli infortuni sul lavoro (INAIL) • Istituto nazionale di previdenza dipendenti amministrazione pubblica (INPDAP) • L’Istituto superiore di sanità (ISS) • Gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) • ... • Le Regioni • Le comunità locali • Le Province • I Comuni • Altri enti pubblici presenti a livello locale • Le Comunità montane • Le Aziende sanitarie locali e le aziende ospedaliere • Le Aziende speciali e le istituzioni • I consorzi tra enti locali • Le unioni di comuni • Le Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) • Gli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) • ... • Le organizzazioni internazionali ed europee • L’ONU • Il Consiglio d’Europa • L’Unione Europea • Le imprese • Le imprese individuali • Le società • Le cooperative Il sistema integrato di interventi e servizi sociali • I soggetti del terzo settore • Gli organismi della cooperazione sociale • Gli Organismi non lucrativi di utilità sociali (ONLUS) • Le associazioni e gli enti di promozione sociale • Le organizzazioni di volontariato • Le fondazioni • Gli enti di patronato • Gli enti riconosciuti delle confessioni religiose • Le famiglie • Singole persone • Famiglie nucleari • Famiglie estese Tratto da Maggian Il sistema integrato dell’assistenza Carocci – Roma - 2002

  4. COS’È OGGI LA RETE SOCIALE TERRITORIALE ♦ è strumento e metodo di lavoro dell’operatore sociale ♦ è un sistema di nodi e connessioni tra soggetti istituzionali e non, pubblici e privati che operano e si relazionano con pari dignità e responsabilitàcaratteristiche del lavorodi rete ♦ presuppone una metodologia di presa in carico di un problema da parte di tanti servizi in uncontinuum di intervento: i diversi servizi avranno un unico progetto per quel problema ed un diverso ruolo da svolgere ♦ presupponeautonomia e autoregolazione dei singoli soggetti di rete ♦ presuppone l’esistenza di una struttura generale di sistema e di un coordinamento che renda possibile laconnessione delle parti ♦ presuppone un collegamento tra i diversi soggetti, ma soprattutto un collegamento di tutti con ilcentro ♦ il collegamento dei servizi è dovuto ad obiettivi su un problema e perciò alla formulazione di unprogetto

  5. PROGETTAZIONE DI UNA RETE sul singolo caso: ♦ prima analisi conoscitiva del caso dell’utente e della sua rete primaria ♦ siraccolgono datisui singoli casi per individuare problemi e cause ricorrenti ♦ coinvolgimento, promozione di cambiamenti rappresentano un processoche è in grado di incidere anche sull’ organizzazione dei servizi, politica dei servizi e politica sociale

  6. PROGETTAZIONE DI UNA RETE sul territorio: ♦ riflessione sul fenomeno ♦ socializzazione ♦ creazione di protocolli d’intesa ♦ operatività integrata ♦ verifica

  7. PROGETTAZIONE DI UNA RETE Questo particolare processo di integrazione si realizza nell’ottica della partecipazione declinata nei diversi aspetti, con attività di: Consultazione Concertazione Co-progettazione Co-gestione

  8. RETE E SUSSIDIARIETÀ Sussidiarietà è un parola chiave per le politiche di welfare il termine significa“portare aiuto”e si declina in due tipologie: ♦ sussidiarietà orizzontale ♦ sussidiarietà verticale

  9. LE FINALITÀ DEL LAVORO DI RETE Guardarsi attorno e avviare relazioni interpersonali significative che: ♦ aggiungono valore all’esistente ♦ danno all’operatore una maggiore capacità di mettersi in gioco ♦ permettono di partecipare ♦ permettono di agire nei confronti della realtà di tutti i giorni

  10. CONDIZIONI PER ATTIVARE LE RETI ♦ Le premesse per la costruzione della rete sociale locale si fondano su di un forte interesse per il perseguimento di specifici obiettivi, almeno per uno dei protagonisti della rete (spesso l’ente pubblico) ♦ L’obiettivo deve essere sufficientemente articolato e complesso per permettere il coinvolgimento di più soggetti (ad esempio l’attività di pianificazione sociale) ♦ Gli enti pubblici e privati coinvolti nella rete devono formalizzare l’impegno richiesto, non si può contare solo sulla buona volontà del singolo ♦ Tutti i protagonisti della rete devono poter mettere in campo competenze ♦ Devono essere presenti linguaggi riconoscibili, non omogenei,ma compatibili, come metodologie, modelli, teorie professionali ♦ Il modello di comunicazione, attivato nella rete, deve essere dialogico e quindi interattivo

  11. IN CONCLUSIONE … ♦“Relazioni significative”permettono di agire concretamente nei confronti della realtà di tutti i giorni ♦ Con un po’ di ottimismo, si può dire che sembra terminata l’epoca dei vari e paradossali centralismi ♦ Il welfare fai-da-te non funziona, quindi non funziona più il protagonismo auto-referenziale dell’Ente Pubblico o della realtà del privato-sociale; sembra concluso il braccio di ferro “conta più la sanità o conta più il sociale!” ♦ Preso atto dunque che non esiste oggettività, ma solo punti di vista, è necessario adesso completare un percorso culturale ancora incompiuto nel processo di pianificazione sociale. I protagonisti della rete devono tenere conto che i loro diversi ruoli, le diverse culture politiche o professionali, sono modi di vedere la realtà che caratterizzano, ma non ostacolano il lavoro di rete

  12. LA RETE FICT Varese Mantova Cremona Bolzano Trento Belluno Venezia Verona Vicenza Treviso Modena Piacenza Reggio Emilia Bologna Parma Ravenna Torino (2) Vercelli Ivrea Sanremo La Spezia Genova Chiavari Iesi Spoleto Arezzo Prato Firenze Pistoia Pescara Viterbo Anguillara Civitavecchia Cagliari Avellino Caserta Benevento Catanzaro Cosenza Reggio Calabria

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