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Lezione 25 Consumare il futuro: alle origini del debito pubblico italiano

Lezione 25 Consumare il futuro: alle origini del debito pubblico italiano. La crisi…. La crisi che stiamo attraversando, ormai da alcuni anni, è una delle più profonde e persistenti conosciute nel mondo contemporaneo.

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Lezione 25 Consumare il futuro: alle origini del debito pubblico italiano

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  1. Lezione 25 Consumare il futuro: alle origini del debito pubblico italiano

  2. La crisi… • La crisi che stiamo attraversando, ormai da alcuni anni, è una delle più profonde e persistenti conosciute nel mondo contemporaneo. • Per molti versi, e pur con tutte le cautele del caso, può essere assimilata a quella del 1929 e alle crisi petrolifere degli anni Settanta e Ottanta del '900. • Contaminazione di un settore finanziario per molti versi fuori controllo e in larga parte slegato dalla produzione. • Contrazione della domanda (esistenza di un quadro di sovrapproduzione a livello mondiale?). • Diminuzione occupazione e persistenza di livelli elevati di debito pubblico.

  3. Il debito… • Il problema del debito pubblico e del costo degli interessi è una questione che investe l'Italia sin dagli anni dell'Unificazione. • Al di là della sua dimensione – elevatissima! – le manovre richieste all'Italia dall'Europa sono dettate da altre considerazioni: 1) parametri stabilità 2) propensione prolungata alla crescita zero 3) incapacità delle forze politiche degli ultimi 25 anni di dare luogo a misure di riduzione strutturale del debito

  4. La costruzione del debito… • Ma quali sono le cause che portano al consolidarsi di una mole così massiccia di debito pubblico, la cui consistenza (>2.000 mld €) equivale a più di un terzo del risparmio (peraltro molto alto) di tutti gli italiani? • Nel rispondere al quesito, troviamo risposte “virtuose” (la costruzione di un sistema moderno di welfare) accanto ad altre molto meno “nobili” (scarso controllo della qualità della spesa pubblica; utilizzo della spesa pubblica a fini di “sottogoverno” politico e per rispondere alle pressioni delle forze politiche e sindacali).

  5. La costruzione del welfare state… • Dopo la Seconda guerra mondiale si inizia a ripensare al modello di stato sociale costruito negli anni del regime fascista: molto frammentato, particolaristico e orientato a cementare il consenso. • Si fanno strada ipotesi di realizzare un sistema di protezione sociale ispirato ai concetti universalistici del Piano Beveridge. • Alla fine prevale un modello differente, i cui criteri di inclusività sono determinati dall’appartenenza al mercato del lavoro.

  6. L’espansione della spesa per il welfare state… • Col passare degli anni si assiste a un’espansione costante della spesa per il welfare state, determinata da alcuni fattori: 1) Estensione delle prestazioni dello stato sociale in chiave universalistica (scuola media dell’obbligo, pensione sociale, istituzione SSN). 2) Espansione del numero dei percettori (aumento vita media). 3) Utilizzo della spesa per il welfare in chiave clientelare (strumento per ricercare consenso politico e sindacale, da cui derivano grandi sprechi).

  7. Un welfare straccione e senza controlli… • Welfare italiano: non costa più che all'estero, ma dà luogo a un sistema di prestazioni in molti casi mediocri. • Welfare straccione, caratterizzato dalla pessima qualità della spesa. • Motivi: assenza di un disegno coerente; inefficienza delle amministrazioni erogatrici delle prestazioni; irrazionalità delle procedure di formazione dei bilanci e del controllo della spesa. • Sino alla metà degli anni '70 la quantità della spesa non è ancora fuori controllo, ma ogni allargamento della spesa prende la via degli sprechi.

  8. Un welfare straccione, utilizzato come ammortizzatore sociale… • Anni 70: crollo sistema monetario internazionale e crisi petrolifera. • Effetti: rallentamento produzione, aumento prezzi interni (inflazione), impoverimento del paese. • Crescono le difficoltà e le istanze sociali originate dalla crisi. • Le risposte sono “accomodate” nei modi della cultura politica di questi anni, e cioè con l’aumento indiscriminato della spesa pubblica (a carico bilanci futuri) senza un coerente disegno di copertura finanziaria (tassazione). • Germani e Francia aumentano spesa sociale più dell'Italia, ma compensano con tassazione, evitando l'accumularsi di quote eccessive di debito. • Non solo: si usa massicciamente la spesa statale per sostenere l’impresa pubblica in crisi. • Si comincia a “consumare” il futuro.

  9. L’espansione della spesa per il welfare state… L’espansione della spesa per il welfare state… Rapporto spesa pubblica/PIL, valori percentuali. Secondo shock petrolio Dollaro Shock ‘73

  10. Politica economica sempre meno capace di guidare il sistema… • Anni 70: politica economica italiana: perde la capacità di guida del sistema. • Completamento sistema di welfare seconda parte decennio: avviene in un quadro frazionato, fortemente condizionato dalle lobbies. • Tale processo determina la necessità di investire grandissime risorse. • Quando non bastano quello disponibili le si prende a prestito dall'estero, o ancora meglio dal futuro. • Anni ’80: questi meccanismi sommati agli effetti della seconda crisi petrolifera producono l'espansione incontrollata del debito.

  11. La crescita del debito... distruzione del risparmio e consumo del futuro… Debito pubblico su PIL in %, 1946-2010

  12. Il costo degli interessi... scende con la convergenza verso la moneta unica... Interessi su PIL in %, 1946-2009.

  13. Cronica inefficienza amministrazione finanziaria… • Entrate tributarie: non coprono l’aumento della spesa. • Ogni anno si accumula un deficit consistente e in continua crescita. • 1980 • spesa/PIL = 36% - pressione fiscale/PIL = 31% • 1985 • spesa/PIL = 43% - pressione fiscale/PIL = 36% Tra le cause: 1) Inefficienza amm.ne finanziaria; 2) Scelte politiche (basse tasse + alta spesa pubblica = veicolo consenso); 3) Elevata tolleranza verso evasione fiscale (che cresce a dismisura).

  14. Gli anni Ottanta: seduti al banchetto del futuro… • Ma è nel corso degli anni Ottanta, con i governi di pentapartito, che il debito si accumula a vista d’occhio. • Governi che rappresentano un’ampia platea di interessi (spesso contrapposti) e che si giovano di una “collaborazione” indiretta sui provvedimenti di spesa da parte delle forze di opposizione (PCI) e delle forze sindacali. • E’ in questa fase che vengono poste le basi per il “quasi default” dei primi anni ‘90, in cui inizia una fase di risanamento finanziario, che tuttavia non rimuove i problemi strutturali della spesa pubblica italiana.

  15. Debito/PIL in %. I governi di pentapartito.

  16. Debito/PIL in %. I governi di pentapartito.

  17. Dinamica comparata alcuni voci di spesa in % su PIL, 1960-1990.

  18. Dinamica comparata alcuni voci di spesa in % su PIL, 1991-2009.

  19. … fine presentazione…

  20. Propensione prolungata alla crescita zero

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