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Il biennio rosso (1919-1920)

Il biennio rosso (1919-1920). In Europa. Austria. 1919, tentativo di insurrezione comunista sventato dal partito socialista che aveva avuto la maggioranza nelle elezioni per la Costituente

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Il biennio rosso (1919-1920)

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Presentation Transcript


  1. Il biennio rosso (1919-1920)

  2. In Europa • Austria. 1919, tentativo di insurrezione comunista sventato dal partito socialista che aveva avuto la maggioranza nelle elezioni per la Costituente • Francia. 1919-1920, ondata di scioperi e manifestazioni contro l’inflazione e la caduta dei salari. Vittoria dei partiti borghesi alle elezioni del 19 • Germania. Berlino, 4-6 gennaio 1919, insurrezione dei gruppi della sinistra radicale (tra cui Lega di Spartaco, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht) contro il governo socialdemocratico. Scioperi, manifestazioni, insurrezioni di sostegno in tutta la Germania. Repressione da parte del socialdemocratico Noske con l’aiuto dei Freikorp. Uccisione di Luxemburg e Liebknecht. • Gran Bretagna. 1919, lotte operaie con obiettivi sindacali. 1920, gli scaricatori del porto di Londra si rifiutano di imbarcare materiale destinato alla guerra civile russa. • Ungheria. 21 marzo 1919, proclamata la repubblica la Repubblica ungherese dei Soviet sotto la direzione di Bela Kun. Abbattuta ad agosto. A novembre Horny instaura la prima dittatura del dopoguerra

  3. In Italia: la situazione economica e politica Crisi economica: aumento dell’inflazione, aumento del debito pubblico, aumento della disoccupazione, riduzione del reddito, dei salari e del potere d’acquisto delle classi popolari, peggioramento delle condizioni di vita. Arretratezza delle campagne nel centro-sud (latifondo), problema dell’occupazione dei reduci a cui nel massimo dello sforzo bellico era stata promessa al rientro la terra, mezzadria e piccola proprietà al centro-nord. Situazione politica: 1919, governo Nitti. 1920, governo Giolitti. I partiti politici. Gennaio 1919, fondazione del Partito popolare italinao di ispirazione cattolica ad opera di don Luigi Sturzo. Marzo 1919, fondazione dei Fasci di combattimento, ad opera di Benito Mussolini. PSI, diviso tra massimalisti e riformisti. Riduzione del peso politico dei partiti ottocenteschi, liberali, repubblicani, radicali. I sindacati. Nelle fabbriche: CGL, orientamento socialista, CIL, orientamento cattolico. Nelle campagne: leghe rosse, orientamento socialista (Bassa Padana) «la socializzazione della terra», leghe bianche, orientamento cattolico (Centro-nord), «la terra ai contadini». Scontro tra reducismo (Popolo d’Italia) e socialismo (Avanti!).

  4. Le manifestazioni, gli scioperi, le occupazioni • 1919. Diffusione dei Consigli di fabbrica. Scioperi nelle più importanti fabbriche italiani, manifestazioni di piazza, occupazione delle terre incolte da parte dei contadini poveri del sud, lotta mezzadrile in Emilia Romagna e Toscana, lotta bracciantile nella Pianura Padana. • 1920. Culmine delle manifestazioni. Marzo: sciopero delle lancette alla FIAT di Torino, serrata degli industriali. Aprile: sciopero generale. La CGL si rifiuta di estendere la mobilitazione. Trattativa con riduzione del potere dei Consigli di fabbrica. Giugno-agosto, la FIOM presenta una serie di richieste che gli industriali non accolgono. La FIOM ordina l’ostruzionismo. Serrata degli industriali. Settembre: Occupazione della maggior parte delle fabbriche metallurgiche e metalmeccaniche. I consigli di fabbrica deliberano al di fuori della cornice sindacale e trovano appoggio e ispirazione nel gruppo torinese marxista Ordine Nuovo, fondato da Gramsci e Tasca, animatori dell’ala rivoluzionaria del partito socialista, che si pongono come obiettivo la rivoluzione sul modello bolscevico.

  5. Il governo e il sindacato e la conclusione della vertenza • Giolitti sceglie la strada dell’attesa ed evita lo scontro diretto con i lavoratori, convinto che lasciati a se stessi, si sarebbero resi conto dell’impossibilità di proseguire nella mobilitazione • La CGdL e il PSI rifiutano di appoggiare una evoluzione rivoluzionaria del movimento delle fabbriche occupate. Mediazione della CGdL: accordo con gli industriali. Aumenti salariali, controllo tecnico e finanziario delle fabbriche da parte degli operai (che non sarà mai realizzato) • Esito sull’opinione pubblica. Delusione degli operai e dell’ala socialista, spaccatura tra massimalisti e riformisti, preoccupazione degli industriali per la debolezza del governo ed il rischio di rivoluzione, paura , recriminazione e percezione di non essere rappresentati della piccola e media borghesia

  6. Giolitti e Gramsci

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