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Lo scambio colombiano

Lo scambio colombiano. Il cacao. Secondo alcune fonti, già Colombo, nel 1502, fu il primo europeo a osservare il cacao. Importata in Spagna, la bevanda, venne adottata con una certa lentezza e solo dalla metà del ‘600 lo fu nel resto d’Europa, attraverso i Paesi Bassi e la Francia.

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Lo scambio colombiano

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  1. Lo scambio colombiano

  2. Il cacao • Secondo alcune fonti, già Colombo, nel 1502, fu il primo europeo a osservare il cacao. • Importata in Spagna, la bevanda, venne adottata con una certa lentezza e solo dalla metà del ‘600 lo fu nel resto d’Europa, attraverso i Paesi Bassi e la Francia. Benzoni, 1572 Prima immagine a stampa del cacao

  3. “E’ un frutto come le mandorle che essi vendono pestate e lo tengono in tale considerazione che lo scambiano come moneta”, H. Cortés, Cartas, 1522. • “Alle volte, con un poco del suo pepe, lo beono, il quale pare più beveraggio da porci che da uomini (…). Il suo sapore è alquanto amaro, satia e rinfresca il corpo, però non imbriaca e questa è la migliore e più cara mercantia, che gl’Indiani stimano dove la costumano”. G. Benzoni, Historia, 1572. • “Questo tale cioccolato è consigliabile alle persone accaldate preso con atole e zucchero perché così genera meno calore di quello che si beve con il miele e sciolto nell’acqua bollente”, Juan de Cardenas, Problemas, 1591. • “Come alimento nervoso eccita anch’ess al’intelligenza e aumenta la sensibilità, ma ricca d’albumina e di grasso, è molto nutritiva, esercita un’azione afrodisiaca e non è di tanto facile digestone”, P. Artusi, La Scienza, 1891.

  4. Gli europei iniziarono a berlo caldo e con aggiunta di zucchero, cannella o anice al posto di peperoncino, achiote o fiori. • Sin dallo scadere del XVI secolo, iniziò il dibattito ecclesiastico sulla natura della cioccolata: secondo i gesuiti essa non interrompeva il digiuno, opinione invece osteggiata dai domenicani. Leon Pinelo, Madrid 1636

  5. Nel 1662 il cardinale Lorenzo Brancaccio sancì definitivamente il fatto che il cioccolato non rompeva il digiuno e poteva quindi essere consumato durante la Quaresima. • L’America porge a Nettuno il cacao. Frontespizio di De chocolatis potu diatribe, del cardinale Brancaccio, Roma 1664.

  6. Il cacao fu forse importato in Italia da Emanuele Filiberto di Savoia (1528-80), o da Francesco Carletti, fiorentino, nel 1606. Esso venne ampiamente utilizzato alla corte di Cosimo III de’ Medici. • Nel corso del XVII secolo, in Spagna, si iniziò a produrre cioccolato solido in cubetti, ma rimase comunque prevalente l’uso - in voga tra le dame nobili - di bere cioccolata calda alla stato liquido. • L’aggiunta di latte alla bevanda venne introdotta in Inghilterra attorno al 1700. Francois Bucher, Le dejuner, 1739

  7. Luis Eugenio Meléndez, nature morte con set da cioccolata, 1770

  8. A differenza della maggior parte degli alimenti americani, il cacao rimase un prodotto destinato al consumo d’élite, caratterizzato da prezzi molto alti sino alla prima metà dell’800. Cioccolateria a Valencia, XVII secolo

  9. Già nel 1772, comunque, a Madrid esistevano 150 mulini da cacao. Sino al XIX secolo la Spagna fu il paese caratterizzato dal maggior consumo di cioccolato, mentre altri paesi preferirono altre bevande esotiche come il caffé o il té Mulino da cacao, Grenada, 1855

  10. La crisi delle monarchie europee fece declinare l’uso del cioccolato, ora opposto al caffè, bevanda borghese per eccellenza. Nel corso del XIX secolo innovazioni tecnologiche e di costume, trasformarono poi la cioccolata da prodotto di lusso a prodotto di consumo di massa. • Conrad Van Houten inventò nel 1828 il processo industriale per sgrassare il cacao dal burro di cacao. • I primi cioccolatini vennero esposti a Birmingham nel 1849. Fabbrica di cioccolato Fry, Bristol, sec. XIX

  11. Per far fronte alla nuova domanda mondiale, nella seconda metà del ‘900 il cacao è stato massicciamente introdotto come coltura industriale in Africa occidentale.

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