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Lezioni 1, 2 e 3

Lezioni 1, 2 e 3. Viene di seguito riportato un riassunto sintetico e alcune slide riassuntive di quanto trattato a lezione. Maggiori integrazioni e curiosità sono reperibili nel blog. 0.0. IL MODULO DI APPROFONDIMENTO Obiettivi e descrizione.

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Lezioni 1, 2 e 3

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Presentation Transcript


  1. Lezioni 1, 2 e 3 Viene di seguito riportato un riassunto sintetico e alcune slide riassuntive di quanto trattato a lezione. Maggiori integrazioni e curiosità sono reperibili nel blog.

  2. 0.0 IL MODULO DI APPROFONDIMENTO Obiettivi e descrizione Il modulo si propone di approfondire temi di sociologia della comunicazione offrendo agli studenti una panoramica di esempi tratti da concreti contesti interattivi. Lo scopo del modulo è infatti quello di incentivare l’approfondimento autonomo degli argomenti trattati, fornendo quanto più possibile un collegamento con i contesti in cui i ragazzi vivono e di cui avranno a breve esperienza. Le lezioni del modulo si terranno secondo il seguente calendario: 22-28-29 ottobre 2008, 1-9-10 dicembre 2008. Per informazioni:www.emanuelebassetti.it (oppure bassetti.altervista.org) Strumenti: mailing list e blogContatti: emanuele.bassetti@unibo.it

  3. 0.0 IL MODULO DI APPROFONDIMENTO Temi affrontati - Sociologia della comunicazione e mondo del lavoro. Luoghi comuni, approcci, ambiti di sviluppo professionale in una prospettiva integrata dei media. - La costruzione sociale dei “fatti”. Dai casi della Santa Inquisizione all’attentato dell’11 settembre. - Scuola di Palo Alto, doppio legame e gestione dei conflitti. Esempi di interazione quotidiana nei contesti di lavoro, da Bateson a Goffman. - Fare pubblicità in una prospettiva sociologica: dal caso Wanna Marchi alla progettazione dei loghi. - Genere e comunicazione mediata da computer: dalle chat degli anni ’90 a Meetic.

  4. 0.1 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE Se gli uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze (teorema di Thomas, 1928) La realtà non esiste indipendentemente dalla sua percezione: la realtà è una costruzione sociale

  5. 0.1 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE

  6. 0.1 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE Gli attori della comunicazione sono attori sociali Gli scopi della comunicazione sono definiti in particolari contesti culturali Gli attori hanno una loro specificità che è il prodotto delle loro esperienze sia soggettive che sociali (vedi processo di socializzazione)

  7. 0.1 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE ?

  8. 0.1 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE

  9. 0.1 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE Il processo di socializzazione

  10. 0.1 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE ?

  11. 0.1 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONEL’esorcismo di Emily Rose

  12. 0.1 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONELo studente svogliato

  13. 0.1 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONELa Santa inquisizione

  14. 0.2 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONELa prospettiva drammaturgica Goffman: le particolari istituzioni della società - da quelle domestiche a quelle professionali - per essere studiate, sono metaforicamente analizzate come se fossero delle rappresentazioni teatrali dotate di attori che, dopo essersi preparati in un retroscena, recitano su una ribalta, di fronte ad un pubblico. Gruppi di individui che recitano sulla medesima ribalta formano delle "equipes" di collaborazione, che cercano di proiettare verso il pubblico una determinata definizione della situazione.

  15. 0.2 COMUNICARE PER CREARE LA REALTA’Il caso di Britney Spears

  16. 0.2 COMUNICARE PER CREARE LA REALTA’Il caso di Britney Spears Se gli uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze (Thomas, 1928).

  17. 0.2 COMUNICARE PER CREARE LA REALTA’Il caso di Britney Spears

  18. 0.2 COMUNICARE PER CREARE LA REALTA’Il caso di Britney Spears – reazione popolare “La sua canzone si chiama GIMME MORE per una ragione. Perché quello che volete è MORE MORE MORE!” Il pianto di Chris Crocker7 milioni di download

  19. 0.3 COMUNICARE PER CREARE LA REALTA’Topica del sentimento • La topica del sentimento (Boltanski) • spostamento dell’attenzione dalla vittima al benefattore • credenza nella verità intrinseca delle emozioni • rischio di sostituire ad azioni reali sentimenti illusori o risposte deboli perché isolate (es. offrire fondi con Telethon)

  20. 0.3 COMUNICARE PER CREARE LA REALTA’Topica del sentimento

  21. 0.3 COMUNICARE PER CREARE LA REALTA’… oltre la topica del sentimento VS

  22. 0.3 COMUNICARE PER CREARE LA REALTA’… conseguenze? • desensibilizzazione • delegittimizzazione • crisi dei format • tentativo di terrorizzare • necessità costante di stupire • incapacità di riconoscere le incongruenze • …

  23. 0.3 COMUNICARE PER CREARE LA REALTA’Il doppio legame Il doppio legame (detto anche doppio vincolo, in originale: double bind) è un concetto psicologico elaborato dall'antropologo e pensatore Gregory Bateson, e utilizzato in seguito da altri membri della cosiddetta scuola di Palo Alto. Il doppio legame indica una situazione in cui, tra due individui uniti da una relazione emotivamente rilevante, la comunicazione dell'uno verso l'altro presenta una incongruenza tra il livello del discorso esplicito (quel che vien detto) e un ulteriore livello metacomunicativo (come possono essere i gesti, gli atteggiamenti, il tono di voce), e la situazione sia tale per cui il ricevente il messaggio non abbia la possibilità di decidere quale dei due livelli, che si contraddicono, accettare come valido, e nemmeno di far notare a livello esplicito l'incongruenza. Bateson, rifacendosi anche ai suoi studi sui livelli di apprendimento, ipotizza come possibile causa della schizofrenia l'esposizione cronica a situazioni di doppio legame.

  24. 0.3 COMUNICARE PER CREARE LA REALTA’Il doppio legame E se pensassimo a gruppi estesi?

  25. 0.3 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE E’ impossibile non comunicare (WATZLAWICK, ANNI ‘60) ESEMPIO 1 – MARITO E MOGLIE STANNO LITIGANDO. LUI ALZA LA VOCE, URLA, PONE DOMANDE; LEI STA RANNICCHIATA SU UNA SEDIA, SENZA DIRE UNA PAROLA. ESEMPIO 2 – UN VIAGGIATORE È COMODAMENTE SEDUTO IN UN AUTOBUS. IL POSTO A FIANCO È LIBERO. POCO DOPO SI ACCODA UN SIGNORE CHE INIZIA SUBITO A FARE CONVERSAZIONE: PARLA DEL RITARDO DEI MEZZI DI TRASPORTO, DEL TEMPO, DEL TRAFFICO,. IL PRIMO VIAGGIATORE VUOLE RIMANERE IMMERSO NEI PROPRIE PENSIERI E, FACENDO FINTA DI NIENTE, NON DÀ RETTA AL VICINO CHIACCHIERONE

  26. 0.3 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE OGNI MESSAGGIO VEICOLA INFORMAZIONI A DUE LIVELLI: CONTENUTO e RELAZIONE Es. Muoviti, passami l’acqua! Per favore, cara, se non ti dispiace, mi potresti passare la bottiglia d’acqua? Il contenuto è il medesimo (passare dell’acqua), ma la relazione espressa è differente

  27. 0.3 LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE E’ IMPOSSIBILE NON COMUNICARE. CONSEGUENZA: PARLARE È UNA FORMA D’AZIONE(TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI DI AUSTIN - 1962) Secondo questa teoria, inviare un messaggio verbale a un destinatario significa fare qualcosa con le parole, in quanto ogni volta che emettiamo un messaggio 1) viene compiuto un lavoro che necessita di uno sforzo (questo tipo di azione viene definita atto locutorio) 2) il messaggio produce un effetto sul suo destinatario (atto perlocutorio) 3) il messaggio è accompagnato da una sorta di forza (tono della voce, ritmo, chiarezza, ecc.) che orienta la sua interpretazione (atto illocutorio)

  28. 1.1 LUOGHI COMUNI SULLACOMUNICAZIONE gesti d’affetto COMUNICARE NON SIGNIFICA SOLO PARLARE: IMMAGINISUONIRUMORIGESTICOMPORTAMENTI musica immagini di satira

  29. 1.2 LUOGHI COMUNI SULLA COMUNICAZIONE:ADULARE O DIRIGERE?

  30. 1.3 LUOGHI COMUNI SULLA COMUNICAZIONE:SOLO PAROLE? A cosa pensate ascoltando questo brano?

  31. 1.3 LUOGHI COMUNI SULLA COMUNICAZIONE:SOLO PAROLE?

  32. 1.4 LUOGHI COMUNI SULLA COMUNICAZIONE:PAROLE O EMOZIONI?

  33. 1.5 LUOGHI COMUNI SULLA COMUNICAZIONE:PUBBLICO O PUBBLICI? La ricerca scientifica ha dimostrato che parlare dipubbliconon è corretto in quanto si presuppone una passività intrinseca del destinatario della comunicazione Comunicare non è facile: la teoria dell’ago ipodermico (basta fornire informazioni a una persona per cambiarne il comportamento – vedi pubblicità progresso aids) si è dimostrata nel lungo periodo errata

  34. 1.7 LUOGHI COMUNI SULLA COMUNICAZIONE:POSITIVITA’ O NEGATIVITA’?

  35. 1.7 LUOGHI COMUNI SULLA COMUNICAZIONE:L’USO CONTESTUALE DEI SENTIMENTI

  36. 1.7 LUOGHI COMUNI SULLA COMUNICAZIONE:INNOVARE O RIPROPORRE?

  37. 2.1 FARE COMUNICAZIONE: SVILUPPI FUTURI Oggi si sente la necessità di una comunicazione al servizio del fruitore finale, quella praticata e prodotta dal comunicatore semplificatore. Nella prospettiva che meno è meglio. Chiarezza abbattimento dei conflitti, maggiore probabilità di creare affiliazione con l’interlocutoreSemplificazionepochi contenuti da fruire velocementeUsabilità di grafica ed emozionecomunicazione scientifica al posto di quella artistica Conoscenza della biologia umana e degli aspetti culturaliesistenza di meccanismi genetici e appresi di percezione e interpretazione delle strutture comunicative

  38. IL METODO SOCIOLOGICO LA QUESTIONE DEL LOGO P E G A S O Partendo dal presupposto che il nome del progetto è fornito a priori, quale immagine associare, tenuto presente che le tematiche affrontate riguardano il carcere? Che icona grafica useresti per rappresentare un progetto legato alle tematiche del carcere? Questo prodotto ha come icona grafica quella di un pegaso. Che prodotto è?

  39. Che icona grafica useresti per rappresentare un progetto legato alle tematiche del carcere? - Linee squadrate - Uso di colori scuri - Immagini opprimenti S B A R R E

  40. ANCHE I NOSTRI “COMPETITOR”L’HANNO CAPITO, MA… LOGHI spartani troppo seri o troppo scanzonati mancanza di distinzione tra logotipo e icona icona spesso con troppi elementi (caotica)

  41. LE SCELTE DEL PROGETTO Anticonformismo: No sbarre No linee squadrate No spazi angusti e claustrofobici ::: Sì al colore utilizzato con parsimonia e secondo i dettami VINTAGE oggi di moda moda (evitare scelte pacchiane) ::: Spinta verso l’alto, verso il miglioramento e la libertà (apporto del nome pegaso) ::: Spazio sì chiuso (si parla di carcere), ma curvilineo che crei dinamismo e movimento ::: Al centro il carcerato e le sue problematiche::: Presentare il progetto come un pulsante da premere per azionare un modo nuovo di agire e di pensare in relazione alle tematiche del carcere ::: Unire in un’unica soluzione icona grafica, logotipo e payoff

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