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LA SCUOLA LUOGO DI PREVENZIONE?

LA SCUOLA LUOGO DI PREVENZIONE?. LINEE GUIDA 1992. “Circa la metà dei casi di HIV (…)corrispondeva alla fascia di età dai 20 ai 30 anni, il che significava che l’infezione era stata contratta in piena adolescenza”

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LA SCUOLA LUOGO DI PREVENZIONE?

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Presentation Transcript


  1. LA SCUOLA LUOGO DI PREVENZIONE?

  2. LINEE GUIDA 1992 “Circa la metà dei casi di HIV (…)corrispondeva alla fascia di età dai 20 ai 30 anni, il che significava che l’infezione era stata contratta in piena adolescenza” I risultati: “buoni rispetto all’acquisizione di conoscenze, non altrettanto rispetto alla riduzione dei comportamenti a rischio”. “Si pone così l’esigenza, e con immediatezza, di costituire una vera e propria educazione alla salute…”

  3. Linee guida: Educazione alla salute • Intervento di lunga durata, complesso, pertinente al bisogno della società. • Pedagogia scolastica preventiva: cornice strategica entro la quale muoversi per pianificazioni coerenti ai contesti. • Docente referente

  4. Linee guida: Educazione alla salute Valore del rispetto della persona e importanza di un rapporto di responsabilità verso sé e gli altri: “La rifondazione e l’appropriazione del valore della salute, (…), vengono considerate raggiungibili all’interno di una finalità di benessere: uno star bene con sé e uno star bene con gli altri, (…), in modo che sia sempre meno attraente il desiderio di sprecare la vita in momenti effimeri”

  5. 20 anni dopo “Al Governo è richiesto un impegno a 360° gradi (..), per garantire, indurre e facilitare l’accesso precoce al test, per individuare gruppi di fragilità sociale verso i quali indirizzare le azioni strategiche  di informazione, prevenzione e cura. (…)Campagne di informazione, prevenzione e sensibilizzazione, (…); stanziamento di risorse idonee per favorire la ricerca scientifica; garanzia di un costante monitoraggio della diffusione dell’HIV; promozione di specifici progetti di prevenzione primaria nelle scuole, (…).”

  6. PREVENZIONE A SCUOLA: PERCHÈ ? • Vasto bacino di utenza: l’informazione è ampia e con più veloce coinvolgimento. • Struttura principale di socializzazione per le nuove generazioni. Sempre più è l’unico ambiente all’interno del quale sperimentare delle relazioni socializzanti. Il gruppo classe in particolare diventa per molti il solo spazio in cui fare esperienza con i coetanei.

  7. PREVENZIONE A SCUOLA: PERCHÈ ? • La vita di classe è un’esperienza fondamentale per ogni ragazzo. • La classe può avere delle funzioni protettive importanti nello sviluppo delle persone. • La scuola può incidere positivamente stimolando un processo di revisione critica dei modelli famigliari. • La qualità delle relazioni scolastiche può rendere possibile un’integrazione tra identità, autonomia e identificazioni famigliari.

  8. Alcuni aspetti critici Quale importanza viene conferita al rapporto apprendimento/benessere? • I programmi scolastici spesso non lasciano spazio sufficiente alla formazione globale della persona • La delega nei confronti di “esperti” è insufficiente: serve anche, come ricorda D. Ianes, un’educazione informale.

  9. Prevenzione efficace se: • Sa Tollerare le barriere, accogliere il disagio per la compressione del tempo dedicato alla didattica, comprendere le fatiche della coniugazione a/b e poi progettare insieme. • Aiuta gli insegnanti a comprendere le motivazioni per favorire la crescita non solo come alunni ma come persone: l’apprendimento umano è un’esperienza complessa nel quale la messa in moto di capacità cognitive passa attraverso l’instaurarsi di relazioni affettivamente significative.

  10. EDUCAZIONE SOCIO AFFETTIVA “L’individuo è una totalità integrata ed organizzata e nella sua totalità va educato” D. Francescato, S. Cudini, A. Putton: “Star bene insieme a scuola” • La serenità di stare in un gruppo soddisfa i nostri bisogni di accettazione e affiliazione e permette di affrontare lo sforzo cognitivo dell'apprendimento. • Autorealizzazione: elemento discriminante nella formazione di condotte positive, di rispetto di sé e degli altri, in contrasto con comportamenti dannosi.

  11. OBIETTIVI • Individuale: sviluppo di sentimenti di accettazione, di sicurezza e fiducia in sé e negli altri, delle capacità di risolvere problemi interpersonali e di affrontare situazioni di stress emotivo, migliorando la conoscenza di sé, delle proprie difficoltà e risorse. • Gruppo: promuove la comunicazione tra i membri del gruppo, favorendo comportamenti e atteggiamenti di collaborazione, solidarietà, mutuo rispetto, tolleranza per le diversità, riconoscimento delle differenti modalità d'interazione.

  12. Necessità di Instaurare un clima di rispetto e di empatia, per il conseguimento di autoconsapevolezza che permette al ragazzo di tendere poi in modo efficace verso l’autorealizzazione. Le aree considerate sono: • Rapporto insegnante-classe • Rapporto tra i bambini all’interno della classe • Comprensione del bambino e dei suoi vissuti

  13. STRUMENTI : Circle time Per: conoscersi l’un l’altro, rispettare il pensiero dell’altro pur esprimendo il proprio, mediare tra più idee, non deridere idee o sentimenti diversi dai propri, stimolare chi ha difficoltà a parlare davanti a più persone, contribuire alla creazione di un clima di classe positivo. Finalità generale è favorire la conoscenza reciproca, l’assimilazione di regole efficaci di comunicazione nell’ottica di una educazione all’ascolto e all’espressione di sé, basata su valori quali il rispetto e l’equità.

  14. STRUMENTI : Attività ludiche Esperienze individuali e di gruppo nelle quali imparare a rispettare i ruoli, ad accettare le regole, a valutare le proprie capacità in funzione di mete comuni, a conoscere nuovi aspetti di sé e delle proprie emozioni, limiti e risorse non considerati prima, rafforzando la relazione con gli altri attraverso canali meno diretti ma estremamente significativi.

  15. Un’esperienza: opinioni dei ragazzi • Cosa hai scoperto di te ? Il mio lato positivo, Che in me potrebbe esistere un’altra persona che è un po’ diversa, Che ho talento a costruire le maschere, mi sembra che le mie maschere piacessero a tutti,…..Che posso riuscire a fare tante cose con i miei compagni, Che se mi impegno posso fare sia cose che mi piacciono che cose che non mi piacciono, Che posso fare di più di quello che penso, Che ci tengo ai miei amici. • Cosa hai scoperto dei tuoi compagni ? Alcuni sono più fragili di altri, La loro fantasia, Che si può lavorare insieme anche se si è nemici, Che hanno personalità diverse ma tutti, bene o male, sono simpatici, …, Un altro lato del loro carattere, Che alcuni non si sentono accettati in classe, alcuni non vedono l’ora di dire quello che pensano, Che alcuni non sono così come li conosco. • Cosa pensi di questa esperienza? …., Mi è servita ad aprire la mia mente e a dire attraverso un’altra persona (maschera) quello che sentivo io!, Mi servirà nella vita, L’ho usata più come un gioco che come una cosa seria però mi è servito per scoprire una paura di me e una dei miei compagni. Non è stato tempo perso ho imparato a conoscere me stessa e i miei compagni.

  16. INSEGNANTI Formazione informale, attraverso esperienze che possano “trasformare” l’insegnante nelle sue capacità relazionali con gli allievi. L’insegnante viene formato per: • esprimere accettazione e sostegno • apprendere modi efficaci di comunicare. • Essere “genuino”, esprimere i propri sentimenti, avere stima delle capacità dell’alunno, comprensione, empatia, senza valutare o giudicare.

  17. STRUMENTI per gli insegnanti • Ascolto attivo: L’insegnante “riflette” il messaggio dell’alunno, senza emettere messaggi suoi personali. L’allievo si sente oggetto d’attenzione, non subisce valutazioni negative, coglie l’accettazione e la comprensione dell’insegnante e può giungere da solo alla soluzione dei suoi problemi. • Messaggio-Io: per indicare che si sta esprimendo un proprio vissuto suscitato dall'azione dell'altro. L’allievosi rende conto delle conseguenze del proprio agire e delle reazioni che ciò determina negli altri, accrescendo così la percezione della propria responsabilità. Inoltre, la richiesta dell’insegnante di trovare una soluzione, favorisce la costruzione di una rappresentazione di sé come capace, alimentando l’autostima.

  18. STRUMENTI per gli insegnanti • Problem solving: la risoluzione dei conflitti senza perdenti. Consiste nella ricerca comune di una soluzione soddisfacente per ambedue le parti. Se le due parti non subiranno sopraffazioni, ciascuno si forzerà di rispettare i diritti dell’altro e verrà trovata una soluzione che non comporterà né vincitori, né vinti, salvaguardando in tal modo l’autostima e il rapporto.

  19. COMPETENZE • Percepire la realtà e gli individui, senza pregiudizi e stereotipi; • Rispettare le norme sociali e la pluralità dei valori; • Risolvere problemi cogliendo il nesso con problematiche più complesse; • Individuare la propria identità affettiva, sessuale, sociale; • Identificare o costruire una rete di sostegno ed aiuto; • Instaurare rapporti positivi con gli altri. Quando la persona sta bene con sé, discrimina con maggior obiettività i comportamenti dannosi.

  20. INTERVENTI NELLA SCUOLA SECONDARIA Periodo complesso, ricco di potenzialità e anche di rischi che non vanno sottovalutati. Comportamenti a rischio, sia nell’ambito delle relazioni sessuali che nell’uso di stupefacenti, con la tendenza a sottovalutarne le possibili conseguenze.

  21. INDAGINE SIGO • abbassamento a 17 anni dell’età media del primo rapporto sessuale • generazione gravemente disinformata • 80% di under 17 non ha ancora effettuato la prima visita ginecologica e che preferisce informazioni on-line. CONSEGUENZE: • il profilattico, che resta il contraccettivo più diffuso, è utilizzato solo nel 17,6% degli adolescenti • la pillola è usata nel 4,2% dei casi • le gravidanze indesiderate tra ragazze under 20 negli ultimi anni sono aumentate al 13% (di cui un 40% in adolescenti con meno di16 anni)

  22. INDAGINE SIGO • 2004: 4.883 casi di contagio HIV in ragazzi tra i 13 e 24 anni (13% del totale dei contagi); ogni anno emergono 19 milioni di nuovi casi di MTS nella stessa fascia anagrafica. • Il 90% delle ragazze vorrebbe più informazione a scuola. NE CONSEGUE: Necessità di una chiara informazione ed educazione sessuale Le risposte della scuola sono state in molti casi disorganiche e insufficienti Spesso l’argomento è stato trattato in maniera esclusivamente fisiologica dai docenti di scienze, o secondo una prospettiva etico-religiosa dai docenti di religione cattolica.

  23. Serve educazione sessuale nelle scuole

  24. Prevenzione HIV in adolescenza • Si coniuga all’educazione sessuale • Una chiara comunicazione delle informazioni • Un processo educativo ampio, che motivi rispetto a comportamenti e scelte di vita responsabili verso se stessi e verso gli altri. • Continuità degli interventi Rapporti sessuali, comportamenti, pregiudizi, paure, emozioni.

  25. Prevenzione HIV a scuola è GLOBALE discutere, condividere, pensarsi e viversi con interezza: corpo, mente, cuore, anima. Educazione e sessualità si conciliano quando viene favorito un dialogo sui significati, sugli intrecci che si creano tra il piacere del corpo, i valori della sessualità, l’affettività e l’amore.

  26. “…È chiaro che l'amore pensa, ripensa e conclude che secondo lui È il sesso che rovina sempre tutto, perché il sesso è l'amore con il trucco. Il sesso ti lascia il vuoto dentro. Il sesso ha rovinato il mondo, perché il sesso non prende decisioni serie, …” Povia “Il sesso e l’amore”

  27. Negrita “Sex”

  28. I testi parlano di… Sesso (trasgressione, esplorazione, vergogna, sensi di colpa, piacere,… ) Rapporto con sé e con l’altro Delusioni Paura di innamorarsi/di lasciarsi Legame tra sesso e amore: gioie e/o dolori?

  29. La sessualità coinvolge la persona nella sua totalità, è conflittuale, è ambivalente, produce piacere e soddisfazione ma anche amarezza e delusione, porta con sé sentimenti come affermazione di sé, di riconoscimento dell'altro e di sconferma, evolve. La corporeità, la ricerca e i significati del piacere, sentimenti, affetto e amore sono elementi assolutamente inscindibili da promuovere attraverso la prevenzione, stimolando riflessioni, discussioni, condivisione, prospettive.

  30. La sessualità è la persona, è come si muove, come si approccia con il mondo esterno. Tocca ambiti profondi e per questo scatena vissuti diversi, a volte faticosi. Richiede molta competenza e soprattutto rispetto dei valori e dei pensieri dell’altro.

  31. CONCLUSIONI • La scuola non è un contenitore di alunni da formare ma un luogo dove le persone crescono insieme. • Spesso i progetti non hanno un piano organico, sono disomogenei rispetto al territorio italiano, discontinui negli stessi istituti. • La formazione “informale” è ancora agli albori. • La scuola ha un ruolo importante nel rapporto con sé, con i pari, con l’autorità, con le regole, nell’autoaffermazione di sè.

  32. Tutta la comunità educante è inserita in questo processo ed ha un ruolo nella formazione dell’identità. • La prevenzione deve cominciare già dalla Scuola dell’Infanzia, attraverso una educazione affettiva che permetta alla persona di conoscersi, di scoprirsi, di crescere nella propria autostima, di rispettare l’altro e la diversità. • La prevenzione HIV con i giovani, se non prende scorciatoie -comode soprattutto per gli adulti-, deve offrire ai giovani spazi per discutere di sessualità ed affettività.

  33. GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

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