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5. I sub-sistemi aziendali Il sistema delle persone

5. I sub-sistemi aziendali Il sistema delle persone. Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano. IL SISTEMA DELLE PERSONE (ORGANIZZAZIONE). tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE ( ORGANIZZAZIONE ) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE)

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5. I sub-sistemi aziendali Il sistema delle persone

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  1. 5. I sub-sistemi aziendaliIl sistema delle persone Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano

  2. IL SISTEMA DELLE PERSONE (ORGANIZZAZIONE) tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE) L’ORGANIZZAZIONE è un sistema coordinato di persone che si prefigge dir aggiungere un più razionale impiego del lavoro umano in relazione agli obiettivi aziendali. Essa si realizza attraverso • SUDDIVISIONE e SPECIALIZZAZIONE delle attività; • COORDINAZIONE delle attività in un sistema integrato di obiettivi, poteri e responsabilità • definizione degli obiettivi e delle funzioni da svolgere, per raggiungere gli obiettivi programmati • scomposizione/ricomposizione delle funzioni da svolgere per creare ruoli da assegnare alle persone • specificazione per ogni ruolo dei compiti e delle responsabilità • definizione delle linee di influenza AUTORITARIO e NON AUTORITARIA per indirizzare le persone • definizione delle PROCEDURE operative (modalità di funzionamento delle funzioni) Fasi del Processo organizzativo a.a 2011/2012

  3. criteri di divisione del lavoro tra le persone, presenti all’interno dell’azienda delibera degli organi, delle funzioni e delle relazioni o linee di influenza tra gli organi definizione della struttura organizzativa cioè l’insieme dei ruoli (o comportamenti attesi) e delle linee di influenza Gli organi aziendali possono essere suddivisi su tre livelli: organo volitivo organo direttivo organo esecutivo soggetto che prende le decisioni aziendali e definisce le linee strategiche da seguire traduce in direttive operative le linee strategiche dettate dell’organo volitivo è composto da tutti coloro che, materialmente, eseguono quanto definito dall’organo direttivo a.a 2011/2012

  4. SCOMPOSIZIONE E RICOMPOSIZIONE FUNZIONI Ogni organo svolge una determinata funzione, all’interno della quale vi saranno differenti ruoli e compiti assegnati alle persone. Come creare una struttura organizzativa efficiente? è necessario stabilire le relazioni, che collegano i diversi organi, per definire con chiarezza come e con chi comunicare all’interno del proprio reparto, della propria funzione e dell’intera azienda. A B C D Produzione (da scomporre e ricomporre tra 4 ruoli) Vendita (da scomporre in modo da avere 2 ruoli) Acquisti (da ricomporre in modo da avere 2 ruoli) Amministrazione a.a 2011/2012

  5. Dal processo organizzativo la struttura organizzativa, rappresentabile graficamente mediante organigrammi collegamento funzionale, basato sul grado di specializzazione, che differenzia gli organi, anche appartenenti allo stesso livello Gli organi si collegano tra loro secondo due direzioni principali: direzione verticale e direzione orizzontale Linea di influenza strettamente gerarchica INFLUENZA AUTORITARIA INFLUENZA NON AUTORITARIA a.a 2011/2012

  6. Possibili STRUTTURE ORGANIZZATIVE struttura gerarchica di tipo piramidale: il potere decisionale è accentrato nella mano di un solo soggetto/organo e ciascun membro dell’organizzazione riceve ordini da un solo diretto superiore e allo stesso deve rispondere per il suo operato. struttura funzionale: il potere decisionale e i compiti relativi alla direzione vengono suddivisi tra più organi di pari grado, ognuno specializzato in una determinata funzione ciascuno dei quali dipende dall’organo volitivo. struttura gerarchico-funzionale (line e staff): suddivisione tra due tipi di organi. Gli organi di line, svolgono attività direttive ed hanno potere decisionale; gli organi di staff sono organi consultivi di assistenza agli organi di line. struttura multi divisionale: la responsabilità di direzione viene ripartita in divisioni ciascuna delle quali gestita da un suo dirigente. struttura a matrice adatta soprattutto per quelle aziende che lavorano su commessa o per progetto. In questa struttura troviamo due tipi di dirigenti entrambi dipendenti dall’organo volitivo: i manager di funzione e i manager di progetto. a.a 2011/2012

  7. struttura gerarchico-funzionale a.a 2011/2012

  8. struttura multi divisionale a.a 2011/2012

  9. struttura a matrice a.a 2011/2012

  10. problema organizzativo: quale stile di direzione? Modalità di comportamento che gli organi direttivi assumono verso i subordinati basato sull’accentramento del potere decisionale attuato mediante il comando Di tipo AUTORITARIO Di tipo PARTECIPATIVO fondato sul consenso e sulla delega di potere decisionale a.a 2011/2012

  11. inventario bilancio IL SISTEMA DEI BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE) Rappresenta l’insieme dei mezzi funzionali all’attività svolta dall’azienda e che sono organizzati secondo un rapporto di interrelazione per il comune scopo della produzione. Ha caratteristiche qualitative e quantitative in continuo mutamento. Il patrimonio può essere esaminato secondo due aspetti Tecniche di stima ASPETTO QUALITATIVO ASPETTO QUANTITATIVO “Il capitale, quale entità astratta è una grandezza variamente configurabile nel suo valore, in relazione alle diverse finalità che ne ispirano la valutazione”. (Onida P., Economia d’azienda, 1971). a.a 2011/2012

  12. CAPITALE O PATRIMONIO Insieme coordinato dei mezzi economici che sono a disposizione del soggetto aziendale in un determinato istante per il conseguimento dei fini istituzionali dell’azienda. Complesso di beni a disposizione dell’azienda in un determinato momento. Impossibilità di definire in modo universale ed esaustivo il capitale o patrimonio Nozione poliedrica e complessa Diversi aspetti attraverso i quali deve essere esaminato il capitale a.a 2011/2012

  13. INVENTARIO • Elenca gli elementi del patrimonio secondo le caratteristiche fisiche e funzionali (kg, euro, colli, ..), per cui essi non possono essere sommati • Evidenzia l’ ASPETTO QUALITATIVO del patrimonio: come complesso coordinato di beni (materiali, persone, macchinari, denaro, ecc..) espressi in quantità eterogenee BILANCIO • In particolare, il prospetto di STATO PATRIMONIALE contenuto nel documento di bilancio riporta il valore di ogni elemento del patrimonio (prodotti 20 euro, impianti 300 euro, debiti, 30 euro, ecc..) • Evidenzia l’ ASPETTO QUANTITATIVO del patrimonio: come fondo omogeneo di valori finanziari ed economici, attivi e passivi, espressi nella moneta contabile e sommabili fra loro. a.a 2011/2012

  14. Coloro che devono intraprendere un’attività economica devono impiegare nell’iniziativa (nell’impresa) mezzi commisurati alle esigenze dell’attività svolta. I mezzi impiegati nell’impresa possono essere insufficienti, per cui è necessario il ricorso a prestiti erogati da finanziatori esterni. Sono impiegati per lo svolgimento dell’attività aziendale mezzi apportati dal proprietario o dai soci CAPITALE PROPRIO mezzi apportati da finanziatori esterni CAPITALE DI CREDITO a.a 2011/2012

  15. Mediante lo svolgimento delle operazioni di gestione sono impiegati per l’acquisto di fattori produttivi produttivi di tipo strutturale e a fecondità semplice Gli impieghi si modificano per effetto delle operazioni di gestione … Investimenti o attività Finanziamenti, fonti o passività Struttura “mezzi disponibili – impieghi che si rinnova continuamente a.a 2011/2012 L’ammontare dei mezzi disponibili = ammontare degli impieghi

  16. Gli elementi del patrimonio Impieghi di risorse finanziarie o investimenti Fonti di risorse finanziarie o finanziamenti IMPIEGHI FONTI fattori produttivi specifici (es. materie prime) Capitale di terzi fattori produttivi generici (es. denaro) Capitale proprio a.a 2011/2012

  17. IMPIEGHI o INVESTIMENTI: Sono impieghi di risorse finanziarie in fattori produttivi generici (denaro o crediti) e specifici (immobilizzazioni, a lento ciclo di utilizzo o materie prime a rapido ciclo di utilizzo) Si parla di ATTIVITA’ in quanto valori attribuiti ai beni, servizi e diritti a disposizione dell’impresa nel momento della determinazione del capitale (es. crediti, magazzino, impianti, ecc.) FINANZIAMENTI: Sono fonti finanziarie di terzi (capitale con vincolo di credito) o proprie (con vincolo di capitale di rischio) Si parla di PASSIVITA’ in quanto valori attribuiti ai debiti liquidi (debiti verso fornitori), in corso di formazione (debiti per TFR), potenziali (fondi rischi) e alle partite rettificative dell’attivo (fondi svalutazione crediti e fondi ammortamento). a.a 2011/2012

  18. ASPETTO QUALITATIVO Sotto l’aspetto qualitativo il patrimonio è considerato un complesso coordinato di elementi eterogenei espressi in quantità eterogenee. “L’insieme dei beni economici (ricchezze) materiali o immateriali, a disposizione dell’azienda in un dato momento” (Onida P., 1970). Il capitale dell’impresa può essere definito come l’insieme complementare di beni materiali e immateriali di diritto o di fatto a disposizione dell’impresa, per lo svolgimento dell’attività economica di produzione (Onida P, 1970). Ciascun bene ha proprie caratteristiche fisiche e funzionali, ma tutti i beni sono legati da un rapporto di complementarietà per lo svolgimento dell’attività economica Art. 810 c.c. ‘Sono beni tutto ciò che può formare oggetto di diritti: beni materiali e immateriali sia di proprietà sia utilizzati in virtù di un diritto di godimento, come uso ed usufrutto).’ a.a 2011/2012

  19. Analisi qualitativa: gli elementi del patrimonio sono classificati in base a caratteristiche funzionali e non in base al loro valore Ciascun elemento è misurato con parametri che ne contraddistinguono la natura. I vari elementi non si possono sommare per ottenere un valore sintetico che indichi l’entità complessiva del capitale Si possono rappresentare nel prospetto di inventario a quantità eterogenee o inventario a quantità non monetarie a.a 2011/2012

  20. L’inventario (Cap. III volume Cedam) • Rilevazione in un dato istante di tutti i componenti attivi e passivi del capitale o del patrimonio o di una parte di tali componenti o di un aggregato di beni economici, che debba considerarsi riunito in un tutto (Besta). • Finalità: • Dimostrare la consistenza quali-quantitativa del patrimonio aziendale • (inventari costituzione, cessione, di esercizio, di trasformazione, fusione, liquidazione) • Controllo • (verifica e riscontro del magazzino, di ammanchi, cali, di consegna/riconsegna beni in deposito o dati a custodia, per funzioni di ispettorato aziendale–auditing interno/esterno) • TIPI DI INVENTARIO • In base all’oggetto: • Inventari patrimoniali, di beni altrui, di cose qualsiasi • In base all’estensione: • -Inventari generali, parziali • In base alla natura dei dati: • Inventari a non monetarie; a quantità monetarie o a valore • Rispetto alla fonte dei dati: • -Inventari di fatto; contabili • Rispetto alla periodicità: • -Inventari ordinari (annuali/rotativi); inventari straordinari • Rispetto all’analisi del prospetto: • - Inventari analitici; sintetici FASI Scelta elementi da inventariare Ricerca degli elementi Descrizione quali-quantitativa Classificazione Valutazione in termini monetari Rappresentazione a.a 2011/2012

  21. Ripartizioni e suddivisioni del patrimonio dal punto di vista qualitativo In base al legame temporale con l’impresa: – Attivo immobilizzato: beni o attività che cedono la loro utilità per più anni • Immobilizzazioni materiali • Immobilizzazioni immateriali • Immobilizzazioni finanziarie • Magazzino immobilizzato – Attivo circolante: beni o attività che cedono la loro utilità entro l’anno o che sono già in forma liquida (come il denaro) • Magazzino a breve • Liquidità differite • Liquidità immediate • Dal punto di vista giuridico: – Beni di proprietà – Beni di terzi (es. beni in leasing o in conto lavorazioni) • A seconda del legame con l’attività tipica dell’impresa: – Beni principali: senza i quali non è possibile svolgere l’attività caratteristica (es. macchinari e impianti) – Beni accessori: non indispensabili, ma utili, presenti in azienda a seguito di scelte gestionali (es. immobili civili) a.a 2011/2012

  22. ASPETTO QUANTITATIVO “Sotto l’aspetto quantitativo il capitale viene considerato come fondo omogeneo di valori, la cui entità è espressa sinteticamente da un solo valore rendendo possibili eventuali comparazioni nel tempo e nello spazio” (D’Amodeo D., 1965). I componenti del patrimonio rilevati sotto l’aspetto qualitativo non sono sommabili perché di natura eterogenea. È tuttavia possibile operare una omogeneizzazione mediante la valutazione, cioè l’attribuzione a ciascun bene di un valore monetario (a seconda dei casi, valore nominale, valore di mercato, costo di acquisto, costo di produzione ecc.). I beni così espressi possono essere sommati e fornire quindi una misura sintetica del Capitale. Il prospetto nel quale i valori monetari dei beni vengono esposti è denominato Stato Patrimoniale (S.P.) o Stato dei Capitali. Utilizzando il prospetto di Stato Patrimoniale è possibile effettuare: un’analisi, sia patrimoniale (relativa al complesso dei beni che compongono l’azienda espressi in valori monetari) un’analisi finanziaria (attenta al rapporto tra i flussi in entrata e quelli in uscita). a.a 2011/2012

  23. Il patrimonio in termini quantitativi: il concetto di valutazione del capitale • Per quantificare il patrimonio dell’azienda occorre attribuire un valore agli elementi del capitale: la determinazione è soggettiva poiché influenzata da: • scopo per il quale viene effettuata • natura dei beni da valutare • la particolare situazione in cui si trova l’azienda a.a 2011/2012

  24. Per quanto riguarda la valutazione quantitativa, il capitale può assumere configurazioni diverse, ognuna di esse capace di soddisfare una capacità conoscitiva differente: • capitale di costituzione • (misurazione del capitale iniziale) • capitale di funzionamento • (valore attribuito al patrimonio aziendale in funzione della determinazione del reddito da assegnare all’esercizio) • capitale economico • (o capitale di cessione: valore di sintesi valore di sintesi che esprime la capacità dell’impresa di produrre redditi in futuro: stima del valore dell’azienda in funzione della sua capacità di produrre redditi in futuro) • capitale di liquidazione • (valore del patrimonio aziendale risultante dalla vendita per stralcio dei beni dell’azienda, ceduti separatamente; valori di presunto realizzo per le attività e valori di presunta estinzione per le passività, allo scopo di determinare, in via preventiva, l’attivo netto realizzabile) Crescente importanza degli elementi intangibili del capitale a.a 2011/2012

  25. Il patrimonio in termini quantitativi: il prospetto di Stato Patrimoniale Lo Stato Patrimoniale elenca tutti gli elementi del patrimonio. Tale prospetto è articolato in sezioni divise e contrapposte Totale ATTIVITA’ - Totale Passività = PATRIMONIO NETTO (o capitale netto) a.a 2011/2012

  26. STATO PATRIMONIALE ATTIVITA’ (DARE) Cassa E 100 Prodotti E 200 Macchine E 300 Fabbricati E 400 Totale attiv. E 1.000 PASSIVITA’ (AVERE) Debiti cambiari E 200 Totale passiv. E 200 Cap. netto E 800 Tot.a pareggio E 1.000 a.a 2011/2012

  27. Gli elementi che formano il capitale sono resi omogenei tramite la valutazione. • Il valore del capitale che risulta dallo stato patrimoniale e che viene determinato effettuando le valutazioni secondo quando disposto dal codice civile viene indicato come: • Capitale di gestione • Capitale di funzionamento • Capitale di bilancio • Il patrimonio rappresenta quindi l’ammontare delle risorse a disposizione del soggetto aziendale in un determinato istante, relative all’azienda in normale funzionamento, la cui entità varia in conseguenza: • della gestione • dei criteri di valutazione applicati a.a 2011/2012

  28. Il Patrimonio Netto La somma algebrica tra ATTIVITA’ E PASSIVITA’ consente la determinazione del CAPITALE PROPRIO o PATRIMONIO NETTO Data la relazione: Attività - Passività= Patrimonio Netto allora se: • A = PN: l’azienda si è finanziata solo con mezzi propri (no debiti) • A = P: l’azienda ha un patrimonio netto = 0 (è finanziata totalmente con capitale di rischio) • A < P: non solo il patrimonio è nullo, ma le attività sono insufficienti a far fronte ai debiti • A > P: l’azienda è finanziata sia da capitale di rischio che capitale proprio Patrimonio Lordo o Attività Lorde a.a 2011/2012

  29. Il Patrimonio Netto e le sue parti ideali • Il PN è la misura contabile dei capitali apportati in azienda a titolo di capitale di rischio. L’origine è duplice: • interna (utili e riserve provenienti dalla mancata distribuzione di utili) • esterna (raccolta sul mercato di capitale di rischio e riserve provenienti da conferimenti di capitale -riserva sovrapprezzo azioni-) • Le quote ideali del PN : • CAPITALE SOCIALE: valore nominale delle azioni o quote • RISERVE: accantonamenti di utili (obbligatorie e facoltative) o di capitale (contributi di soci o di terzi distinti dal capitale sociale) o di rivalutazione (rivalutazione monetaria di elementi dell’attivo) • PERDITE PREGRESSE: perdite di anni precedenti in attesa di sistemazione (da coprire con utili di futuri esercizi, riducendo il capitale sociale o con versamenti di soci a fondo perduto) • UTILE DI ESERCIZIO: reddito in attesa di destinazione ovvero da distribuire agli azionisti/soci o da portare ad incremento delle riserve a.a 2011/2012

  30. Le variazioni del patrimonio V. pp. 33-40 Volume Cedam tempo STATO PATRIMONIALE 31/12/2008 STATO PATRIMONIALE 31/12/2009 CAPITALE NETTO INIZIALE CAPITALE NETTO FINALE La variazione subita dal patrimonio è imputabile: • Alla gestione: è stato prodotto un utile (variazione in aumento) oppure si è rilevata una perdita (variazione in diminuzione) • Conferimenti e decisioni prese dai soci: si è deciso di incrementare il capitale sociale conferendo altri beni o denaro (aumento) oppure si è deciso di ridurre il capitale sociale con restituzione del denaro ai soci (variazione in diminuzione) a.a 2011/2012

  31. Il capitale proprio o capitale netto (CP) rappresenta il capitale messo a disposizione dal soggetto aziendale al momento della costituzione ed incrementato o diminuito dal risultato dell’andamento aziendale. Il capitale di credito (CC) rappresenta tutti i debiti che l’azienda ha nei confronti dei creditori. Il totale Attività è uguale al totale INVESTIMENTI Il totale Passività e Netto è uguale al totale delle FONTI DI FINANZIAMENTO (CC + CP) Se le Attività sono superiori alle Passività: A – P = Capitale Netto Se le Attività sono inferiori alle Passività: A – P = Deficit Patrimoniale (o Passivo Netto o Passivo Scoperto) a.a 2011/2012

  32. INDICE DI INDEBITAMENTO È possibile analizzare la struttura delle singole sezioni (Attività e Passività) mediante appositi indici LEVERAGE RATIO CAPITALE DI CREDITO CC = CAPITALE PROPRIO CP esprime il grado di indebitamento dell’azienda mediante il rapporto tra capitale di credito e capitale proprio: 200 0,25 800 a.a 2011/2012

  33. Alcuni indicatori della solidità aziendale • MARGINE DI STRUTTURA: differenza tra capitale proprio e totale immobilizzazioni (indica la capacità dell’Alta Direzione di soddisfare il fabbisogno finanziario generato dagli impieghi durevoli senza far ricorso al capitale di terzi) • MARGINE DI TESORERIA: differenza tra le disponibilità finanziarie (liquidità immediate+differite) e i debiti a breve termine • CAPITALE CIRCOLANTE NETTO: differenza tra attivo circolante (liquidità immediate+differite+scorte) e i debiti a breve termine oppure differenza tra capitale permanente (proprio+debiti consolidati) e totale immobilizzazioni a.a 2011/2012

  34. Per quanto concerne la struttura finanziaria, è possibile, mediante un apposita riclassificazione delle voci dello Stato Patrimoniale, ricavare altri indici (tecnica dei quozienti) • rendere coerenti i criteri di classificazione del bilancio con le esigenze di analisi economiche e finanziare; • facilitare la lettura dei dati contenuti nel bilancio agevolando la formulazione di giudizi riguardo allo svolgimento dei fatti di gestione ed ai valori da essa prodotti. CURRENT RATIO (indice di solvibilità) ATTIVITA’ CORRENTI PASSIVITA’ CORRENTI QUICK RATIO (indice di liquidità) ATTIVITA’ CORRENTI - MAGAZZINO PASSIVITA’ CORRENTI (magazzino+crediti+banca) Passività correnti Crediti + banca e cassa Passività correnti a.a 2011/2012

  35. I valori dello Stato Patrimoniale sono stati ordinati: per le Passività, in base al tempo di rimborso; per le Attività, in base alla liquidità (l’attitudine del bene a trasformarsi in denaro). criterio di riclassificazione finanziario, basato sulla riconversione dei valori in forma liquida a.a 2011/2012

  36. IL REDDITO V. pp. 68-71 Libro Cedam REDDITO DI ESERCIZIO:l’accrescimento del patrimonio di un’impresa verificatosi in un certo periodo di tempo, come conseguenza della gestione(Zappa G.)  P.N. 31/12 - P.N. 01/01 = Reddito di esercizio  P.N. 31/12 > P.N. 01/01 = UTILE (la gestione ha prodotto ricchezza)  P.N. 31/12 < P.N. 01/01 = PERDITA (la gestione ha assorbito ricchezza)  Somma Ricavi - Somma Costi = Reddito di esercizio La formula vale solo se nel periodo considerato non ci sono stati apporti di capitale da parte dei soci, distribuzione di utili o altre modifiche patrimoniali METODO SINTETICO O INDIRETTO METODO ANALITICO O DIRETTO Componenti positivi Componenti negativi Le operazioni aziendali sono considerate di volta in volta in base al loro verificarsi e il reddito è ottenuto come risultato della combinazione di queste operazioni analiticamente contabilizzate. I componenti che hanno rilevanza sono individuati a prescindere dalla manifestazione finanziaria, tenendo conto della loro competenza economica a.a 2011/2012

  37. Variazione subita dal patrimonio netto per effetto della gestione; • Risultato della gestione secondo l’aspetto economico Reddito totale o globale: Rtot = PNtn – PNto PNtn = patrimonio netto al termine della vita dell’azienda PNt0 = patrimonio netto all’inizio dell’azienda to/tn = arco temporale in cui si sviluppa la vita dell’azienda Necessità di determinare il reddito alla fine di ognuno dei periodi amministrativi in cui è fittiziamente ripartita la gestione a.a 2011/2012

  38. Il riepilogo di costi e ricavi dell’esercizio Il prospetto di Conto Economico contenuto nel documento di Bilancio, riepiloga i componenti positivi e negativi di reddito e determina il risultato di esercizio: Conto Economico al 31/12/2004 a.a 2011/2012

  39. Il reddito di esercizio come risultato delle diverse gestioni aziendali L’attività aziendale può essere suddivisa in diverse gestioni: • Caratteristica: connesse all’attività principale (acquisto e vendita) • Patrimoniale/accessoria: impiego di liquidità eccedente il fabbisogno della gestione caratteristica (investimenti in titoli e finanziamenti a terzi) • Finanziaria: accensione prestiti e pagamento interessi (operazioni per acquisire finanziamenti) • Straordinaria: eccezionali sotto il profilo aziendale o temporale • Tributaria: oneri fiscali a.a 2011/2012

  40. REDDITO CIVILISTICO Reddito di fine esercizio rilevato al fine di comunicare l’andamento dell’azienda a soggetti esterni Tale valore (reddito d’esercizio) risulta dall’andamento della gestione REDDITO FISCALE Reddito sul quale vengono calcolate le imposte Tale valore è ricavato dall’utile di esercizio rettificato in base alle disposizioni del T.U.I.R. a.a 2011/2012

  41. Riepilogando: REDDITO DI ESERCIZIO è un valore di flusso CAPITALE DI FUNZIONAMENTO è un valore stock a.a 2011/2012

  42. La gestione: intera vita dell’impresa anno di costituzione 1998 fine dell’attività aziendale 2009 IL SISTEMA DELLE OPERAZIONI (GESTIONE) tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI(GESTIONE) La gestione è il sistema delle operazioni successive e simultanee svolte durante la vita dell’impresa finalizzate al raggiungimento degli obiettivi prefissati La gestione: intera vita dell’impresa a.a 2011/2012

  43. Tutte le operazioni di gestione si svolgono succedendosi senza soluzione di continuità dalla costituzione alla cessazione dell’azienda. Tuttavia, la programmazione ed il controllo della gestione riguardano generalmente lassi di tempo più brevi denominati periodi amministrativi (generalmente coincidenti con l’anno solare). L’insieme/il sistema delle operazioni, e quindi di gestione, svolte all’interno di un periodo amministrativo viene denominato esercizio, anch’esso coincidente con l’anno solare. concetto economico (insieme delle operazioni). concetto temporale (parte della vita aziendale dalla durata di dodici mesi) a.a 2011/2012

  44. I comportamenti di gestione possono essere studiati facendo riferimento: • all’intera attività aziendale • oppure, nell’ambito del quadro globale di lungo periodo, a particolari aree decisionali nel breve periodo. • • Un solo periodo • amministrativo • (un anno) • SINGOLE AREE AZIENDALI • • Più periodi • amministrativi • (medio-lungo periodo) • L’INTERA AZIENDA La gestione investe il piano strategico (le strategie di sviluppo dell’impresa) Si avvale di funzioni di tipo Direzionale: di organizzazione, di programmazione, di controllo e di leadership La gestione opera a livello di sub-strategie (relative ai vari campi gestionali) Si avvale di funzioni di tipo Operativo: tecnologica, commerciale, di produzione, del personale, ricerca e sviluppo finanziaria, di contabilità, di sicurezza a.a 2011/2012

  45. MODELLI GESTIONALI IN CAMPO STRATEGICO • Modello RIPETITIVO: le azioni come conseguenza di variazioni ambientali • Modello DIFENSIVO: le azioni come risposta anticipata ai mutamenti dell’ambiente esterno • Modello di SVILUPPO: l’innovazione è perseguita come sforzo autonomo a.a 2011/2012

  46. Di quali funzioni si avvale la gestione? POLITICHE REALIZZATE NEI VARI SETTORI GESTIONALI • A LIVELLO STRATEGICO – FUNZIONI DIREZIONALI: • ORGANIZZAZIONE (definizione dei livelli gerarchici, dei ruoli, delle linee di influenza) • PROGRAMMAZIONE (sistema delle decisioni) • CONTROLLO (tra quanto preventivato e quanto ottenuto e individuazione delle cause) • LEADERSHIP (guida del sistema di persone nei processi di decisione, esecuzione, controllo) • A LIVELLO DI SUB-STRATEGIE – FUNZIONI OPERATIVE: • COMMERCIALE • PRODUZIONE • FINANZIARIA • CONTABILE • PERSONALE • RICERCA E SVILUPPO Funzioni: tecnologiche, commerciali, finanziarie, contabilità, sicurezza) a.a 2011/2012

  47. LEADERSHIP Sovraintende a tutto il comportamento dell’azienda CONTROLLO DECISIONE ESECUZIONE FEED-BACK (meccanismo di correzione) a.a 2011/2012

  48. Se analizziamo i comportamenti di gestionecon riferimento a particolari aree decisionali nel breve periodo, rientriamo nel campo delle sub-strategie o, meglio, delle politiche realizzate nei vari settori gestionali (produzione, vendita, finanza, ecc.). • Rispetto all’area cui ci si riferisce, si possono individuare: • La gestione commerciale e di marketing • La gestione della produzione • La gestione finanziaria • La gestione contabile • La gestione del personale • La gestione della ricerca e sviluppo a.a 2011/2012

  49. LA GESTIONE La gestione è svolta attraverso funzioni aziendali a.a 2011/2012

  50. La gestione è riferita ad un determinato periodo amministrativo. • La gestione è un insieme di operazioni aventi diversa natura. • Per la presenza di operazioni complementari, ma diverse tra loro, è possibile analizzare la gestione sotto tre aspetti: • Aspetto tecnico • Aspetto finanziario • Aspetto economico Sono complementari tra loro; rappresentano il risultato di analisi diverse effettuate sullo stesso fenomeno a.a 2011/2012

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