1 / 31

NEOPLASIE (SINDROMI) LINFOPROLIFERATIVE CRONICHE

NEOPLASIE (SINDROMI) LINFOPROLIFERATIVE CRONICHE. Le sindromi linfoproliferative croniche sono malattie monoclonali neoplastiche prevalenti nell’adulto anziano caratterizzate dalla proliferazione e accumulo nel midollo osseo, negli organi linfoidi e nel sangue periferico di linfociti

neveah
Download Presentation

NEOPLASIE (SINDROMI) LINFOPROLIFERATIVE CRONICHE

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. NEOPLASIE (SINDROMI) LINFOPROLIFERATIVE CRONICHE • Le sindromi linfoproliferative croniche sono malattie monoclonali neoplastiche prevalenti nell’adulto anziano caratterizzate dalla proliferazione e accumulo nel midollo osseo, negli organi linfoidi e nel sangue periferico di linfociti • Sono più frequentemente a fenotipo • La loro frequenza aumenta con l’età Istituto “Seragnoli”-Bologna

  2. LA LEUCEMIA LINFATICA CRONICA (LLC) • La popolazione monoclonale è rappresentata da piccoli linfociti, morfologicamente normali, funzionalmente incompetenti, arrestati in fase precoce del ciclo cellulare (G0-G1), con prolungata sopravvivenza per ridotta apoptosi • Nel 95% dei casi circa il fenotipo è B Istituto “Seragnoli”-Bologna

  3. LA LINFOCITOSI B MONOCONALE E’ UNA CONDIZIONE NON PATOLOGICA, NON SINTOMATICA, NON RICHIEDENTE ALCUNA TERAPIA, E TENDENZIALMENTE NON EVOLUTIVA, CHE BIOLOGICAMENTE E’ IDENTICA ALLA LLC, MA DEVE ESSERE DISTINTA CLINICAMENTE DALLA LEUCEMIA LINFATICA CRONICA LLC Linfocitosi B monoclonale • MONOCLONALITA’ k/ + + • RIARRANGIAMENTO IGHV ± ± • FENOTIPO CD5 / CD19 + + • LINFOADENOMEGALIE ± - • SPLENOMEGALIA ± - • SINTOMI ± - • ANEMIA ± - • PIASTRINOPENIA ± - • NEUTROPENIA ± - • CONTA LINFOCITI NEL SANGUE > 5000/L < 5000/L Istituto “Seragnoli”-Bologna

  4. Istituto “Seragnoli”-Bologna

  5. PATOGENESI DELL’EVENTO NEOPLASTICOL’ORIGINE DELLA LEUCEMIA HA IMPORTANZA PROGNOSTICA • In circa il 50% dei casi la cellula neoplastica origina in una fase di maturazione linfocitaria antigene (Ag) indipendente (pre-centro germinativo nel linfonodo). E’ una cellula “naive” che non presenta mutazioni somatiche del gene IgVH • Nel restante 50% dei casi circa la cellula neoplastica origina in fase maturativa Ag dipendente, post centro germinativo. Il linfocita ha già percorso la fase di maturazione T dipendente (B memoria) e sono presenti mutazioni somatiche del gene IgVH Istituto “Seragnoli”-Bologna

  6. EPIDEMIOLOGIA • 25% di tutte le leucemie in Europa • La più frequente leucemia cronica Rara e a fenotipo prevalentemente T in oriente • L’incidenza aumenta con l’ età (età media 63 anni) • Nessuna correlazione etiologica con i principali fattori leucemogeni (ad esempio radiazioni ionizzanti) Istituto “Seragnoli”-Bologna

  7. QUADRI CLINICI DELLA LLC • Nel 50% dei casi circa la diagnosi è occasionale sulla base di esami laboratoristici “di routine” • I principali quadri clinici sono caratterizzati da: • Aumento volumetrico dei linfonodi delle stazioni linfoghiandolari superficiali • I linfonodi sono indolenti, mobili, di consistenza non dura, senza tendenza a confluire o alla fistolizzazione • Splenomegalia • Possibile aumento volumetrico dei linfonodi profondi (quasi sempre asintomatici – ECO e TAC) • Anemia e/o piastrinopenia • Complicazioni infettive Istituto “Seragnoli”-Bologna

  8. Istituto “Seragnoli”-Bologna

  9. Istituto “Seragnoli”-Bologna

  10. CAUSE DI ANEMIA NELLA LLC • Ridotta eritropoiesi secondaria ad espansione del clone linfocitario • Aumentata eritrocateresi splenica • Autoanticorpi antieritrocitari (anemia emolitica autoimmune) Istituto “Seragnoli”-Bologna

  11. APPROCCIO AL PAZIENTE CON SOSPETTA LLC INDAGINI DI LABORATORIO (I) • Esame emocromocitometrico: • riscontro di linfocitosi (> 5.000/ L) • Morfologia dei linfociti • Possibile riscontro di anemia e/o piastrinopenia (10-15% dei casi) Istituto “Seragnoli”-Bologna

  12. APPROCCIO AL PAZIENTE CON SOSPETTA LLC INDAGINI DI LABORATORIO (II) • Studio del fenotipo di membrana dei linfociti (immunofenotipo): • Markers dei linfociti B (CD19, 20, 21, CD23) • CD5 (a bassa intensità) (CD5/CD19 +) • Ig di superficie (IgM o IgD) a bassa densità con restrizione monotipica per le catene leggere Istituto “Seragnoli”-Bologna

  13. APPROCCIO AL PAZIENTE CON SOSPETTA LLC INDAGINI DI LABORATORIO (III) • Aspirato midollare: infiltrazione linfoide midollare > 30% • Biopsia ossea: valutazione del tipo di infiltrazione midollare e dell’emopoiesi residua • Analisi delle alterazioni cromosomiche dei linfociti (presenti in circa 50% dei casi) Istituto “Seragnoli”-Bologna

  14. BIOPSIA OSSEA NELLA LLC Infiltrazione diffusa da parte di piccoli linfociti Pattern nodulare di infiltrazione linfocitaria Istituto “Seragnoli”-Bologna

  15. APPROCCIO AL PAZIENTE CON SOSPETTA LLC INDAGINI DI LABORATORIO (IV) INDAGINI STRUMENTALI • Protidemia + elettroforesi (30-50% dei pazienti presentano ipogammaglobulinemia) • Ecografia addominale, Rx torace, TAC torace-addome Istituto “Seragnoli”-Bologna

  16. FATTORI PROGNOSTICI NELLA LLC • Importanti in quanto identificano gruppi di pazienti con sopravvivenza molto variabile • Parametri clinico-laboratoristici: • LDH • Stadio clinico • Tipo di infiltrazione midollare • Tempo di raddoppiamento della linfocitosi periferica Istituto “Seragnoli”-Bologna

  17. LLC - classificazione secondo RAI STADIO • 0 • I • II • III • IV Linfocitosi B monoclonale : Isolata Con adenomegalie Con organomegalia (Milza / Fegato) Con anemia (Hb < 11 g/dL) Con piastrinopenia (Piastrine < 100.000/uL) Istituto “Seragnoli”-Bologna

  18. LLC - classificazione secondo Binet STADIO Linfocitosi B monoclonale con: < 3 aree linfonodali interessate > 3 aree linfonodali interessate Hb < 10 g/dL e/o Piastrine < 100.000/uL, indipendentemente dal numero delle aree linfonodali interessate • A • B • C Istituto “Seragnoli”-Bologna

  19. FATTORI PROGNOSTICI NELLA LLC • Parametri biologici: • Presenza di mutazioni somatiche del gene IgVH • Alterazioni cromosomiche: delezione del cromosoma 13, trisomia del cromosoma 12, delezione del cromosoma 17 (anti oncogene p53) e 11 (banda q23) • Espressione fenotipica di CD38 • Espressione di ZAP-70: proteina intracellulare che promuove la trasmissione di segnali di sopravvivenza cellulare. Normalmente presente nei linfociti T e cellule NK, raramente nei linfociti B Istituto “Seragnoli”-Bologna

  20. FATTORI PROGNOSTICI NELLA LLC LLC AGGRESSIVA LLC INDOLENTE ZAP 70 + IgVH mutato Delezione 13 IgVH germline CD38 basso CD38 elevato delezione17 ZAP 70- P53 mutato P53 normale Istituto “Seragnoli”-Bologna

  21. DECORSO CLINICO DELLA LLC • Progressivo accumulo di linfociti nel midollo e nel sangue • Progressione di stadio • Alcuni pazienti non mostrano progressione nel tempo (“Linfocitosi monoclonale B”) • Evoluzione in leucemia prolinfocitica e/o sindrome di Richter Istituto “Seragnoli”-Bologna

  22. SINDROME DI RICHTER • Presenza di masse linfomatose • All’istologia del linfonodo e nel sangue prevalenza di blasti linfoidi, ad elevata attività proliferativa • Sintomi: febbre, perdita di peso, sudorazioni profuse • Scarsa sensibilità alla terapia Istologia di linfonodo Piccoli linfociti, cellule blastiche e figure mitotiche Istituto “Seragnoli”-Bologna

  23. STRATEGIE TERAPEUTICHE • 1/3 dei pazienti non necessita di terapia • 1/3 dei pazienti, dopo un periodo di decorso “indolente”, presenta una progressione che richiede terapia • 1/3 dei pazienti richiede immediata terapia per malattia aggressiva Istituto “Seragnoli”-Bologna

  24. STRATEGIE TERAPEUTICHE • Le finalità della terapia sono diverse a seconda dell’età, dello stadio, della presenza di sintomi e dall’aggressività della malattia: • Contenimento della malattia • Risoluzione dei sintomi • Prolungamento della sopravvivenza • “Eradicazione” della malattia Istituto “Seragnoli”-Bologna

  25. STRATEGIE TERAPEUTICHE • Nessuna terapia (osservazione) • Terapia citotossica a dosi convenzionali con farmaci singoli o in associazione • Anticorpi monoclonali • Terapia citotossica ad alte dosi con trapianto di progenitori emopoietici autologhi • Terapia citotossica ad alte dosi con trapianto di progenitori emopoietici allogenici Istituto “Seragnoli”-Bologna

  26. LEUCEMIA PROLINFOCITICA • I linfociti monoclonali nel midollo e nel sangue periferico sono di grandi dimensioni, con ampio citoplasma e evidente nucleolo. Tale popolazione è prevalente e presente nel midollo in proporzione > al 50% Istituto “Seragnoli”-Bologna

  27. LEUCEMIA PROLINFOCITICA • Caratteristici marcatori di membrana che la distinguono dalla LLC (elevata espressione delle Ig di membrana) • Più aggressiva della LLC. Molto rara la diagnosi casuale • La clinica è caratterizzata principalmente da splenomegalia (80%) e epatomegalia (50%) e da sintomi quali febbre, astenia, infezioni. Raramente vi sono linfoadenomegalie • Anemia, piastrinopenia, neutropenia • La classificazione in stadi della LLC non si applica. Malattia sempre aggressiva e evolutiva. Istituto “Seragnoli”-Bologna

  28. LEUCEMIA A CELLULE CAPELLUTE (HAIRY CELL LEUKEMIA) (HCL) • I B-linfociti monoclonali nel midollo e nel sangue periferico sono caratterizzati da lunghe e sottili protrusioni citoplasmatiche simili a capelli Striscio di sangue Aspirato midollare Istituto “Seragnoli”-Bologna

  29. Istituto “Seragnoli”-Bologna

  30. LEUCEMIA A CELLULE CAPELLUTE (HAIRY CELL LEUKEMIA) (HCL) • La clinica è rappresentata per lo più da splenomegalia di grado variabile, talora marcata • Anemia, neutropenia e piastrinopenia • Astenia, affaticabilità, calo ponderale, infezioni • La diagnosi si fonda sul riscontro delle cellule hairy, sulla biopsia ossea e sull’immunofenotipo • La terapia è molto efficace sia all’esordio che ad eventuale ripresa di malattia. I farmaci principali sono la 2- Clorodesossiadenosina e la Pentostatina Istituto “Seragnoli”-Bologna

  31. MARCATORI DI MEMBRANA NELLE SINDROMI LINFOPROLIFERATIVE CRONICHE LLC: leucemia linfatica cronica, LPL: leucemia prolinfocitica, HCL: Hairy cell leukemia, LF: linfoma follicolare, LM: linfoma mantellare Istituto “Seragnoli”-Bologna

More Related