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LA MOTIVAZIONE

LA MOTIVAZIONE. LA MOTIVAZIONE. Motivazioni intrinseche Motivazioni estrinseche. MOTIVAZIONE INTRINSECA. 1) Curiosità epistemica • bisogno universale di conoscere e di apprendere (Berlyne 1960) • ruolo dell’ambiente - proprietà COLLATIVE degli stimoli • livello MEDIO di stimolazione

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LA MOTIVAZIONE

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Presentation Transcript


  1. LA MOTIVAZIONE

  2. LA MOTIVAZIONE Motivazioni intrinseche Motivazioni estrinseche

  3. MOTIVAZIONE INTRINSECA 1) Curiosità epistemica •bisogno universale di conoscere e di apprendere (Berlyne 1960) • ruolo dell’ambiente - proprietà COLLATIVE degli stimoli •livello MEDIO di stimolazione • “sorpresa ottimale” (Stipek, 1993) •apprendimento come scoperta (Bruner, 1961) LIMITE: non garantisce costanza e persistenza di fronte agli ostacoli; NON può essere l’unica componente della motivazione intrinseca all’apprendimento

  4. 2) Effectance • Bisogno di sentirsi competenti ed efficaci •Bisogno di acquisire controllo sugli eventi

  5. Harter, 1978 Motivazione di effectance aumenta diminuisce Mancanza di competenza percepita Percezione di controllo esterno Competenza percepita Percezione interna di controllo piacere ansia successo fallimento Interiorizzazione di A) obiettivi B) sistema di autoricompensa Tentativi di padronanza COGNITIVA FISICA SOCIALE Dipendenza dall’esterno A) obiettivi B) approvazione Il bisogno di approvazione esterna diminuisce con lo sviluppo ll bisogno di approvazione esterna aumenta con lo sviluppo Rinforzo positivo (o approvazione) Mancanza di rinforzo (o disapprovazione) RISULTATI POSITIVI RISULTATI NEGATIVI 2) Effectance • Bisogno di sentirsi competenti ed efficaci; • Bisogno di acquisire controllo sugli eventi

  6. 3) Teoria dell’autodeterminazione (Deci e Ryan, 1985) • AUTODERMINAZIONE = Libera scelta, svincolata da bisogni o forze esterne di condurre un’azione • Se la persona vive una situazione di libera scelta, mantiene o accresce la motivazione al compito. Al contrario, quando un’attività è imposta dall’esterno, si sentirà meno motivata (Boggiano e Pittman, 1992). • Bisogno di sentirsi artefici delle proprie azioni, di scegliere il compito e la modalità di svolgimento.

  7. 4) Esperienza di flusso (Csikszentmihalyi, 1975; 1993) • Profondo coinvolgimento nel compito (sullo svolgimento più che sui risultati) • Il piacere deriva dal controllo e dalla realizzazione del compito Le esigenze dell’azione e i segnali di ritorno sono esperiti così chiaramente ed univocamente che un individuo, senza bisogno di riflettere, sa sempre cosa fare L’individuo si sente ottimamente occupato e, nonostante le difficoltà del compito, è sicuro di tenere l’evento sotto controllo L’individuo sente che l’azione si svolge in modo fluido e senza ostacoli L’individuo non ha bisogno di volontà per concentrarsi, ma la concentrazione viene da sé L’esperienza temporale è fortemente distorta; l’individuo dimentica il tempo L’individuo non si sente separato dall’attività che sta svolgendo, è completamente assorbito da essa. Ciò dipende dalla perdita di riflessività e consapevolezza di sé

  8. Percezione della propria abilità bassa alta Percezione della difficoltà del compito facile APATIA NOIA difficile ANSIA FLUSSO differenze individuali

  9. Complesso gerarchico di obiettivi Attività Azione Obiettivo Obiettivo parziale Operazione (azione parziale) Movimento Azione di un determinato muscolo Modelli di regolazione dell’azione von Cranach, Kalbermatten, Indermule e Gugler, 1980; Hacker, 1978

  10. 5) Interesse (Krapp, 1999) • interazione tra individuo interessato e materiale stimolante in specifici contesti • applicazione protratta nel tempo dell’individuo con il materiale • associato alla percezione di competenza • correlato con l’apprendimento

  11. MOTIVAZIONE ESTRINSECA: LA TEORIA DEL RINFORZO Rinforzo: stimolo capace di aumentare, mantenere o ridurre la frequenza di un dato comportamento Principi generali (teoria comportamentista; Skinner, 1974) mantenimento del comportamento (modello a rinforzo fisso e modello a rinforzo intermittente) • rinforzo continuativo • generalizzazione del comportamento rinforzato • l’assenza di rinforzo produce l’estinzione del comportamento

  12. Rinforzo efficace - contingente - specifico - credibile Rinforzo demotivante - viene dato a tutti - a parità di risultati alcuni vengono premiati e altri no - si riferisce alla prestazione e non ai risultati precedenti - sostiene la competitività e il confronto con altri NUOVE TENDENZE NELLA TEORIA DEL RINFORZO rinforzo vicariante la motivazione è data dall’aspettativa rinforzi controllanti e rinforzi informativi

  13. Altre variabili importanti: • L’autorità della e la fiducia nella persona che rinforza • La convinzione di essere capaci • La possibilità di poter attuare altri comportamenti • - Bilancio costi e benefici

  14. (18.09%) (16.73%) Percentuale del periodo a scelta libera (8.59%) Nessuna ricompensa Ricompensa inattesa Ricompensa attesa Lepper, Green e Nisbett (1973) L’introduzione di un premio (motivazione ESTRINSECA) riduce la motivazione INTRINSECA

  15. Brophy, 1998 • senso di forza, desiderio di acquisire nuove conoscenze ad abilità • il compito e’ percepito come qualcosa che consente di raggiungere obiettivi più importanti • divertimento, piacere, senso di gratificazione • concentrazione rilassata, esperienza di flusso, consapevolezza metacognitiva delle richieste del compito POSITIVA • resistenza, senso di estraneità, scarso desiderio di acquisire nuove conoscenze • conflitto tra quanto il compito rappresenta e la propria percezione di sé, anticipazione delle conseguenze indesiderate nello svolgere il compito • rabbia, timore, disinteresse (il compito é vissuto come una punizione) • risentimento, scarsa concentrazione, consapevolezza di essere coinvolti in attività spiacevoli o irrilevanti NEGATIVA VALORE DEL COMPITO E MOTIVAZIONE Valutazione Prima dell’esecuzione Durante l’esecuzione

  16. S altro ASPETTATIVE E MOTIVAZIONE aspettative PERSONALI aspettative individuali in una determinata situazione aspettative INTERPERSONALI aspettative che qualcuno ha su qualcun altro Le aspettative dipendono spesso dagli stereotipi posseduti

  17. ASPETTATIVE E MOTIVAZIONE aspettative PERSONALI aspettative individuali in una determinata situazione aspettative INTERPERSONALI aspettative che qualcuno ha su qualcun altro S altro Anche il destinatario può influenzare la formazione delle aspettative altrui con i suoi comportamenti ed atteggiamenti

  18. ASPETTATIVE E VALORE DEL COMPITO ASPETTATIVE DI SUCCESSO VALORE DATO AL COMPITO bassa alta rifiuto di affrontare il compito poco importante evitamento del compito dissimulazione di disimpegno sfida e impegno molto importante

  19. ASPETTATIVE ED ESPERIENZE PRECEDENTI SUCCESSO FALLIMENTO ASPETTATIVE DI RIUSCITA IN FUTURO AUTOPERCEZIONE DI ABILITA’ ASPETTATIVE DI RIUSCITA IN FUTURO AUTOPERCEZIONE DI ABILITA’ DIFFICOLTA’ PERCEPITA DEL COMPITO DIFFICOLTA’ PERCEPITA DEL COMPITO SCELTA DI UN COMPITO PIU’ DIFFICILE SCELTA DI UN COMPITO PIU’ FACILE

  20. ASPETTATIVE percezione delle proprie competenze percezione della difficoltà del compito RISULTATI OTTENUTI (successi o fallimenti)

  21. MODELLO EXPECTANCY - VALUE (aspettative e valori) Eccles, 1983 Wigfield e Eccles, 2000 Obiettivi e percezioni di sé Valore del compito Aspettative degli altri MOTIVAZIONE -prestazione -persistenza -scelta del compito Attribuzioni Credenze sul compito (abilità, facilità) Aspettative

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