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Collegio Fraccaro. La prevenzione dell’AIDS nei diversi contesti di rischio. Alba Muzzi. Agenda. Prima parte: Analisi del contesto Epidemiologia Dimensioni del problema Bisogni percepiti e offerta Seconda parte: Prevenzione Modalità di trasmissione .

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Presentation Transcript


  1. Collegio Fraccaro La prevenzione dell’AIDS nei diversi contesti di rischio Alba Muzzi

  2. Agenda Prima parte: Analisi del contesto Epidemiologia Dimensioni del problema Bisogni percepiti e offerta Seconda parte: Prevenzione Modalità di trasmissione

  3. Epidemiologia dell’infezione da HIV AIDS: Conoscere per capire Indagine conoscitiva sulle caratteristiche socio-demografiche correlate all’acquisizione dell’infezione da HIV

  4. Stima di adulti e bambini viventi con HIV, per continente nel periodo 1990–2007 Oceania 12 Medio-Oriente e Africa Nord 9 Europe Est e Asia Centrale America Latina e Caraibi America Nord, Europa Centro-Ovest Milioni Asia 6 3 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Anno Esclusa Africa sub-Sahariana

  5. AIDS in Europa

  6. Casi di AIDS nel 2006 in Europa per milione di abitanti Casi per milione 50 + 20 - 49 5 - 19 < 5 Non disponibile Update at 31 December 2006 EuroHIV

  7. AIDS in Europa: gruppi a rischio Casi di AIDS, Europa occidentale IDU Eterosessuali zono endemiche Casi di AIDS, Europa orientale Eterosessuali Eterosessuali IDU Rischio non riportato Update at 31 December 2006 Omo/bisessuali Omo/bisessuali Rischio non riportato

  8. Nuove diagnosi di infezione da HIV notificate nel 2006 per milione di abitanti Casi HIV per milione 200 + 100 - 199 20 - 99 < 20 Non disponibile Update 31 December 2006

  9. Nuove diagnosi di infezione da HIV notificate nel 2006: caratteristiche dei casi per area geografica Update 31 December 2006 * Nessun dato nazionale per Italia e Spagna

  10. Nuove diagnosi di infezione da HIV per modalità di trasmissione (1996-2006) in Europa Occ.* Eterosessuali Omo/bisessuali Eterosessuali da zone endemiche Rischio non riportato IDU Update at 31 December 2006 * Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Islanda, Irlanda, Israele, Lussemburgo, San Marino, Svezia, Svizzera, Inghilterra

  11. AIDS e HIV in Italia

  12. Tasso di incidenza di AIDS per regione di residenza Casi notificati x 100.000 nel 2007 ISS/COA, Aggiornamento al 31/12/07

  13. Distribuzione percentuale dei casi di AIDS per modalità di trasmissione ISS/COA, Aggiornamento al 31/12/07

  14. Diagnosi di AIDS, decessi e persone viventi con AIDS N. persone Persone viventi con AIDS ISS/COA, Aggiornamento al 31/12/07

  15. Tempo intercorso tra 1° test positivo e diagnosi di AIDS ISS/COA, Aggiornamento al 31/12/07

  16. Nuove diagnosi di infezione da HIV • In Italia non esiste un sistema nazionale di notifica delle nuove diagnosi di infezione • Alcune Regioni e Province raccolgono autonomamente informazioni sulla sua diffusione: • Lazio (dal 1985) • Veneto (dal 1988) • Friuli-Venezia Giulia (dal 1985) • Piemonte (dal 1999) • Liguria (dal 2001) • Modena (dal 1985) • Trento (dal 1985) • Bolzano (dal 1985) • Sassari (dal 1997) • Rimini (dal 2002) ISS/COA, Aggiornamento al 31/12/07

  17. Tasso di incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV ? Casi segnalati x 100.000 nel 2006 ISS/COA, Aggiornamento al 31/12/07

  18. Nuove diagnosi di infezione da HIV per nazionalità Dati relativi a Piemonte, Liguria, Bolzano, Trento, Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Modena, Lazio, Rimini, Sassari

  19. Età mediana alla diagnosi di infezione da HIV Età

  20. Problemi aperti • I dati disponibili, relativi all’incidenza di nuove infezioni, si limitano a poche aree geografiche e sono quindi da interpretare con cautela • Il continuo verificarsi di nuove diagnosi, insieme alla prolungata sopravvivenza dei pazienti, determina un progressivo incremento della prevalenza di infezione • A ciò contribuisce la notevole frazione di soggetti inconsapevolidell’infezione B. Suligoi et al., Scand J Infect Dis, 2003

  21. Persone con AIDS Circa 25.000 Persone con infezione da HIV Circa 100.000

  22. Numero stimato di soggetti HIV + viventi in Italia nel 2007: ~125.000 Quanti sono inconsapevoli?

  23. Stima della proporzione di soggetti inconsapevoli dell’infezione da HIV F. Hamers, HIV in Europe, 2007

  24. Impatto sulla Sanità Pubblica dei soggetti inconsapevoli del proprio sierostato HIV • In USA stimate circa 40.000 nuove infezioni ogni anno (32.000 a trasmissione sessuale, 80%) • Il 25% non è a conoscenza del proprio stato, quindi: Non assumono la terapia (viremia persistente e maggior contagiosità) Non adottano misure per non trasmettere l’infezione • L’efficienza di trasmissione è 3.5 volte maggiore tra i non consapevoli (tasso annuo stimato di trasmissione 6.9% versus 2.0%) • La trasmissione sessuale potrebbe essere ridotta del 31% se tutti i soggetti fossero consapevoli del loro sierostato G. Marks et al., AIDS, 2006

  25. Uso del profilattico in soggetti HIV+dopo la diagnosi di sieropositività Rapporti con partner stabile Rapporti con partner occasionale B. Suligoi et al. V Programma nazionale di ricerca sull’AIDS

  26. Motivi del non uso del profilattico in soggetti HIV+ Bisogno di condivisione con il partner (39,5%) Difficoltà di impiego (32,1%) Basso rischio percepito (24,2%) Sfiducia/disinteresse (4,2%) B. Suligoi et al. V Programma nazionale di ricerca sull’AIDS

  27. Durex Global sex survey Indagine effettuata nel 2005 su 317.000 adulti (16-55 anni) in 41 nazioni diverse In Italia: Il 46% ha rapporti sessuali non protetti pur non conoscendo nulla della storia sessuale del partner Il 16% dichiara di aver avuto una MST

  28. Prevalenza di HIV in pazienti con MST per categoria di esposizione Prevalenza media HIV+ = 8% % HIV+ Omosessuali maschi Solo il 58% dei pazienti con MST viene testato Femmine Eterosessuali maschi Sorveglianza Nazionale MST, 2008 (50.260 pazienti testati)

  29. < 10% 10 - 19% 20 - 25% 26-40% > 40% Prevalenza di HIV+ in tossicodipendenti per regione: confronto tra 1990 e 2000 Dati su 1.299.972 soggetti di 510 SerT 1990: HIV prev. 31% 2000: HIV prev. 16% Prev. HIV Solo il 35% dei tossicodipendenti viene testato B. Suligoi et al J Medical Virology 73:1-6 (2004)

  30. HIV in Italia: stime riassuntive Nel 2001 1.800 casi di AIDS Circa 110.000 persone viventi con HIV/AIDS Prevalenza di HIV in soggetti di 15-49 anni = 0,4% Nell’80% dei casi trasmissione sessuale 15% di cittadini stranieri Nel 2006 1.000 casi di AIDS Circa 125.000 persone viventi con HIV/AIDS Prevalenza di HIV in soggetti di 15-49 anni = 0,5% Nel 92% dei casi trasmissione sessuale 32% di cittadini stranieri

  31. AIDS e HIV in Lombardia

  32. Distribuzione dei casi di AIDS per regione di residenza e anno di diagnosi ISS/COA, Aggiornamento al 31/12/07

  33. Epidemiologia dell’infezione da HIV in Lombardia. Primo Report sui trend dei consumi sanitari correlati(2001-2005) A cura della Commissione Regionale per la lotta all’AIDS e MST Preliminare e provvisorio aggiornamento anni 2006-2007

  34. Andamento generale dei test HIVRNA N 2090 3318 2472 2295 2171 2006 = 1.983 2007 = 2.343 • Il n. di nuovi soggetti sottoposti al test oscilla tra 1.948 e 3.318 • Questo dato evidenzia una rilevante diffusione dell’infezione

  35. Sintesi • Circa 30.000 persone hanno una diagnosi di infezione e usufruiscono di prestazioni sanitarie specialistiche (P = 3.2 x 1000) • Circa il 50% del totale sono soggetti di sesso maschile di età compresa tra i 35 e 49 anni • Le femmine sono il 30% del totalee di queste circa il 60% hanno un’età compresa tra i 30 e 44 anni • L’incremento annuale degli accessi è di circa 2.000 pazienti, in maggioranza maschi e di età giovane adulta

  36. Distribuzione percentuale per comportamento a rischio

  37. Variazione dei comportamenti a rischio • Progressivo decremento dei soggetti che riferiscono come fattore di rischio la tossicodipendenza • Andamento sostanzialmente costante nel tempo dei soggetti omo-bisessuali(ma aumentano i soggetti con tipologia di esposizione ignota)

  38. Variazione dei comportamenti a rischio • Incremento generale dei soggetti con trasmissione eterosessuale: • In generale, diminuzione dei soggetti in età più giovane e incremento delle fasce di età successive • L’età si colloca a valori più alti che in passatoe ciò è in parte legato al ritardo diagnostico (late testers) • I soggetti che afferiscono ai Centri specialistici sono in larga misura di sesso maschile • La percentuale di femmine si mantiene sostanzialmente costante

  39. Caratteristiche epidemiologiche dei late testers B. Longo et al., AIDS Care, 2005

  40. Caratteristiche clinico-laboratoristichedei late testers B. Longo et al., AIDS Care, 2005

  41. Chi è il soggetto che si infetta oggi? • Se attualmente l’infezione si trasmette prevalentemente per via sessuale:  Quali soggetti sono particolarmente a rischio?  Come fare per raggiungerli con le informazioni e lo screening ?

  42. Bisogni informativi clinici

  43. AIDS: Conoscere per capire Indagine conoscitiva sulle caratteristiche socio-demografiche correlate all’acquisizione dell’infezione da HIV Regione Lombardia Istituto di malattie Infettive e Tropicali, Università di Brescia Istituto Superiore di Sanità I.Re.F. – Scuola di Direzione in Sanità INDAGINE CONOSCITIVA OSSERVAZIONALE SULLE CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE E COMPORTAMENTALI CORRELATE ALL’ACQUISIZIONE DELL’INFEZIONE DA HIV - Studio NuDiH -

  44. Razionale • Consistente cambiamento delle caratteristiche epidemiologiche delle persone che si infettano con il virus dell’immunodeficienza umana (HIV): • Progressiva diminuzione dei nuovi casi • Non più persone giovani e prevalentemente tossicodipendenti ma piuttosto di adulti maturi che si infettano attraverso i rapporti sessuali • La maggior parte delle donne acquisisce l’infezione da un partner che sapeva di essere HIV positivo • Incremento della la quota di soggetti che scopre di essere infetta solo in fase avanzata di malattia costituendo quindi, a loro insaputa, una possibile fonte di diffusione del virus (più della metà delle nuove diagnosi di AIDS)

  45. Razionale • In Italia è carente una strategia codificata e condivisa di offerta attiva del test anti-HIV • Le persone che arrivano tardi alla diagnosi di HIV costituiscono una frazione rilevante, non essendo consapevoli di avere avuto un comportamento a rischio • I CDC di Atlanta enfatizzano l’opportunità di offerta attiva del test HIV, esteso a tutti gli adulti che accedano ad una struttura sanitaria, a meno che non rifiutino di sottoporvisi (opt-out testing) • In Europa e in Italia, invece, l’orientamento fin qui prevalente è di ottenere il consenso preliminare all’esecuzione del test (opt-in testing)

  46. Obiettivi • Descrivere le caratteristiche socio-demografiche e comportamentalidi soggetti con una nuova diagnosi di infezione da HIV • Stimare l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV in Lombardia.

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